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da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=72181&titular="mamá-¿me-dejas-jugar-al-paramilitar-que-invade-venezuela?"-
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il secondo videogioco sull’invasione del Venezuela
 
di Luigino Bracci Roa - Yvke Mundial
 
04/09/08
 
Dopo anni di ricerca, polemica e pubblicità “gratuita” attraverso rotocalchi specializzati, è uscito il gioco “Mercenari 2”.
 
Negli Stati Uniti escono decine di nuovi videogiochi ogni giorno, ma questo ha destato un’attenzione particolare per la sua tematica: è un videogioco di mercenari ambientato in un Venezuela dove un tiranno affamato di potere altera il rifornimento di petrolio, provocando un’invasione che trasforma il paese in una zona di guerra.
 
Le prime immagini del videogame sono del 2005, all’epoca ci fu una polemica perché si vedevano delle immagini della sede di Petróleos de Venezuela (Pdvsa) a La Campiña (Caracas), distrutta dall’invasione. Si vedeva anche la Torre Domus di Plaza Venezuela in fiamme, dove fino al 2004 si trovava il Centro Nazionale de Tecnologie dell’Informazione, che all’epoca conteneva i server dei siti web dello Stato venezuelano.
 
Nella storia proposta dal gioco, un’importante figura politica venezuelana chiamata Ramón Solano, affida ai protagonisti (i mercenari) un lavoro, ma dopo non glielo paga. Dopodiché Solano fa un colpo di stato diventando il dittatore del paese. S’impadronisce della produzione del petrolio venezuelano e lo utilizza per causare incidenti internazionali.
 
Dice Solano prima di iniziare i combattimenti negli scenari venezuelani: “E’ ora che i venezuelani smettano di pagare per la cupidigia degli interessi stranieri, gli faremo pagare il nostro petrolio. Da oggi in poi pagheranno tutti”. Alcune scene del gioco, che si svolge nel 2010, mostra mercenari dall’accento statunitense che assaltano le petroliere durante il sanguinoso colpo di stato.
 
Ci sono scenari a Caracas, e altri luoghi del paese. Si possono anche lanciare delle bombe nucleari sul territorio venezuelano. Le forze militari che si oppongono a Solano (cioè i “buoni”) sono raggruppati nel PLAV ("People's Liberation Army of Venezuela", o Esercito di Liberazione Popolare del Venezuela). Il suo logo, che sarà certo famigliare a tutti i venezuelani è il pugno chiuso di OTPOR. OTPOR è il gruppo che ha organizzato i movimenti studenteschi per far cadere i governanti di Serbia, Georgia, Ucraina e altri paesi delle cosiddette “rivoluzioni colorate”.
 
Il movimento studentesco venezuelano, che ha cambiato il pugno con le mani bianche e la parola “Resistenza”, è un altro movimento appoggiato da OTPOR. I PLAV nel gioco sono i buoni, usano il logo di OTPOR, dicono di essere di sinistra e vogliono far cadere il “dittatore”.
 
Da assassini ad eroi
 
Il sito web Tribuna Latina fornisce un’altra descrizione del videogioco: “Si tratta di guadagnare denaro come mercenario in una guerra che si svolge in Venezuela a causa della lotta per l’Oro Nero. Ogni somiglianza con l’Iraq (non) è pura coincidenza.
 
Subito gli eroi proposti sono i mercenari (meglio noti in Venezuela e Colombia come “paramilitari”): persone contrattate da un governo per fare lavori così sporchi e illegali che non possono essere fatti da soldati regolari. I paramilitari o mercenari colombiani sono abituati ad assassinare le loro vittime nei modi più spietati: squartano le persone vive di fronte ai loro famigliari e alle comunità, per terrorizzare la popolazione. D’un tratto, questi mentecatti diventano gli eroi e le loro azioni si trivializzano.
 
Videogiochi usati per reclutare giovani
 
Il gioco è prodotto da Pandemic Studios, azienda situata a Los Angeles, California, e in Australia. Sembra una “innocente” azienda di videogiochi come tante altre, ma la realtà a volte non è così innocente.
 
“Il mercato su cui punta Pandemic sono i giovani e gli adolescenti che sono in età di reclutamento per le forze armate. E questa non è la prima avventura militare di Pandemic”, ha spiegato nel 2006 la Rete di Solidarietà col Venezuela. E ha fornito le prove: il portale MSNBC, della NBC e Microsoft, nell’ottobre del 2003 ha pubblicato un articolo interessante intitolato: “Il Pentagono e la CIA reclutano i videogiochi”, dove s’informa che entrambi gli enti statunitensi stanno usando i giochi elettronici per risolvere due gravi problemi. Primo: la quantità sempre più bassa di giovani che sono disposti all’arruolamento, secondo: la necessità di addestrare i soldati con tecnologie più economiche e di massa, che consentano di apprendere le tecniche militari e formare leader.
 
