www.resistenze.org - popoli resistenti - stati uniti - 14-07-09 - n. 282

da Workers World - www.workers.org/2009/editorials/jobs_0716/
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Editoriale
 
Lavoro, lavoro, lavoro!
 
08/07/2009
 
Ecco come i media padronali presentano l'enorme problema della disoccupazione che ora sta attanagliando il paese: "è un male; è così triste, però non c'è niente che si possa fare; è così che funziona il capitalismo; forse le cose miglioreranno".
 
Ufficialmente, la disoccupazione oggi è al 9,6 % ed è in crescita. Più di un analista sostiene che probabilmente supera il 10 %, perché le cifre non tengono conto dei milioni di detenuti o di chi è inserito nei programmi di Social Security Disability. Così facendo hanno "ridotto la percentuale di adulti in cerca di lavoro, almeno rispetto alle recessioni del passato. Milioni di americani, che altrimenti sarebbero considerati disoccupati, non vengono conteggiati." (Greg Burns, Chicago Tribune, 7 luglio).
 
E’ risaputo che la cifra ufficiale raddoppia se vengono inclusi quelli che hanno rinunciato alla ricerca del lavoro perché non si trova nulla (i lavoratori “scoraggiati”) e coloro che lavorano meno di un'ora alla settimana, ma che vogliono lavorare a tempo pieno.
 
Questo significa che più di 20 milioni di lavoratori si ritrovano nei guai, senza le buste paga necessarie per pagare le spese giornaliere oltre ai debiti: fatture mediche, debiti della carta di credito, mutui e rate dell’auto. Il risultato è il caos nella loro vita.
 
I media hanno ragione su una cosa. Questo è il capitalismo. Funziona così. E’ un sistema infernale, soprattutto in un periodo di crisi economica, che è una caratteristica ricorrente del capitalismo.
 
Ma ciò non significa che la classe operaia debba rassegnarsi ad accettarlo.  
Un vero e proprio movimento per il lavoro può chiedere che il governo spenda il denaro direttamente nella creazione di posti di lavoro, invece di concedere miliardi a banche e compagnie di assicurazione con la vaga promessa che in qualche modo questo stimolerà l'economia, cosa che non avverrà.
 
Un vero e proprio movimento per il lavoro può iniziare a contestare il diritto dei padroni di sbarazzarsi dei lavoratori quando i profitti diminuiscono. Sono i lavoratori in primo luogo ad aver costruito le fabbriche, ad aver creato la ricchezza. Nei loro posti di lavoro sono contenuti anni di giustizia sociale. Una buona porzione del loro salario è stata destinata a coprire le pensioni ed i piani sanitari, ora sotto minaccia. I lavoratori hanno diritto al loro posto lavoro e al controllo dei luoghi di lavoro.
 
Nel mese di settembre, i capi di stato del G20 si incontreranno a Pittsburgh per discutere della crisi economica. E' un momento adatto ed un luogo ideale per i lavoratori per chiedere che i posti di lavoro vengano messi al primo posto in tutti i programmi in discussione. Numerosi gruppi e coalizioni stanno organizzando proteste ed altri eventi.
 
Il “Bail Out the People Movement” [http://bailoutpeople.org], che ha appena partecipato al riuscito National People’s Summit and Tent City [www.peoplessummit.org] a Detroit, sta lanciando un appello per una Settimana globale di solidarietà con i disoccupati, da tenersi a Pittsburgh dal 19-26 Settembre. La sua richiesta principale è il lavoro, ed allestirà per i disoccupati una tendopoli nella città. Una grande manifestazione è prevista per il 20 settembre.
 
Pittsburgh 19-26 settembre. Appuntate queste date sul vostro calendario. I lavoratori hanno bisogno di lavoro, lavoro, lavoro!