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Suffragio afro-americano: diritto di voto e sua soppressione

Dolores Cox | iacenter.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/09/2018

Alla fine della guerra civile degli Stati Uniti, furono ratificati i cosiddetti emendamenti della Ricostruzione, nn. 13, 14 e 15, della Costituzione degli Stati Uniti.

Nel 1865, il 13° emendamento abolì la "schiavitù e la servitù involontaria", fatta eccezione per le persone condannate per un crimine. Nel 1868, il 14° emendamento concesse la cittadinanza agli afroamericani, anche se una cittadinanza di seconda classe. Il 15° emendamento, approvato nel febbraio 1870, aboliva la restrizione del diritto di voto in base alla razza, al colore o a condizioni precedenti di schiavitù. Ciò riguardava gli uomini di colore, ma non le donne.

Il 31 marzo 1870, a Perth Amboy, N.J., Thomas Mundy Peterson, fu il primo afroamericano a votare, un mese dopo l'entrata in vigore del 15° emendamento. Alcuni bianchi furono inorriditi dalla fatto che un uomo di colore potesse votare; d'altronde nel 1700, Perth Amboy era un porto per navi che portavano gli africani schiavi negli Stati Uniti.

Il padre di Peterson venne acquistato dalla famiglia Mundy. Sua madre fu acquistata da Hugh Newell a Freehold Township, New Jersey. Venne liberata per volontà testamentaria di Newell nel 1822, due anni prima che nascesse il figlio nel 1824 che morì a ottant'anni il 4 febbraio 1904 a Metuchen, N.J..

Mentre lavorava in una scuderia, Peterson venne contattato e incoraggiato a esercitare il diritto di voto da parte di avvocati che avevano lavorato con determinazione ma senza successo per far assolvere l'abolizionista John Brown, leader del raid del 1859 contro la schiavitù di Harper's Ferry.

Peterson, che votò in occasione di una campagna per la revisione dello Statuto della città di Perth Amboy, fu successivamente nominato in una commissione per lavorare alla versione finale dello Statuto, approvato durante la legislatura statale del 1871. Delegato alla Convenzione per il partito repubblicano, Peterson fu anche il primo afroamericano a ricoprire cariche elettive nella contea di Middlesex e la prima persona " di colore" di Perth Amboy a far parte di una giuria.

Nel Memorial Day (chiamato allora Decoration Day) nel 1884, Perth Amboy assegnò a Peterson una medaglia d'oro per essere stato "il primo negro a esercitare il diritto di voto". In seguito dovette impegnare la medaglia a causa di circostanze finanziarie avverse.

Nel 1989, la scuola dove aveva lavorato come custode e tuttofare venne intitolata al suo nome: Thomas Peterson Elementary School. Una lapide in onore di Peterson è stata recentemente inaugurata nella chiesa episcopale di San Pietro a Perth Amboy, di cui era membro e lì è sepolto. La sua medaglia d'oro è attualmente in possesso della Xavier University di New Orleans, un istituto storicamente nero.

Criminalizzare gli elettori neri

Dopo l'era post-ricostruzione, i bianchi hanno cercato di negare ai cittadini neri il diritto di voto e di far parte delle giurie popolari. I neri hanno dovuto costantemente lottare per garantire e mantenere tali diritti senza impedimenti.

Si noti che il 13° emendamento, quello che abolì la schiavitù e la servitù involontaria, venne da subito integrato dalla clausola "tranne che come pena per un crimine", criminalizzando quindi la negritudine.

L'emendamento non abolì realmente la schiavitù, in effetti permise di farla sopravvivere legalmente nelle carceri, e ora nell'attuale complesso carcerario industriale. Il sistema di lavoro carcerario gratuito o per pochi spiccioli non è che un'altra forma di schiavitù.

Ora, i detenuti e le persone con un passato di detenzione in forza a determinate accuse perdono il diritto di voto.

Il 15° emendamento, apparentemente, impedisce agli stati o al governo federale di riconoscere una precedenza a un cittadino rispetto a un altro nell'esercizio del diritto di voto. Prima dell'adozione dell'emendamento, gli afroamericani erano esclusi dal voto e non esisteva alcuna tutela costituzionale per nessuno contro la discriminazione imposta al processo di voto a livello federale o statale. Dopo l'emendamento, il Congresso avrebbe dovuto rafforzare il diritto di voto con "appropriati atti legislativi".

