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- popoli resistenti - sudafrica - 08-11-07 - n. 202
da Ptb.be
Sud Africa: resistenza contro il governo neoliberale
Il Sud Africa sta conoscendo un importante movimento di contestazione. Il Partito Comunista Sudafricano, il SACP, vi gioca un ruolo di primo piano.
P.F Kazungu
31/10/2007
La situazione politica attuale in Sud Africa eredita le conseguenze di un passato pesante. Anni fa, il paese era diretto dal regime dell’apartheid che costringeva la popolazione nera a vivere nelle condizioni di cittadini di secondo rango. L’abolizione di quel regime da parte del Congresso Nazionale Africano (ANC) nel 1994, è stata così radicale che, malgrado contraddizioni interne molto serie, l’ANC ha potuto conservare fino ad oggi la sua unità e il potere governativo. L’ANC non è tuttavia un partito politico come noi lo concepiamo in Europa. E’ un’alleanza tripartita, che poggia su tre pilastri: la stessa ANC, il SACP (Partito Comunista Sudafricano) e la cupola sindacale COSATU (Congress of South African Trade Unions).
Ma, con un programma che dal 1998 è fortemente ispirato dalla Banca mondiale, il governo ha sempre più optato per un corso neoliberale. Sebbene il SACP abbia diversi ministri nel governo, conduce contemporaneamente un’opposizione sempre più dura contro la politica governativa dell’ANC, diretta dal presidente Mbeki. Le critiche del SACP e del COSATU hanno già prodotto, in verità, qualche cambiamento, ma il malcontento della popolazione resta grande. Così, dopo la prima onda del 1994, il SACP sta assistendo ad un aumento costante del numero dei suoi membri: dai circa 16.000 di allora ai più di 50.000 di oggi. Nel corso del suo 12° Congresso, a luglio, il SACP ha anche operato la scelta di rafforzare il suo ruolo in seno all’ANC, contro la liberalizzazione del paese.
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare