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- popoli resistenti - venezuela - 06-06-10 - n. 322
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Per Carolus Wimmer, vice presidente del Parlamento Latinoamericano in Venezuela, urgono misure di pressione nei confronti di Israele per arrivare ad accordi di pace
04/06/2010
"Le misure che proponiamo non vogliono la distruzione del popolo ebraico, ma obbligare il suo governo a consentire colloqui di pace da pari a pari", così si è espresso il vice presidente del Parlamento Latinoamericano in Venezuela [Parlatino].
Il recente attacco israeliano alle sei imbarcazioni componenti la "Flotta della Libertà", non è che una nuova manovra dello Stato di Israele volta al controllo della Striscia di Gaza, territorio su cui mantiene un blocco totale dal 2008, dopo che la resistenza popolare fece fallire l'invasione delle truppe israeliane e quando morirono davanti alle telecamere 1.400 tra uomini, donne e bambini palestinesi.
Questo spiega Carolus Wimmer, vice presidente del Parlamento Latinoamericano in Venezuela, il quale afferma che questa aggressione è un'azione da pirati dal momento che è stata commessa in acque internazionali. "E' piuttosto un atto di pirateria condotto da gruppi d'assalto di élite dell'esercito e marina di Israele", ha affermato. La "Flotta della Libertà", ha continuato, è il risultato di anni di lavoro da parte delle organizzazioni di solidarietà umanitaria di circa 30 nazioni e ora svanisce sotto lo sguardo attonito del mondo, mentre i media diffondono una versione in cui si suppone che l'esercito israeliano si stesse difendendo dagli attacchi terroristici: "I mass media seguono una campagna, pianificata con largo anticipo, nella quale sostengono che i soldati sono stati attaccati facendo passare per vittime i carnefici".
Ha proseguito dicendo che i principali media, alleati di Israele e dei governi imperialisti, hanno l'incarico di modificare l'immagine di un popolo che resiste da anni e che tenta di mettere in moto meccanismi di autodifesa, come ad esempio il tunnel verso l'Egitto per procurarsi cibo e acqua. Purtroppo, però, i media alleati di Israele travisano i fatti e tutte queste azioni vengono tacciate di terrorismo.
Wimmer ritiene che sia giunta l'ora far avanzare una "prima rivendicazione umana che consiste nel ritorno delle famiglie palestinesi espulse e, in secondo luogo, nel recupero della loro patria attraverso l'unificazione di Cisgiordania e Striscia di Gaza". A questo proposito, fornisce alcuni suggerimenti sulle misure che ritiene debbano essere intraprese. "È urgente intervenire con strumenti di pressione verso Israele per raggiungere accordi di pace", ha dichiarato. Egli ha inoltre sottolineato l'importanza di continuare a fornire informazioni esatte alla stampa e, analogamente, di insistere sugli accordi pacifici a cui Israele si è sempre opposto. "Il popolo ebraico ha il diritto di vivere, quello che cerchiamo è un accordo di pace", ha spiegato.
In questo senso invita anche a sostenere il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, che in questi ultimi giorni ha cercato appoggio per passare dalla denuncia all'azione. Riguardo a ciò, Wimmer ha ricordato che il Venezuela diede un eccellente esempio un anno e mezzo fa, quando la Striscia di Gaza fu attaccata e il governo del Venezuela ruppe automaticamente le relazioni con Israele, dichiarando: "Rispettiamo la multipolarità, le diversità ideologiche e religiose che possono esistere, ma non possiamo accettare uno stato criminale".
Un'altra delle proposte di Carolus è la realizzazione di un blocco diplomatico, insieme ai paesi che compongono ALBA, MERCOSUR, UNASUR Organizzazione degli Stati Latinoamericani e del Caribe, ecc, con l'intenzione di dare vita a una mobilitazione, nel rispetto delle decisioni sovrane di ciascun paese, che consenta ai governi di prendere provvedimenti non contro il popolo ebraico, bensì contro lo Stato sionista di Israele, perché si veda costretto a partecipare alle sessioni del processo di pace. "Le misure che proponiamo nono sono dirette alla distruzione del popolo ebraico, ma per forzare il suo governo a consentire colloqui di pace, da pari a pari", ha spiegato.
In questa stessa ottica, raccomanda un blocco economico poiché, come ha indicato, Israele è il paese più armato e la sua intera economia è diretta alla guerra. "Si potrebbe utilizzare il seguente slogan: Non una goccia di petrolio per Israele", ha suggerito Wimmer, menzionando ugualmente il fatto che i popoli e i governi non debbano comprare i prodotti israeliani.
