www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 15-04-21 - n. 786

Nascita, sviluppo e mutazione del PCE da congresso a congresso

Enmakón Boyero e Raúl Martínez | nuevo-rumbo.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/04/2021

Il I Congresso (marzo 1922). I primi passi

Marzo 1922, mesi dopo la fusione del Partito Comunista Operaio Spagnolo e del Partito Comunista Spagnolo nel Partito Comunista di Spagna (Sezione Spagnola dell'Internazionale Comunista) si svolse il suo I Congresso. Le sue tesi e statuti sono discusse, alcune parlano del fronte unico, altri dei passi ancora da fare per completare la bolscevizzazione. Antonio García Quejido sarà il nuovo Segretario Generale, storico dirigente del PSOE e dell'UGT, uno di coloro che, come Perezagua, furono presenti sia alla creazione del "Partido de los Cien Niños" (Partito dei cento bambini, soprannome del Partito Comunista Spagnolo, ndr) e del PCOE, oltre che del PCE.

Il II Congresso (estate 1923). Momenti di clandestinità

Un anno dopo, nell'estate del 1923, si svolse il II Congresso del PCE, con il suo Segretario Generale César Rodríguez González. Sebbene fosse emersa una certa base tra la classe operaia in luoghi come le Asturie o Vizcaya, il Partito non disponeva ancora di abbastanza forza per opporsi alla dittatura di Primo de Rivera che inizia nel settembre di quell'anno. Il PCE vivrà uno dei suoi momenti di clandestinità.

In aggiunta all'aumento della repressione, la situazione del PCE non era proprio caratterizzata dalla sua stabilità. Si susseguono le conferenze e le riunioni del Comitato Centrale (esempio: Durango 1927, erroneamente indicata per decenni come Conferenza, come si può vedere nelle pagine delle pubblicazioni del Comintern) che combinano la soluzione (o il tentativo) di risolvere problemi interni con l'impostazione di risposte alla dittatura di Primo de Rivera.

Il III Congresso (1929). Il carattere della rivoluzione spagnola

Nel 1929 si svolse in esilio il III congresso del PCE. Vi fu una esigua partecipazione di delegati, l'allora Segretario Generale (José Bullejos) si trovava in carcere e da Segretario del Partito funge Vicente Arroyo, insieme al sostegno dei francesi Duclos e Rabaté. Questo congresso applica le posizioni del VI Congresso dell'Internazionale Comunista tenutosi nel 1928, ponendo l'idea che la rivoluzione in Spagna sarà democratico-borghese e che dovrà essere guidata dalla classe operaia. Si scontra (come avverrà anche nel 1930 nella cosiddetta Conferenza di Pamplona, che in realtà si tenne a Bilbao) con coloro che volevano lasciare la guida della rivoluzione democratica nelle mani della borghesia, come era il caso dei sostenitori di Maurín in Catalogna.

Il IV Congresso (Siviglia, 1932). Alcune precisazioni

Siviglia, marzo 1932. Il IV Congresso si svolse dopo un anno in cui il Comintern inviò in Spagna due lettere con importanti critiche, una nel maggio 1931 e l'altra nel gennaio 1932. Le sue proposte sono inquadrate anche nelle posizioni del VI Congresso dell'IC. Di fronte alla falsa idea di un congresso che pone sul tavolo una politica "frontepopolarista" o che modera le sue critiche alla socialdemocrazia, ci troviamo di fronte a un conclave che punta sul fronte unico dal basso e che non lascia dubbi sulla divisione di campo tra riforma e rivoluzione. Le critiche del Comintern al settarismo di alcuni leader non pretendevano in alcun modo un avvicinamento al PSOE in quel momento.

Non è un caso che si sia tenuto a Siviglia, poiché era stato uno dei punti chiave dello sviluppo del PCE. In quei giorni fu arrestato uno dei suoi delegati, Ramón Casanellas, responsabile durante la sua epoca anarchica dell'attentato al presidente Eduardo Dato e uno dei principali dirigenti del Partito in Catalogna.

Tra l'estate e l'autunno del 1932, avvenne la sostituzione della Segreteria Generale, con l'espulsione di José Bullejos e altri dirigenti e l'elezione di José Díaz come nuovo Segretario Generale, che, essendo in prigione, dovette attendere alcune settimane per iniziare a esercitare le sue funzioni, appena la sua cauzione venne pagata con i fondi raccolti tra i lavoratori sivigliani, soprattutto quelli del porto.

L'Ottobre del '34 (insurrezione nelle Asturie, ndr) esemplifica chiaramente che la rivoluzione socialista è all'ordine del giorno. Tuttavia, il PCE insiste sull'idea di far culminare prima la rivoluzione democratico-borghese. Gli avvenimenti successivi (la repressione, il VII Congresso del Comintern, la vittoria elettorale del Fronte Popolare ...) fanno sì che il PCE insista su quella posizione.

