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- popoli resistenti - ucraina - 06-09-07 - n. 193
da: http://www.giuliettochiesa.it/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=727
''Nessuna ambiguità, ero e sono critico contro la commedia della Rivoluzione Arancione''
Giulietto Chiesa
Lettera del Sig. Vincenzo Basili del 06/09/2007
Caro Giulietto Chiesa,
la seguo dal 2004, da quando cioè ebbe inizio la Rivoluzione Arancione in Ucraina. Premetto che ho conoscenze dirette su questo Paese: insomma, non sono l'ultimo arrivato. L'approccio con la realtà politica (e non solo) dell'Ucraina è stato immediato e inevitabile, nel momento in cui ho preso coscienza della situazione grazie alle esperienze di chi ci vive e ... dando un'occhiata alla stampa e alle TV locali.
Mi sono subito appassionato e la curiosità mi ha spinto ad approfondire storie, tradizioni, cultura, personaggi e tutti i misteri che ancora imperversano. Ma vengo subito alla sostanza. Mi lasciano un po' perplesso le sue ambigue posizioni circa i giudizi sulle parti in competizione. A dire il vero lei non mi è parso mai convinto nell'appoggiare Yushenko e i filo-occidentali. E questo mi ha deluso, le spiego - spero semplicemente - i perché.
Credo che non serva scomodare la credibilità maggiore o minore dell'uno o dell'altro partner (USA-EUROPA e RUSSIA) davanti alla giurassica mentalità di Yanukovich e dei suoi amici oligarchi che vogliono mantenere di fatto uno status quo ideologico e statalista ancora cucinato con la stessa salsa sovietica. La stessa RUSSIA ha gettato la maschera da figliol prodigo di fronte alle esigenze di malcontento e dissenso, all'interno e all'estero. In una democrazia, non si fa ricorso al ricatto crudo e violento delle minacce o delle persecuzioni di ogni tipo se si perde. Non è frutto di fantasia o di faziosità il fatto che in Ucraina la corruzione sia stata e sia una delle armi di conquista di potere (e di parlamentari) da parte della parte filo-russa putiniana, nonché sistema fondamentale per la sopravvivenza del fossilizzato sistema buro-tecno-cratico chiuso e diffidente verso ogni nuovo che avanza.
Avvelenamenti, incidenti stradali, strani suicidi/omicidi (giornalisti scomparsi ancora in cerca di giustizia). E ancora. Un Presidente straniero (indovini quale?) che alla vigilia delle consultazioni elettorali fa il discorso alla nazione ucraina. Un Parlamento straniero (indovini quale?) che si riunisce per sfiduciare le decisioni o certe scelte fatte in Ucraina e che si permette di definire "persona non gradita" chi, sempre in Ucraina, la pensa diversamente. E le ritorsioni sulle questioni del gas, della Crimea, della flotta navale...
E poi, a parte qualche metodo kgbista, una Costituzione che ancora trae ispirazione dalla CCCP! Alle soglie del terzo millennio chi assume la cittadinanza di un altra nazione è ancora ritenuto "traditore" della patria e perseguibile penalmente!!!
Gli USA e l'EUROPA, oggi intimiditi dalla nuova superpotenza energetica, per quanto possano "indecentemente" incoraggiare la spinta verso Occidente, non giustificano il suo tentennamento, caro Giulietto Chiesa, tra chi forse ha più ragione o ragioni.
Solo tre punti - tra i tanti - dovrebbero convincerla all'unica scelta di campo:
1. La falsificazione delle elezioni del 2004. E' un dato di fatto.
2. La frase pronunciata ufficialmente dallo stesso Putin in quel periodo: "All'Ucraina non rinunceremo mai!". E' un dato di fatto.
3. In una democrazia vera si vince o si perde. Decide la maggioranza del popolo sovrano e chi perde non può, per ripicca, minacciare la divisione, la secessione del Paese, la rivoluzione, la guerra civile [ci si immagini solo la Lega qui in Italia].
Non credo ci siano da aggiungere attenuanti: il quadro è tanto eloquente da solo quanto irresponsabile e preoccupante è chi insiste ancora conservatore nell'appoggiare Partito delle Regioni, Socialisti e Comunisti.
Come fa, specialmente un europeo, a mettere in dubbio coloro che vogliono cambiare l'Ucraina?
Ma forse è vero. Noi, in Italia, dopo 60 anni di repubblica, abbiamo ancora problemi di mafia, corruzione, partitocrazia ed altri residui vari... E poi nel 2007, la nostra, sarà vera democrazia?
