www.resistenze.org - popoli resistenti - venezuela - 26-09-06

da Granma Cubaweb

http://www.granma.cubaweb.cu/2006/09/19/interna/artic05.html

 

Venezuela: dai dinosauri al partito unico

 

Miguel Lozano

 

Ben lungi da quel controllo assoluto che i settori dell’opposizione venezuelana attribuiscono a Hugo Chavez, Il Venezuela oggi mostra uno scenario politico in ebollizione davvero insolito, con 846 partiti nazionali o regionali.

Secondo le stime del Consiglio Nazionale elettorale diffuse dalla stampa locale, nel paese sono registrati 103 partiti nazionali e 743 regionali, delle più varie tendenze.

Una simile galassia di aggregazioni politiche per un paese di appena 26 milioni di abitanti, dimostra un fenomeno di rifondazione della politica nazionale, in cui nulla sembra più essere come prima dell’arrivo di Chavez.

 

Per la politica venezuelana Chávez è come la gigantesca meteorite che ha spazzato via i dinosauri dalla faccia della Terra, leggi Azione Democratica e COPEI.

Con programmi sociali che hanno sostituito la pratica consolidata di fare vuote promesse elettorali, il Presidente venezuelano ha dato un colpo mortale alla vecchia forma di fare politica e ha messo fine a strutture come AD e COPEI, che sembravano far parte del concetto stesso della politica venezuelana.

 

Della COPEI, oggi sarcasticamente si dice che la sua militanza si riunisce negli ascensori, mentre AD, che prima era arrivata ad avere tre milioni di voti, arriva appena a 300.000. Inoltre, dopo le assenze alle elezioni parlamentari del 2005 - nel tentativo di evitare una sconfitta schiacciante - e la decisione di non partecipare alle presidenziali del 2006, sommato alle lotte interne, fa sì che difficilmente si può ancora considerare AD come un solido partito politico.

Secondo alcuni osservatori locali, il cambiamento è il prodotto dei quasi 50 anni di governi alterni di AD e COPEI che hanno finito col far identificare tutto ciò che è “politico” con una brutta parola, gettando un discredito che ha minato la fiducia nei partiti tradizionali.

 

Da questo punto di vista si potrebbe persino pensare che l’attuale proliferazione di gruppi politici si deve alla ricerca di nuove strutture organizzative per supplire le aspettative che non sono colmate dal Movimento V Repubblica (MVR) di Chávez.

Nel campo dell’opposizione sta capitando qualcosa di simile, con la creazione di organizzazioni di destra che abbracciano un'ampia fascia di posizioni, soprattutto fondate sul tentativo di slegarsi dal passato elitario e di corruzione dei dinosauri politici.

In quanto a Chávez, basti dire che, la proposta di rielezione è appoggiata da più di 20 organizzazioni politiche, oltre al MVR che continua ad essere un movimento più che un partito..

Un'altra spiegazione, più semplice, della proliferazione di organizzazioni politiche è che i meccanismi di iscrizione sono eccessivamente flessibili; per qualunque venezuelano con interessi politici è relativamente facile farsi un partito proprio.

 

Tuttavia, se la moltiplicazione riflette in qualche modo una fiducia nelle nuove condizioni del paese, nel campo rivoluzionario o chavista, la dispersione potrebbe minacciare il cammino verso il socialismo che propone il capo di Stato per il suo nuovo mandato.

A partire dalla consapevolezza che il MVR sta per compiere la sua missione storica, ed ora per affrontare la minaccia degli Stati Uniti serve un partito forte ed aggregante, Chávez ha proposto per il 2007 la creazione di un partito unico.

A grandi linee, secondo la sua proposta, si tratta di un'organizzazione di carattere socialista, la cui conformazione sarà discussa in un congresso di tutte le organizzazioni, e perfezionata nel corso del prossimo anno.

 

I leader dei partiti alleati al MVR hanno accettato la proposta, anche se avrebbero preferito aprire un processo di dibattito e dare al congresso proposto da Chávez un carattere ideologico, più che organizzativo, partendo dal principio che l'unità non può essere ottenuta per decreto.

In ogni modo, la questione riflette un processo concreto di cambiamenti che non sono ancora finiti, e il 2007, dopo le elezioni presidenziali del prossimo 3 dicembre, dovrà costituire un periodo di riorganizzazione che non lascerà estranei né i sostenitori né l’opposizione.

 

Traduzione dallo spagnolo di FR per www.resistenze.org