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- popoli resistenti - venezuela - 13-10-12 - n. 425
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Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Il Partito Comunista del Venezuela, seconda forza elettorale bolivariana
di Omar Vázquez Heredia
11/10/2012
Le elezioni presidenziali dello scorso 7 ottobre, come qualsiasi evento elettorale recente, hanno diversi aspetti che possono e devono essere analizzati per comprendere l'orientamento politico della società venezuelana nel suo complesso, comprendendo le varie classi antagoniste in termini concreti e quei settori popolari che sono subalterni ideologicamente alla burocrazia statale o al capitale privato internazionale e/o nazionale.
In questo senso, innanzi tutto ci felicitiamo con il popolo lavoratore del Venezuela che ha ottenuto una vittoria politica ed elettorale attraverso l'elezione del compagno Hugo Chavez, leader del processo bolivariano, che ha sconfitto nella stragrande maggioranza del paese la proposta neoliberista rappresentata dal candidato della destra Henrique Capriles Radonski, anche nelle fortezze elettorali dell'opposizione come Nueva Esparta e Zulia. Realtà che permette di recuperare l'offensiva politica ed elettorale delle masse, dopo le vittorie parziali della destra nelle elezioni regionali del 2008 nelle quali hanno vinto in Stati chiave come Carabobo, Miranda, Tachira e Zulia, e, nelle parlamentari del 2010 nelle quali ottennero circa la stessa quantità di voti delle forze bolivariane, poco meno di 150.000 voti.
Ora, come militante comunista, intendo dare priorità all'analisi della prestazione elettorale del PCV, in un secondo tempo proporrò riflessioni su altri aspetti dell'evento elettorale. Dunque, inizio precisando che con il 97,65% dei voti scrutinati la scheda del Gallo Rojo ha raggiunto 482.317 voti, diventando chiaramente la seconda forza politica ed elettorale bolivariana, superando tra gli altri Patria Para Todos (216.293 voti) e REDES (195.283 voti). Così, comparando le elezioni presidenziali del 2006, dove il PCV ottenne 342.227 voti, si può notare che mancando ancora il 2,35% dei voti da scrutinare, è stato ottenuta una crescita di 140.090 voti, cioè del 40,93%. Una percentuale molto alta, perché il compagno Hugo Chavez ha vinto con un incremento rispetto al 2006 (7.309.080 voti) di 752.976 voti, vale a dire del 10,30%. Inoltre, il voto comunista ha rappresentato quasi il 6% dei voti del Polo Patriottico, portando all'alleanza antimperialista un contributo elettorale maggiore rispetto al 2006, in cui rappresentò il 4,6% dei voti bolivariani. Pertanto, chiudendo con i dati quantitativi, dobbiamo sostenere che senza ombra di dubbio il Partito Comunista del Venezuela registra un aumento significativo del sostegno elettorale, che esprime un riconoscimento del suo contributo all'approfondimento rivoluzionario del processo bolivariano.
Tra le conclusioni pertinenti dell'analisi realizzata dall'Ufficio Politico del CPV sulle ultime elezioni presidenziali - diffuso da Tribuna Popular - è necessario notare che: "Il PCV nel valutare i voti "ottenuti dal Partito Comunista riconosce che il risultato raggiunto in queste elezioni, al di là della votazione propria del partito, è il risultato di diverse correnti del movimento operaio e del movimento popolare che sono state espresse in un voto qualitativo in queste elezioni" (*)
Quindi, come militanti comunisti intendiamo che i voti ottenuti dal compagno Hugo Chavez nella scheda del Gallo Rojo manifestano, non solo voti propri, ma anche l'appoggio elettorale proveniente dal movimento popolare, sindacale e contadino, e che esprimono una posizione cosciente e critica intorno la necessità di avanzare nella soluzione di questioni combattute e denunciate dal PCV come il burocratismo (mancanza di pianificazione e inefficienza), la corruzione, la violazione dei sacri diritti della classe lavoratrice, le uccisioni dei contadini organizzati, la direzione verticale che ostacola la partecipazione e il controllo operario-popolare della gestione statale e economica, tra le altre. Per questo, mi pare indicata la valutazione dell'Ufficio Politico, diffusa nella tradizionale conferenza stampa del lunedi dal compagno Oscar Figuera, nella quale si esprime l'umiltà rivoluzionaria che evidenzia il rispetto dei comunisti per le varie organizzazioni popolari e proletarie che hanno "scelto" di votare nella scheda del Gallo Rojo, perché non è nello spirito dei marxisti-leninisti collocare l'apparato di partito al di sopra delle richieste e delle necessità di approfondimento del processo bolivariano, che pone il socialismo come orizzonte concreto.
Così, la scheda del PCV si è trasformata parzialmente in uno strumento per esprimere la preoccupazione per le attuali situazioni del quadro di gestione del governo bolivariano, che mettono a repentaglio il sostegno popolare al processo di liberazione nazionale e inceppano la possibilità reale di costruzione del socialismo. I comunisti, con il loro strumento di politica nazionale, il partito, con l'autonomia di classe e la lealtà verso il popolo lavoratore da diversi anni hanno messo in guardia e lottano per quanto è possibile contro l'aumento del malcontento popolare, che deriva dall'esistenza di pratiche borghesi e burocratiche che garantiscono la riproduzione della forma capitalistica di organizzazione sociale. Una insofferenza delle classi subalterne che elettoralmente si concretizza nella riduzione della forbice con la destra, passando dal 26% nel 2006 all' 11% nel 2012, anche se la differenza mantiene una grandezza significativa che non può essere trascurata e sottovalutata dai neoliberali organizzati nel cosiddetto Tavolo dell'Unità Democratica (MUD).
Questa situazione supera l'aspetto quantitativo e assume un elemento qualitativo fondamentale come la "scelta" di votare il compagno Hugo Chávez nella scheda del PCV di diversi dirigenti sindacali nazionali che vanno costruendo insieme alla Corrente Classista "Cruz Villegas" un movimento di lavoratori e lavoratrici autonomo e classista che permetta di avanzare nella trasformazione dei rapporti di forza interni del processo bolivariano, facendo del popolo lavoratore il settore egemonico del blocco storico emergente. Così, la mobilitazione dei militanti del PCV per la nuova Legge Organica del Lavoro, così come la loro partecipazione all'organizzazione dei Consigli dei lavoratori e lavoratrici, ha portato ad un incremento del rapporto diretto ed elettorale con la classe lavoratrice, realtà che qualifica il voto comunista perché ottenuto nella sua classe.
In conclusione, dopo i risultati del 7 ottobre, i comunisti devono capire la giustezza della decisione di mantenere il nostro partito come un referente classista e critico, con una linea azzeccata nella quale è inclusa l'importanza del fronte antimperialista (Polo Patriottico) nel quadro del processo di liberazione nazionale, ma che per avanzare nella costruzione reale del socialismo è necessario trasformare i rapporti di forza a favore del popolo lavoratore attraverso l'organizzazione del blocco popolare e rivoluzionario. Quest'ultimo obiettivo concreto e unitario, deve essere il principale sforzo del rafforzato Partito Comunista del Venezuela e delle altre forze rivoluzionarie. L'unità dei nuclei organici delle classi popolari, negli spazi frontisti e articolati come il Movimento per il Controllo Operaio, l'Unione Nazionale dei Lavoratori (UNETE), tra gli altri.
(*) PCV: abbiamo inflitto una strategica sconfitta all'imperialismo e al sionismo internazionale - http://www.resistenze.org/sito/te/po/ve/povecl09-011677.htm
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