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Bilancio dei tre anni di governo di coalizione socialdemocratico

Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) | pcte.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

16/01/2023

Il 30 dicembre 2019, Pedro Sánchez [Socialisti] e Pablo Iglesias [Podemos] siglarono l'accordo di "coalizione progressista" che portò, nel gennaio 2020, all'investitura del primo e alla formazione del primo governo di coalizione spagnolo dopo la Transizione.
Oggi, dopo tre anni di governo PSOE-UP, il Comitato Centrale del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna ritiene necessario valutare questi 36 mesi di governo ed esporre le proprie opinioni sull'effetto che ha avuto e sta avendo sulle condizioni di vita e di lavoro della maggioranza operaia e popolare del nostro Paese.

1) Il governo di coalizione non ha modificato in alcun modo le basi su cui si fonda lo sfruttamento in Spagna.

Il contesto in cui è stato avviato il governo di coalizione era quello di un rallentamento economico che indicava una nuova crisi, che sarebbe servita alle organizzazioni capitaliste come l'Unione Europea o il Fondo Monetario Internazionale, in accordo con i governi di ciascun Paese, per lanciare una nuova campagna richiedente "riforme strutturali", una maggiore flessibilità interna nelle aziende a favore dei padroni e una maggiore "apertura" nel mercato del lavoro.

La crisi catalizzata dalla pandemia, scoppiata nel marzo 2020, con tutta la sua durezza e dopo aver causato decine di migliaia di morti nel nostro Paese, ha permesso al nuovo Governo di sviluppare rapidamente un insieme di misure volte a modernizzare i meccanismi di sfruttamento in Spagna.

Le varie proposte contenute nell'accordo governativo e le politiche attuate nel corso degli anni non hanno portato a un'alterazione significativa delle condizioni di sfruttamento capitalistico in Spagna. Al contrario, per la maggior parte hanno significato una spinta, un nuovo giro di vite, allo sfruttamento capitalista, lo hanno consolidato e legittimato ancora di più agli occhi della maggioranza dei lavoratori.

Nel complesso, le politiche del governo di coalizione socialdemocratico hanno essenzialmente favorito i capitalisti. Le cifre della spesa pubblica per alleviare gli effetti della crisi sui lavoratori e sui settori popolari impallidiscono rispetto ai miliardi spesi per salvaguardare l'attività delle aziende, per tutelare i profitti dei padroni, soprattutto di quelli più grandi.

Lo sviluppo degli ERTE [Expedientes de Regulación Temporal de Empleo], la nuova legislazione sul telelavoro o la riforma del lavoro sono alcune misure di cui il governo si vanta, ma non sono altro che segni di una chiara tendenza che si sta sviluppando da diversi decenni: l'estensione di un modello socio-lavorativo in cui la classe sociale che crea ricchezza è sempre più soggetta alle esigenze della classe sociale che si accaparra la ricchezza.

Le misure adottate negli ultimi mesi rispetto al brutale aumento del costo della vita, non affrontano nessuno dei problemi fondamentali che generano l'aumento dei prezzi. Esse consistono essenzialmente nell'assunzione da parte dello Stato della differenza da ciò che viene scontato sui prezzi di vendita, ma i meccanismi di determinazione dei prezzi e i profitti dei capitalisti rimangono invariati.

L'attuale governo ha sostenuto questa tendenza, che non è unica per il nostro Paese, sfruttando diverse circostanze a suo vantaggio, ma soprattutto la paura della popolazione di una ripetizione dei precedenti periodi di crisi. Con un'abile campagna di propaganda, il governo di coalizione socialdemocratica sta riuscendo a sfruttare la paura delle conseguenze del capitalismo, per sostenere il capitalismo. Il governo mira a convincere ampie fasce della maggioranza operaia che le sue decisioni sono pensate e sviluppate a loro vantaggio, mentre l'obiettivo finale di queste disposizioni, non sempre facile da vedere, è quello di creare condizioni migliori per l'esercizio dello sfruttamento capitalista in Spagna.

2) Il governo di coalizione sta adempiendo al ruolo storico della socialdemocrazia.

Il ruolo storico della socialdemocrazia è quello di stabilizzare e garantire la continuità dello sfruttamento capitalistico nei momenti in cui le sue stesse dinamiche interne generano maggiori contraddizioni o quando queste sono più facilmente visibili alla maggioranza della popolazione. Il ruolo storico della socialdemocrazia è quello di nascondere l'essenza sfruttatrice del capitalismo e di chiudere la strada a una messa in discussione da parte della maggioranza dei lavoratori che ne subiscono le conseguenze.

