PARTITO DEI LAVORATORI
UNGHERESE
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Conferenza anti-NATO di Istanbul, 28/02/2004
Intervento di Attila Balogh
Membro del Comitato Centrale
ripreso da www.solidnet.org
Alla fine di febbraio, a Istanbul, per iniziativa del PC di Turchia, si è
svolta una conferenza, che aveva per tema la lotta contro la NATO.
All’iniziativa hanno partecipato numerosi partiti comunisti e anticapitalisti,
in particolare dell’Europa e dell’Asia.
Nel corso dei lavori è stato presentato un interessante contributo del Partito
dei Lavoratori Ungherese (comunista), di cui si propone la traduzione.
Vengo dall’Ungheria, un paese membro della NATO, da quest’anno anche
dell’Unione Europea. Noi, comunisti ungheresi, consideriamo quanto sta
avvenendo come il completamento dell’integrazione internazionale del
capitalismo ungherese. L’esistenza del sistema capitalista è un dato di fatto.
Ma noi non cesseremo comunque di combattere il capitalismo e continuiamo a
ritenere che il futuro dell’Ungheria sia del socialismo.
Ci battiamo contro le politiche neoliberali, che stanno letteralmente
strangolando il popolo ungherese. Dei 10 milioni di ungheresi, 3,5 milioni
vivono ai livelli minimi, e dai 5 ai 6 milioni si definiscono poveri.
Attualmente siamo impegnati nel prevenire la privatizzazione degli ospedali
ungheresi. A tal fine abbiamo richiesto un referendum, per il quale abbiamo già
raccolto 200.000 firme.
Prenderemo anche parte alle elezioni per il Parlamento Europeo, ponendo le
questioni sociali al centro della nostra campagna. Cosa accadrà ai contadini
ungheresi? Cosa accadrà ai piccoli e medi imprenditori ungheresi? Cosa accadrà
con l’aumento della disoccupazione? A queste domande occorre dare una risposta.
Il Partito dei Lavoratori Ungherese lotta contro la NATO, che
consideriamo un’aggressiva organizzazione politico-militare del grande
capitale. E’ particolarmente importante per noi muoverci nelle seguenti
direzioni:
Dobbiamo smascherare le politiche aggressive
degli USA e della NATO, che essi conducono con il pretesto della lotta al
terrorismo. Allo stesso tempo, condanniamo il controllo e la
registrazione di ogni momento della vita, la pratica delle impronte digitali e
della registrazione della corrispondenza su Internet, con la scusa di
combattere il terrorismo. Non vogliamo vivere in un moderno stato di polizia,
perché non è poi così meglio del fascismo.
Condanniamo l’armamento della NATO.
La maggioranza delle persone non può stare a guardare di fronte al fatto che
migliaia di milioni, che vengono spesi con la scusa della lotta al
terrorismo, non servono alla sicurezza
dell’aviazione civile, ma al miglioramento del trasporto aereo militare e, di
conseguenza, alla preparazione di nuove guerre. Noi ci esprimiamo con chiarezza
in Ungheria: siamo in grado di vivere anche senza i “Grippen fighters” e gli
aerei da trasporto C-10 e possiamo farne a meno anche in futuro. Il denaro
dovrebbe piuttosto essere speso nella sanità pubblica. E’ intollerabile che la
nostra spesa militare sia in continua crescita da quando siamo entrati nella
NATO; oggi rappresenta il 2% del PIL (la media dei paesi NATO), mentre solo il
4% viene investito nella sanità pubblica e un altro 4% nell’istruzione.
Condanniamo l’allargamento della NATO.
L’allargamento ad Est ha ancor più avvicinato i contendenti, la NATO e la
Russia. La questione è aperta ad ogni sbocco. Che succederà all’Ucraina, alla
Moldavia, alla Bielorussia? Tutto ciò ha fatto crescere la tensione, perché i
leader della NATO non hanno mai nascosto la loro intenzione di cambiare i
sistemi politici nei paesi menzionati e di accrescere la pressione sulla
Russia.
Condanniamo l’apparizione della NATO in aree
extraeuropee. L’apparizione della NATO in Asia prevede il confronto
tra la NATO e la Cina.
La cooperazione dei comunisti e degli altri
partiti di sinistra è condizione indispensabile per combattere contro la NATO. Ne
parliamo più di quanto facciamo. Per noi, comunisti ungheresi, è una lezione
memorabile ciò che è successo nel 1999. Noi, il Partito dei Lavoratori
Ungheresi, abbiamo espresso solidarietà alle vittime, al popolo Jugoslavo
contro gli aggressori. Malauguratamente, non tutti si sono comportati allo
stesso modo. Le forze di sinistra in Europa non hanno operato per prevenire la
guerra della NATO contro la Jugoslavia. Alcuni partiti comunisti hanno
appoggiato le politiche aggressive dei loro governi, altri partiti, parlando
astrattamente di diritti umani, hanno messo sullo stesso piano gli aggressori e
le vittime dell’aggressione.
Noi siamo convinti che i partiti comunisti non dovrebbero accodarsi alle
socialdemocrazie nel giudicare la NATO. Non potremo mai riconciliarci con la
guerra e l’aggressione.
In questo forum, permettetemi di illustrare
il punto di vista del Partito dei Lavoratori su alcune questioni della
cooperazione tra i partiti della sinistra Europea. Il Partito dei
Lavoratori ha sempre valorizzato il fatto che i partiti debbano collaborare.
L’obiettivo della collaborazione è la lotta contro il nemico comune, il
capitale europeo. Vogliamo lottare e non siamo alla ricerca della
collaborazione nei sistemi parlamentari. Non abbiamo in mente la collaborazione
tra dipartimenti internazionali, ma desideriamo una collaborazione realmente di
lavoro e di lotta.
Per Europa intendiamo l’Europa e non l’Unione Europea. Qualsiasi tipo di
collaborazione si instauri nell’ambito dell’Unione Europea, noi dovremo
comunque ricercare la collaborazione anche con le forze di sinistra turche,
russe, bielorusse, ucraine, romene, ecc. I leader dell’UE hanno già escluso
questi paesi dalla cooperazione europea. Noi non dobbiamo fare la stessa cosa
con i partiti.
Vogliamo una cooperazione aperta. Nessuno può giudicare un altro partito
comunista, ognuno ha il diritto di aggiungersi e di collaborare.
E’, a partire da queste considerazioni, che ci rapportiamo con il Partito della
Sinistra Europea. Noi sosteniamo la formazione del Partito della Sinistra Europea.
Vogliamo che sia un partito democratico, aperto e non un’istituzione
sovrastante i partiti. Pensiamo che per prepararlo sia richiesto tempo. Nessuno
e nulla possono spingerci ad impegnarci in questo partito prima delle elezioni
per il Parlamento Europeo. Allo stesso tempo desideriamo prendere parte ad ogni
forum che affronti questa questione di estrema importanza. Siamo perché ogni
partito coinvolto accetti un linguaggio comune. Per quanto riguarda il nuovo
partito, il nostro punto di vista finale verrà definito dal nostro Comitato
Centrale agli inizi di marzo.
Traduzione di Mauro Gemma