www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 29-03-21 - n. 784

Un anno di crisi e molti pericoli in vista

Editoriale Nuevo Rumbo | nuevo-rumbo.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/03/2021

Viviamo tempi convulsi. Lo sviluppo della crisi sta portando velocemente alla luce molte delle terribili contraddizioni del capitalismo in Spagna e nel mondo. Il ritardo nella popolarizzazione dell'alternativa politico-ideologica e organizzativa che noi comunisti rappresentiamo è frutto di molteplici fattori che non è qui il caso di  analizzare, così noi lavoratori e lavoratrici siamo per buona parte prigionieri dei dibattiti marcati da altri.

Nonostante ci dicano che la terza ondata della pandemia stia passando e che la vaccinazione di massa significherà la fine dell'incubo che stiamo vivendo da un anno, è adesso che si iniziano a vedere realmente gli effetti della crisi economica, l'ultima crisi di quest'incubo che viviamo da più di 200 anni, ossia il sistema capitalista. Con uno Stato sommerso dai debiti per poter finanziare le varie misure dirette a sostenere le imprese e a garantire una minima capacità di consumo della popolazione, quando il polverone del virus inizia a diradarsi, vengono alla luce le fondamenta marce di questo modello socio-economico.

Sono sempre più frequenti le notizie di licenziamenti di massa, ristrutturazioni di imprese e minacce di chiusura di imprese. Le mense sociali sono sempre più piene e milioni di giovani e meno giovani pagano con l'ansia e problemi psicologici il malessere di una realtà che non offre futuro.

I giovani che si sono mobilitati dieci anni fa (Movimento degli Indignados, ndr) chiedendo nelle piazze un futuro nel capitalismo c'è l'hanno fatta a metà. I loro capi, e i soggetti meno scrupolosi, adesso occupano ministeri e parlamenti (riferimento in particolare a Podemos, ndr), ma il loro arrivo nelle istituzioni capitaliste ha cambiato ben poco la situazione oggettiva che vivevano quelli che pretendevano di rappresentare.

Le varie misure adottate dal Governo in materia di lavoro, accompagnate da martellanti campagne propagantistiche, ha evitato un'esplosione sociale. La connivenza delle burocrazie delle principali organizzazioni sindacali, accecate dalla dottrina del patto sociale, ha contribuito molto in questo senso, promuovendo l'idea generale che non solo si può, ma si deve uscire dalla crisi con un rafforzamento del capitalismo spagnolo, anche se un capitalismo mascherato.

Il massiccio indebitamento e l'infondata fiducia nell'utilità sociale dei fondi europei che non sono altro che la carota all'estremità del bastone, annunciano un futuro molto nero per la maggioranza lavoratrice in Spagna. I fondi europei serviranno per alimentare nuovi settori capitalistici incentrati sull'economia verde e digitale e il massiccio indebitamento sarà utilizzato rapidamente per giustificare nuovi tagli ai diritti sociali e lavorativi.

I partner della coalizione di governo (Partito Socialista Operaio Spagnolo - PSOE, Podemos, Sinistra Unita - IU, Partito Socialista di Catalogna - PSC, ndr), sono coscienti che la loro campagna di propaganda non potrà esser eterna e sempre di più sono le persone che si rendono conto dell'enorme truffa che suppongono le loro politiche e le loro baruffe. Necessitano disperatamente di nuovi riferimenti, nuovi spazi verso cui far rivolgere l'attenzione della popolazione, almeno della parte più preoccupata per la situazione generale del paese, in modo da non prestare attenzione alla realtà socio-economica che ci sta cadendo addosso.

In questo senso, è particolarmente significativa la rivendicazione del democratismo piccoloborghese. La comparsa di VOX sulla scena e la crescente diffusione, da tutti i mezzi di comunicazione, di atti e proposte di gruppi fascisti, tutto questo mescolato ad un evidente recupero della campagna anticomunista più lesiva, genera un clima molto propizio affinché la socialdemocrazia si presenti come fermo difensore della Costituzione e della democrazia parlamentare.

In ciò si inquadra il dibattito di quest'ultimo mese sulla libertà di espressione. Certamente sarebbe pazzesco pensare, in questa società che si autodefinisce come la più democratica e liberale della Storia, che qualcuno possa esser incarcerato per aver fatto dei commenti politici nei social network. Sembra che vada contro uno dei principi fondamentali dell'attuale sistema. Ma la realtà è che questa società, che vuole presentarsi come democratica nella sua forma, non lo è nella sostanza. Esistono abbastanza sfumature e meccanismi per far sì che la libertà di espressione (ogni libertà e diritto, in realtà) sia per alcuni ma non per altri. Cioè sia per alcuni più piena rispetto ad altri, dipedendo da quali amicizie hai o quali affiliazioni e fobie ha la magistratura.

Abbiamo ripetutamente detto che il capitalismo, nella sua fase imperialista, è reazionario in tutti i campi. Nel recente passato abbiamo assistito con costernazione a decine di casi di persone processate e condannate per reati di opinione. Anche a decine di casi di brutalità poliziesche, provocazioni in manifestazioni e casi confezionati per generare un clima di opinione orientato verso certe posizioni politiche. E finora siamo stati pochi a protestare e denunciare la Ley Mordaza (Legge bavaglio) e la modulabile libertà di espressione che esiste in Spagna.

L'attuale Governo, che promise di revocare la Ley Mordaza insendiandosi a La Moncloa (sede della Presidenza del Governo, ndr), non ha compiuto alcun passo in questo senso fino ad oggi, mentre entrambi i partner si sono affrettati a registrare iniziative individuali per modificare quelli che sicuramente considerano "gli aspetti più lesivi del Codice Penale". Vorrebbero, come affermato da Pedro Sanchez, fare dei ritocchi nella legislazione penale spagnola, quella di questa "democrazia piena" che è piena solo per alcuni, in materia di libertà di espressione per "mettersi in linea con quella che esiste negli altri paesi europei".

Stiamo attenti, perché una giusta richiesta a favore della libertà di espressione sotto il capitalismo può esser utilizzata dai difensori del capitalismo per avanzare verso una concezione di democrazia militante che, partendo dalla scusa della lotta contro "il totalitarismo", finisce per rendere illegale chiunque non difenda l'attuale modello politico, economico e sociale.


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