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Le Brigate Internazionali e l'internazionalismo proletario

Raúl Martínez * | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10/11/2019

Restate: cosí vogliono gli alberi, le pianure,
í minimi frammenti della luce che ravviva
un solo sentimento che agita il mare: fratelli!
Madrid nel vostro nome s'innalza e s'illumina.

- Rafael Alberti. Alle Brigate Internazionali

***

Nel centenario dell'Internazionale Comunista

Trascorso un secolo dalla fondazione dell'Internazionale e ottant'anni da quando gli ultimi volontari della libertà lasciarono il nostro paese proteggendo il ripiegarsi di centinaia di migliaia di rifugiati verso la frontiera francese, le Brigate Internazionali ci appaiono come uno dei più brillanti esempi di internazionalismo proletario che ha conosciuto la Storia.

Risulta difficile determinare il numero esatto di brigatisti che combatterono sul nostro suolo. Molti già erano qui, giunti per partecipare all'Olimpiade Popolare convocata a Barcellona dall'Internazionale Sportiva Rossa e dall'Internazionale Sportiva Operaia Socialista e impugnarono le armi, inizialmente contro il golpe fascista. Altri giunsero poco a poco. La maggioranza giunse in Spagna a partire dal 14 ottobre 1936 dopo il reclutamento realizzato dai partiti comunisti, realizzando l'accordo adottato dalla Segreteria del Comitato Esecutivo dell'Internazionale raggiunto il 18 e 19 settembre dello stesso anno sulla formazione delle Brigate Internazionali.

Molte sono le difficoltà per quantificare con esattezza il numero di brigatisti che parteciparono nella guerra nazional rivoluzionaria, le loro nazionalità o il numero di caduti nella lotta contro il fascismo in Spagna. In molti dei paesi di provenienza dei brigatisti si erano imposte le forze fasciste, in altri casi, con la politica di Non intervento, i governi borghesi adottarono misure per evitare il reclutamento dei volontari. Si imposero condizioni di clandestinità: nomi di guerra, falsificazione di documenti, ecc.

Ciò che è indubbio, è l'importante ruolo svolto dalle Brigate Internazionali nella nostra guerra nazional rivoluzionaria, che poco dopo continuerà nei campi di battaglia della II Guerra Mondiale. Furono i giorni in cui l'internazionalismo proletario prese corpo in decine di migliaia di compagni di 52 paesi che, armati dagli insegnamenti del marxismo-leninismo e sotto la direzione dell'Internazionale Comunista, si trasformarono in soldati di una stessa classe operaia mondiale.

In questo lavoro non affronteremo l'esperienza delle Brigate Internazionali da una prospettiva esclusivamente storica. Siamo convinti che la questione essenziale per il Movimento Comunista Internazionale contemporaneo sia estrarre conclusioni di natura politico-ideologica, rivendicando allo stesso tempo la nostra eroica storia, contro ogni manipolazione e il determinante ruolo dell'Internazionale Comunista in momenti tanto cruciali della lotta di classe come la guerra spagnola, che con ragione, venne caratterizzata come la prima battaglia della guerra dei popoli contro il nazi-fascismo.

Il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) ha intrapreso lo studio della storia del movimento comunista nel nostro paese e in questo studio svolge un ruolo determinante l'attività dell'Internazionale Comunista in Spagna, di cui sono frutto le Brigate Internazionali.

Con queste modeste linee, il CC del PCTE rende un sentito omaggio agli uomini e alle donne delle Brigate Internazionali e a tutti coloro che contribuirono in una o altra forma al reclutamento, a garantire le vie di accesso, all'apparato clandestino di falsificazione, all'invio di alimenti, di vestiti, armamento e munizioni… I volontari della libertà continuano a nutrire le nostre file, continuano ad accompagnarci in ogni lotta per gli interessi della classe operaia, convocandoci a proseguire. A tutti loro, onore e gloria. Non permetteremo che il loro nome sia cancellato dalla Storia.

Esempio vivo di internazionalismo proletario

Iniziamo la nostra analisi partendo dalla premessa che sul ruolo svolto dall'Internazionale Comunista e dall'Unione Sovietica durante la guerra nazional rivoluzionaria in Spagna e per estensione, sulle stesse Brigate Internazionali, è stato realizzato un intenso esercizio di falsificazione e propaganda fino ai nostri giorni nella storiografia borghese.

