www.resistenze.org - popoli resistenti - stati uniti - 11-09-06

Il nuovo movimento pro israeliano negli Stati Uniti: il CUFI ( Cristiani Uniti per Israele), 50 milioni di evangelici per sostenere Israele

 

di Thierry Meyssan , giornalista e scrittore , Parigi


In un paese i cui cittadini hanno disertato i partiti politici per aderire alle chiese evangeliche, la formazione dell'opinione pubblica comincia con l'inquadramento dei fedeli. Mentre si preparavano all'offensiva contro il Libano, il Pentagono e Tsahal creavano una federazione dei cristiani sionisti, il CUFI, con la missione di trasformare 50 milioni di evangelici in militanti della guerra.

Per assicurarsi il sostegno dell'opinione pubblica statunitense alla guerra contro il Libano - poi la Siria e l'Iran - il Pentagono e Tsahal hanno creato una struttura di inquadramento, fin dalla fine del 2005, per mobilitare 50 milioni di evangelici. L'asse centrale di questa operazione è consistita nel federare i loro leader in seno a una struttura ideologica unica: Christians United for Israel (CUFI). La funzione di questo nuovo gruppo non è di sostituirsi all'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) in termini di pressioni (lobbying) alla classe dirigente, ma di propagare la teologia sionista nelle chiese evangeliche e oltre, in modo che il sostegno alle offensive israeliane sia visto dalla maggioranza degli americani come un dovere religioso.

Nel gennaio 2006 esce un'opera sensazionalistica: Jerusalem Countdown: a warning to the World... the Last Oppostunity for Peace (Il conto alla rovescia di Gerusalemme: un allarme per il mondo... l'ultima occasione per la pace). Diviene immediatamente, e per tre mesi, il primo best-seller venduto nei supermercati degli USA.

Riassumiamo i punti principali cercando di non ridere: l'Iran è governato da fanatici che vogliono radiare Israele dalla carta geografica lanciando una bomba atomica su Gerusalemme. Dopo l'invasione di Israele da parte dei musulmani e dei russi, una nuova guerra per il controllo di Israele vedrà fronteggiarsi Stati Uniti da una parte e Cina e Unione Europea dall'altra. E' qui che sorgerà l'Anticristo, sotto forma del presidente dell'Unione Europea. Infine, una terribile guerra atomica concluderà questo ciclo. La battaglia decisiva avrà luogo a Meggidfo (Armageddon). Allora il Cristo raggiante potrà ritornare sulla Terra ricompensando coloro che hanno creduto in lui. Per fortuna, Tsahal e il Pentagono possono far pendere la bilancia dal lato buono intervenendo preventivamente, utilizzando anche nuove bombe nucleari tattiche. Bisogna dunque lanciare la guerra senza indugiare.

L'autore di questo best-seller militar-religioso è il pastore texano John Hagee, la nuova star del cristianesimo sionista.

LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO SIONISTA

Storicamente il sionismo è un fenomeno cristiano ben prima di essere ebraico. I cristiani sionisti credono di formare un secondo popolo eletto e ritengono che il loro destino sia legato a quello del popolo ebreo. Per costoro, il ritorno di Cristo non avrà luogo se non con il riunirsi degli ebrei in Palestina. Per accelerare la fine dei tempi, devono dunque ricreare uno stato per gli ebrei senza temere di provocare cataclismi apocalittici.
Il primo capo di stato a fare del suo paese una seconda Israele e a fare appello alla creazione di uno stato ebraico in Palestina è il puritano inglese Oliver Cromwell, nel XVII secolo. Dopo la restaurazione della monarchia, i suoi adepti cacciati dal regno fuggirono in Irlanda del Nord e nel Paesi bassi, poi fondarono colonie in Africa australe e in America.

Questa corrente politico-religiosa però non scomparve in Inghilterra. Trovò persino una nuova espressione con il primo ministro della regina Vittoria, Benjamin Disraeli, che oggi è il riferimento storico principale dei neoconservatori.

Tuttavia i rabbini erano da sempre fortemente contrari alla creazione di uno stato ebraico. Quando si era presentata l'occasione nel XII secolo avevano rifiutato una proposta del Saladino il Magnifico e non hanno poi mai cambiato parere. I cristiani sionisti dovettero attendere il XIX secolo e il nazionalismo di Theodor Herzl per trovare ebrei secolarizzati che accettarono i loro piani.

Come ha mostrato Jill Hamilton ( God, Guns & Israel - Il Dio in armi. La Gran Bretagna e la nascita dello Stato d’Israele – Corbaccio editore – gennaio 2006 Ndt), la decisione di Lloyd George e Lord Arthur James Balfour nel 1917 di creare "un focolaio nazionale ebraico" in Palestina, è proprio frutto del riavvicinamento fra cristiani sionisti e nazionalisti ebrei.

