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Per i comunisti svedesi la nuova legge sullo spionaggio è dannosa per gli informatori e la libertà di stampa

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/01/2023

La nuova legge sullo spionaggio, entrata in vigore il 1° gennaio, penalizza il giornalismo investigativo e l'attività di denuncia che danneggi le relazioni della Svezia con un altro Stato o un'organizzazione internazionale come la NATO, l'Unione Europea o le Nazioni Unite.

La nuova legge sullo spionaggio, entrata in vigore in Svezia il 1° gennaio, è stata accolta da ampie critiche da parte di giornalisti e dei settori progressisti del Paese e all'estero. Il Parlamento svedese, il Riksdag, ha approvato la legge il 16 novembre 2022, con 270 voti a favore e 37 contrari. La legge apporta modifiche alla legge sulla libertà di stampa e alla legge fondamentale sulla libertà di espressione per contemplare e criminalizzare nel codice penale svedese lo "spionaggio estero", lo "spionaggio estero aggravato" e la "divulgazione di informazioni segrete nel quadro della cooperazione internazionale.

I Democratici svedesi di destra, il Partito di centro, i Socialdemocratici, il Partito moderato e il Partito liberale hanno votato a favore della legge, mentre i deputati del Partito di sinistra e dei Verdi hanno votato contro. A novembre, mentre il Parlamento votava la legge, centinaia di persone hanno manifestato a Mynttorget, a Stoccolma, per protestare.

Secondo quanto riportato, la nuova legge consentirà alla polizia di indagare su editori, giornalisti e informatori che rivelino informazioni segrete o sensibili che possano danneggiare le relazioni della Svezia con un altro Stato o un'organizzazione internazionale, come la NATO, l'Unione Europea (UE) o le Nazioni Unite (ONU). Se tali accuse sono "provate", possono essere comminate pene fino a quattro anni per la pubblicazione di informazioni sensibili.

La legge è stata criticata dai giornalisti e dai loro sindacati in quanto lesiva della libertà di stampa e di parola e in grado di influenzare negativamente gli informatori, i giornalisti e gli editori responsabili nel Paese. I gruppi progressisti e i comunisti hanno inoltre affermato che la legge è stata promulgata e approvata per coprire i segreti e gli scandali legati all'adesione della Svezia alla NATO e alla sua partecipazione ai conflitti imperialisti.

Andreas Sörensen del Partito Comunista di Svezia (SKP) ha dichiarato a Peoples Dispatch il 3 gennaio: "La nuova legge, che limita il diritto alla libertà di parola e al giornalismo d'inchiesta, si inserisce in un contesto di acutizzazione delle contraddizioni imperialiste, creando la necessità di proteggere il fronte interno. Questo diventa particolarmente importante nel momento in cui la Svezia sta cercando di entrare nella NATO".

"Vale la pena sottolineare che non è stato l'attuale governo a prendere l'iniziativa della legge, ma il governo precedente, composto da socialdemocratici e verdi, il che dimostra che esiste un consenso politico sulla questione", ha affermato.

L'anno scorso, sullo sfondo della guerra in corso tra Russia e Ucraina, la Svezia, insieme alla vicina Finlandia, ha abbandonato la sua tradizionale politica di neutralità e ha chiesto l'adesione alla NATO, suscitando le critiche delle voci antimperialiste.

Nel novembre dello scorso anno, il Partito Comunista di Svezia aveva dichiarato che "le restrizioni alla libertà di espressione e alla libertà di stampa non sono un fatto isolato, ma sono strettamente legate all'avvicinamento della Svezia alla NATO. In questo modo il governo intende sottrarre all'attenzione di eventuali informatori nel paese o ad alcuni bravi giornalisti investigativi e coraggiosi editori responsabili, la cooperazione NATO e le prossime guerre NATO a cui la Svezia partecipa che non dovrebbero essere compromesse".

"Questo significa ad esempio, che sarà punibile per informatori, giornalisti e editori responsabili denunciare crimini di guerra commessi durante gli interventi internazionali a cui la Svezia partecipa. Ciò significa che sarà punibile anche la denuncia delle menzogne su cui si basano gli sforzi bellici internazionali, come ad esempio le 'armi di distruzione di massa' in Iraq. La Svezia si sta dotando di leggi che consentono ai giornalisti e agli informatori svedesi di subire lo stesso destino di Julian Assange, che sta languendo in prigione per aver denunciato i crimini di guerra degli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq", ha dichiarato il partito.


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