Alla propaganda franchista e nazi-fascista, diretta a esagerare sia in numero di brigatisti, come sul loro ruolo nelle principali battaglie della guerra volta ad occultare l'appoggio ricevuto dalla banda franchista da prima del golpe del 18 luglio 1936 fino alla fine della guerra, presto si aggiunsero le varie manifestazioni di anticomunismo: dalla propaganda socialdemocratica, che cercava di occultare il nefasto ruolo delle sue organizzazioni internazionali, implicate nella criminale politica di Non Intervento, fino alla propaganda trotskista che aveva scatenato la sua furia contro l'Internazionale Comunista e l'Unione Sovietica.

Né la falsificazione storica degli uni, né il divisionismo degli altri, è stato in grado di macchiare una serie di fatti oggettivi dai quali parte la nostra analisi:

- L'esperienza delle Brigate Internazionali fu possibile grazie all'azione dell'Internazionale Comunista, che da prima dello scoppio della guerra dispiegò una intensa e multiforme attività diretta ad evitare la vittoria fascista in Spagna. Il ruolo dell'Internazionale è stato insostituibile e ad essa si deve l'organizzazione e l'invio delle Brigate Internazionali in Spagna.

- L'Unione Sovietica fu l'unico paese che appoggiò decisamente la Repubblica Spagnola in un esercizio d'Internazionalismo proletario senza paragoni nella Storia, che partì da una concezione espressa con chiarezza da J.V. Stalin: "Liberare la Spagna dall'oppressione della reazione fascista non è una questione privata degli spagnoli, ma la causa di tutta l'umanità avanzata e progressista".

Questo non impedisce di analizzare con autocritica gli errori commessi dall'Internazionale e anche dallo stesso Partito Comunista di Spagna, nemmeno impedisce di valutare oggettivamente la politica estera dell'URSS in un momento storico così complesso. Ma ciò che è certo, è che l'invio delle Brigate Internazionali venne preceduto da un'analisi da parte dell'Ufficio Politico del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) che, nella sua sessione del 28 agosto 1936, valutò di portare all'Internazionale la convenienza di inviare in Spagna un corpo internazionale integrato da volontari. Con questo precedente, la Segretaria del Comitato Esecutivo dell'Internazionale accorda nelle sue sessioni del 18 e 19 settembre 1936 la formazione delle Brigate Internazionali.

Cominciano pertanto i lavori di reclutamento e organizzazione delle Brigate Internazionali, in cui le sezioni dell'Internazionale in ogni paese svolgono un ruolo determinante. Si tratta di un lavoro particolarmente complesso che mette alla prova ogni partito comunista, poiché si realizza in molti casi in condizioni di clandestinità o sotto la minaccia dei diversi governi borghesi che, con la partecipazione della socialdemocrazia, abbracciano la politica di Non Intervento promossa dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Questo intenso lavoro, realizzato con prontezza dalle sezioni dell'Internazionale, non si riduceva al reclutamento. Fu necessario tutto un lavoro di raccolta fondi, preparazione delle rotte di viaggio, organizzazione dei passaggi di frontiera, preparazione di documenti falsi, ecc.

Dopo questo immenso lavoro, il grosso fondamentale delle Brigate Internazionali giunse nel nostro paese a partire dal 14 ottobre 1936. In questo momento, era già evidente che la Spagna fosse vittima di un intervento armato straniero di grandi dimensioni e che la guerra scatenata dal fascismo avesse raggiunto una chiara dimensione internazionale e come segnalò ai suoi giorni Enrique Lister: "La presenza dei "Volontari della Libertà" nei campi di battaglia di Spagna diceva ai combattenti spagnoli che non erano soli nella lotta diseguale: diceva a tutto il nostro popolo che le "Brigate Internazionali" costituivano un esempio vivo di unità combattiva della classe operaia con le altre forze democratiche e patriottiche del mondo di fronte al nemico comune di tutti loro: il fascismo".[1]

Dall'analisi delle fonti esistenti e in particolare dai contributi elaborati da diversi partiti comunisti destinati al libro che il PCTE sta preparando sulle Brigate Internazionali e che vedrà la luce nei prossimi mesi, si traggono due conclusioni fondamentali:

- Il nucleo fondamentale delle Brigate Internazionali era composto da operai di vari paesi, accompagnati da contadini, impiegati e intellettuali.

