www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 09-02-21 - n. 778

Dichiarazione del Comitato Centrale del PCTE nell'anno del centenario della creazione del PCE (SEIC)

Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) | pcte.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/02/2021

Il Comitato Centrale del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, all'inizio del 2021, anno in cui si compie il centenario della fondazione del Partito Comunista di Spagna come sezione spagnola dell'Internazionale Comunista, si rivolge a tutti i lavoratori e lavoratrici del nostro paese e trasmette la seguente dichiarazione.

Commemoriamo questo centenario rivendicando l'importanza storica che ha avuto per la nostra classe lo sviluppo del Partito Comunista nel nostro paese. Il PCE (SEIC) non è stato il primo partito comunista creato in Spagna, ma la sua istituzione nel novembre 1921 è stata una spinta per la lotta della nostra classe e del nostro popolo.

In quel periodo, lavoratori e lavoratrici di ogni tipo e condizione si unirono per forgiare uno strumento che gli permettesse di mettere fine a secoli di sfruttamento e costruire una società di persone libere e eguali.

Per molti decenni questo strumento è stata un'arma formidabile nelle mani della classe operaia e di tutti i lavoratori di Spagna, che nella loro lotta hanno potuto contare sull'appoggio internazionalista dell'Internazionale Comunista e dei paesi che si erano liberati dal giogo capitalista.

In manifestazioni, picchetti e scioperi si sollevò la stessa bandiera rossa che poco dopo sarebbe svettata nei campi di battaglia fronteggiando la bestia fascista, sia in Spagna come in altri paesi d'Europa.

Arrivarono decenni di repressione e vendetta, ma la voce dei comunisti continuò a sollevarsi ovunque, in esilio e nella lotta clandestina. Il movimento operaio e il suo partito trovarono le forme per proseguire la lotta e far fronte a un terribile nemico, mantenendo viva la speranza di milioni di lavoratori.

Durante il XX secolo è stato dimostrato che è possibile conquistare una società senza capitalisti, una società nella quale i lavoratori e le lavoratrici prendono le redini e producono per soddisfare le necessità del popolo. Il trionfo temporaneo della controrivoluzione in URSS e altri paesi socialisti non nega la possibilità di conquistare un futuro senza classi. Il capitalismo stesso ha impiegato secoli per imporsi.

Dall'altra parte, il fatto che in vari partiti comunisti sono trionfate le posizioni della conciliazione tra le classi, condannando i lavoratori e le lavoratrici alla subordinazione agli interessi della borghesia e alla sottomissione alla politica del patto sociale, non nega la necessità dell'esistenza di un Partito Comunista indipendente, ideologicamente, politicamente e organizzativamente.

Dopo decenni di conquiste, si è aperto un lungo periodo di indietreggiamento. I diritti economici, sociali e politici, conquistati in una dura lotta di classe, sono stati smantellati e si sono imposte nuove forme di sfruttamento che beneficiano esclusivamente un pugno di capitalisti, che hanno potuto contare e contano sulla complicità di coloro che hanno perso ogni speranza e si accontentano di vivere degli avanzi offerti dal padrone.

È stato dimostrato che la classe operaia non ha altro futuro nel capitalismo che non sia la sofferenza, la miseria e l'oppressione. Nessuna conquista parziale sopravvive nel capitalismo, che invece colpisce il popolo concatenando una crisi dietro l'altro. Nessun governo capitalista risolverà i nostri problemi presenti e futuri, poiché tutti si limitano ad attualizzare e perfezionare lo sfruttamento a vantaggio dei capitalisti.

Esistono le condizioni per produrre tutto ciò che è necessario per soddisfare i bisogni del nostro popolo. Non c'è alcuna giustificazione per condannare milioni di lavoratori e lavoratrici alla disoccupazione forzata, non c'è giustificazione perché i salari non riescano a sostenere le nostre famiglie, non c'è giustificazione perché migliaia di famiglie siano private di un'adeguata abitazione e di forniture essenziali, perché non siano in grado di coprire i crescenti costi della sanità o perché i nostri figli e figlie siano estromessi dal sistema educativo.

Noi che produciamo tutto dobbiamo prendere il destino nelle nostre mani. Dobbiamo proseguire l'opera iniziata cent'anni fa e forgiare di nuovo lo strumento con il quale si costruisce una società senza sfruttatori.

Il PCTE è nato come risultato dei cent'anni di lotta dei comunisti spagnoli, dopo un serio sforzo per valutare con obiettività questa ricca esperienza storica, con i suoi successi ed errori e con la chiara volontà di forgiare una strategia rivoluzionaria che possa equipaggiare la classe operaia e i suoi alleati per le grandi lotte a venire.

Dalla nostra nascita politica come partito della classe operaia, ci impegniamo a recuperare la presenza comunista organizzata nei luoghi di lavoro, nei quartieri e nei luoghi di studio. Lottiamo per dare risposte alle necessità contemporanee della nostra classe e per sviluppare una posizione indipendente sul piano ideologico, politico e organizzativo, dopo decenni di regressi. I nostri sforzi si concentrano sull'avanzamento della nostra classe verso la presa del potere politico, la distruzione del capitalismo e la costruzione del socialismo-comunismo.

Lavoratore, lavoratrice, il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna è il tuo strumento, il tuo partito. La nostra politica esprime gli interessi di tutta la classe operaia, di tutti i lavoratori e le lavoratrici, di coloro che vivono onestamente del proprio lavoro, e mostra il cammino che dobbiamo percorrere per conquistare un futuro socialista-comunista.

Vi chiamiamo a rafforzare il PCTE e sostenere la nostra lotta. Vi chiamiamo a diffondere le nostre posizioni con tutti i mezzi a vostra disposizione. Vi chiamiamo a formare organizzazioni del Partito nei luoghi di lavoro e nei quartieri. Vi chiamiamo a prendere partito e a coinvolgervi decisamente in una lotta che viene da lontano e nella quale possiamo perdere solo le nostre catene.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

31 gennaio 2021


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