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Proteste dell'8 marzo in 4 città da parte delle donne comuniste della Turchia

Sol international | sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/03/2021

L'8 marzo, le celebrazioni della Giornata internazionale delle donne lavoratrici si sono svolte in 4 città della Turchia con l'appello e gli slogan "Non ci accontentiamo di poco o del male minore! Un paese socialista sorgerà dalle mani delle donne!" lanciati dalle Donne Comuniste di Turchia e dei Comitati di Solidarietà delle Donne.

Le Donne Comuniste di Turchia, i Comitati di Solidarietà delle Donne e la Gioventù Comunista di Turchia (TKG) si sono riuniti ad Ankara, Istanbul, Izmir e Antalya per celebrare l'8 marzo, la Giornata internazionale delle donne lavoratrici. Nella protesta avanzata con gli slogan: "Non ci accontentiamo di poco o del male minore! Un paese socialista sorgerà dalle mani delle donne!", si è inteso dichiarare che l'ordine vigente non può promettere la liberazione per le donne lavoratrici e che le donne non si arrenderanno a questo sfruttamento e all'oscurantismo.

Istanbul

Nelle dichiarazioni lette nel corso delle proteste svoltesi in 5 diverse località di Istanbul in Turchia, è stato detto che: "La misoginia dell'ordine vigente in Turchia, raddoppiato dal reazionarismo religioso del governo AKP al potere, rende la vita delle donne insopportabile. Mentre la violenza contro le donne rende le nostre vite invivibili, i politici versano lacrime ipocrite respingendo le loro responsabilità. I meccanismi di sicurezza e di giustizia non funzionano, come nel caso della violenza contro le donne a Samsun, in Turchia, il giorno precedente l'8 marzo. Mentre lo stato non assume alcuna misura deterrente, la violenza viene incoraggiata ogni giorno di più con il linguaggio dei politici, dei media e la diffusione del reazionarismo religioso nella sfera sociale".

Sottolineando che è possibile liberarsi dallo sfruttamento delle donne e che per porre fine alla violenza contro le donne occorre gettare questo ordine nella spazzatura, è stato detto: "Cambieremo questo ordine! Stabiliremo una Repubblica Socialista dove le donne vivranno con uguali diritti, cammineranno liberamente per le strade e la violenza contro le donne sarà dimenticata. Non ci accontentiamo di qualcosa di meno o del male minore! Un paese socialista sorgerà nelle mani delle donne", hanno gridato con determinazione le donne comuniste della Turchia.

Ankara

Riunite nel parco Kugulu di Ankara per celebrare l'8 marzo, i Comitati di solidarietà delle donne hanno parlato di come si stanno unendo e organizzando contro la politica di isolazionismo imposta dall'ordine vigente. Hanno sottolineato che non fermeranno la solidarietà e lotteranno insieme contro il reazionarismo e lo sfruttamento del lavoro. "Se non è stato ancora istituito un Comitato di Solidarietà delle donne intorno a voi, riunitevi e istituitene uno. Allora vedrete che migliaia di donne in tutto il paese sono con voi. Dobbiamo fare questo passo per i nostri figli, per il futuro della nostra gioventù. Venite senza esitare un minuto, venite con fiducia, venite di corsa, abbiamo fretta".

Izmir

A Izmir, con l'appello delle Donne Comuniste e dei Comitati di solidarietà delle donne, la riunione dell'8 marzo si è tenuta nella Karşıyaka. Le donne comuniste hanno dispiegato uno striscione che recitava: "Le donne non si sottometteranno", ed è stato gridato lo slogan: "Gli oscurantisti perderanno, le donne che resistono, vinceranno".

Nel discorso delle Donne Comuniste è stato detto: "C'è qualcosa che abbiamo imparato molto bene negli ultimi 18 anni di governo dell'AKP: se c'è reazionarismo, non ci sono donne!"

Anche i Comitati di solidarietà delle donne hanno fatto un discorso nel corso della mobilitazione. Sottolineando che con la pandemia il peso che le donne devono sopportare è aumentato di dieci volte, sono state evidenziate le lotte in corso delle lavoratrici. "Con gli asili che lo stato ha lasciato chiusi, la cura dei bambini è stata affidata a noi. Con le case di cura che lo stato non ha aperto, la cura degli anziani è di nuovo su di noi. Molti dei nostri familiari si sono ammalati di COVID-19 perché i padroni non hanno preso le misure di sicurezza nei posti di lavoro per non perdere i loro profitti. Noi donne ci stiamo occupando da mesi dei pazienti, mariti, figli e fratelli, che sono stati sottoposti ai test e poi rispediti a casa. Come se non bastasse, in questo periodo, mentre la povertà aumenta, e il costo della vita aumenta, tocca ancora a noi, non allo stato, nutrire chi è in casa. Passiamo il doppio del tempo nei negozi alimentari e nelle cucine. Siamo le prime a ricevere l'esecuzione di sfratto e le bollette insostenibili".

Antalya

Le donne si sono riunite ad Antalya su convocazione delle Donne Comuniste, dei Comitati di solidarietà delle donne e delle donne del TKG, per protestare contro lo sfruttamento del lavoro femminile e la negazione dei loro diritti. Nel discorso fatto a nome delle Donne Comuniste, è stato detto che è il giorno delle donne, le donne che non possono sopravvivere che con il loro lavoro, che devono sia studiare che lavorare, che devono lasciare il loro lavoro per prendersi cura dei loro figli, pazienti e anziani, e che sono le prime ad essere scartate nei momenti di crisi.

Nel discorso fatto a nome del Comitato di Solidarietà delle donne, è stata illustrata l'esperienza: "Ci siamo riunite con le donne del nostro quartiere e abbiamo fondato il Comitato di Solidarietà delle donne di Bahcelievler. Abbiamo iniziato laboratori sia per i bambini che per gli adulti, al fine di fronteggiare la crescente responsabilità nella cura dei bambini per le donne, specialmente durante la pandemia. Proseguiamo i nostri laboratori di pittura e di scacchi per i bambini, e ci riuniamo anche nei nostri seminari per l'emancipazione e per affrontare i problemi delle donne. Lavoriamo per aumentare la solidarietà sull'usurpazione dei diritti, sulla violenza contro le donne e sui bisogni delle donne. Invitiamo tutte le donne ai nostri Comitati di solidarietà femminile. Viva l'8 marzo, viva la solidarietà!".




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