- Tra essi, la gran maggioranza erano militanti o simpatizzanti comunisti, accompagnati da socialisti, anarchici e antifascisti senza affiliazione politica.

E' così che nei campi di battaglia della nostra terra si dimostrava il ruolo insostituibile dell'Internazionale Comunista e delle sue sezioni, che, sapendo superare incredibili difficoltà, seppero porre i fatti all'altezza delle parole, lasciandoci in eredità uno dei più meravigliosi esempi di pratica internazionalista proletaria conosciuta fino ai nostri giorni.

Sebbene i primi gruppi di volontari stranieri (giunti a Barcellona per partecipare all'Olimpiade Popolare), lottarono fin dai primi giorni contro la sollevazione fascista a Barcellona e nei fronti di Aragona, Irún e Madrid inquadrati nelle Milizie Popolari, sarà il 22 ottobre 1936, quando il Governo della Repubblica accorda ufficialmente la formazione delle Brigate Internazionali con base ad Albacete e la loro integrazione formale nell'Esercito Popolare, a dare inizio all'organizzazione delle distinte brigate e alla loro istruzione militare.

Le Brigate Internazionali ebbero il loro battesimo di fuoco nei duri giorni della difesa di Madrid. L'8 novembre entrava in battaglia l'11a Brigata nei duri combattimenti della Casa de Campo e i giorni seguenti lo farà la 12a Brigata nel settore del Cerro de los Ángeles. La loro comparsa e entrata in combattimento nella Madrid della resistenza, suppose un determinante stimolo morale per tutti i combattenti popolari. In Guerra e Rivoluzione in Spagna 1936-39, si descrive questo momento in questo modo:

"Nei momenti più drammatici della lotta, le strade di Madrid furono testimoni del passaggio di una colonna serrata, disciplinata, ben equipaggiata e armata, in cui si allineavano uomini di tutte le età e nazionalità. Non parlavano spagnolo. Salutavano con il già storico "No pasaran". Vibrava nell'aria l'eco di note canzoni rivoluzionarie: L'Internazionale, la Giovane Guardia, la Marsigliese."[2]

Da allora, non ci fu battaglia importante nella quale non erano presenti le Brigate Internazionali fino alla loro ritirata, nell'ottobre 1938. Seguendo ciò che appuntò Enrique Lister[3], la loro composizione e l'ordine di organizzazione e entrata in combattimento delle sette Brigate Internazionali, fu il seguente:

- XI Brigata: composta dai battaglioni «Edgar André», «Comune di Parigi» e «Drombroski». Si formò alla fine di ottobre 1936 e entrò nel fuoco della battaglia per la prima volta l'8 novembre di quell'anno.

- XII Brigata: composta dai battaglioni «Garibaldi», uno franco-belga e «Thaelmann» e di una batteria del 77. Si formò durante i primi giorni di novembre del 1936 ed entrò in battaglia il 13 dello stesso mese.[4]

- XIII Brigata: composta dai battaglioni «Chapaiev», «Mickiewicz» e «Henri Guellemin». Si formò durante i mesi di dicembre 1936 e gennaio 1937 ed entrò in battaglia dopo quest'ultima data.

- XIV Brigata: composta dai battaglioni «Henry Barbuse», uno franco-inglese, «Domingo Germinal» e il «Numero 9» integrato da spagnoli. Si formò nello stesso periodo che il precedente.

- XV Brigata: composta dai battaglioni «Lincoln», «Dimitrov», un altro franco-belga, uno inglese e uno di spagnoli. Si formò nello stesso periodo dei due precedenti.

- 129 Brigata: composta dai battaglioni «Dimitrov», «Massaryk» e «Djakiquiek». Si formò alla fine del 1937.

- 150 Brigata: composta da tre battaglioni. Si formò tra giugno e luglio 1937.

- Ci fu inoltre un battaglione internazionale nella 86° Brigata spagnola.

La solidarietà dispiegata in tutti gli angoli del mondo dall'Internazionale e soprattutto l'eredità delle Brigate Internazionali e dell'aiuto sovietico diedero un importantissimo contributo alla crescita, allo sviluppo e all'autorevolezza che progressivamente fu ottenuta dal Partito Comunista di Spagna, fino a convertirsi nel principale partito politico della Repubblica.

