http://www.rebelion.org/internacional/040303dick.htm
traduzione dallo spagnolo di FR
Due processi politici, due presidenti e due
distinte fortune
La caduta di Aristide ed il destino di Chávez
Dick Emanuelsson
Ribellion
In questi momenti ci sono cecchini che sparano con armi lunghe da guerra dai
tetti dal "loro quartiere", Altamira, quello della classe sociale
venezuelana privilegiata. I “chavisti” dicono che ora l'opposizione politica di
destra sta per perdere la faccia un’altra volta.
Il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, Francisco Carrasquero,
persona illustre alla quale anche l'opposizione diede il suo appoggio quando fu
scelto al CNE, sei ore fa ha appena informato che non ci sarà il referendum
contro il presidente.
L'opposizione lo sapeva già quando uscì per le strade venerdì bruciando caucciù
e distruggendo gran parte dei suoi propri illustri quartieri. E i leader del CD
lo sapevano già il quarto giorno della raccolta di firme, il 2 di dicembre. Per quel motivo, dicono i
“chavisti”, ora sono smascherati di fronte a tutto il Venezuela.
Baschi Verdi contro un milione di Baschi
Rossi
Domenica scorsa furono circa un milione di abitanti di Caracas alla
manifestazione per dire "No all'Intervento Straniero In Venezuela".
Chávez, dalla tribuna raccontava nel pomeriggio di quella domenica ciò che fu
sarebbe stata notizia fresca nella notte; Aristide era stato abbattuto da circa
200 Baschi Verdi. Ma nel Giardino Botanico di Caracas aveva un milione di
Baschi Rossi, un esercito che formò il Paese Bolivariano con una forza
invincibile.
Il Presidente venezuelano raccontava di come il paese iraniano abbattè il
sovrano, lo “Sha di Persia”, il poliziotto straniero che vigilava su tutti i
paesi arabi. Raccontò di come tanti paesi latinoamericani avevano visto truppe
invasore occupare le loro terre, e promise che in Venezuela non sarebbe accaduto
ciò che stava succedendo nell'isola eroica di Alexandre Pétion, che offrì a
Simon Bolivar armi ed uomini per sconfiggere il colonialismo spagnolo.
Mi ricordai le parole di Lenín, osservando quanto accadeva questa domenica, di
come due processi politici finiscono in destini così diversi, quando il
rivoluzionario russo diceva che una rivoluzione autentica sa difendersi. In
questi momenti il Venezuela mostra la sua vera autenticità rivoluzionaria
difendendo le conquiste, le sue scuole bolivariste, che assicureranno il futuro
se sapranno sviluppare intelligentemente la bella Rivoluzione Bolivariana.
Aristide ed Usa
Haiti non ha saputo difendersi perché Aristide si appoggiava sugli Stati Uniti
dal suo ritorno nel 1994, al punto di fidarsi delle parole della "Carta
Democratica", che tanto ha difeso Colin Powell davanti alle nazioni
latinoamericane, ma non quando l'opposizione venezuelana fece il colpo di
stato, come nel famoso aprile del 2002.
Chávez sa che non può confidare né in Bush nè in altri personaggi dell'impero,
e lo dichiara apertamente, "senza peli nella lingua", come dicono i
colombiani. Per difendere il processo Bolivariano tocca confrontarsi con
l'imperialismo su tutti i livelli. Per quel motivo il Venezuela in questo
momento, in alleanza con le sue forze armate patriottiche, affronta il fascismo
che ricorre alla sua ultima alternativa: la violenza.
Henry Boisrolin, Coordinatore del Comitato Democratico Haitiano, dice la sua
opinione in questa intervista sui motivi della caduta governo del presidente haitiano e quali siano le prospettive
perché ad Haiti sorge un movimento politico capace da resistere ai Baschi Verdi
come fanno in questo momento i Baschi Rossi, che si lanciano all'offensiva per
creare quella Patria Grande che tanto sognò Bolivar, come canta Willie
Colón.
Perché la rinuncia di Aristide ora e quali credi siano stati i principali
fattori della sua rinuncia?
"La rinuncia di Aristide si deve fondamentalmente al fatto che si è
trovato chiuso e senza strategia solida per poter uscirne. Così gli USA hanno
forzato la sua uscita di scena e, rispondendo anche ai falchi di Washington,
con questo agire imperialista hanno creato un precedente molto pericoloso,
soprattutto per il presidente Hugo Chávez in Venezuela. I fattori principali,
mi sembra di capire, sono:
a. - Aristide aveva smesso di essere
utile per i piani dell'imperialismo tanto ad Haiti come i tutta la
regione.
b. - Aveva perso l'appoggio della maggioranza popolare che invece ebbe, durante
il golpe sanguinoso di Cédras nel 1991.
c. - Il Movimento Lavals non aveva un Piano concreto per risolvere i problemi
delle masse e neanche un'alternativa per vincere l'opposizione.
d. - Il sollevamento armato sembra avere messo da parte i dirigenti di Lavalas.
e. - Infine, bisognerebbe tenere in conto i dati di corruzione che possedevano
i nordamericani contro Aristide, e che li avrebbero usati contro di lui al
momento opportuno. E così è stato."
Giovedì scorso è apparsa una notizia che gli Stati Uniti stavano armando i
paramilitari.
Che c'è dietro quell'accusa?
"Senza dubbio, alcuni capoccia -
soprattutto i paramilitari - avevano contatto i nordamericani. Ma penso che
anch’essi furono utilizzati, soprattutto nella fase finale della
caduta."
Ha assunto il potere il Presidente della Corte suprema. Che si sa di
questo signore e di quello che egli rappresenta?
“si tratta di una figura che è
puramente decorativa. Non ha potere in assoluto. Sta rispondendo alle direttive
di Washington. Alcuni dicono che si legò a Lavaas perché aveva una certa
amicizia con Aristide."
È evidente che Stati Uniti e Francia svolsero un ruolo determinante nella
rinuncia di Aristide. Chi saranno ora i suoi alleati ad Haiti?
“Ora i suoi principali alleati si trovano
sicuramente tra i membri del Gruppo 184 i cui principali rappresentanti sono:
André Apaid Junior e Charles Henri Baker. Conteranno anche sull'appoggio degli
ex Macoutes che vedono in quella nuova congiuntura la possibilità di
aggiornarsi politicamente."
Che cosa si può sperare dal confronto politico tra i settori civili ed armati
dell'opposizione?
“La risposta è difficile, poiché è
ovvio che vari dirigenti della Piattaforma Democratica - l'opposizione
pacifica, avevano contatti con i golpisti, e sapevano che rappresentavano la
lettera di successo per ottenere la partenza di Aristide.
D'altra parte, siccome quella Piattaforma era armata unicamente per abbattere
ad Aristide, e non ha Programma alcuno, bisognerebbe aspettare l'esplosione di
liti interne nella lotta per il potere."
Che futuro aspetta ora il paese haitiano e che alternative popolari può
configurarsi?
"Il futuro è abbastanza incerto. Continua ad essere quello della lotta per
la Liberazione del paese, approfittando dell'esplosione di tutte le
contraddizioni ed il collasso delle strutture di dipendenza. Inoltre, è
imprescindibile la costruzione di attrezzi capaci di offrire un'alternativa
credibile ed appoggiata per le masse. Il tema della costruzione di un spazio
democratico forte continua ad essere un primo passo valido. La rivoluzione
haitiana è possibile ed imprescindibile.