E tuttavia tale alleanza doveva fare i conti con una contraddizione: l'antisemitismo cristiano. In effetti, i cristiani sionisti affermavano che alla fine dei tempi gli ebrei si sarebbero dovuto convertire al Cristo, o precipitare nell'inferno. Quindi, un buon ebreo sarebbe un ebreo convertito al cristianesimo. Comunque sia, le convergenze di interessi a breve termine passarono sopra queste considerazioni, divennero addirittura una politica.

Durante la guerra dei Sei giorni (1967), Israele prese coscienza del peso elettorale delle sette evangeliche sioniste negli USA e cominciò a finanziare il loro leader,il pastore Jerry Falwell, co-fondatore del Moral Majority. Nel 1978 fu invitato a piantare degli alberi sulla "Terra Promessa" e diede il suo nome a una foresta. Nel 1979 il governo israeliano gli regalò un jet privato, per aiutarlo nel suo ministero religioso. Nel 1980 il primo ministro Menahem Begin gli consegnò solennemente a New York la prestigiosa medaglia Zeev Jabotinsky, dal nome del pensatore di estrema destra che fu il suo mèntore e di cui Netanyahu padre fu il segretario.

Tale alleanza è istituzionalizzata nel 1980. Durante la votazione alla Knesset di una risoluzione - che viola il diritto internazionale - che definisce Gerusalemme come la capitale di Israele, Begin finanzia la creazione dell'Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme (International Christian Embassy Jerusalem). Organismo che sviluppa il turismo evangelico e raccoglie fondi dai pellegrini in favore dell'immigrazione ebraica. Per questo ha aperto un "consolato" in ogni stato degli USA.

Nell'agosto 1985, l'Ambasciata organizza, con le autorità sudafricane in regime di apartheid, il primo congresso mondiale dei cristiani sionisti. Si tiene a Basilea (Svizzera) nella sala in cui 98 anni prima Theodor Herzl aveva creato il movimento sionista ebraico.

Nell'ottobre 2003 i cristiani sionisti siglano la loro alleanza con i neo-conservatori durante il vertice di Gerusalemme, in presenza di Ehud Olmert e Benjamin Netanyahu

Per finire, il 5 gennaio 2004, il tavolo del vertice di Gerusalemme crea un gruppo ad hoc di 14 parlamentari della Knesset, il Christian Allies Caucus.

Tutte queste operazioni sono state condotte con l'aiuto di una  organizzazione, la Fellowship Foundation, che supervisiona e finanzia discretamente col Pentagono una miriade di chiese evangeliche nel mondo.


LA TEOLOGIA DELLE DUE FEDI


L'originalità del pastore John Hagee è di aver conciliato la fede evangelica alla realtà dello stato di Israele. Fin dal 1988, afferma che gli ebrei che osservano la Legge di Mosè saranno salvati senza doversi convertire al Cristo. E' la "teologia delle due fedi": Dio ha concluso patti differenti con i suoi due popoli eletti, gli ebrei e gli evangelici. Il reverendo Hagee è inizialmente rifiutato da Jerry Falwell, poi reintegrato in seno alla comunità cristiano-sionista, di cui oggi è divenuto il portavoce. Questo percorso, e questa innovazione ideologica fanno di lui l'uomo ideale per trasformare il movimento religioso cristiano sionista in una lobby di massa per Israele.

Il 7 febbraio 2006 il reverendo John Hagee coordina un incontro di 400 pastori evangelici statunitensi in vista della creazione di una federazione di cristiani sionisti. Contemporaneamente, lancia con l'Ambasciata cristiana internazionale di Gerusalemme un periodico bimestrale, diffuso come supplemento al Jerusalem Post, il JP Christian Edition.

Il Post è un quotidiano neoconservatore diretto da Aviv Bushinsky, ex consigliere per la comunicazione e portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il supplemento mescola articoli sul parco tematico evangelico in Galilea con altri sulla minaccia iraniana e i suoi bracci armati, Hamas ed Hezbollah. Vengono denunciati anche gli universitari europei che analizzano la scrittura della Bibbia nel suo contesto storico-sociale e considerano l'Israele storico come un mito.

Lungi dall'essere un handicap per la sua nuova missione, l'estremismo del reverendo Hagee piace ai Likudnik: infatti, ha scritto un elogio dell'assassinio di Yitzak Rabin, colpevole ai suoi occhi di aver dato via la "Terra promessa"!

La Federazione dei cristiani sionisti nasce in occasione di un banchetto di 3.500 pastori e responsabili evangelici all'Hotel Hilton di Washington... il 18 luglio 2006, cioè cinque giorni dopo l'inizio dell'offensiva israeliana contro il Libano. La Provvidenza fa bene le cose ed ecco l'occasione di una mobilitazione di tutte le organizzazioni evangeliche favorevoli a Tsahal. Al microfono, oltre al pastore Jerry Falwell, si succedono parlamentari statunitensi (il senatore Sam Brownback; John Cornyn, Kay-Bailey Hutchinson e Rick Santorum, il rapprsentante di Henry Bonilla), l'ambasciatore d'Israele Daniel Ayalon e l'ex capo di stato maggiore generale Moshé Yaalon. La nuova federazione prende il nome di Cristiani Uniti per Israele (CUFI).

