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- popoli resistenti - svizzera - 26-07-10 - n. 329
Elezioni cantonali ticinesi 2011: i comunisti devono avere un progetto credibile!
di Massimiliano Ay
L’obiettivo di tappa per il 2011 del Partito Comunista in Ticino è quello di rientrare in Gran Consiglio (parlamento del Cantone e Repubblica del Ticino) dopo la pausa forzata nella legislatura iniziata nel 2007. In quel frangente l’allora Partito del Lavoro, nonostante avesse visto una crescita di consensi con circa 200 elettori in più rispetto al 2003 (attestandosi a 963 schede), non era riuscito a riconfermare il seggio conquistato quattro anni prima grazie alla congiunzione con il Partito Socialdemocratico (PS), oggi non più possibile.
Le elezioni, però, non devono essere viste come il fine ultimo dell’azione politica dei comunisti: esse sono, al contrario, uno dei tanti strumenti di lotta a disposizione della sinistra di trasformazione per poter incidere nella realtà. Se i comunisti partecipassero alle corsa elettorale standosene poi in disparte nelle lotte, rinunciando ad essere in qualche modo ispiratori delle rivendicazioni più combattive del movimento, sarebbero come tutti gli altri, malati di una patologia che ha distrutto molta parte della Sinistra, il “cretinismo parlamentare”, il porsi cioè nell’ottica di addomesticare il capitalismo e non di abbatterlo, pensando che anche la più banale delle riforme possa avvenire solamente sedendo in parlamento, senza nel contempo costruire rapporti di forza sul territorio, nei posti di studio e di lavoro e nelle piazze. Chi non si pone in questa ottica conflittuale, non vuole di fatto il superamento del capitalismo (anche se lo afferma ai quattro venti), e non può essere né realmente ecologista né operare per una effettiva costruzione del socialismo come sistema economico e politico e non solo come ideale “umanitario”.
Per questo motivo il Comitato Cantonale ha deciso che il Partito Comunista si doti di una Commissione speciale che elabori un programma politico d’azione rinnovato, da cui estrapolare alcuni temi forti, che possano suscitare interesse nel popolo della sinistra rimasto orfano di un PS ormai irriformabile nella sua scelta consociativa con la borghesia e pure dei Verdi che guardano per loro scelta al centro. Sarà quindi importante anche unire ai comunisti, militanti indipendenti della sinistra eco-socialista che vogliano contribuire a un progetto di lotta per la giustizia sociale, contro il clientelismo partitocratico e che si riconoscano in una linea di superamento del capitalismo e di riorganizzazione dell’economia in senso socialista per garantire la salvaguardia delle risorse naturali e umane.
In quest’ottica il PC lavora prima di tutto per cercare un’alleanza con il resto della sinistra di classe ticinese, per costruire così una credibile alternativa alla socialdemocrazia in tutti i sensi e questo non dall’interno del PS, per portare acqua ai moderati che hanno l’egemonia e che si compiacciono di una opposizione interna che indirettamente li legittima, ma creando al di fuori di esso, delle dinamiche favorevoli al movimento operaio.
Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista (sezione ticinese del Partito Svizzero del Lavoro)
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