Un'altra importante indicazione del vice-presidente del Parlatino è di fare appello ad un tribunale internazionale, "che non ha alcun effetto diretto, ma almeno serve a denunciare e identificare costantemente i crimini. Questo ha funzionato nel caso della guerra del Vietnam".
Una minaccia più vicina di quanto appaia
Se è vero che il rispetto e l'osservanza dei valori come la solidarietà, l'umanità e la giustizia dovrebbero essere le motivazioni principali seguite dai popoli e governi del mondo per respingere le azioni criminali dello Stato di Israele, un'altra ragione per cui il resto delle nazioni deve lavorare per raggiungere accordi di pace con Israele sta nella minaccia che rappresenta per regioni come l'America Latina.
Alcuni si chiederanno: qual è la minaccia per il Venezuela se la Striscia di Gaza è così lontana? Carolus risponde dicendo che "è dimostrabile come Israele sia dagli anni ottanta direttamente coinvolta nell'addestramento e organizzazione di narcotrafficanti e paramilitari in Colombia". A questo proposito, ha voluto rendere pubblico il nome del generale israeliano incaricato di tali operazioni. E' il generale Israel Ziv, che "ha una società di mercenari e fu assunto dall'attuale candidato alla presidenza Juan Manuel Santos, quando era ministro della Difesa in Colombia, per riorganizzare le Forze armate colombiane e ridefinire i piani dei paramilitari (...). Questo noi lo denunciamo: abbiamo Israele sulla porta di casa e all'improvviso, senza saperlo, è già in territorio venezuelano", ha avvertito. Come esempio di ciò ha parlato dell'aereo militare israeliano caduto lo scorso anno in Ecuador: "Vi è la certezza che Israele partecipò alla pianificazione dell'attacco degli Stati Uniti in Ecuador, dove venne ucciso Raul Reyes".
Nella storia sta la verità
Wimmer ha sottolineato l'importanza dell'analisi della storia internazionale per fronteggiare l'ondata mediatica che pretende di tramutare in vittime questo gruppo sionista che ha impedito l'invio di 10 mila tonnellate di aiuti umanitari, composti soprattutto da prodotti alimentari, acqua e medicinali, beni a cui il popolo palestinese di Gaza non ha accesso a causa del criminale ed inumano blocco cui è sottoposto.
"E 'importante ricordare e includere, alle informazioni e alla formazione storica, l'origine dello Stato di Israele che è di per sé uno stato artificiale, la cui fondazione nel 1948 è stata appoggiata soprattutto dalla Gran Bretagna e sostenuta dalle altre potenze capitaliste europee e dagli Stati Uniti", ha osservato aggiungendo che questa nuova missione contro la "Flotta della Libertà" si somma alla grande quantità di atti criminali che lo Stato di Israele ha compiuto nel corso di 62 anni e verso i quali esiste un ripudio militante.
All'interno di questa "ingiustizia storica", pone in evidenza l'espulsione forzata di milioni di palestinesi dalla loro patria, azione necessaria per la "creazione artificiale" dello Stato ebraico di Israele. A seguito di questo evento, il popolo deportato trovò rifugio in due enclavi: la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, dove oggi vivono 1,5 milioni di palestinesi a cui non è permesso di tornare alla loro terra.
Proseguendo con l'analisi della storia di questi popoli, balza agli occhi come elemento mirabile la resistenza del popolo palestinese, una lotta giusta che dura da più di un secolo. "Questa resistenza popolare, unita alla solidarietà internazionale, contrasta i disegni di Israele per appropriarsi della Striscia di Gaza, piano che non è per niente segreto visto che è stato apertamente dichiarato," ha aggiunto Wimmer.
Il vice presidente del Parlatino venezuelano ha spiegato che Gaza, per la sua posizione sul Mediterraneo diventa un territorio importante sopra il quale Israele pretende di avere il controllo totale ed è per questo che predispone un blocco di tale portata, che coinvolge gli aspetti economici, commerciali e il trasporto via terra, cielo e mare: "Il messaggio è: voi non mangiate... non vivete finché state lì".
Eppure il popolo palestinese della Striscia di Gaza resiste. Anche quando vediamo le immagini rese pubbliche grazie alla presenza di media come Telesur e Al-Jazeera, che mostrano un popolo che vive tra le rovine, conseguenza della distruzione attuata dai bombardieri israeliani su qualsiasi edificio venga costruito in quel territorio. Nonostante tutto questo... la Palestina resiste!
Prensa MInCI/ Berenice Sulbarán
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