Alla spicciolata i parlamentari del CUFI organizzano un Israel Allies Caucus alla Camera dei rappresentanti per fare il paio con il Christian Allies Caucus della Knessset. che è co-presieduto dal repubblicano Dave Weldon e dal democratico Eliot Engel.. Gruppi parlamentari identici sono in via di formazione nelle Filippine e in Corea del Sud.

Se il reverendo Hagee è un predicatore di successo, alla testa di un piccolo impero mediatico, non è però la testa pensante del CUFI. La federazione cristiana sionista è diretta da David Brog, un assistente parlamentare ebreo sionista, tra l'altro cugino dell'ex primo ministro israeliano Ehud Barak.

Benché comprenda alcuni rappresentanti democratici, il CUFI attinge quasi esclusivamente in acque repubblicane. Intrattiene notoriamente stretti legami con la Casa Bianca ed ha giocato un ruolo importante nell'adozione, da parte del Congresso, di una risoluzione "di condanna dei recenti attacchi contro lo stato di Israele, e considerando i terroristi e i loro stati-sponsor come reponsabili di questi attacchi, e si supporto al diritto di Israele all'autodifesa". Testo redatto dall'AIPAC e adottato per 410 voti contro 8 alla Camera dei Rappresentanti e all'unanimità dal Senato.

Parimenti, il CUFI e l'Israel Allies Caucus hanno convinto 115 rappresentati a scrivere al presidente Bush affinché rafforzi le sanzioni contro la Siria.

E' David Brog ad aver lanciato l'espressione "dolori del parto" a proposito del rimodellamento del Grande Medio Oriente, citando il Vangelo secondo Matteo, capitolo 24. Dalle guerre attuali sorgerà un mondo nuovo. Gesù non ha forse detto: " Ne verranno molti sotto il mio nome a dire ‘Sono io il Cristo’ e inganneranno molte genti. Dovrete anche sentire di guerre e di ipotesi di guerre, non allarmatevene perché è necessario che tutto questo accada, ma non sarà ancora la fine (...) E tutto questo sarà solo l'inizio dei dolori del parto". Un'espressione ormai ripresa da Condoleeza Rice per far sì che gli evangelici aderiscano alla politica neoconservatrice.

"Israele compie la nostra opera e lavora per i popoli liberi. I suoi nemici sono gli stessi nemici degli Stati Uniti. Si tratta di una battaglia che si inscrive in una guerra più vasta, quella della civiltà giudeo-cristiana delle forze del Bene contro quelle del male. (...) Israele è in prima fila contro il terrorismo e non possiamo non sostenerlo" dichiarava qualche giorno fa David Brog all'AFP.

Il compito principale di David Brog è di far riavvicinare ebrei e cristiani sionisti facendo dimenticare secoli di antisemitismo cristiano. Non facile, in un paese che due anni fa applaudiva il film di Mel Gibson La passione di Cristo, che rappresentava gli ebrei come degli deicidi. Nel maggio 2006, Brog pubblicava un saggio dal titolo Standing with Israel: Why Christians Support Israel (Insieme con Israele: perché i cristiani sostengono Israele).

Prendendosi qualche libertà con la storia, afferma che i due popoli eletti si sono riconciliati quando gli USA hanno sconfitto il terzo Reich e votato la creazione dello stato di Israele.

L'IMPATTO DEL CUFI

Il pastore John Hagee dispone di mezzi di comunicazione eccezionali. Due volte al giorno esce con un talk-show diffuso da una delle tre grandi rete teleevangeliche del mondo, il Trinity Broadcast Network (TBN). Questo programma, accessibile con il satellite in tutto il mondo, viene visto da 92 milioni di famiglie negli Stati Uniti. TBN è sempre stato alleato con Israele e con il governo sudafricano all'epoca dell'apartheid. IL reverendo Hagee può inoltre contare sulla casa editrice del suo amico Steve Strang, che edita in particolare il mensile Charisma.

Inoltre John Hagee non ha problemi finanziari. Nel 2000 a acquistato un ranch a Brakettville (Texas) per 5.5 milioni di dollari gestito dalla Texas Israel Agricoltural Research Founhdation. Può ricevervi i suoi amici, i cui aerei atterrano nel suo aeroporto privato. Nel 2001, lo stipendio di questo predicatore benedetto da Dio ammontava a 1,25 milioni di dollari.

Kevin Philips, considerato uno dei maggiori esperti di sociologia elettorale negli USA, assicura che l'amministrazione Bush si fonda su tre gruppi sociali: la borghesia legata al petrolio, i fedeli evangelici e i pensionati che vivono a credito.

L'inquadramento delle chiese evangeliche si è dunque sostituito a quello del partito repubblicano e le evoluzioni teologiche sono determinanti per la politica di Washington.

Da Réseau Voltaire, edizione internazionale, 15/08/2006

 
Tradotto da Santa Di Prima  Comitato Palestina, Torino