La situazione precedente alla guerra nazional-rivoluzionaria paralizzò la convocazione del V congresso del PCE (formalmente convocato, attraverso una circolare inviata all'inizio di maggio 1936, per il 12 luglio) che verrà posticipato a data da definirsi una volta scoppiata la guerra.

Sessione plenaria allargata del CC (Valencia, 1937). Nel mezzo della guerra nazional-rivoluzionaria

A Valencia, a marzo del 1937, si svolse una Plenaria allargata del Comitato Centrale, che ebbe, nella pratica, l'importanza di un congresso. Venne eletto un nuovo Comitato Centrale e si approfondì la politica del PCE sulla guerra, insistendo sull'idea di lottare per un nuovo tipo di Repubblica democratica parlamentare a forte contenuto sociale, caratteristiche non solo relative al tempo di guerra ma anche come progetto per il futuro. I limiti che il PCE si autoimpose con queste posizioni ridurranno l'impatto delle sue proposte, poiché in molte occasioni non venivano applicate o lo si faceva in ritardo.

Dopo la fine della guerra nazional-rivoluzionaria, con il colpo di stato di Casado, il PCE iniziò la sua riorganizzazione in Spagna (nelle fabbriche, nelle carceri, nei quartieri, nella guerriglia) e in esilio. Già accennata nella plenaria del CC del maggio 1938, si svilupperà la "politica dell'Unione Nazionale" (in una certa misura il tentativo di espandere le alleanze verso settori che potrebbero avere contrasti con Franco e la Falange: monarchici e cattolici) concretizzata attraverso diversi manifesti o nell'organizzazione dell'Unione Nazionale Spagnola (in molte occasioni si parla di UNS come se fosse l'intera politica dell'Unione Nazionale ma era solo una parte) con il suo ramo di guerriglia, il Gruppo di Guerriglieri Spagnoli.

Dopo la sessione Plenaria del CC di Tolosa, nel dicembre 1945, caratterizzata da Líster come un esercizio di trionfalismo, il PCE aderì all'Alleanza Nazionale delle Forze Democratiche e, anni dopo, all'inizio degli anni '50, fu creato il Fronte Nazionale Anti-Franchista. Diverse espressioni organizzative della stessa idea: mirare ad una tappa democratica intermedia tra capitalismo e socialismo formulata in molte occasioni sotto l'ombrello della considerazione della Spagna come un paese arretrato, una caratterizzazione determinata dalla sopravvivenza di vestigi feudali.

Il famoso incontro della dirigenza del PCE con Stalin, tenutosi nel 1948, per valutare diversi aspetti della politica del partito, porterà ad accentuare l'intervento dei comunisti nei centri di lavoro (a fronte di certe visioni semplificatrici di questo periodo, non è corretto dire che non c'erano state esperienze precedenti), risultando essere fondamentale anche nella decisione di abbandonare la lotta di guerriglia (i modi con cui questa decisione fu messa in pratica non furono i più appropriati).

V Congresso (1954). Programma del Partito Comunista di Spagna nella lotta per l'indipendenza e la democratizzazione della Spagna, per il miglioramento radicale delle condizioni di vita del popolo spagnolo

Dal 12 al 21 settembre del 1954 si tenne in Cecoslovacchia il V Congresso del PCE. Erano passati 22 anni dall'ultima volta che il Partito aveva tenuto un congresso e, in quel periodo, i comunisti spagnoli avevano partecipato alla rivoluzione dell'ottobre 1934, alla guerra nazional-rivoluzionaria, ai fronti di battaglia della Seconda Guerra Mondiale, nella clandestinità e nella guerriglia.

Il congresso, a cui parteciparono solo 64 delegati e una trentina di invitati, discusse il Programma del Partito, che caratterizzò la rivoluzione spagnola come una rivoluzione democratica, volta ad eliminare i resti feudali attraverso una serie di trasformazioni economiche, sociali e politiche. Si opta per l'organizzazione di un Fronte Nazionale Antifranchista che coordini tutte le forze di opposizione nella prospettiva del rovesciamento del regime franchista e della formazione di un governo provvisorio rivoluzionario, composto da tutti i partiti e le organizzazioni che partecipano al fronte.

Il rapporto sul Programma del Partito fu presentato da Vicente Uribe. Dopo il V Congresso, Dolores Ibárruri continua a detenere la Segreteria Generale, carica a cui accedette dopo la morte di José Díaz il 19 marzo 1942.

VI Congresso (dicembre 1959). Carrillo accede alla Segreteria Generale

Nel marzo 1956 si tenne il XX Congresso del PCUS. Il trionfo del settore revisionista guidato da N. Krusciov e il cosiddetto "processo di destalinizzazione", che inizia con la presentazione a sorpresa del "Rapporto Segreto", avrà un effetto devastante sul PCE. Con il pretesto della lotta al "culto della personalità" il gruppo revisionista guidato da Carrillo liquida Vicente Uribe e indebolisce le posizioni di altri quadri storici.

