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Il comunista sudafricano Amos Mbedzi, che ha combattuto l'apartheid, muore martire per la liberazione dello Swaziland

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/06/2022

Il Partito Comunista Sudafricano e il Partito Comunista dello Swaziland, insieme a diversi gruppi sostenitori della democrazia, hanno promesso di continuare la lotta per la liberazione dello Swaziland dal dominio di Re Mswati III, l'ultimo monarca assoluto in Africa, per la quale Mbedzi ha pagato il prezzo più alto.


FOTO di Amos Mbulaheni Mbedzi

I comunisti e gli attivisti sostenitori della democrazia dello Swaziland e del Sudafrica piangono la morte di Amos Mbulaheni Mbedzi, un rivoluzionario comunista sudafricano che ha combattuto contro il regime dell'apartheid. È morto martedì 7 giugno nella città di Polokwane, capitale della provincia sudafricana del Limpopo. Stava scontando una pena detentiva in Swaziland, ma è stato trasferito in Sudafrica per terminare il periodo di detenzione quando è diventato chiaro che non sarebbe vissuto a lungo, essendogli stata negata l'assistenza medica nel carcere swaziano. Il 58enne aveva trascorso l'ultimo anno della sua vita paralizzato e costretto su una sedia a rotelle, dipendendo dai suoi compagni di detenzione nel carcere di massima sicurezza dello Swaziland.

Dopo la fine dell'apartheid in Sudafrica e le elezioni democratiche del 1994, Mbedzi si era trasferito in Swaziland per lottare per la liberazione del suo popolo dall'ultimo monarca assoluto del continente, il re Mswati III.


FOTO D'EPOCA di Amos Mbulaheni Mbedzi in Sudafrica

"Il compagno Amos Mbedzi ha dato la vita per servire il popolo dello Swaziland. È stato arrestato nel settembre 2008, accusato in base alla draconiana legge sul terrorismo dello Swaziland. Quando il regime non è riuscito a dimostrare il terrorismo, ha ridicolmente cambiato il capo d'accusa sostituendolo con l'omicidio di suoi due compagni, Musa MJ Dlamini e Jack Govender, che hanno tragicamente perso la vita nel settembre 2008 nell'esplosione di una bomba. Il compagno Amos è sopravvissuto all'esplosione ma è rimasto gravemente ferito", ha dichiarato il Partito Comunista dello Swaziland (CPS) in un comunicato. È stato condannato a 85 anni di reclusione.

"La sua estradizione all'inizio di quest'anno è avvenuta perché era evidente che la sua vita era vicina alla fine ed era conveniente mandarlo a morire in una prigione sudafricana. Il regime gli ha inflitto una morte lenta, disumana e dolorosa, tormentandolo e prosciugando la sua linfa vitale nei modi più crudeli e (poi) lo ha spedito in una prigione sudafricana nel tentativo di preservare l'immagine del regime dalla macchia di una ingiusta incarcerazione che ha determinato la morte prematura di Mbedzi", ha dichiarato lo Swaziland Multistakeholder Forum.

"Come swazi, non dimenticheremo mai il suo sacrificio", ha dichiarato l'Unione nazionale degli studenti dello Swaziland (SNUS). "Proprio come Che Guevara, hai sacrificato la tua vita per la liberazione degli esseri umani. Porta i nostri saluti a Musa Dlamini e Jack Govender", ha aggiunto, riferendosi ai compagni di Mbedzi morti nell'esplosione della bomba il giorno del suo arresto. Uno di loro era membro del SACP e l'altro del PUDEMO.

"In memoria del compagno Amos Mbedzi, il SACP continuerà a sostenere la lotta del popolo dello Swaziland", ha dichiarato il Partito Comunista Sudafricano (SACP) nel suo comunicato.

"In memoria del compagno Amos Mbulaheni Mbedzi, il CPS fa appello all'unità del popolo dello Swaziland per condurre una lotta senza quartiere, nell'ambito della campagna Democracy Now, per il completo smantellamento della (monarchia) che ha oppresso il popolo dello Swaziland per circa cinque decenni", ha dichiarato il CPS.


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