"Donald Trump è il prossimo Presidente degli Stati Uniti. E' della massima urgenza che tutto il popolo progressista scenda nelle strade a difesa degli immigrati, dei musulmani e della gente di colore e per avanzare una visione alternativa dell'unità e della solidarietà della classe lavoratrice nella lotta contro le devastazioni del capitalismo neoliberista. Questa è l'unica via per contrastare la demagogia di Trump e dimostrare che egli non ha nessun vero programma per il miglioramento delle condizioni di vita per quelli che guardano a lui come il portatore di un cambiamento. [… ]
L'estrema destra rappresenta un serio pericolo, ma peggioreremmo il problema se ci accodassimo dietro i democratici. Mobilitandoci immediatamente ed in modo indipendente contro l'amministrazione entrante, potremo evitare che l'estrema destra guadagni ulteriore sostegno."
"Sia le forze politiche che celebrano oggi la vittoria di Trump sia quelle che si dolgono per la mancata vittoria della Clinton nascondono che entrambi i candidati rappresentano esclusivamente gli interessi del capitale americano e continueranno le politiche reazionarie ed antipopolari contro il popolo americano così come le pericolose politiche guerrafondaie contro gli altri popoli, specialmente nella nostra regione.
Ciò è altresì confermato dalle tendenze al rifiuto di entrambi i candidati espresse nel periodo pre-elettorale dal popolo americano, così come il fatto che la 'speranza Obama' sia naufragata nella delusione e nello sconforto di larga parte del popolo americano, degli immigrati, delle minoranze, ecc.
Il popolo smetterà di farsi intrappolare tra Scilla e Cariddi quando inizierà a percorrere la propria via, un via di rottura e rovesciamento del sistema che crea povertà, crisi e guerre".
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Partito Comunista Turchia (KP):
"La crisi globale del capitalismo si sta acutizzando. Tutte le crisi del capitalismo forniscono un'opportunità al sistema per ristrutturare se stesso. Questa è una caratteristica che ha consentito a questo sistema di sopravvivere così a lungo. Apparentemente c'è un legame tra la crisi e la risoluzione del sistema che non può essere spiegato con una semplice relazione di causa ed effetto. Il collegamento può essere riattivato solo con l'opportunità della classe lavoratrice di sfruttare l'occasione per abbattere, come unico becchino, il sistema senza altri poteri esterni.
Questo è il punto esatto dove la sinistra deve posizionarsi contro l'intensificarsi della crisi del sistema in tutto il mondo. In apparenza, non è un coincidenza che questa è proprio la posizione che viene scartata da quelli che considerano la Presidenza di Trump come la fine del mondo…
… Non c'è speranza senza la classe lavoratrice….
La crisi politica dell'UE, la lotta per i domini imperialisti che prendono forma in Russia, le elezioni presidenziali in USA, l'avventurismo di Erdogan e dell'AKP in Turchia… Ovunque guardate, il sistema inizia a emanare sudiciume. Ogni mobilitazione che stia nei confini di questo sistema servirà alla produzione di questa sporcizia. La ragione della disperazione risiede nello stare all'interno dei confini del sistema.
Non ci sarà per noi sollievo finchè non sarà costruito un mondo nuovo…
Nessuna speranza, ma volontà di far rinascere la Terra su nuove fondamenta…
Il Comitato Centrale del Partito Comunista di Turchia Per la dichiarazione completa, vedi
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Partito Comunista del Brasile (PCoB)
Trump Presidente: l'espressione politica della reazione e della decadenza dell'imperialismo USA. […]
Il Presidente eletto è un demagogo, populista di destra, sessista, razzista, magnate xenofobo ed antiimmigrati con tratti fascisti. Ciò indica la crescita di una tendenza di destra, dell'offensiva contro i diritti dei lavoratori e del popolo, una manifestazione all'interno della sfera politica di quella che è la profonda, strutturale e sistemica crisi della società americana, una manifestazione dell'impasse del sistema capitalista-imperialista e delle incurabili lacerazioni della società americana.
L'acuirsi della crisi negli Stati Uniti implica l'adozione di misure sempre più antipopolari da parte della borghesia imperialista e rivela il carattere reazionario delle sue istituzioni. E' falso affermare che ha vinto l'antipolitica o il rigetto della politica. In effetti, chi ha vinto è la politica di estrema destra che sfrutta un diffuso sentimento di rifiuto verso le istituzioni. E' anche un'illusione pensare che Hillary rappresentasse il lato "progressista". Ella era il candidato dell'establishment, della convergenza tra il Partito Democratico e settori dei Repubblicani.