Per questo il Pentagono e la CIA usano sempre più aziende di videogiochi per simulazioni realistiche di soldati che invadono paesi terzi. I videogiochi e i personal computer permettono a giovani che vivono i città diverse di conoscersi tramite Internet e di giocare in squadra, ma permettono anche che queste simulazioni militari siano usate da soldati (o da futuri soldati) per elaborare strategie di gruppo.
 
Mérida non sfugge alla guerra in Mercenaries 2
 
Spiega MSNBC: "Il gioco 'Full Spectrum Warrior' è stato creato dall’Istituto per le Tecnologie Creative (Institute for Creative Technologies, ICT) a Marina Del Ray, California, un’azienda da 45 milioni di dollari creata cinque anni fa (1998) dall’Esercito per unire l’Accademia con le industrie dell’intrattenimento e i videogiochi. L’istituto ha subappaltato il lavoro dell’elaborazione del videogioco all’azienda Pandemic Studios".
 
In altre parole, Pandemic ha lavorato per un istituto che lavorava per la CIA. Lo stesso articolo, datato 2003, segnala che l’ICT “ha lavorato per la CIA per circa un anno, per vari milioni di dollari, permettendo ad analisti dell’Agenzia di assumere il ruolo di leader o di membri di cellule terroriste per condurre operazioni”.
 
Pandemic mostra orgogliosamente il progetto nella sua pagina web: "Full Spectrum Warrior / Army Training (Addestramento dell’Esercito) è un simulatore per la fanteria leggera a livello di squadrone appiedato, creato per l’US Army e che può essere giocato con una consolle di ultima generazione.
 
Si svolge nell’assunzione di decisioni tattiche da parte del comandante di squadra. Le decisioni sono prese sotto il fuoco nemico e in ambienti molto complessi in termini tattici e politici, in MOUT (Operazioni Militari in Terreni Urbani)".
L’istituto sopraccitato ha pure creato un altro gioco di specifico addestramento per militari:
“Full Spectrum Command”, nel febbraio 2003. Ambientato en Europa dell’Est (con le ferite del conflitto dei Balcani ancora aperte) "..mette a dura prova l’organizzazione, la presa di decisioni e l’abilità nel riconoscere le minacce” per un comandante di 120 uomini di truppe di pace.
 
MSNBC segnala che “i videogiochi sono un modo per aumentare l’interesse degli adolescenti per il loro reclutamento. Giochi come 'America's Army', creato e pubblicato dall’Esercito, e 'Guard Force', pubblicato dalla Guardia Nazionale, possono essere scaricati e giocati negli uffici di reclutamento”. Negli USA la recluta è volontaria, e non è certo un segreto che le Forze Armate si sono rivolte ad ogni genere di espediente (come offrire la cittadinanza a cittadini stranieri, oppure e borse di studio per migliaia di dollari ai futuri combattenti) per cercare di aumentare il numero dei giovani che si prestino ad andare a invadere altri paesi. Hanno fatto della parodia sull’argomento perfino i Simpson.
 
Ma nessun gioco supera Counter-Strike o Rainbow Six, giochi che in Venezuela sono visti come una forma di intrattenimento, pure questi finalizzati al lavoro di squadra e che hanno stimolato negli USA l’interesse dei giovani per la vita militare.
 
Perché tanto baccano? E’ solo un gioco!
 
E’ preoccupante pensare che milioni di adolescenti statunitensi in questo momento stanno giocando a invadere il Venezuela. Nel 2002, milioni di adolescenti hanno giocato con "Conflict: Desert Storm", mesi prima di iniziare l’invasione dell’Irak. Il gioco ha condizionato o abituato molti del fatto che l’invasione di quel paese era imminente e perfino necessaria, nonostante che sia stato provato che i rapporti del governo iracheno con Al Qaeda così come la costruzione di armi nucleari, erano un falso.
 