Alcune lezioni dalla Storia

La guerra nazional rivoluzionaria in Spagna ebbe una enorme rilevanza nello sviluppo degli avvenimenti successivi. Si comprovò che, così come analizzava l'Internazionale Comunista, nel capitalismo mondiale si procedeva verso una guerra interimperialista generalizzata, verso una nuova ripartizione del mondo tra le grandi potenze capitaliste.

In queste condizioni, l'immenso compito realizzato dall'Internazionale nell'organizzazione delle sue sezioni nazionali (partiti comunisti) e alla loro bolscevizzazione, svolse un ruolo speciale in Spagna. Il Partito Comunista di Spagna, nato in un complesso processo che si sviluppa tra il 1920 e 1921, con l'appoggio dell'Internazionale Comunista e dei quadri inviati in Spagna, è capace di correggere le sue deviazioni e di acquisire una crescente influenza all'interno della classe operaia e del popolo, fino a convertirsi, già a guerra iniziata, nel principale partito politico del campo repubblicano.

Il nazi-fascismo scatenò in Spagna la prima battaglia della II Guerra Mondiale. In Spagna combatterono insieme ai franchisti circa 300mila stranieri, contando l'appoggio diretto di Germania, Italia e Portogallo e l'appoggio indiretto delle principali potenze capitaliste che, sotto il pretesto del Non Intervento, bloccavano il legittimo governo della Repubblica mentre prestavano un appoggio multiforme agli insorti franchisti. La Germania nazista e l'Italia fascista convertirono il suolo spagnolo in un immenso campo di prova per perfezionare il loro armamento e per insegnare le pratiche militari che impiegarono su scala di massa durante la II Guerra Mondiale.

Ma al contempo, nel campo operaio e popolare, si forgiava il suo antagonista. Sotto l'organizzazione e la direzione dell'Internazionale i partiti comunisti acquisirono una ampia esperienza nella lotta contro il nazi-fascismo. All'interno delle Brigate Internazionali e dell'Esercito Popolare, decine di migliaia di uomini entrarono in combattimento e acquisirono una preziosa esperienza politica e militare pagando per questo un altissimo prezzo.

Nei fronti di battaglia spagnoli si forgiò un nucleo combattente con ampia esperienza militare che, alla fine, avrà un'importanza cruciale  nelle nuove lotte che si stavano avvicinando. Il Governo della Repubblica accordò il ripiego delle Brigate Internazionali nell'ottobre 1938, ciò comportò un durissimo colpo per il morale del combattimento dell'Esercito Popolare nel suo insieme. La nostra classe operaia e il meglio del nostro popolo, aveva difeso palmo a palmo il nostro suolo e lottato fianco a fianco insieme ai suoi fratelli internazionali in una lotta a morte contro il fascismo.

Il 21 settembre 1936, il Governo della Repubblica manifestò davanti all'Assemblea della Società delle Nazioni la sua decisione di procedere alla ritirata di tutti i combattenti stranieri impiegati dopo il golpe del 18 luglio. Con questo, erroneamente, si voleva porre in evidenza l'intervento straniero delle potenze fasciste davanti alla comunità internazionale. In realtà, le potenze reazionarie continuarono intervenendo in Spagna con maggior forza, se possibile, fino alla fine della contesa e al contempo le forze franchiste contarono sulla collaborazione sempre più aperta e il riconoscimento sempre più esplicito da parte delle democrazie borghesi.

Il 16 ottobre giunse in Spagna la Commissione Internazionale formata dalla Società delle Nazioni con il proposito di verificare la ritirata dai fronti delle Brigate Internazionali, il loro raggruppamento nel ritiro e l'inizio della loro uscita dalla Spagna. Secondo il Rapporto presentato dalla Commissione Internazionale all'Assemblea di Ginevra, pubblicato nel quotidiano La Vanguardia il 18 gennaio del 1939, il Censimento dei Brigatisti Internazionali fu il seguente: nella zona della Catalogna erano 9.843 e nella zona Centro-Sud 2.830, in totale all'inizio del 1939 rimanevano in Spagna 12.673 brigatisti dei 35.000 uomini e donne, che approssimativamente vi giunsero dall'inizio della guerra.

