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Migliaia in marcia a Tunisi per la Palestina

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/10/2023

In seguito all'escalation di violenza contro i palestinesi a Gaza, i gruppi di solidarietà con la Palestina e i partiti di sinistra in Tunisia hanno organizzato diverse mobilitazioni di massa


Migliaia di persone nelle strade della Tunisia per esprimere solidarietà con la Palestina

Migliaia di persone hanno manifestato a Tunisi, la capitale dell'omonima nazione, il 21 ottobre, nell'ambito di un appello nazionale alla mobilitazione lanciato dal "Comitato nazionale di sostegno alla resistenza in Palestina". Le migliaia di manifestanti, provenienti da diverse organizzazioni, associazioni e partiti progressisti e di sinistra, si sono mobilitati per sostenere il popolo palestinese di fronte all'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza. È la seconda marcia organizzata dal Comitato per il sostegno alla resistenza in dieci giorni.

La marcia è partita dopo mezzogiorno dalla Piazza dei Diritti Umani o "Piazza Chokri Belaid", in via Mohammed V, per dirigersi verso via Habib Bourguiba, scandendo slogan come "Il popolo condanna la normalizzazione" [della situazione], "Il popolo vuole la Palestina libera" e "I francesi e gli americani sono partner dell'aggressione", portando bandiere palestinesi.

Il corteo si è fermato davanti all'ambasciata francese, sorvegliata da una forte presenza di agenti di sicurezza. I manifestanti hanno quindi chiesto l'espulsione dell'ambasciatore, come espressione della loro denuncia della posizione francese, che fin dall'inizio dell'aggressione israeliana è stata in linea con la narrativa israeliana e a sostegno delle sue azioni.

Alla marcia hanno partecipato, tra gli altri, Hamma Hammami, segretario generale del Partito dei Lavoratori della Tunisia, Bassem Trifi, presidente della Lega tunisina per i diritti umani e presidente dell'Unione nazionale dei giornalisti tunisini, oltre a numerose organizzazioni, movimenti e associazioni di sinistra.

Rivolgendosi alle migliaia di manifestanti, Hamma Hammami, segretario generale del Partito dei Lavoratori della Tunisia, ha affermato che le popolazioni devono unire i propri sforzi in molti Paesi per sostenere il popolo palestinese ed espellere gli ambasciatori di Francia e USA dai loro Paesi, ricordando come i Paesi dell'Africa sub-sahariana lo abbiano fatto di recente.

Ha affermato che scendere in piazza equivale a sostenere il popolo palestinese nella sua resistenza all'aggressione di Israele, che considera un nemico dell'umanità, e che deve essere contrastata con ogni mezzo.

Legge anti-normalizzazione

Tra gli slogan che si sono levati durante la marcia nazionale c'era quello che chiedeva una legge anti-normalizzazione in Tunisia, che molte organizzazioni chiedono da anni, ma che non è ancora stata attuata.

La normalizzazione si riferisce all'atto di riconoscere Israele e di stabilire legami diplomatici con esso. La normalizzazione è una violazione diretta dell'iniziativa di pace araba della Lega Araba, che ha stabilito che nessun membro normalizzerà le relazioni fino a quando Israele non si ritirerà dai territori occupati (Cisgiordania, Gaza, alture del Golan e Libano), non affronterà la questione dei rifugiati palestinesi sulla base della risoluzione 194 delle Nazioni Unite e non stabilirà uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale. Già quattro membri hanno voltato le spalle all'accordo e hanno firmato gli Accordi di Abraham sulla normalizzazione, tra cui Marocco, Sudan, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.

Nel mezzo dell'attuale aggressione israeliana contro Gaza, il presidente Kais Saied è intervenuto più di una volta durante le riunioni del Consiglio di sicurezza nazionale, esprimendo la sua denuncia dell'aggressione "sionista" e chiedendo il diritto del popolo palestinese di stabilire il proprio Stato su tutte le sue terre dal fiume al mare.

Sebbene la condanna di Saied dell'aggressione sionista sia valida per la maggior parte delle organizzazioni, molti lamentano che egli non sia ancora andato oltre le parole. Inoltre, dal momento che Saied ha effettuato un colpo di Stato nel luglio 2021, detiene tutto il potere nelle sue mani e ha la possibilità di attuare una legge che renderebbe illegittima di fatto la normalizzazione, ma finora si è rifiutato di farlo. Hamma Hammami lo ha sottolineato parlando a un programma radiofonico e ha ribadito la richiesta di una legge di questo tipo.

Nel 2015, il Fronte di Sinistra aveva presentato una legge per rendere illegale la normalizzazione, ma è stata presentata al Parlamento solo nel 2017, lasciandola bloccata negli uffici senza essere approvata.

Tuttavia, la recente escalation di violenza da parte di Israele ha riportato sul tavolo la discussione di una legge anti-normalizzazione. Sono circolate voci sul fatto che potrebbe essere presentata, ma non ci sono state dichiarazioni ufficiali che lo confermino o lo smentiscano.


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