www.resistenze.org - popoli resistenti - svizzera - 07-11-07 - n. 201

Elezioni svizzere: la base per i comunisti ticinesi c'è, ora si costruisca...
 
di Massimiliano Ay, membro del Comitato Cantonale del Partito Comunista del Canton Ticino
 
Le elezioni federali del 21 ottobre scorso sono state un banco di prova interessante: il Partito Comunista in Ticino, (che per questioni burocratiche si presentava alle elezioni con il vecchio nome di Partito del Lavoro) nonostante avesse fatto molto discutere la sua decisione circa la denominazione e nonostante avesse attirato su di sé l'ira dell'UDC, l'importante partito populista di destra, ha tenuto bene, con un risultato in termini percentuali leggermente migliore rispetto alle elezioni cantonali e superando l'1% dei suffragi, percentuale che da tempo non si vedeva.
Per una questione sia di visibilità sia per una volontà di offrire comunque un'alternativa ai partiti borghesi tradizionali il piccolo Partito Comunista che si attesta allo 0.8% regionale nel Canton Ticino ha deciso di correre per le elezioni nazionali nonostante il fatto che per poter avere una possibilità di elezione occorresse raggiungere circa il 12% dei voti.
La flessione numerica di schede rispetto ad aprile non deve preoccupare troppo: al di là del fatto che il partito non ha fatto una reale propaganda, tranne pochi volantinaggi, una parte degli elettori comunisti è finita altrove - quando non ha disertato le urne - per un ragionamento di "voto utile" ad un partito più forte dell'area progressista e per dei candidati sicuramente più noti e con più chance di elezione di coloro che erano presenti sulla lista comunista, di cui la metà sotto i 25 anni. In questo senso il Partito Comunista avrebbe dovuto forse tranquillizzare l'elettorato spiegando meglio l'effetto delle congiunzioni con la lista socialista ed ecologista, che non avrebbe portato a disperdere voti sul fronte progressista.
Mancano all'appello gli elettori che alle cantonali avevano favorito i trotzkisti del Movimento per il Socialismo (assente alle elezioni nazionali), e che ci si poteva attendere, nel nome dell'unità della sinistra combattiva, finissero per votare comunista almeno in questa occasione.
Oltre a ciò va considerato il numero di candidati: se si possono dare 90 voti preferenziali come in occasione delle elezioni cantonali, ci si può permettere il voto di simpatia, qui invece di preferenziali a disposizione se ne avevano 8: la scelta diventa dunque più selettiva e forse (?) più razionale.
Un risultato che deve spingere il partito a mobilitarsi di più sul territorio, fra la base, nelle lotte, inserendo i propri membri nella militanza sindacale e dell'associazionismo di massa.
Preoccupante in generale - va detto - la corsa all'estrema destra dell'elettorato svizzero, che dovrà essere analizzata a fondo da tutta la Sinistra per poterla affrontare.