Ma le corti hanno interpretato le tutele del 15° emendamento in modo piuttosto ristretto. Agli elettori neri con i requisiti di elettorato attivo sono state imposte limitazioni ed esclusioni, come per il diritto di proprietà, le imposte sul voto, gli esami di alfabetizzazione e i codici neri repressivi in tutto il sud. I bianchi erano esenti dalla verifica di questi requisiti grazie alla "clausola del nonno", ossia se i loro nonni erano stati registrati per votare. L'appannaggio dell'elettorato attivo e passivo a favore "solo di uomini bianchi" ha ridotto l'influenza dei neri nel sistema politico.

I fautori della supposta supremazia bianca hanno impedito ai neri di votare con minacce, attacchi terroristici da parte di squadracce con pestaggi e omicidi ai danni di chi tentava di registrarsi o far registrare altri neri al voto. Le tutele federali per i diritti civili non sono state applicate, consentendo l'attuazione di leggi Jim Crow, razziste e discriminatorie, destinate a perpetuare un regime di discriminazione razziale.

Continua la lotta per il diritto al voto

L'organizzazione di lotte e interpretazioni più ampie del 15° emendamento hanno reso possibile ampliare gradualmente la registrazione degli elettori afroamericani nel Sud tra il 1940 e il 1960. In precedenza la registrazione della popolazione nera ammissibile al voto non raggiungeva il 7%.

Negli anni '60, nel Sud era in corso una massiccia campagna per il diritto di voto, guidata da leader locali come Fannie Lou Hamer in Mississippi e leader nazionali come il reverendo Martin Luther King Jr. Sotto pressione del sacrificio, della tortura e del martirio di molti del movimento, il Congresso approvò la Legge sul diritto di voto nel 1965, sotto la presidenza di  Lyndon Johnson, per promuovere l'uguaglianza razziale nel voto negli stati meridionali. Questa norma ha messo fuori legge qualsiasi impedimento al voto ai danni degli afro-americani. Nel 1966, la Corte Suprema stabilì che l'imposizione di tasse sul voto violavano la clausola di uguaglianza dettata dalle tutele del 14° emendamento.

Entro il 1976, il 63% dei neri del sud si registrarono per votare. Il Voting Rights Act diede al Congresso il potere e il coraggio di varare una disciplina aggiuntiva che stabiliva che gli stati e le località con una storia di minoranze prive di diritti, soprattutto nel Sud, dovessero ottenere l'approvazione federale prima di cambiare le loro procedure di voto. Questa garanzia doveva essere nuovamente autorizzata sette volte.

Nel 2013, tuttavia, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha escluso la clausola di autorizzazione preliminare prevista nel 1965 dal Voting Rights Act nella sua sentenza nella causa Shelby County, Alabama  v. Holder. Tale sentenza affermava che non era più necessario per il Congresso far rispettare le tutele del diritto di voto poiché la discriminazione non era più così pervasiva, flagrante, diffusa e dilagante come lo era nel 1965. Al momento non esiste nessuna nuova formula di garanzia per queste tutele.

Il Sud ha davvero perso la Guerra Civile?

Mentre le elezioni di medio termine del 2018 si avvicinano, i neri affrontano metodi di repressione elettorale più sottili, la manipolazione dei collegi elettorali nelle circoscrizioni statali e locali e leggi restrittive sull'identificazione degli elettori. Gloria J. Brown-Marshall, avvocato costituzionalista e professore al John Jay College di New York, fa riferimento alla situazione attuale come parte di una "guerra del diritto di voto" durata secoli, caratterizzata dalla resistenza bianca, dal potere, dal dominio e dalla rabbia dell'ideologia bianca per la supremazia la quale teme che un numero crescente di persone di colore negli Stati Uniti finirà per superare il numero dei bianchi.

Votare se sei nero negli Stati Uniti costituisce ancora un problema perché il sistema di oppressione razzista perdura.


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