Le successive crisi capitalistiche che abbiamo vissuto hanno generato e approfondito gravi problemi sociali che rimangono irrisolti. Le forze che compongono l'attuale coalizione di governo si sono presentate alla popolazione come capaci di fornire una soluzione a questi problemi, nascondendo il fatto che tali problemi sono davvero impossibili da risolvere finché la Spagna rimane un Paese capitalista, finché la Spagna rimane un membro dell'Unione Europea, finché la Spagna rimane legata alla NATO.

PSOE e Unidas Podemos hanno sfruttato le paure e le aspettative di ampi settori della popolazione per entrare al governo, ben sapendo che sarebbe stato impossibile mantenere le promesse fatte, ma alimentando così la fiducia, ancora una volta, nella soluzione parlamentare e istituzionale ai problemi sociali, che è sempre stata una trappola per la maggioranza dei lavoratori.

Le ampie mobilitazioni sociali del periodo tra il 2008 e il 2014 sono state convogliate in canali istituzionali, è stata richiesta la fiducia nella gestione del governo e ora si chiede che non ci siano mobilitazioni di fronte alla grave situazione che stiamo vivendo, perché ciò faciliterebbe il lavoro delle forze di opposizione.

L'attuale governo è uno dei migliori discepoli del Fondo Monetario Internazionale, di cui segue quasi alla lettera le linee guida. L'attuale governo è totalmente impegnato a salvaguardare il capitalismo in Spagna e nel mondo, a garantirne la continuità, a promuovere l'idea che una gestione "diversa" del capitalismo risolverà i problemi che esso stesso genera.

3) Il governo di coalizione ha rafforzato le posizioni a favore del patto sociale nel movimento sindacale, egemonizzato dalla socialdemocrazia.

Cane non mangia cane. L'influenza delle diverse forze che compongono la coalizione di governo è evidente nel movimento sindacale del nostro Paese. Questo è servito a incorporare facilmente i dirigenti delle principali organizzazioni sindacali nella campagna di sostegno e promozione del processo di modernizzazione capitalista spagnolo. Il Governo e i vertici delle organizzazioni sindacali più rappresentative del Paese condividono analisi e proposte di soluzioni ai problemi dello sviluppo capitalistico in Spagna, cosicché, nonostante alcuni occasionali disaccordi, le misure che favoriscono i capitalisti vengono adottate in un clima generale di pace sociale.

La socialdemocrazia non cerca più di proporre un modello capitalistico diverso, ma di contenere e gestire le peggiori conseguenze del capitalismo che esistono. L'assunzione di teorie politiche ed economiche incapaci di proporre alternative allo sviluppo capitalistico li porta in un vicolo cieco in cui devono presentare come successi ciò che invece è la conferma del fallimento più assoluto di quelle che erano le loro bandiere iniziali. Accettano e promuovono qualsiasi misura volta a garantire gli interessi, gli investimenti e i profitti dei capitalisti purché sia accompagnata da qualcosa che possono vendere, come un anticipo alla maggioranza dei lavoratori che dicono di rappresentare.

Non si può comprendere altrimenti l'entusiasmo per iniziative come il "meccanismo RED" [provvedimento per la flessibilità del lavoro, ndt], che in realtà è un meccanismo per salvaguardare gli investimenti delle imprese, per la promozione del telelavoro, che significa un'individualizzazione del rapporto di lavoro che favorisce sempre i padroni o per la riforma del lavoro, che mira a modificare le statistiche del lavoro temporaneo e precario, mentre si diffonde il lavoro precario senza diritti effettivi. Per non parlare delle misure di cosmesi a fronte dell'aumento del costo della vita o degli scherzi di cattivo gusto, come la cosiddetta "ley rider" [regolamentazione del lavoro di consegna a domicilio, ndt] - che non fa altro che ribadire ciò che era già chiaro nello Statuto dei Lavoratori - il divieto di licenziamento o di sfratto, cosa che non hanno messo fine né all'uno, né all'altro.

L'ultimo sciopero generale indetto in Spagna risale al 2012, più di dieci anni fa. Da allora, i tassi di rischio di povertà e di deprivazione materiale sono aumentati e la Spagna è già al secondo posto nell'UE in termini di numero di lavoratori poveri. In questa situazione, accettare i limiti imposti dal gioco parlamentare, accettare i quadri d'azione imposti dallo Stato e dall'UE e fingere di legittimarli è un atteggiamento disonesto nei confronti dei lavoratori, che va combattuto.