Dalla fanghiglia in cui sono immersi Hillary Clinton e Donald Trump nulla di buono può venir fuori per i popoli […]
In un momento in cui le dispute tra i circoli più reazionari delle classi dominanti americane, concentrati nelle leadership dei Partiti Democratico e Repubblicano, si stanno intensificando, i comunisti brasiliani reiterano il loro appello all'unità dei popoli, dei sinceri democratici, progressisti ed antimperialisti, nella lotta per la sovranità nazionale, per il progresso sociale, la giustizia, il diritto internazionale e la pace nel mondo".
Le elezioni per il Presidente, così come per il Senato e la Camera dei Rappresentanti, negli Stati Uniti d'America hanno mostrato le profonde problematiche, contraddizioni e diseguaglianze che permeano la società di quel paese, le quali sono espressione della profonda crisi strutturale del capitalismo che affligge in particolare la più grande potenza imperialista del mondo.
Il deplorevole spettacolo di questa campagna elettorale ha chiaramente evidenziato il deterioramento del sistema politico degli USA, un fatto che non può essere separato dalla crisi sociale e dalla disillusione causata dalla Presidenza Obama presso vasti settori popolari, sia all'interno del paese che all'esterno di esso, frustrando le speranze di cambiamento che erano state falsamente sbandierate.
L'elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti può intensificare ulteriormente la politica estera aggressiva e reazionaria degli USA che è stata portata avanti da diverse amministrazioni USA delle quali il candidato sconfitto era una figura prominente. E' quindi della massima importanza intensificare ed allargare la lotta per la pace e contro le interferenze e le aggressioni imperialiste, vale a dire contro quelle poste in essere dall'imperialismo USA.
Il PCP esprime la propria solidarietà con i Comunisti, con i settori e le forze progressiste degli USA, che continuano la lotta per la giustizia sociale, la democrazia, il progresso e la pace, svelando la vera natura di un sistema di potere che contrasta gli interessi dei lavoratori e del popolo degli USA".
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Partito dei Lavoratori d'Irlanda
Sono le azioni di intensificazione delle diseguaglianze e delle tensioni razziali dell'establishment USA ad aver creato il mostro del Trumpismo.
Il Presidente del Partito dei Lavoratori, Michael Donnelly, ha dichiarato che l'establishment USA deve solo biasimare se stesso per la vittoria presidenziale di Donald Trump. Il Presidente ha dichiarato: "Donald Trump si è sorprendentemente presentato come una figura anti-establishment in un momento in cui molta gente nella classe operaia è furiosa per l'abbassamento del proprio livello di vita e per il marcio sistema dei media che supporta incondizionatamente Wall Street, l'establishment politico e la guerra senza fine".
"La retorica di destra e populista di Trump è stata abile nel toccare le corde di quegli elettori che sono stufi dello status quo e disperano il cambiamento. E' stato facile per Trump basare il proprio successo sul razzismo crescente, la xenofobia e l'islamofobia che sono all'interno della società americana. Senza dubbio, c'è una pericolosa polarizzazione della società americana che sta prendendo piede, ma questa è alimentata da figure dell'establishment che scaricano la colpa della debolezza dell'economia sulle porte dell'immigrazione".
"Il capitalismo USA ha indegnamente precipitato la classe lavoratrice in una sistematica dismissione dell'industria e della manifattura. Ciò è diventato velocemente il motore di cambiamenti radicali globali all'interno del sistema politico. Gli avanzamenti elettorali dell'UKIP in Gran Bretagna e del Front National in Francia sono in gran parte avvenuti nelle aree della classe operaia, che è stata decimata da decenni di disoccupazione e processi di deindustrializzazione. Il caso si è ripetuto nelle aree come il Wisconsin e l'Ohio, che hanno voltato le spalle ai democratici nel momento in cui Trump ha promesso di rinegoziare gli accordi commerciali e riaprire le fabbriche."
"Trump ha fatto anche in modo di trarre vantaggio dall'ossessione della Clinton per la guerra, per l'interventismo globale e dalla sua brama di acuire le tensioni colla Russia. Il Partito dei Lavoratori manifesta la propria solidarietà con tutte quelle minoranze che oggi provano un grande senso di paura e trepidazione per ciò che il futuro ha in serbo per loro sotto il regime di Trump. Riaffermiamo la nostra convinzione che siano state le azioni dell'establishment USA nell'acuire le diseguaglianze e le tensioni razziali ad aver creato il mostro del Trumpismo", ha dichiarato Michael Donnelly.
