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Dichiarazione dell'Ufficio Politico del PCTE: No alla guerra imperialista!

Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) | pcte.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/02/2022

Il conflitto tra potenze e blocchi imperialisti è entrato in una nuova fase con l'inizio delle azioni militari dirette della Federazione Russa contro obiettivi militari sul suolo ucraino. In questi tempi difficili, in cui esiste un serio rischio di scoppio di una guerra imperialista generalizzata, l'Ufficio Politico del PCTE trasmette ai lavoratori e a tutto il nostro popolo le seguenti riflessioni:

1. È una guerra imperialista. La vera causa della guerra si trova nella natura stessa del sistema imperialista, in cui diversi paesi e alleanze capitalistiche interstatali si affrontano in una nuova divisione del mondo. Mercati, risorse naturali, vie di trasporto e aree di influenza sono in disputa.

2. La guerra è la continuazione della politica con mezzi militari. La difesa della pace mondiale può essere solo opera dei lavoratori di tutti i paesi e popoli che sono oggettivamente interessati a porre fine allo sfruttamento e al saccheggio. L'imperialismo è il capitalismo del nostro tempo, non la politica internazionale di questa o quella potenza. Solo affrontando il sistema nel suo insieme possiamo garantire la pace nel mondo. La pace, finché l'imperialismo sopravvive, sarà sempre relativa, sarà sempre una pace armata, una pace con la pistola alla testa dei popoli.

3. Queste sono le conseguenze della controrivoluzione in URSS. La situazione conflittuale che si è creata in Ucraina e in tutta l'Europa dell'Est è una conseguenza diretta del trionfo della controrivoluzione capitalista e della dissoluzione dell'Unione Sovietica, che per decenni ha portato alla coesistenza pacifica dei popoli che la componevano e ha ottenuto conquiste molto importanti per la classe operaia.

La disintegrazione dell'URSS trent'anni fa ha aperto nuove aree di contesa tra i monopoli delle diverse potenze. Ha inaugurato una nuova divisione del mondo, in cui la Russia capitalista contende l'influenza e il controllo geostrategico dell'ex campo socialista ad altre potenze imperialiste, in particolare agli Stati Uniti e all'Unione Europea.

4. La responsabilità decisiva degli USA, dell'UE e della NATO nel conflitto. Il colpo di stato che ha avuto luogo in Ucraina, popolarmente noto come Euromaidan o Maidan, del quale sono stati artefici alcuni settori della borghesia ucraina, non sarebbe stato possibile senza l'assistenza dell'Unione europea, degli Stati Uniti e della NATO. È stato un colpo di stato violento, che ha coinvolto le forze fasciste, che hanno assassinato impunemente decine di sindacalisti e lanciato la repressione contro i comunisti ucraini, che si oppongono e contrastano la svolta reazionaria, e la popolazione russofona, dando origine al conflitto in Crimea e alle repubbliche proclamate nella regione del Donbass, la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Luhansk.

Gli accordi di Minsk, firmati tra le potenze imperialiste intervenute nel settembre 2014, non sono mai stati rispettati. I popoli di Donetsk e Luhansk sono stati sottoposti continuativamente a condizioni di guerra fino ad oggi.

5. Che nessuno combatta sotto bandiera altrui. Da mesi i popoli del mondo sono sottoposti a un'intensa propaganda di guerra, che cerca di allineare i lavoratori di ogni paese, che costituiscono un'immensa maggioranza sociale, dietro gli interessi delle rispettive borghesie. Tutti propongono le loro ragioni per giustificare la loro posizione e, dal punto di vista degli interessi dei capitalisti, tutti hanno delle ragioni. Sono ragioni imperialiste, che non hanno nulla a che vedere con gli interessi della classe operaia e dei popoli.

L'"ordine imperialista", rappresentato dai comunisti come una piramide o una catena, è essenzialmente multipolare. Tutti gli anelli sono legati tra loro da rapporti di interdipendenza diseguale, a seconda del gradino che ogni paese occupa nella piramide. Le potenze emergenti lottano per occupare la posizione delle potenze al vertice della catena imperialista. Combattono per scalare posizioni, non per difendere la pace nel mondo. I loro interessi non hanno nulla a che fare con gli interessi dei popoli. Le loro guerre non sono le nostre guerre.

In questi tempi difficili, come ai tempi della prima guerra mondiale, la borghesia dei vari paesi ci propone di scegliere da che parte stare. Oggi, come allora, la classe operaia non ha una parte da scegliere nella disputa tra i nostri sfruttatori. Dobbiamo opporci ad essere carne da cannone in una nuova guerra imperialista generalizzata. Oggi, come la classe operaia russa nel 1917, la classe operaia di tutti i paesi deve lottare risolutamente per il rovesciamento e il superamento del sistema di sfruttamento che genera la guerra. Dobbiamo difendere fermamente l'indipendenza ideologica, politica e organizzativa della classe operaia. Dobbiamo colpire i principali nemici del nostro popolo, che non sono sul fronte orientale ma nei grandi centri di potere del nostro paese.

6. Di nuovo il falso pacifismo borghese. I settori della nuova socialdemocrazia che fanno parte di un governo della NATO, che ospiterà il vertice di questa organizzazione criminale a Madrid il prossimo giugno, e che sta negoziando con gli Stati Uniti il rinnovo degli accordi militari che permettono la continuità e l'espansione delle basi militari straniere sul nostro suolo, ci invitano a difendere la pace, mentre inviano soldati, aerei e fregate spagnoli nella zona di conflitto, situata a migliaia di chilometri dalle nostre frontiere. La pace che difendono è una pace imperialista, una pace con la pistola alla testa del popolo.

7. I compiti del momento. Il PCTE, che esprime chiaramente la sua analisi del conflitto e indica e denuncia i responsabili, ha chiaro il suo dovere internazionalista nell'attuale scenario di guerra. Proponiamo alla classe operaia, ai settori popolari e a tutti coloro che non vogliono la guerra, di avviare la mobilitazione operaia e popolare con i seguenti obiettivi:

- Nessun coinvolgimento della Spagna nella guerra imperialista. È necessario esigere con forza che il governo ritiri ogni presenza militare dalla zona di conflitto. Non un solo soldato spagnolo deve combattere in questa guerra, non una sola arma o equipaggiamento militare spagnolo deve essere presente nella zona. Il ritorno a casa delle truppe spagnole deve essere immediato.

- Rottura con le alleanze imperialiste. La NATO e l'Unione Europea sono alleanze interstatali per garantire lo sfruttamento dei lavoratori e il saccheggio dei popoli. La loro dissoluzione non verrà da appelli generici per difendere la pace mentre si prepara la guerra, ma dalla lotta determinata del nostro popolo per rompere con la NATO e l'UE, nel quadro della lotta generale per superare il sistema capitalista.

- Via le basi. La presenza di basi e truppe straniere sul nostro suolo, integrate nel cosiddetto Scudo Missilistico e altri meccanismi di collaborazione militare, rendono il nostro paese un obiettivo militare in caso di guerra generalizzata. La scomparsa di queste basi e la rottura degli accordi militari con gli USA sono richieste di assoluta attualità.<

8. L'Ufficio Politico del Partito chiama tutti i militanti comunisti, tutte le nostre organizzazioni, a organizzare la mobilitazione e l'organizzazione immediata della classe operaia e del popolo in questi momenti difficili. Le nostre vite sono in gioco, il nostro futuro è in gioco.

No alla guerra imperialista
Ritorno a casa delle truppe!
No NATO, via le basi!
Né terra, né mare, né aria per gli imperialisti!

Ufficio Politico del PCTE, 24 febbraio 2022


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