4) Il governo di coalizione significa la subordinazione della nuova socialdemocrazia alla vecchia socialdemocrazia.

Il patto di governo è stato elaborato sulla base del programma elettorale del PSOE, al quale Unidas Podemos si è completamente sottomesso, perdendo lungo il cammino alcune delle sue proposte più importanti, come la richiesta di abrogare le due riforme del lavoro del decennio, che alla fine si è tradotta nell'abrogazione solo degli "aspetti più dannosi" della riforma del 2012.

Nel corso del 2022 abbiamo visto come ciò che avevamo denunciato nel 2020 sia diventato realtà, poiché è stato confermato che il patto significava l'accettazione dell'intera politica estera e internazionale dei successivi governi spagnoli, basata su una presenza rafforzata nell'UE e nella NATO con l'obiettivo di proteggere gli interessi dei monopoli spagnoli all'estero.

Riteniamo opportuno chiedere se, organizzando l'ultimo Vertice NATO e la recente Assemblea parlamentare della NATO a Madrid, il governo si stia battendo per un nuovo tipo di relazioni internazionali. Se gli interessi dei lavoratori vengono difesi mantenendo gli accordi militari con gli Stati Uniti ed estendendo la presenza delle sue forze militari nelle basi esistenti in Spagna. Se è inviando armi all'Ucraina e schierando truppe al di fuori del nostro Paese, che si difende la pace mondiale. Se si concorda con il Marocco di consegnare il Sahara, si garantisce la stabilità, la pace e lo sviluppo del Nord Africa e del Mediterraneo. Se è uccidendo impunemente i lavoratori migranti alla barriera di Melilla, che si risolve il problema migratorio generato dall'imperialismo.

Le argomentazioni sui rapporti di forza parlamentari e le manovre per cercare di dissociarsi da alcuni tipi di misure adottate nel consiglio dei ministri, non nascondono il fatto che tutte le forze della coalizione sono corresponsabili di tutte le politiche approvate dal governo.

5) Il governo di coalizione ricorre all' "antifascismo" per legittimarsi e per distogliere l'attenzione dal vero carattere di classe delle misure che adotta.

L' "allarme antifascista" con cui Pablo Iglesias ha aperto la sua conferenza stampa dopo le elezioni andaluse del 2018, in cui per la prima volta il partito VOX è entrato nelle istituzioni, è diventato uno degli slogan principali e più ricorrenti utilizzati dal governo e dai suoi difensori.

Periodicamente i portavoce ufficiali o non ufficiali giustificano le azioni, le decisioni e le misure del governo, comprese quelle che rappresentano più chiaramente un'aggressione contro gli interessi della classe operaia e della maggioranza popolare, sostenendo che esiste un male maggiore rappresentato dal PP e da VOX. Con questo slogan cercano di trascinare dietro a sé tutte le forze operaie e popolari e di nascondere il fatto che la loro attività governativa e parlamentare si muove in margini sempre più ristretti, che le diverse proposte di gestione capitalista in Spagna condividono tranquillamente lo stesso obiettivo strategico: quello di garantire la continuità dello sfruttamento capitalistico e il forte disaccordo sul modo più appropriato per conseguirlo.

La crescita di posizioni reazionarie e più apertamente filocapitaliste, è una realtà che deriva da molteplici fattori, ma tra questi va sottolineato che ci sono sempre più settori borghesi incoraggiati dall'innocuità delle politiche socialdemocratiche e sempre più settori della classe operaia che, di fronte alla continua frustrazione delle promesse della socialdemocrazia, di fronte alla disconnessione tra il discorso e la realtà oggettiva, si lasciano convincere che il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro passi attraverso il programma massimo della borghesia; adottano discorsi che cercano di mettere alcuni lavoratori contro altri.

Solo chi ha rinunciato a qualsiasi scenario di superamento del capitalismo può lasciarsi intrappolare dalla falsa dicotomia tra le diverse opzioni di gestione capitalistica che ci vengono presentate come le uniche alternative possibili.

Il vero dilemma che la maggioranza dei lavoratori del nostro Paese deve affrontare non è tra diverse possibilità di gestione dello sfruttamento, ma tra le forze che difendono la gestione capitalista, di qualsiasi tipo e quelle di noi che difendono un modello di sviluppo diverso, che non si basa sullo sfruttamento del lavoro salariato.

La gestione del governo di coalizione, al di là del rumore e del confronto mediatico, è riuscita a cristallizzare un consenso di base tra le diverse forze borghesi e i loro rappresentanti politici, che include le forze nazionaliste periferiche che le danno sostegno parlamentare.

