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- popoli resistenti - svizzera - 25-11-07 - n. 204
Giornate militari(ste) a Lugano (Svizzera)
di Mario Matzler, allievo al Liceo Cantonale di Lugano 2 (Svizzera) e militante sindacale studentesco.
Per le strade di Lugano girano carri armati, passano militi nella loro tuta mimetica ed elicotteri passano sopra le nostre teste. L’FA-18 se ne sta tranquillo sul lago, troppo tranquillo, come una trappola che sta per scattare, la trappola del marketing dell’esercito svizzero.
Sui manifesti ricevuti dai giovani alla giornata informativa, per cui tutti i diciottenni ricevono l’invito forzato (chiamiamolo “ordine di marcia”), sono rappresentate belle biondine con in mano un fucile d’assalto, un immagine idilliaca per un giovane nel pieno sfogo degli ormoni. Deve essere un vero locus amoenus la scuola reclute, se non che spesso si trasforma nel contrario, alla stessa maniera come esso si trasforma nei testi dell’Ariosto. Siate sicure che nell’esercito quelle ragazze non le troverete mai, il fucile d’assalto si.
È da un pezzo che la popolarità dell’esercito è malata, la medicina che gli è stata somministrata si chiama pubblicità, è la capitale di questa pubblicità questa settimana è Lugano. Io personalmente non vorrei vivere in un Svizzera del genere, dove ad ogni angolo incontri una persona (biologicamente praticamente identica a me) alienata dalla divisa che indossa. Il traffico collassa in misura ancora maggiore del solito (non si potevano investire i soldi usati dall’esercito per allestire questa settimana per migliorare i trasporti pubblici nel luganese? La popolazione sarebbe stata grata). Invece la città si è trasformata in un parco giochi, in cui i bambini imparano già presto che è “figo” far parte dell’esercito, chissà se da grande potrò far volare quell’aereo che adesso sta facendo un buco nell’acqua del nostro lago?
Quanti soldi l’esercito spende annualmente per migliorare la sua immagini? Non si potevano investire in un altro modo? Investire in una modalità tale da migliorare le capacità di pensare in modo autonomo di noi giovani, purtroppo non penso che l’esercito abbia questo scopo. Spesso mi sembra che i miei coetanei abbiano solo una vaga idea di come funziona il parlamento svizzero, alcuni non sanno nemmeno che differenza vi è tra le due camere del nostro legislativo, mentre sanno i gradi militari che si possono raggiungere, i diversi tipi di truppe, i nomi di aerei, elicotteri e camion utilizzati dal nostro esercito. Non si migliora sicuramente in questo modo la formazione di noi giovani, che nel nostro caso mi sembra un idea imposta, senza la possibilità di ragionare su quest’idea.
L’esercito rende uomo, si dice. Esatto, l’esercito rende l’uomo quello che è veramente, un discendente delle scimmie, un cugino di squalo e alligatore, di un “Tiger” e di un “Superpuma”. Molti maschi iniziano gli studi un anno dopo, non perché ne hanno voglia, ma perché sono obbligati a fare scuola reclute. Proprio in questa questione degli studi vorrei menzionare tre articoli della nostra costituzione, il primo è l’articolo 8 punto 3 e l’altro l’articolo 59 punto 1 e 2.
CfCS 8.3:
Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l’uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l’istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore.
CfCS 59.1
Gli uomini svizzeri sono obbligati al servizio militare. La legge prevede un servizio civile sostitutivo.
CfCS 59.2
Per le donne il servizio militare è volontario.
La costituzione svizzera, che abbiamo tanto imparato ad apprezzare a scuola, si contraddice a causa del servizio di leva obbligatorio, ma all’esercito svizzero si perdona tutto, grazie anche alla sua politica di marketing, esso ci mostra davanti a casa nostra, a Lugano, cosa abbiamo acquistato con i nostri soldi. Io pensavo che azioni di marketing per l’esercito esistessero solo nella dittature o al massimo negli Stati Uniti d’America, ma mi sono sbagliato.
Le parate militari non si fanno solo in onore di dittatori o di Führer, ma anche in onore del sovrano svizzero, del popolo. Sono d’accordo che in tempi insicuri come quelli al giorno d’oggi sarebbe incauto non avere un esercito, ma la domanda che c’è da porsi è se è giusto inserire in questo sistema, che implica la completa obbedienza, anche giovani che hanno poca voglia di fare questa esperienza con l’unico risultato che nel migliore dei casi s’annoino, fino a scenari più terribili? È giusto che le strade di Lugano, suolo pubblico, venga utilizzato per una campagna pubblicitaria a largo campo?
Per carità, per chi ha voglia di fare scuola reclute, che la faccia pure, sono pure contento di pagare la tassa militare per sostenerli nella mia protezione. Ma penso che i prossimi anni, se continua in questa maniera la faccenda, potremmo avere grandi cambiamenti all’interno del nostro esercito, m’immaginerei volentieri un iniziativa popolare che togliesse la leva obbligatoria, o che almeno da la possibilità di libera scelta tra militare, servizio o protezione civile, e che tutti questi servizi resi dalla popolazione alla popolazione siano di durata uguale o almeno comparabile. In questo caso si potrebbe anche correggere la nostra costituzione, rendendo obbligatorio il servizio alla popolazione anche da parte delle donne, in qualsiasi forma.
Termino qui la mia riflessione che ha preso il via con la giornata informativa e con i preparativi alla settimana militare. Spero almeno d’aver offerto uno spunto di riflessione anche per i lettori.
Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA)
Casella postale 2597 - 6501 Bellinzona - http://www.sisa-info.ch
COMUNICATO STAMPA
Ingiustificata violenza poliziesca contro manifestanti pacifici
Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha aderito e partecipato alle manifestazioni del Coordinamento Precari Esistenziali contro il militarismo, caratterizzata da una buona partecipazione e un ambiente pacifico.
Il SISA era presente durante i momenti ironici inscenati dalla Clown Army, pagliacci travestiti da militari che ironicamente e pacificamente prendono in giro le truppe. Questi clown hanno subito una repressione inconsulta da parte delle forze dell'ordine con l'aiuto di soldati (i quali in una società civile non dovrebbero assumere compiti di repressione contro il proprio stesso popolo!).
In particolare di fronte al Pretorio di Via Besso la Polizia ha caricato violentemente un presidio pacifico, spontaneo, in cui giovani, bambini e anziani assistevano alle scenette dalla Clown Army. La Polizia ha attaccato alle spalle delle persone che non stavano compiendo assolutamente nulla di illegale come potranno testimoniare i filmati. Sono stati effettuati fermi, inseguimenti, pestaggi con manganelli che non ci aspettavamo in un paese che a scuola ci insegnano essere esempio di garantismo e democrazia.
Come sindacato siamo preoccupati per la pochissima professionalità dimostrata dalla Polizia, la volontà di creare tensioni che non esistono, e di utilizzare forme di repressione violenta contro civili assolutamente pacifici. Creare paura nella popolazione così che eviti di manifestare il proprio dissenso, è un metodo fascista che nulla ha a che vedere con l'ordine pubblico e la legalità che si vuole insegnare ai giovani. I valori trasmessi a scuola e quelli che i giovani vedono applicati dai tutori dell'ordine stanno assumendo differenze notevoli.
Comitato Centrale del SISA
Giulio Micheli, coordinatore