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- popoli resistenti - stati uniti - 15-03-10 - n. 310
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Io non vivo della mia dissidenza
di Max Lesnick
La mia "dissidenza" non mi induce a dichiarare uno "sciopero della fame" suicida, per protestare contro il governo nordamericano che non accoglie i miei desideri di cambiare la sua politica estera verso il mio paese di origine, o perché la Casa Bianca non decreta la libertà - come potrebbe fare il presidente Barack Obama scrivendo due righe - dei cinque cubani antiterroristi incarcerati nelle prigioni nordamericane scontando lunghe e ingiuste condanne, mentre noti terroristi come Luis Posada Corriles ed Orlando Bosch godono di piena libertà a Miami e sono considerati "eroi" dall'estrema destra dell'esilio cubano.
Dissentire dagli altri, benché da una posizione sbagliata secondo l'opinione altrui, non costituisce in sé un atto criminale. Ma sebbene divergere dalla maggioranza sia un diritto inalienabile che deve essere rispettato da tutti, governanti e cittadini, l'atteggiamento contestatore non deve, a mio parere, occultare la connivenza con governi stranieri e men che meno se coloro che si prestano a tali imbrogli sono animati da meschine ragioni economiche.
Vivo da molti anni a Miami ed ho imparato a convivere in una città dove regna l'intolleranza e l'estremismo politico più irrazionale. La questione ha a che vedere più con i cubani che con i nordamericani. Mi fa male dirlo ma è la verità, per la vergogna dei miei compatrioti cubani.
Nel mio caso, la mia "dissidenza" è rispettosa delle abitudini e delle leggi del paese dove risiedo, esprimendo sempre quello che penso senza limitazioni né sordine.
Per me non è per nulla facile essere un cubano "dissidente" a Miami.
Ma di qualcosa posso essere orgoglioso ed è che posso dire ad alta voce che nessuno mi paga per quello che faccio o per quello che dico. Che non ho mai riscosso, né ieri né oggi, alcun salario dal governo cubano o straniero che sia.
Per lo meno io non vivo della mia "dissidenza".
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