Il 2 novembre 1938 cominciarono a lasciare la Spagna dalla frontiera francese con una destinazione incerta, in condizioni di clandestinità o di pene detentive o altre sanzioni che li attendevano in molti dei loro paesi d'origine. E di nuovo l'apparato dell'Internazionale si mise in moto per cercare di garantire la sicurezza di questi uomini e donne che avevano versato il loro sangue nelle terre di Spagna. Basti da esempio la richiesta presentata da André Marty - capo delle Brigate Internazionali - che a nome della IC si rivolse al CC del Partito Comunista del Messico il 6 gennaio 1939, con la richiesta che si organizzassero le condizioni per accogliere 1.600 combattenti tedeschi, polacchi, italiani, austriaci, cechi, jugoslavi e di altri paesi a cui l'avanzata del fascismo rendeva impossibile il ritorno. Alto è il debito del nostro popolo con la classe operaia del Messico e con il suo Partito Comunista, che non solo fu capace attraverso una lotta eroica a costringere il Governo messicano ad adottare una posizione di appoggio alla Repubblica Spagnola e inviare aiuto, ma si prestò a mandare i propri membri brigatisti prodigandosi nella solidarietà, accogliendo prima i combattenti internazionali e prestando poi ogni tipo di aiuto all'esilio repubblicano. Giusto è riconoscere l'eroico sforzo di tutti i partiti comunisti che rispondendo alla chiamata dell'Internazionale si lanciarono nella lotta in solidarietà con il nostro popolo, anche vivendo terribili condizioni di repressione nei loro rispettivi paesi in cui lottavano in piena clandestinità.

Il ritiro delle Brigate Internazionali non conseguì i propositi perseguiti dal Governo della Repubblica, guidato in quei momenti dal socialista Juan Negrín, come era prevedibile data l'esperienza raggiunta sul piano internazionale in più di due anni di lotta. Al contrario, negli ultimi colpi della Batalla del Ebro suppose un colpo mortale al morale delle truppe in lotta dell'Esercito Popolare e del popolo lavoratore, che in qualche modo intuirono, con questa decisione, l'avvicinarsi della fine della guerra e del trionfo fascista.

Sebbene il grosso delle forze internazionali fu rimpatriato nelle date segnalate, non tutti riuscirono a raggiungere le zone di raggruppamento e passare la frontiera spagnola prima dell'ultima offensiva fascista. Molti rimasero prigionieri nei campi di concentramento e nelle prigioni franchiste. Altri, data la divisione della zona repubblicana, furono assassinati o fatti prigionieri dalle truppe fasciste. Molti hanno protetto la ritirata delle già indebolite truppe dell'Esercito Popolare e difeso le centinaia di migliaia di rifugiati che attraversavano i Pirenei dopo la caduta della Catalogna. Di questi ultimi la maggior parte condivise la stessa sorte dei combattenti spagnoli e di coloro che marciarono verso l'esilio dalla frontiera francese e finì nei campi di concentramento di Gurs, Argelès-sur-Mer, Saint-Cyprien y Barcarès, Septfonds, Rivesaltes o Vernet d´ Ariège.

Il nazi-fascismo vinse in terra spagnola. Ma l'eroica lotta delle Brigate Internazionali non fu invana e l'esperienza acquisita presto si rese più che necessaria. Ebbe una grande importanza nei campi di battaglia della II Guerra Mondiale.

- La Spagna Repubblicana, con l'appoggio principale dell'Unione Sovietica e l'azione dell'Internazionale Comunista, cui massima espressione fu l'invio delle Brigate Internazionali con quasi tre anni di resistenza, impedì che la Spagna fascista si unisse decisamente all'asse nazi-fascista nella II Guerra Mondiale (dopo la fine della guerra regolare si iniziò la lotta delle guerriglie) e permise all'Unione Sovietica di prepararsi per la guerra imperialista che si avvicinava, nella quale il popolo sovietico e l'Armata Rossa furono fattore decisivo nella Grande Vittoria Antifascista dei Popoli.

- Nella nostra guerra nazional rivoluzionaria si forgiarono un gran numero di combattenti nella gestione delle armi e familiarizzazione con le tecniche di guerra che l'asse nazi-fascista mise poi in pratica durante la II Guerra Mondiale. Questi brigatisti, insieme ai combattenti spagnoli esiliati, lottarono in prima linea su tutti i fronti della guerra antifascista e svolsero un ruolo decisivo in tutti i paesi in cui agì la resistenza. Molti di essi lottarono anche all'interno dei campi di concentramento nazista. Altri svolsero un ruolo importante nell'organizzazione degli eserciti popolari, in quei paesi in cui la classe operaia prese il potere dopo la fine della guerra.

