www.resistenze.org - popoli resistenti - svizzera - 23-01-10 - n. 303

Svizzera: Disoccupazione giovanile, che fare?
 
di Mattia Tagliaferri (*)
 
Nei primi giorni dell’anno la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha pubblicato i dati relativi alla disoccupazione in Svizzera nel mese di dicembre dell’appena terminato 2009, dai quali appaiono le preoccupanti percentuali derivate dal naturale riflesso che la crisi economica ha avuto sul mondo del lavoro, dando così vita ad una vera e propria crisi occupazionale.
 
Nell’ultimo mese dello scorso anno la disoccupazione è stata infatti calcolata al 4,4%, ovvero un aumento del 45,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A questo dato va inoltre aggiunto il numero di persone che hanno terminato il periodo di diritto all’Assicurazione Disoccupazione (AD), entrando così nell’Assistenza Sociale, e soprattutto coloro che – a causa del pessimo andamento dell’economia nell’ultimo anno e più – si sono trovati in lavoro ridotto. Un’importante esempio di questo sistema sono i dipendenti dell’AGIE-Charmilles di Losone, i quali si sono ritrovati quasi tutti, non considerando chi ha però direttamente perso il proprio impiego, a dover convivere con il cosiddetto orario ridotto.

 
Se questi dati appaiono allarmanti, ancora più drammatica sembra essere la situazione per i giovani, la cui fascia tra i 15-24 anni ha una percentuale di disoccupati – nel dicembre 2008 – pari a 5,4. Questa misura si posiziona ben al di sopra di quanto precedentemente detto in riferimento alla disoccupazione comprendente tutte le fasce d’età, ma quanto è ancor più sorprendente, è l’aumento – su base annua – del 54% dei giovani senza lavoro. Non va meglio per chi ha pochi anni in più: i disoccupati nella fascia compresa tra i 25 e i 29 anni sono infatti al 5,8%, ovvero il 46,9% in più rispetto a un anno fa.
 
Le misure inerenti questo triste quadro hanno già superato la fase di elaborazione e stanno per essere messe in atto, ma vanno purtroppo nella direzione più sbagliata che possa esserci: uno smantellamento di parte dello stato sociale elvetico tramite una revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), la quale verrà con ogni probabilità approvata nella sessione del Consiglio Nazionale prevista per marzo. Tale riforma sarà particolarmente pesante per i giovani, per i quali sono previsti forti tagli quali: riduzione da 400 a 260 giorni d’indennità spettanti ai disoccupati che hanno pagato i contributi solo per un anno se tra i 25 e i 30 anni, mentre se hanno meno di 25 anni e senza figli a carico avranno diritto a solamente 130 giorni d’indennità; agli studenti che non riescono a trovare lavoro al termine del proprio percorso formativo, saranno garantiti solamente 90 indennità giornaliere, ma dopo un “periodo di attesa speciale” di 260 giorni.
 
Quanto bisognerebbe fare per fronteggiare la sempre più complicata situazione relativa alla disoccupazione giovanile, è creare un maggior numero d’impieghi rivolti alle fasce più giovani della società, e non rendere più incerte le prospettive future diminuendo da un lato i posti di lavoro e dall’altro le indennità per la disoccupazione. Questa creazione di precari non potrà fare altro che creare quel disagio sociale che sta alla base degli atti di violenza giovanile poi tanto criticati da chi spinge per determinati scenari. Delle misure che andrebbero adottate – peraltro già da tempo sostenute dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) – sono, da un lato l’obbligatorietà per le aziende di mantenere dei posti d’apprendistato, quantificabili proporzionalmente alle dimensioni delle aziende (questo perlomeno fino ad arrivare al numero totale di apprendisti o aspiranti tali presenti nel Paese); dall’altro, far sì che solamente chi supera la percentuale minima di apprendisti in organico abbia il diritto di concorrere per un appalto pubblico. Misure di questa portata permetterebbero di controbilanciare il trend negativo che sta colpendo i giovanissimi: i disoccupati tra i 15 e i 19 anni sono infatti il 3,2%, cifra che è sì più bassa rispetto al 4,4% globale, ma l’incremento relativo al dicembre 2008 è del 51,3%.
 
(*) Mattia Tagliaferri, coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) della Svizzera Italiana è consigliere comunale per il Partito Comunista a Losone (Canton Ticino). Gestisce il blog: www.mattiatagliaferri.wordpress.com
 
 


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