A livello politico, vengono introdotte una serie di modifiche al Programma del 1954. La rivoluzione democratica, come accadde in altri partiti del movimento comunista internazionale, si caratterizza come rivoluzione antifeudale e anti-monopolista. Vengono inoltre approvate alcune modifiche organizzative, con la sostituzione dell'Ufficio Politico con un Comitato Esecutivo. La Pasionaria passa a ricoprire la carica onoraria di Presidente del Partito. Carrillo viene nominato Segretario Generale.

VII Congresso (agosto 1965)

Dal 1956, le tensioni all'interno della direzione del partito si intensificarono. La corrente guidata da Santiago Carrillo si rafforzò, ma anche al suo interno si svilupparono delle divergenze. Una di queste fu la controversia con Claudín e Semprún, che provocò una grave crisi che, per la prima volta da molti anni, interessò questioni strategiche. Un'altra, la polemica scaturita con la lettera inviata da Arcadia, Núñez e Ormazábal dalla prigione di Burgos.

Quando iniziano le sessioni del congresso nella periferia di Parigi, Santiago Carrillo detiene già un potere senza contrappeso. Oltre a risolvere la controversia con Claudín e Semprún, il congresso ratificherà la tattica dello Sciopero Politico Nazionale, che insieme al coordinamento Popolo-Esercito, aprirebbe la strada alla democrazia antifeudale e anti-monopolista, intesa come una tappa intermedia verso il socialismo. Allo stesso tempo veniva confermato un chiaro impegno per lo sviluppo delle Commissioni Operaie. Del VII Congresso non vi è altra base documentaria che il Rapporto di Santiago Carrillo. Gli aspetti principali furono dibattuti alle spalle dei militanti che combattevano il fascismo tanto in Spagna come in esilio.

VIII Congresso (luglio 1972)

Nel periodo che precede l'VIII Congresso, le posizioni del PCE scivolano rapidamente verso l'antisovietismo, come risulterà evidente di fronte all'intervento internazionalista del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia, nella primavera del 1968. La cosiddetta linea pro-sovietica, rappresentata da Eduardo García e Agustín Gómez e da gran parte delle organizzazioni di emigrati, verrà espulsa dal Partito nel dicembre 1969. L'operazione si completerà con l'espulsione di Enrique Líster, nella sessione Plenaria allargata del CC tenutosi alla periferia di Parigi nell'agosto 1970.

Nel luglio 1972 iniziarono le sessioni dell'VIII Congresso. Il PCE accetta il Mercato Comune Europeo, sancisce la politica di convergenza concretizzata nel Patto per la Libertà e formula con più precisione la strategia dell'Alleanza tra le Forze del Lavoro e della Cultura. Una nuova generazione arrivava per rafforzare le posizioni formulate da Santiago Carrillo e si approvano maggiori competenze per il Comitato Centrale. Vengono così gettate le basi per la formulazione dell'Eurocomunismo.

II Conferenza 1975. Manifesto-Programma

L'antisovietismo, le espulsioni dei quadri storici e la repressione aperta contro tutti i disaccordi politici, accrescono l'opposizione interna e intensificano il processo di rottura e organizzazione di nuovi gruppi contrari alla linea revisionista imposta dalla dirigenza.

Nel giugno 1974 fu presentata la "Giunta Democratica". A luglio Carrillo si reca a Roma e fa una tournée con il PCI del "compromesso storico" nella quale, insieme a Berlinguer, viene esplicitamente formulato l'eurocomunismo. Il Programma approvato nel 1954, con le modifiche approvate nel 1959, era invecchiato. Viene quindi convocata la II Conferenza con l'intenzione di approvare un Manifesto-Programma in cui si formula la "via spagnola al socialismo", nella quale, approfondendosi nelle elaborazioni precedenti, si difende la lotta per una tappa intermedia di democrazia politica e sociale o democrazia anti-monopolista e anti-latifondista, basata sulla tattica e la strategia precedenti: Giunta Democratica, Alleanza delle Forze del Lavoro e della Cultura, Sciopero Nazionale, accettazione del Mercato Comune Europeo, accettazione del multipartitismo, ecc.

IX Congresso (aprile 1978). La mutazione è completa

Nel periodo tra l'VIII e il IX Congresso, il primo tenuto in condizioni di legalità dal 1932, avviene la completa mutazione del glorioso Partito Comunista di Spagna in una forza socialdemocratica costruita sull'eroica lotta di decine di migliaia di comunisti in Spagna e nell'emigrazione.

La politica di "concentrazione democratica", preceduta dall'assunzione dei Patti della Moncloa, si presentava come la continuità della politica di "riconciliazione nazionale" proposta nel 1956 e come una formula concreta per attuare la cosiddetta "democrazia politica e sociale", una tappa intermedia nell'avanzata verso un imprecisato socialismo che si sarebbe raggiunto approfondendo la democrazia borghese attraverso le riforme parlamentari. Il PCE aveva rinunciato alla lotta di classe. L'abbandono formale del marxismo-leninismo mise la ciliegina sulla torta al processo di corrosione revisionista e di mutazione socialdemocratica.

Il PCE cessò di essere "il Partito".


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.