Le conclusioni esposte rivestono una importanza fondamentale al momento di affrontare le calunnie espresse sul ruolo dell'Internazionale, delle Brigate e dell'URSS nella guerra nazional rivoluzionaria spagnola.

Sotto una sola bandiera

Come abbiamo segnalato, l'esperienza delle Brigate Internazionali fu uno dei più fraterni e ricchi esempi di internazionalismo proletario. L'appoggio ricevuto dalla classe operaia e il popolo spagnolo, frutto principalmente dell'azione dell'Internazionale Comunista e le sue sezioni e dell'Unione Sovietica, si convertì in una forza importante nei campi di battaglia della II Guerra Mondiale e anche nel rafforzamento della lotta antifascista in quei paesi dove il conflitto non acquisì un carattere internazionale. A sua volta l'esilio spagnolo del quale facevano parte migliaia di militanti comunisti, contribuì allo sviluppo dei partiti comunisti nei paesi di accoglienza. Si comprovò nella pratica il principio marxista secondo cui la rivoluzione è nazionale nella sua forma, ma non nel suo contenuto. Si lottò con la coscienza di appartenere ad una stessa classe operaia internazionale.

L'Internazionale Comunista, alla cui esperienza rendiamo omaggio nel centenario, svolse un ruolo determinante nella lotta antifascista, che si apprezza con chiarezza nel caso spagnolo:

- L'Internazionale è stata decisiva nella creazione, nello sviluppo e nella bolscevizzazione del Partito Comunista nel nostro paese, ha avuto un ruolo di primo piano nella lotta antifascista. I quadri internazionali hanno lavorato sul campo, hanno agito come organizzatori e dirigenti, hanno contribuito ad analizzare correttamente la situazione e a superare gli errori commessi. Molti quadri comunisti che hanno avuto un ruolo di primo piano nella lotta, sia politica che militare, sono stati formati alla Scuola Internazionale di Mosca. L'Internazionale divenne, quindi, un centro organizzativo di primaria grandezza.

- L'Internazionale fu un centro dirigente insostituibile nell'azione delle sue sezioni internazionali. La maggior parte dei partiti comunisti si formarono, crebbero e maturarono grazie all'esistenza di un centro dirigente che fu in grado di prevedere i principali sviluppi della lotta di classe su scala internazionale e in ogni paese, preparando e mobilitando le forze della classe operaia, demarcando le posizioni, aprendo la strada alla sconfitta del nazifascismo e al consolidamento del potere dei lavoratori nell'Unione Sovietica e nel resto dei paesi socialisti.

L'eredità dell'Internazionale comunista acquisisce un'enorme importanza ai giorni nostri, in cui crescono le contraddizioni interimperialiste e il rischio di una guerra generalizzata è sempre più presente. Per il PCTE lo studio dell'esperienza internazionale, l'analisi collettiva dei suoi vari congressi, i suoi dibattiti interni, le tesi che sono state dimostrate nella pratica e quelle che non lo sono state, sono di importanza decisiva.

Questo sforzo teorico, che per noi è un dovere di ogni partito comunista, è decisivo per superare la crisi che continua ad attraversare il Movimento Comunista Internazionale. È urgente essere, attraverso il dibattito scientifico, in grado di trarre conclusioni dalla nostra storia che, insieme agli insegnamenti della pratica corrente, ci consente di definire senza fretta, ma senza pause, la strategia unificata di cui la classe operaia internazionale necessita. E in questo cammino il ruolo dei partiti comunisti è insostituibile, quanto necessario per poter passare a livelli più alti di collaborazione.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Note:

*) Raúl Martínez, ufficio Politico del PCTE

[1] Enrique Líster. Nuestra Guerra. Memorias de un luchador. Ediciones Silente, 2007. Páginas 319-320.

[2] Guerra e Rivoluzione in Spagna 1936-39. Vol. II, Pag. 168. Opera elaborata da una Commissione del CC del PCE presidiata da Dolores Ibárruri.

[3] Enrique Líster. Nuestra Guerra. Memorias de un luchador. Ediciones Silente, 2007. Pag. 314.

[4] Altre fonti notano che l'entrata in combattimento della XII Brigata avvenne il 9 novembre del 1936


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