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- popoli resistenti - venezuela - 15-03-09 - n. 265
Traduzione dal castigliano Ciro Brescia - adattamento a cura di OTTAVOMIGLIO Laboratorio
Operazioni Psicologiche contro il Venezuela
Washington e la sua Guerra contro la Rivoluzione Bolivariana
di Eva Golinger
03/03/2009
Un documento segreto del Centro Nazionale di Intelligence dell’Esercito degli USA (U.S. Army National Ground Intelligence Center), parzialmente declassificato di recente, per una sollecitazione della Legge di Accesso alla Informazione (FOIA secondo la sigla in inglese) negli USA, conferma che la maggiore squadra di operazioni psicologiche del Pentagono sta impiegando i suoi sforzi contro il Venezuela.
Il documento, anno 2006, analizza la situazione nella frontiera tra Colombia e Venezuela. La redazione di questo documento è realizzata dal Gruppo 4 di Operazioni Psicologiche (Activa) dell’Esercito degli USA ed il Centro Nazionale di Intelligence dello stesso esercito, fatto che conferma, quindi, che questa stessa squadra di guerra psicologica sta lavorando nella regione contro il Venezuela. Il poco testo del documento segreto, che hanno lasciato senza censura, spiega come il Plan Patriota (precedentemente conosciuto come Plan Colombia) ha spinto con successo le attività delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) nel territorio venezuelano. Nel documento segreto si sottolinea esplicitamente che:
“…le operazioni offensive del Plan Patriota e le sue contro parti dell’esercito colombiano hanno avuto un impatto importante sulle attività del Blocco Orientale [delle FARC] ... grazie a questo successo contro alcuni fronti del Blocco Orientale in Colombia, diversi fronti del Blocco Orientale stanno conducendo maggiori combattimenti e rigenerando la propria attività sulla frontiera colombo-venezuelana. I Mini Blocchi de Los Llanos e della zona orientale… hanno assunto distinti ruoli strategici in risposta al Plan Patriota 2B…”
Non si può considerare come una coincidenza l’arrivo del Gruppo 4 delle Operazioni Psicologiche (Activa) dell’Esercito degli USA in Colombia nell’anno 2006 e la strategia di spingere le FARC ed il conflitto civile colombiano nel territorio venezuelano. Come non è casuale che il Dipartimento di Stato ed il Pentagono comincino ad accusare pubblicamente il Venezuela di collaborare con il terrorismo, specialmente facendo riferimento ad una ipotetica relazione con le FARC. Fu nel primo semestre del 2006 che Washington collocò il Venezuela in una lista di paesi che “non collaborano sufficientemente con la lotta contro il terrorismo”, imponendo quindi una sanzione contro il paese sudamericano che consiste nel divieto di vendita di armamenti USA e di qualsiasi impresa internazionale che utilizza tecnologia statunitense.
L’informativa del Dipartimento di Stato del 2006 recitava:
“La cooperazione del Venezuela nella campagna internazionale contro il terrorismo continua ad essere insignificante… non è chiaro fino a che punto il governo venezuelano ha offerto appoggio materiale ai terroristi colombiani, se lo ha fatto e fino a che livello…” (Informativa del Dipartimento di Stato del 2006, disponibile in inglese nel sito www.state.gov).
Pochi mesi dopo, nel luglio 2006, il Sub-comitato sul Terrorismo Internazionale e di Non Proliferazione della Camera dei Rappresentanti del Congresso USA realizzò una udienza denominata “Venezuela: Centrale del Terrorismo in America del Sud?”, dove si dichiara:
“…il Venezuela, sotto il presidente Hugo Chávez, ha tollerato i terroristi sul proprio suolo ed ha forgiato stretti rapporti con Stati che ufficialmente patrocinano il terrorismo come Cuba, Iran e Corea del Nord, I gruppi terroristi colombiani utilizzano il territorio venezuelano come paradiso sicuro…”
Allo stesso tempo, la stampa internazionale iniziò a promuovere matrici di opinione vincolando il Venezuela con il terrorismo. Articoli ed editoriali nel Washington Post, New York Times, Washington Times, Wall Street Journal, El País di Spagna, El Tiempo di Bogotá, il Miami Herald, tra gli altri, riportavano continuamente il supposto vincolo tra il governo venezuelano e le FARC in Colombia, anche se non hanno mai presentato nessuna prova inconfutabile. Tutto si basa su fonti “anonime”, “alti funzionari di Washington”, e “analisti”, senza mai fare nomi, dati e fatti concreti.
I guerrieri della propaganda
Gruppo 4 delle Operazioni Psicologiche (Activa) dell’Esercito degli USA è l’unica unità operativa per le operazioni psicologiche nell’esercito. L’unità è composta da 1.300 funzionari e costituisce il 26% di tutte le unità di operazioni psicologiche dell’esercito, il restante 74% è costituito da riservisti.
Per l’anno 2011, è pianificato che l’unità cresca fino a raggiungere ca.2.300 esperti in operazioni psicologiche. La missione ufficiale del Gruppo 4 delle Operazioni Psicologiche (Activa) è dispiegarsi rapidamente in qualunque parte del mondo per pianificare, sviluppare e condurre operazioni psicologiche e affari civili (leggere: sovversione) in appoggio alle forze di coalizione e alle agenzie governative di Washington.
