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Il TKP sulla trasformazione di Santa Sofia: conflitto tra reazionarismo e secolarismo

Sol international | sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/07/2020

Il Partito Comunista di Turchia (TKP) ha rilasciato una dichiarazione sulla trasformazione di Santa Sofia in una moschea, affermando che il conflitto non è quello tra cristianesimo e islam, ma tra reazionarismo e secolarismo e più precisamente tra classe capitalista e lavoratori.

Il presidente turco Erdogan ha firmato ieri un decreto che autorizza l'utilizzo dell'Hagia Sophia Museum come moschea. Il decreto è arrivato dopo che un tribunale turco ha revocato lo status di museo protrattosi oltre 80 anni del sito, sito riconosciuto quale patrimonio mondiale.

Il Partito Comunista di Turchia (TKP) ha rilasciato una dichiarazione sull'iniziativa che ha anche provocato un dibattito internazionale, affermando che si tratta di un conflitto tra reazionarismo e secolarismo. La dichiarazione completa è la seguente:

1. L'attuale discussione sulla trasformazione di Santa Sofia in una moschea è stata reintrodotta sulla base di una proposta di inchiesta parlamentare avanza da IYIP (il Buon Partito), partito fascista alleato del socialdemocratico CHP (Partito popolare repubblicano) nell'alleanza di opposizione parlamentare. In realtà era un'intenzione che scorreva da lunga data nelle vene reazionarie della Turchia. Questo atto ha ricevuto l'apprezzamento di molti membri dei partiti dell'opposizione, come l'ex candidato alla presidenza del CHP, Muharrem İnce e dagli attuali sindaci delle grandi città, che sono affiliati all'opposizione. Fin dall'inizio il progetto non è stato affatto criticato dall'opposizione. Al contrario, alcuni rappresentanti dell'opposizione, compresi i parlamentari del filo-curdo HDP, hanno espresso l'entusiasmo di pregare sotto il tetto di Santa Sofia.

Ciò che l'AKP ha fatto è stato dapprima negare la discussione in Parlamento su questo tema e, successivamente, ordinare direttamente al Consiglio di Stato, che è praticamente sotto il controllo del potere esecutivo, vale a dire dello stesso Erdogan, di annullare la decisione di riaprire Santa Sofia come museo, tale fin dal 1934. Questa è stata una riaffermazione del potere dell'esecutivo in Turchia.

In definitiva, si può concludere che la borghesia turca ha agito unitamente per avviare questa discussione e approvarne la trasformazione.

2. Annullare la decisione del governo del 1934 significava anche negare i valori progressisti della rivoluzione borghese del 1923, vale a dire repubblicanesimo, secolarismo e modernità.

3. Il fondamentalismo religioso dell'AKP ha trasformato ogni singola istituzione pubblica in Turchia, compresi magistratura, università, istruzione, stampa e ogni altro aspetto della vita sociale, rendendo queste aree dominate dalle regole dell'Islam.

Il TKP ha ripetutamente denunciato il ruolo antioperaio della reazione e del fondamentalismo religioso, che reprime ogni singolo accenno di resistenza all'interno della classe lavoratrice e mira a sostituire il potere organizzato dei lavoratori uniti con masse obbedienti apolitiche. Il pericolo della reazione è più profondo dell'apparenza. Solo una settimana fa, una fabbrica di fuochi d'artificio è esplosa in Turchia, causando decessi e ferendo decine di lavoratori. Il padrone, anche leader locale della MUSIAD, associazione dei capitalisti islamici, non è stato perseguito, e invece stato sostenuto da altri capitalisti nella regione e nel paese. La stessa organizzazione aveva proposto "campi di lavoro" come soluzione per superare le perdite di profitti durante la pandemia, appoggiata dal governo poche settimane fa.

Non è un caso che proprio nella stessa settimana, vi sia l'autorizzazione a trasformare Santa Sofia in moschea. La classe capitalista turca ha sistematicamente abusato della religione per guadagnare potere nei rapporti di lavoro. Ora, data la profonda crisi economica nel paese, la povertà, la disoccupazione, la disperazione e l'enorme malcontento tra i lavoratori, la classe capitalista cerca di evitare la politicizzazione dei lavoratori e lo slancio delle correnti di sinistra, ricorrendo nuovamente alla reazione.

4. La decisione implica effetti provocatori a livello internazionale. La politica pragmatica dell'AKP, basata su manovre quotidiane all'interno delle brecce del sistema imperialista e le sue oscillazioni tra le potenze imperialiste, sta perdendo terreno. Il paese è in crisi economica, con livelli di debito interno ed estero senza precedenti. Erdogan sta cercando di ristabilire il suo potere negoziale politico intimidendo altri paesi per esempio con le mosse contro la Francia in Libia, con le azioni militari sul territorio siriano o i conflitti nazionalistici in corso contro la Grecia; ma è ovvio che questo potere è troppo limitato per spaventare le maggiori potenze o le alleanze imperialiste, come gli Stati Uniti, l'UE, la NATO e altri, da cui il governo è assolutamente dipendente.

5. La guida dell'internazionalismo proletario, come definito oltre cento anni fa dai bolscevichi, è chiara. I conflitti tra la classe borghese di ogni paese, come i litigi nazionalisti o religiosi, la concorrenza e la rivendicazione dei diritti sulle risorse, ecc. non possono costituire un terreno sul quale i comunisti parteggiano. Assumere il terreno di confronto dall'agenda della classe borghese sarebbe immensamente fuorviante. Il conflitto non è quello tra cristianesimo e islam, ma tra reazione e secolarismo e più precisamente tra classe capitalista e lavoratori.

6. Il nocciolo della questione di Santa Sofia è il dominio della politica di destra in Turchia, da parte sia delle alleanze al potere che quelle dell'opposizione. È un altro mattone nel muro dell'eliminazione del secolarismo dal clima politico della Turchia. Favorisce la repressione del pensiero di eguaglianza e della conseguente lotta. I comunisti nel mondo dovrebbero condannare questa decisione e la mentalità reazionaria borghese che vi soggiace e che oscura il futuro della classe lavoratrice turca.

7. TKP ha difeso e difenderà la posizione che Santa Sofia resti un museo pubblico, come uno dei monumenti storici meglio conservati e un luminoso esempio del patrimonio culturale dell'umanità. Considera quindi una responsabilità universale opporsi a qualsiasi intervento nella struttura dell'edificio che possa arrecare danno alla sua specificità.

Partito Comunista di Turchia
Comitato centrale
11/07/2020


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