Dichiarazione della Segreteria Politica del CC del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) sulla vittoria di Donald Trump
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
11/11/2016
La vittoria elettorale di Trump evidenzia le vere intenzioni del blocco oligarchico statunitense nel prossimo periodo
L'elezione di Donald Trump, come Presidente della maggiore potenza imperialista, esprime con pienezza la dimensione della crisi generale e strutturale del sistema capitalista e chiarisce la crescente acutizzazione del conflitto interimperialista.
Con una proposta basata sulla sua indiscutibile egemonia economia, politica e militare in un globo senza frontiere per le sue multinazionali e eserciti, la politica della futura amministrazione Trump cercherà di combinare le politiche di sovra-sfruttamento della forza lavoro e spoliazione illimitata e senza frontiere delle risorse naturali, con un forte impulso al protezionismo commerciale e alla domanda interna come leve fondamentali del futuro sviluppo economico degli USA.
Compito che, garantendo la continuità e recrudescenza delle politiche di guerra e violenza proprie dell'imperialismo yankee, lo pone davanti alla sfida di gestire una contraddizione (protezionismo e egemonia mondiale) irrisolvibile in un sistema - quello imperialista - che per natura tende alla globalizzazione dei mercati e alla creazione di differenti poli economici e politici che lottano con tutte le risorse a loro disposizione per difendere le quote di mercato e di potere.
Di conseguenza, denunciamo la miopia e l'ipocrisia politica di coloro che con i valori del cosiddetto progressismo, lamentano la sconfitta della candidata del Partito Democratico. Dimenticare le politiche sviluppate dal Presidente Obama, mantenendo intatti i livelli di sfruttamento lavorativo ed esclusione sociale che patisce gran parte della classe operaia e il popolo statunitense è molto grave; ma dimenticare quello che è sotto gli occhi di tutti, come il fatto che la prigione di Guantánamo è ancora aperta, che il Blocco contro Cuba rimane intatto, che l'esercito statunitense sotto il suo mandato ha partecipato a molteplici guerre e aggressioni militari, che con la sua firma si sono realizzate centinaia e migliaia esecuzioni extragiudiziali, ecc…, converte la complicità in crimine.
Nemmeno è ammissibile dimenticare o rivendicare i valori europei in questo momento in cui trionfano di pari passo lo sciovinismo, l'individualismo, l'egoismo sociale, la competitività, la xenofobia, il machismo, il populismo e l'aggressività accanto alla politica della spettacolarizzazione, della stupidità e della sub-cultura dei 140 caratteri. Contrapporre l'UE a ciò che significa Donald Trump, vuol dire dimenticare l'implicazione assoluta del polo imperialista europeo nelle diverse guerre che devastano il Pianeta, nel TTIP e nella CETA, nel muro di Melilla come espressione della chiusura delle frontiere esterne, nella trasformazione del Mediterraneo nella maggior fossa comune dell'Umanità, vuol dire dimenticare le multinazionali che dissanguano milioni di lavoratori e lavoratrici nelle fabbriche in Asia, Africa e America Latina, l'oltre 10% di disoccupati e disoccupate nell'eurozona, i milioni di lavoratori e lavoratrici europei poveri che ricevono salari al di sotto del valore di riproduzione della forza lavoro.
La classe operaia e i popoli del mondo non si possono ingannare con falsi paradisi che, uno dopo l'altro, ci fanno scegliere il male e il peggio. Ciò di cui abbiamo bisogno è mettere fine all'attuale spirale di sovra-sfruttamento e perdita costante di diritti. Ciò di cui abbiamo bisogno, nella sola ed esclusiva difesa dei nostri interessi, è mettere in marcia la controffensiva generale della classe operaia e dei popoli che, dando una svolta radicale allo scenario politico e sociale attuale, avanzi verso un cambiamento dei rapporti di forza permettendo l'inizio della fine di questo sistema decadente, violento e corrotto, dal quale non possiamo sperare nulla di positivo. La mobilitazione organizzata della classe operaia e dei popoli, contro l'imperialismo e le sue prerogative, aprirà il cammino verso un futuro differente per l'Umanità, con giustizia sociale e pace, senza violenza e senza sfruttamento.
In lotta fino alla vittoria!
Madrid, 11 novembre 2016
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