Un saluto cordiale.
BASILEUS
Caro Vincenzo Basili,
la ringrazio per la sua cortese lettera, che mi aiuta a chiarire meglio la questione. Lo faccio ora rispondendole.
Io, a dire il vero, non ho mai appoggiato Yushenko e quelli che lei, giustamente, definisce i filo-occidentali. Quindi non sono stato ambiguo per niente. E non perchè io sia dalla parte della Russia. Quello che lei descrive, di quella parte, mi è ultranoto. Tanto noto che, avendo vissuto vent'anni, prima in Unione Sovietica e poi in Russia, lo conosco a memoria in tutte le sue varianti. Quindi capisco benissimo gli ucraini che non vorrebbero ripeterlo.
Ma quasi tutto quello che la indigna, proveniente dalla Russia e da Yanukovic, vale specularmente per l'Occidente. Lei si stupisce perchè Putin si è ingerito. E fa bene. Ma l'Europa e gli Stati Uniti non si sono forse ingeriti? L'hanno fatto, eccome! Pesantemente. Investendo centinaia di milioni di dollari. La documentazione non manca, per chi voglia conoscerla. Il meccanismo è identico a quello usato a Belgrado e a Tbilisi. Non perdo tempo a descriverlo nel dettaglio. La differenza è che lo hanno fatto, e lo fanno tuttora, sub specie democratii: dando soldi, creando radio e televisioni, erogando grant per professori universitari, per studenti, per chi si presta. Questa si chiama ingerenza dall'esterno. E il fatto che non appaia brutalmente lo stato straniero, e che tutto avvenga tramite "organizzazioni non governative" (abbondantemente finanziate da privati, da corporations, da filantropi che vogliono esportare la democrazia occidentale) non cambia la sostanza del problema. Quindi, riassumendo, io non sono schierato con la Russia, ma neanche con l'Occidente e la sua idea di "sovranità limitata", consistente nel reclamizzare con il denaro e altri mezzi di attrazione le bellezze della società occidentale.
In secondo luogo, caro Basili, io vedo ripetersi in Ucraina ciò che ho già visto in Russia negli anni 1992-1996. Milioni di persone vengono imbonite con i "valori" occidentali solo per essere derubate selvaggiamente. In Russia hanno impiegato dieci anni per accorgersi che le privatizzazioni avevano espropriato centotrenta milioni di russi a vantaggio di una oligarchia di qualche decina di migliaia di persone. Quando avveniva io ero l'unico a denunciarlo, mentre tutto l'occidente applaudiva i rapinatori e i mafiosi.
In Ucraina Yushenko e la signora con la treccia sono fatti della stessa, identica pasta degli Yanukovic. Hanno partecipato al potere dei Kuchma e del predecessore. Si sono arricchiti (la Timoshenko è figlia e madre di quella privatizzazione, e di quella corruzione). Solo che adesso si sono appoggiati agli Stati Uniti, al Canada e all'Europa. Non vedo dove sia il loro valore democratico. Sono, come fu Eltsin, gli agenti della occidentalizzazione forzata dell'Ucraina e del tentativo di spostare l'Ucraina fuori dalla sfera d'influenza della Russia. Operazione speculare a quella che vorrebbe fare Putin. niente di meglio. Forse qualcosa di peggio.
Spiego perchè. Vede, io non avrei niente in contrario se il popolo ucraino scegliesse di andare dove vuole. Purtroppo chi sceglie non è il popolo ucraino ma i manipolatori che lo strattonano. Per giunta a ritmi forzati, che non è in grado di digerire. E poi c'è un piccolo problema: che di popoli ucraini ce ne sono almeno due. Quello dell'ovest e quello dell'est. Quello che parla piuttosto ucraino e quello che parla piuttosto russo. E, certo, entrambi sono manipolati, ma nemmeno quelli dell'est sono stupidi. E soprattutto hanno visto che fine hanno fatto, in molte delle repubbliche ex sovietiche, i russi che parlano russo, quando si sono trovati fuori, o lontani, dai confini della Russia. Questa esperienza non l'avevano ancora nel 1991, e infatti furono tutti per l'indipendenza dalla Russia, guidati da un burocrate comunista corrotto come fu Kravchuk. Ma sono passati diversi anni da allora, e adesso possono misurare quale sarebbe la loro sorte, quella della loro cultura, dei loro legami, in molti casi anche familiari. Si troverebbero cittadini di seconda categoria (questo è quello che pensano, a torto o a ragione, in molti, e lei dovrebbe saperlo). Questo spiega perchè, dopo aver dato la vittoria (legittima, nelle condizioni date) a Yushenko, gliel'hanno tolta nelle elezioni parlamentari successive (che nessuno ha contestato, mi pare).