Gli obiettivi di questo consenso sono:

1. Modernizzare l'economia capitalista spagnola, incorporando il modello di flexicurity nei rapporti di lavoro, promuovendo l'economia "verde" e "digitale" e mettendo tutte le risorse dello Stato al servizio della borghesia, sperando così di creare un ambiente più favorevole per attrarre investimenti.
2. Migliorare la posizione relativa della borghesia spagnola attraverso un maggiore impegno nel rafforzamento dell'UE e della NATO, una più profonda integrazione nei piani degli Stati Uniti e una maggiore presenza in America Latina.
3. La stabilizzazione del sistema politico borghese a livello territoriale, con il recupero del coinvolgimento di tutte le forze nazionaliste periferiche nella gestione dello Stato.

Alcune manifestazioni chiave di questo consenso sono:

- L'estensione degli accordi con gli Stati Uniti sull'uso delle basi militari spagnole.
- L'aumento dei contributi alla NATO e l'aumento generale della percentuale del PIL destinata alla Difesa.
- Il crescente contributo allo sforzo bellico in Ucraina.
- Accordi europei per la creazione di fondi NextGenerationEU.
- L'approvazione di successive leggi sul lavoro che hanno consolidato il modello di lavoro su richiesta e il sostegno statale alle aziende per garantire i loro beni e investimenti, attraverso il meccanismo RED, nonché l'introduzione del telelavoro.
- Il rafforzamento dell'apparato statale borghese con nuove misure volte a reprimere il movimento operaio e popolare.

La propaganda e la retorica non possono nascondere il ruolo svolto dal governo di coalizione e dalle forze che lo sostengono. L'istrionismo e le parole volgari non possono nascondere il consenso tra le forze borghesi sulla direzione che il capitalismo spagnolo dovrebbe prendere.

Nei prossimi mesi, i diversi processi elettorali porranno la maggioranza operaia del nostro Paese di fronte a nuovi falsi dilemmi, la cui scelta tra diversi dirigenti capitalisti, sarà presentata come l'unica opzione possibile, esagerando le differenze specifiche tra loro e cercando di nascondere il fatto che tutti coincidono nella volontà di mantenere l'attuale sistema di sfruttamento.

Il Comitato Centrale del Comitato Centrale del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) invita la maggioranza dei lavoratori a non rassegnarsi, a non fidarsi dei dirigenti capitalisti, a non credere che i loro problemi economici, sociali e lavorativi saranno risolti da qualsiasi governo capitalista, a non accettare che si possa solo contenere i capitalisti.

Non accettiamo le condizioni che vogliono imporre alle nostre vite.
Non accettiamo di continuare a soffrire perché non sappiamo se possiamo riscaldare la casa o riempire la dispensa.
Non accettiamo che i nostri salari valgano sempre meno.
Non accettiamo che sia sempre più difficile ottenere un appuntamento al centro sanitario o che ci lascino senza un centro sanitario.
Non accettiamo che sia considerato normale che l'azienda ci chiami a lavorare quando è nel suo interesse e ci mandi in cassa integrazione quando non ha più bisogno di noi.
Non accettiamo che la nostra stabilità dipenda dai profitti dei padroni.
Non accettiamo che si dica che gli interessi dei nostri padroni siano uguali ai nostri.
Non accettiamo che milioni di persone siano condannate alla povertà, affinché pochi possano arricchirsi a dismisura.
Non accettiamo che ci venga detto che questo è tutto ciò che c'è.
Non accettiamo che nessun governo ci chieda di affidarci alla sua gestione per risolvere i nostri problemi.
Non accettiamo che ci sia solo una scelta tra diverse opzioni per gestire il capitalismo.
Non accettiamo il capitalismo, perché la sua sopravvivenza è la nostra condanna.

Il Comitato Centrale del PCTE invita a rafforzare le posizioni di classe nelle organizzazioni sindacali, a sviluppare le organizzazioni operaie e popolari che lottano per migliorare le condizioni di vita in tutti i quartieri, città e paesi, a rafforzare il movimento studentesco militante e a dispiegare tutte le attività di resistenza e di contestazione alle misure favorevoli ai capitalisti che i loro governi stanno promuovendo, nella prospettiva del rovesciamento, nella convinzione che i problemi economici e sociali della classe operaia e della maggioranza popolare potranno essere definitivamente superati solo ponendo fine al capitalismo in Spagna.

Dichiarazione del Comitato Centrale del PCTE

Approvata dal VI Plenum del Comitato Centrale

14 gennaio 2023



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