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- popoli resistenti - venezuela - 13-02-09 - n. 261
Smascherato il complotto sionista contro Chavez
di Basem Tajeldine - Rebelión
12/02/2009
E’ proprio vero che non esiste il crimine perfetto! Le forze di sicurezza dello Stato venezuelano hanno dimostrato che la profanazione della sinagoga che si trova nel centro di Caracas è il frutto di un’azione maturata al suo interno; il responsabile è un uomo della sicurezza addetta alla protezione del rabbino insieme ad una serie di esperti complici. La verità è venuta a galla.
Secondo le informazioni fornite da Prensa Fiscalía il giorno 8 febbraio 2009: “Nelle prossime ore il Ministero porterà in Tribunale (...) 11 persone, tra cui 5 poliziotti, un detective del Corpo di Indagini Scientifiche, Penali e Criminali (Cicpc), un funzionario della Polizia di Caracas e quattro civili (...)”.
Non c’è dubbio, il sionismo ha dichiarato guerra al Venezuela.
La profanazione della sinagoga di Maripérez avvenuta il 3 febbraio 2009 fa parte di un piano per diffamare la rivoluzione e più direttamente il comandante Chavez in ambito internazionale, oltre che ad influire negativamente sul referendum approvatorio del 15 febbraio.
Gli astuti autori del crimine non avevano lasciato prove rivelatrici, ma sono stati traditi dagli autori intellettuali del piano quando hanno preteso di responsabilizzare direttamente il governo dell’accaduto.
Conoscendo il repertorio criminale del sionismo internazionale e del Mossad in fatti simili in tutto il mondo, e conoscendo la necessità israeliana di colpire mortalmente il Venezuela per via della dignitosa presa di posizione assunta a difesa del popolo palestinese e dell’accusa di genocidio rivolta ad Israele, la verità che era stata maliziosamente occultata è venuta ora alla luce.
Sono i sionisti i veri antisemiti, perché concepiscono la pulizia etnica e il genocidio contro un popolo davvero semita come il valoroso popolo palestinese. Sono i sionisti i veri terroristi assassini di ebrei askenaziti e sefarditi, che in più di un’occasione non hanno esitato ad assassinare il proprio popolo con l’intenzione di provocare terrore e paura fra la gente, ciò che serviva per giustificare l’occupazione della Palestina e la migrazione di ebrei da tutto il mondo in quelle terre.
John J. Mearsheimer e il suo collega Stephen M. Walt, entrambi insegnanti rispettivamente presso le Università di Chicago e Harvard, scrivono nel loro libro La Lobby Israeliana quanto segue: “La profonda sensazione di paura fra gli ebrei quando nella primavera del 2002 Israele è stata duramente criticata...”. Ron Rosenbaum (ebreo) ha scritto sul New York Observer: “E' probabile che ci sia un altro olocausto.” L’inquietudine si è fatta così grande che Leon Wieseltier (anche lui ebreo) del New Republic ha scritto: “La morte è dietro la porta di ogni ebreo. Il mondo è selvaggio. La ragione è deragliata. L’ansia è la prova suprema di autenticità. Abbondano le analogie imprecise e incendiarie. L’immagine dell’olocausto è ovunque”.
La paura è l’arma che giustifica il sionismo, ma il sabotaggio è un’indispensabile “cavallo di troia”.
Il sionismo internazionale attraverso il Mossad ha cercato di ripetere in Venezuela ciò che era già stato fatto in Argentina con l’ambasciata israeliana (1992) o come nel caso dell’autobomba esplosa di fronte all’AMIA, l’organizzazione ebrea più importante del paese, con l’obiettivo di incolpare l’Iran. O come nei casi avvenuti in Uruguay per screditare gli ebrei progressisti che si erano uniti in difesa della Palestina accusando Israele di genocidio.
Più recentemente, il giornale Ultime Notizie ha rivelato l’opinione di Esteban Horvath, che ha lavorato con L’unità Educativa Morale e Luci Herzl-Bialik, in Venezuela, dal 1979 al 1993, come coordinatore della cattedra di Biologia. Horvath, anche lui ebreo, ricorda che un giorno del 1989 il collegio è apparso coperto di scritte “morte agli ebrei”, “ebrei assassini” ed altre. Secondo Horvath, “In quell’occasione dopo aver riunito tutti i professori uno di loro confessò di aver pianificato l’episodio con degli alunni della quinta classe, allo scopo di “aumentare l’unità fra gli studenti ebrei”. Questo episodio è stato raccontato da Horvath in tribunale la scorsa settimana, dove si è presentato in modo spontaneo.
Noi ci chiediamo: “Israele e la borghesia ebreo-sionista venezuelana avrebbero potuto vendicarsi di Chavez giustificando le loro accuse di un nascente antisemitismo nel paese, senza prima aver creato un finto attentato per diffondere la paura fra gli ebrei residenti in Venezuela? Ora, di fronte a queste rivelazioni che faranno i Presidenti della Federazione e della Confederazione Israeliana del Venezuela? Saranno disposti ad impugnare le denunce formali per mandare in carcere gli autori intellettuali di quest’atto vandalico?
Rimane dimostrato che il sionismo per raggiungerei suoi obiettivi è disposto a tutto. Il sionismo è il peggior nemico dell’umanità. Per mezzo del Mossad israeliano i sionisti cercheranno di attentare contro Chavez e la Rivoluzione Bolivariana. Il complotto è svelato. Se dovesse capitare qualcosa al comandante Chavez, sapremo che dietro c’è il Mossad.