Il personale del Gruppo 4 include esperti regionali e linguisti che comprendono profondamente le sottigliezze politiche, culturali, etniche e religiose del pubblico bianco. Inoltre sono esperti in aree tecniche come il giornalismo, operazioni di radio, disegno grafico, stampa, impaginazione di immagini e comunicazioni tattiche di ampio raggio.
Nell’anno 2003 il Gruppo 4 delle Operazioni Psicologiche (Activa) dell’Esercito degli USA inaugurò un complesso di operazioni mediatiche delle Forze Speciali Operazionali con un costo di 8,1 milioni di dollari. Questo complesso è conosciuto come il centro di produzione del Pentagono per tutte le sue operazioni psicologiche ed i sui “prodotti”, come volantini, foglietti, posters, frammenti per la televisione e la radio utilizzati per persuadere e conquistare le menti ed i cuori di chiunque il Pentagono desideri attaccare. Ad esempio, più di 150 milioni di volantini e foglietti – tutti prodotti ed impressi nel complesso del Gruppo 4 delle Operazioni Psicologiche (Activa) – sono stati disseminati in Irak ed in Afghanistan. Il Colonnello James Treadwell, Comandante del Gruppo 4, h sottolineato che più di 16.000 ore di messaggi per radio sono stati prodotti dal suo gruppo e trasmessi in Afghanistan, e più di 4.000 in Irak. Il centro stampa nel nuovo complesso ha la capacità di stampare più di un milione di foglietti al giorno. I soldati delle operazioni psicologiche studiano tecniche di “marketing” e di pubblicità prima di disegnare i loro “prodotti”. Inoltre analizzano dettagliatamente impatti e risultati. Sono tutti esperti nella propaganda e nei migliori modi di influire sulla opinione pubblica al fine di promuovere la propria agenda.
Nel 2005 questa unità di “guerrieri della propaganda” fu ampliata con l’istituzione dell’Elemento di Appoggio alle Operazioni Psicologiche Congiunte (JPOSE), con al comando il Colonnello Treadwell. Trasferito dall’Irak alla sede del JPOSE a Tampa, Florida. Il Colonnello iniziò a focalizzare le sue attività di propaganda verso il sud. In alcune dichiarazioni alla stampa, Treadwell confermò che la sua nuova squadra di elite di operazioni psicologiche dirigeva una parte del lavoro verso Bolivia e Venezuela. Poco dopo un contratto milionario (ca.100 milioni di dollari) fu consegnato alla impresa Science Applications International Corporation (SAIC) per aiutare a disegnare le “campagne” di operazioni psicologiche con il JPOSE. Altre due imprese, Lincoln Group e SYColeman, hanno ottenuto contratti simili grazie ai fondi della squadra che supera gli 8 miliardi di dollari annuali. Di queste imprese, la SAIC ha una storia piuttosto equivoca in Venezuela. È stata l’impresa che insieme alla PDVSA, la società di stato del petrolio, costruirono una impresa mista, INTESA, che si incaricò nell’anno 1995 di automatizzare l’industria petrolifera venezuelana. Fu questa impresa denominata INTESA che attuò uno dei sabotaggi più brutali contro l’industria venezuelana alla fine dell’anno 2002, con l’intenzione di rovesciare il presidente Hugo Chávez. L’impresa fu utilizzata come una piattaforma per attaccare il “cervello della PDVSA”, distruggendo tutti i database e i sistemi automatizzati e convertendola di nuovo in una impresa di operazioni manuali. Le sue azioni causarono miliardi di dollari in danni alla economia venezuelana e la sua reputazione internazionale come somministratore e produttore sicuro di petrolio. Di fatto, però, non raggiunsero l’obiettivo di defenestrare il Presidente Chávez e, poco dopo, INTESA fu chiusa e costretta a cessare le sue operazioni nel paese. Fino a quando, tre anni dopo, riapparvero nelle vesti di contrattati per realizzare operazioni psicologiche contro lo stesso governo che avevano tentato di neutralizzare precedentemente senza successo.
Da quando la squadra più potente di operazioni psicologiche degli USA sta lavorando attivamente contro il Venezuela, si è visto il frutto del suo lavoro sul piano internazionale, come nel paese, a livello nazionale. Il Presidente Chávez è stato già definito “dittatore” nell’opinione pubblica internazionale e sono pochi coloro che dubitano della sua supposta “relazione” con le FARC in Colombia – nonostante non sia mai stata tirata fuori nessuna prova che confermi questa relazione. Le operazioni psicologiche sono considerate dal Pentagono, all’oggi, la propria “arma più potente”. Attraverso gli schermi, le emittenti, i periodici, i manifesti, disegni su magliette ed oggetti, trasmettono i propri messaggi diretti e ben pianificati per influenzare sottilmente l’opinione pubblica e le sue percezioni sui temi di interesse. È il nuovo campo di battaglia dove tutti siamo costretti ad assumere un ruolo, poiché nessuno sfugge alla comunicazione e alla informazione nel mondo di oggi. È la lotta per la verità e la giustizia contro la menzogna e la manipolazione.
La decisione di essere vittima o combattente
in questa guerra irregolare
sta nelle mani di ognuno di noi.
Non ti lasciare ingannare.