Non vedo come si possa sostenere che le elezioni di Yushenko siano state regolari, mentre quelle del parlamento sarebbero state irregolari.. Nemmeno Yushenko le contestò.
Poi vorrei chiederle: ma davvero lei pensa che in Ucraina ci sia una "democrazia vera"? Davvero lei pensa che sia normale che il presidente della repubblica si consigli, prima di prendere decisioni, con l'ambasciatore americano (come del resto fa la signora Timoshenko, un giorno sì e l'altro anche)? E non le è parso un pò strano che un presidente tenti un colpo di stato per destituire un parlamento che non accetta le sue regole? Siamo arrivati a un pelo dalla guerra civile e credo che si debba dare atto a Yanukovic (e ai russi) di non aver forzato la situazione, finendo per accettare una richiesta palesemente irregolare come quella che porterà alle nuove elezioni. Dalle quali non so se sarà così automatica una vittoria dei filo occidentali.
Vedremo tra non molto. E mi auguro che la competizione rimanga sul terreno della contesa politica. Quello che mi pare certo è che Putin ha imparato qualche cosa dalla sconfitta del 2004 e ora agisce con maggiore astuzia, sebbene con non minore determinazione.
Per quanto concerne le minacce sulla questione del gas, francamente non la seguo: quali minacce? L'Ucraina che vuole andare in Europa lo fa sulla base delle regole di mercato. Il prezzo del gas che la Russia praticava prima della crisi politica (e anche quello che pratica tuttora) risultava ben al di sotto del prezzo di mercato. Mi vorrebbe spiegare perchè mai la Russia avrebbe dovuto continuare a erogare il suo gas a prezzi di favore, a un vicino che non solo la disprezza ma vuole salutarla per sempre? Non è stata la Russia a ricattare, chiedendo di essere retribuita a prezzi di mercato, ma Yushenko che ha chiuso i rubinetti impedendo al gas di arrivare agli utilizzatori occidentali. So bene che l'Ucraina non poteva pagare quel prezzo, ma chi vuole l'indipendenza deve sapere fare i conti, altrimenti fa della propaganda e delle chiacchere, ingannando i suoi cittadini. Del resto anche questa è una medaglia con due facce: la Russia, in tutti questi anni, con una buona dose di ingenuità e di primitivismo politico, aveva mantenuto quel prezzo ridicolo di favore, nella speranza che, prima o dopo, si sarebbero riallacciati i legami che furono troncati nel 1991. Si sbagliavano, Eltsin e Putin, ma lo fecero. E hanno cambiato registro, anche contraddicendosi e dandosi la zappa sui piedi, quando hanno visto che l'Ucraina era perduta. Ma sciocchi e ingenui come furono, non li si può però accusare di non voler regalare la loro ricchezza a un vicino che li tratta a pesci in faccia. Sono sicuro che lei , signor Basili, non lo farebbe.
Ha provato a fare i conti di quanti miliardi di dollari l'Ucraina ha ricevuto in regalo dal 1991 al 2004? Secondo i miei calcoli all'incirca 70 miliardi di dollari. Senza contare i "buchi" nei gasdotti da cui uscivano milioni di metri cubi al giorno che figuravano soltanto sui contatori russi, ma che si fermavano in Ucraina per essere venduti al mercato nero.
Dunque il problema è assai meno ideologico di come lei lo pone, e anche parecchio più complicato. Ed è per questa ragione che io mantengo la mia posizione di osservatore, e non mi schiero per quello che lei considera il suo campo. Io non ho un campo in cui schierarmi. Penso che gli ucraini dovrebbero essere lasciati in pace e aiutati a crescere senza essere strattonati da una parte e dall'altra. Penso che, se decidono autonomamente di entrare in Europa, debbono poterlo fare. Penso che non dovrebbero entrare nella Nato perchè la Russia considererebbe questo un atto minaccioso nei suoi confronti (e ne avrebbe perfettamente ragione) . Mi auguro che Washington non li trascini in qualche avventura che metterebbe a repentaglio la pace in Europa.
Infine l'Italia. Io penso che la nostra democrazia faccia acqua da tutte le parti e, oggi, non l'additerei a esempio per nessuno.
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa