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- popoli resistenti - sudafrica - 05-05-09 - n. 272
Jacob Zuma è il nuovo presidente del Sudafrica
di Andrea Genovali
Il nuovo presidente del Sudafrica Jacob Zuma non è riuscito a raggiungere i due terzi dei voti ma il suo 65,9% è senza dubbio un ottimo risultato. Questo alla luce dell’incremento del 4,2% di Alleanza Democratica e del 7,4% del COPE, la formazione scissionistica dell’ANC sostenuta dall’ex presidente del Sudafrica Mbecki. A questo va aggiunta una campagna stampa durissima sia contro i comunisti che contro il candidato alla presidenza della Repubblica Jacob Zuma.
In questa ottica il risultato è senza dubbio importante e significativo. Ora di fronte al Sudafrica ci sono anni di intenso lavoro per colmare le tante lacune che ancora esistono. A iniziare sicuramente con il risollevare, o per meglio dire, sollevare finalmente lo stato sociale di milioni di neri poveri che hanno combattuto prima per la fine dell’Apartheid e poi per la Rivoluzione Democratica che ha accompagnato il cammino del Sudafrica democratico. Milioni di esseri umani che, nei fatti concreti, hanno vissuto questi anni in una sorte di regime “quasi Apartheid” per ciò che concerne possibilità di lavoro, ripresa sociale ecc.
Il SACP, il Partito Comunista del Sudafrica, da anni porta avanti la “October Red Campaign”, (la campagna rossa di ottobre) nella quale ogni anno, attraversando tutto il paese, sviluppa dibattiti, analizza problemi fondamentali e propone soluzioni possibili. Tutto semplice? Ovviamente no. Infatti, i rapporti di forza interni all’ANC (formata dal SACP, dal sindacato COSATU e dall’ANC) sono stati favorevoli alla componente ANC, la parte più moderata e incline a politiche liberali; la nascita di una borghesia nera che si è sempre più staccata dal popolo sudafricano costituendosi come nuova elités nera e la politica esercitata dal presidente uscente Mbecki, quasi interamente volta verso le classi più agiate. Tutto questo ha sicuramente bloccato uno sviluppo della Rivoluzione Democratica verso i ceti sociali neri poveri.
Gli anni di Mbecki hanno comunque significato l’affacciarsi del Sudafrica sulla scena internazionale. Politiche che l’hanno sicuramente resa protagonista di importanti scelte ch’egli hanno consentito di diventare una influente potenza regionale; ma, al contempo, anche un paese capace di inserirsi in dinamiche internazionali volte alla costruzione di una multipolarità in grado di rompere l’unilateralismo statunitense.
Oggi con la elezione di Jacob Zuma il Sudafrica può girare pagina e iniziare a lavorare concretamente per la classe lavoratrice e i ceti sociali neri più poveri che non hanno finora goduto troppo del processo democratico sudafricano. Ai Comunisti Sudafricani ai compagni del Cosatu e a tutta l’ANC vanno i nostri più fraterni e solidali rallegramenti per la splendida vittoria riportata e per il proseguimento del processo rivoluzionario a sostegno delle classi lavoratrici e dei ceti sociali più emarginati e indifesi del Sudafrica.