Chuck Kaufman, facente parte dell’ “Alleanza per la Giustizia Globale” ha detto che non si tratta solo di un gioco. Lui è un buon conoscitore della comunità latinoamericana negli Stati Uniti. Vecchio membro della “Rete nicaraguense”, attualmente appartiene alla “Alliance for Global Justice”, (AFGJ) ed è il coordinatore della ‘Rete di Solidarietà Venezuelana’. Egli ha dichiarato: "Perché non scelgono Dublino o Washington D.C. come scenari? Pandemic ha semplicemente capitalizzato l’immagine negativa e sconcertante che la stampa degli USA produce sul Venezuela e il suo leader, Chávez. Questo gioco non è niente altro che un pezzo di propaganda antivenezuelana,che serve all’esercito nordamericano. Nient’altro.”
 
Fino all’anno scorso Pandemic Studios apparteneva al gruppo Elevation Partners, con Bono (il noto cantante del gruppo musicale U2) uno dei suoi azionisti. Nel mondo, contro di lui, sono state condotte varie proteste, non si sa se questa è la vera ragione, ma Pandemic l’anno scorso è stata venduta a Electronic Arts. Kaufman ha spiegato: "Bono era uno dei maggiori investitori di Pandemics ed ha venduto i suoi interessi nella compagnia. Così abbiamo potuto far sì che i disegnatori cambiassero il “cattivo” del gioco con una figura simile a quella di Chávez per quella di un corrotto uomo d’affari.
 
Pandemic si difende: E’ come un film di James Bond
 
Un paio di giorni fa, il direttore di Pandemic, Cameron Brown, ha preso in considerazione il fatto che il Venezuela fosse il terreno di gioco in cui si svolge Mercs-2.
”Siamo lieti per tutta l’attenzione che ci prestate. Alcune delle cose di cui ci rimproverate, come l’essere in linea con il governo Bush, sono molto curiose. Noi non offendiamo nessuno. Portiamo avanti Mercs-2 come un film d’azione. Come nel caso di James Bond, si sceglie un posto del pianeta e lo si trasforma in film d’azione su quel luogo.” Ha spiegato nel sito di videogiochi Game Spot. “Ritengo che i reclami siano pretestuosi. Non penso che qualcuno li prenda sul serio. Noi non lo facciamo”.
 
Ma per Kaufman, le spiegazioni non sono fittizie per niente: “Bond è un agente inglese d’epoca posteriore a quella dell’imperialismo britannico. Gli USA in Iraq hanno più mercenari che soldati. Il regime di Bush ostacola con ogni evidenza il Venezuela e Chávez. Pandemics è associato alla guerra, tutto questo è ben più che sola “fiction”.
 
“C’è una differenza tra guardare qualcuno che uccide una persona e tirare un grilletto di persona. Questi videogiochi sono diventati molto realistici. In ogni modo non è vero che la cinematografia non abbia nessun problema con la violenza gratuita".
 
Un altro videogioco contro il Venezuela: "Conflict: Denied Ops"
 
Come se non fosse sufficiente Mercenari 2, in febbraio è stato messo in vendita un altro gioco di combattimento in prima persona (FPS o First-Person Shooter) chiamato "Conflict: Denied Ops"(traducibile come "Conflitto: Operazioni Coperte") che si svolge, anche questo, in Venezuela oltre al Ruanda e la Russia. Tratta di agenti della CIA che devono compiere incursioni in quei paesi per svolgere compiti speciali. Si può giocarlo con PC, Xbox360 e Playstation3.
 
Una pubblicità del videogioco racconta la trama interventista: all’inizio del videogioco si viene informati di un golpe in Venezuela. Il golpe diretto dal generale Ramírez, provoca una guerra civile e fa un gran numero di morti. Quando inizia l’intervento dell’ONU guidato dagli USA, il generale Ramírez sorprende tutti con la minaccia di usare un’arma nucleare che nessuno pensava potesse possedere. L’impossibilità di rischiare un intervento militare diretto, costringe a chiedere aiuto alla Divisione di Attività Speciali della CIA per missioni coperte, quelle che non saranno riconosciute dal governo USA. Graves e Lang sono inviati in Venezuela affinché trovino prove del programma nucleare di Ramírez. Frammenti di prove li spinge ad iniziare una corsa contro il tempo attraverso 4 continenti per evitare che una carica mortifera cada nelle mani di Ramírez.
 
Alcuni dei soldati del generale Ramirez usano baschi rossi.
 
Il gioco è prodotto dall’azienda britannica che è diventata famosa con i giochini di Lara Croft (Tomb Raider). Nel 2005 Elevation Partners (l’impresa di cui è co-proprietario Bono) è stata comprata da Eidos.
 
Sono semplici e innocenti videogiochi o l’ultradestra statunitense cerca di condizionare la sua popolazione - e in particolare i giovani in età d’integrare la milizia - per un futuro intervento in Venezuela? Giudicate voi.