A due anni dal terremoto la situazione è fuori controllo
Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
06/02/2025
Due anni fa, il 6 febbraio, si è verificato un grave disastro: abbiamo perso decine di migliaia di persone. Quelli che si sono salvati hanno perso le loro case, le loro città e i loro parenti: la vita non è stata e non sarà più la stessa.
Abbiamo imparato alcune lezioni. Ci siamo resi conto ancora una volta che non è possibile per uno Stato irrazionale e dedito all'avidità di profitto proteggere i propri cittadini. Abbiamo visto ancora una volta come l'orientamento al mercato paralizzi la capacità di pianificazione e coordinamento. Abbiamo visto che non abbiamo altro che il nostro potere organizzato e che si può fare molto con risorse limitate quando agiamo insieme.
Anche se nel nostro paese è in atto il tentativo di farci dimenticare queste lezioni, nel quadro di una politica che scorre molto veloce e dove ogni giorno si verificano nuove catastrofi, nella memoria della gente è rimasta una traccia che non sarà facile cancellare.
Nel frattempo sono successe molte cose che hanno ravvivato la memoria. Ovunque il governo sia affidato al denaro e non alla capacità di pianificazione: si sono verificati terremoti con morti; si sono verificate inondazioni e morti; sono scoppiati incendi e morti.
Dopo due anni, la vita nella zona del terremoto si svolge ancora in tende e container. Le privazioni a cui è condannata la regione non sono legate solo alla pena imposta alla popolazione dal governo. L'obiettivo dei loro investimenti non è lo sviluppo del paese e il benessere della popolazione, ma le casse della borghesia. Quando si trovano di fronte alle inevitabili conseguenze, non riescono a uscire dalle macerie che hanno creato, non riescono a gestirle, non riescono a governare.
Mentre il Mar Egeo è scosso dai terremoti che si susseguono e si discute solo della tempistica del terremoto di Istanbul, che quasi certamente distruggerà l'intera città secondo i dati scientifici, è tempo di ricordare che dobbiamo prendere in mano il futuro del nostro paese, indebolito dalle multinazionali e dalle sette avide anche di fronte a disastri naturali e prevedibili, e dobbiamo fare affidamento sulle nostre forze per non dimenticare il 6 febbraio e non riviverlo.
Cogliamo l'occasione per ricordare l'appello che abbiamo lanciato qualche giorno fa: Se non possono governare il paese, noi siamo il popolo, possiamo governarci da soli!