www.resistenze.org - popoli resistenti - svizzera - 30-09-08 - n. 243

Svizzera: il parlamento boccia il programma d’armamento 2008!
 
di Massimiliano Ay (*)
 
Il ministro della difesa di Berna Samuel Schmid ha perso la battaglia in Consiglio nazionale (il parlamento elvetico): con 104 voti contro 83 e 6 astenuti i deputati hanno infatti bocciato il programma d’armamento 2008, che prevedeva una spesa di 917 milioni di franchi. Dai ranghi borghesi (democristiani e liberali-radicali) si sono alzati appelli alla “sicurezza” (dei padroni dell’industria bellica, evidentemente!), ma l’alleanza fra i nazionalisti dell’Unione Democratica di Centro (UDC), i socialdemocratici del PS, l’unico seggio comunista (che figura come indipendente del gruppo ecologista) e i Verdi sono riusciti a bocciare il piano militarista del governo.
 
Ecologisti e comunisti
L’esponente verde Ueli Leuenberger ha giustamente ricordato come ormai l’esercito in Svizzera abbia perso di qualsiasi senso (langue in quella che in tedesco è chiamata una “Sinnkrise” dalla fine della Guerra Fredda) e la sua unica utilità è l’aiuto in caso di catastrofe. Fino a prova contraria, però, gli aerei da combattimento F/A 18 e i panzer difficilmente sono necessari per pulire i boschi. Molto chiari anche i comunisti del Partito Svizzero del Lavoro (PSdL), coerenti con la loro richiesta di abolire l’esercito e a favore del servizio civile al posto del servizio militare.
 
I veri uregiatt? I socialdemocratici!
Come al solito discutibile la posizione del Partito Socialista esplicitata dalla sua deputata Evi Allemann. Il PS per dirla terra terra stava preparandosi a voltare le spalle alla sinistra: se il governo avesse accettato di non spendere 404 milioni di franchi per rinnovare gli F/A 18, i socialdemocratici avrebbero accettato il programma d’armamento, compreso l’acquisto di carri blindati NBC, di due centinaia di veicoli Duro e altro ancora. Per “fortuna” il governo ha tirato sulla propria linea costringendo i socialisti ad opporvisi.
 
Alleanze particolari
L’UDC si è dimostra coerente coi suoi principi di un esercito strettamente di difesa, di milizia ma non folkloristico e neppure subalterno alle logiche imperialiste della NATO. Se si può condividere il discorso sulla sovranità del paese, appare improponibile quello di esaltazione dell’esercito come fanno i nazionalisti. Tatticamente però, stare con l’UDC per raggiungere un obiettivo puntuale che di fatto mina i progetti di un governo che rappresenta gli interessi di classe, a una persona di sinistra che il metodo marxista lo conosce non crea troppi problemi. Lo crea invece alla Sinistra perbenista con la puzza sotto il naso, infatti la compagna Allemann è scontenta: “ritrovarci in una strana alleanza con l’UDC non ci può far piacere!”. Peggio per lei. E peggio anche per il governo!
 
(*) Massimiliano Ay è membro del Comitato Centrale del Partito Svizzero del Lavoro (http://www.pst.ch) e gestisce il blog http://www.sisa-info.ch/ay