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PCV: la soluzione è la presa del potere

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

07/10/2019

Dal bollettino Tribuna Popular Ottobre 2019

La soluzione di fondo è la presa del potere

Il PCV propone misure urgenti a beneficio dei lavoratori e del paese

Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) sostiene che nei paesi dell'America Latina che - come il nostro - vivono esperienze di processi progressisti, minacciati dalle forze al servizio dei monopoli imperialisti, ma anche estremamente deboli a causa dell'incoerenza delle direzioni riformiste intraprese, la soluzione di fondo è la presa rivoluzionaria del potere da parte della classe operaia in alleanza con il resto del popolo lavoratore della città e della campagna.

Di fronte all'acutizzazione delle contraddizioni mondiali interimperialiste e intercapitaliste e la crisi del modello capitalista dipendente e rentier del Venezuela, il PCV ha sottolineato che è evidente la necessità di una soluzione rivoluzionaria, ossia, a favore degli interessi popolari e non della borghesia.

Il Partito del Gallo Rosso ha segnalato con estrema chiarezza che nel nostro paese il Governo nazionale, in contrapposizione alla retorica "rivoluzionaria" utilizzata, applica politiche di liberalizzazione economica e promuove rapporti di lavoro flessibili, polverizzando il salario e favorendo gli appetiti lucrativi di diversi settori del capitale.

Non a caso, ha puntualizzato il PCV, l'11 ottobre 2018 il Ministro del Lavoro, Eduardo Piñate, ha dettato il Memorandum-Circolare N° 2792 con le nefaste "linee guida" che hanno creato un quadro favorevole alla dismissione dei contratti collettivi e di deterioramento dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori e delle lavoratrici, sia nel settore pubblico che nel settore privato.

Bisogna cambiare la politica

Il PCV ha ribadito la richiesta che l'Esecutivo Nazionale adotti una politica del lavoro differente rispetto all'attuale, che serva ai lavoratori per difendersi di fronte agli attacchi del padronato ma anche a far sì che la classe operaia eserciti il suo ruolo dirigente nel processo sociale e politico venezuelano.

I comunisti richiedono la restituzione dei diritti violati di tutti i lavoratori, in particolare di coloro che sono vittime di sospensioni e licenziamenti ingiustificati e illegali, come nel caso di Coca-Cola Femsa, Polar, Cealco, Abastos Bicentenario, Centrales Azucareros, per citare alcune tra le tante imprese del pubblico e del privato.

In alcuni casi, ha evidenziato il PCV, le azioni sono state commesse con l'applicazione fraudolenta dell'art. 148 della Legge del Lavoro (LOTTT), con la complicità di funzionari del Ministero del Lavoro.

Per tutto questo, e per manifesta e reiterata attitudine antioperaia e antisindacale, il PCV continua a chiedere al presidente Maduro che destituisca il ministro Piñate e inizi un processo di pulizia di tutte le istanze dipendenti dal Ministero del Lavoro, coordinandosi con il personale che lavora in esse.

Allo stesso tempo, insiste che nell'immediato - insieme ad una politica integrale di controllo operaio-popolare sulle strutture di costi, prezzi e profitti - debba applicarsi una politica salariale progressista, che serva ai lavoratori per recuperare la capacità d'acquisto del salario, avendo come riferimento gli indici dei prezzi dei beni e servizi che costituiscono il paniere di base, dato che attualmente il salario minimo equivale a meno di due dollari mensili.

Riorientare la politica economica, lavorativa e agraria per una soluzione rivoluzionaria alla crisi

Organizzazioni discutono un piano unitario di lotta

Diverse organizzazioni del movimento operaio e sindacale di classe, del movimento agrario e del movimento popolare-comunitario, si sono riunite lo scorso 26 settembre, nell'edificio Cantaclaro, sede del Partito Comunista del Venezuela (PCV), per discutere l'adozione di un piano nazionale unitario di lotta, per una politica economica, lavorativa e agraria che preservi e rafforzi i diritti del popolo.

Allo stesso tempo, hanno analizzato la realizzazione di una grande mobilitazione operaia, contadina, comunitaria e popolare, per chiedere al Governo nazionale un riorientamento delle politiche che sviluppa a beneficio della borghesia a scapito del popolo lavoratore della città e della campagna, con l'obiettivo di conquistare una soluzione rivoluzionaria alla crisi del capitalismo dipendente e rentier del Venezuela.

Pedro Eusse, coordinatore generale del Fronte Nazionale di Lotta della Classe Lavoratrice (FNLCT), ha affermato che "la crisi che soffriamo nel nostro paese continua ad esser amministrata con criteri che favoriscono i capitalisti e le mafie corrotte in cui partecipano funzionari civili e militari".

"Proponiamo un cambiamento profondo nelle politiche governative, per proteggere i lavoratori e tutto il popolo di fronte ai bestiali attacchi della borghesia, i monopoli e i burocrati", ha detto Eusse, ribadendo anche il netto rifiuto del FNLCT alle minacce e alle aggressioni dell'imperialismo statunitense contro il Venezuela. "Queste aggressioni e la crisi che subiamo devono esser affrontate con l'unità del popolo lavoratore, esigendo risposte e soluzioni rivoluzionarie", ha sottolineato il dirigente.

Per promuovere la solidarietà internazionale del movimento operaio e sindacale di classe con queste lotte, contro l'imperialismo statunitense e il riformismo rinunciatario, Eusse, in rappresentanza del FNLCT, ha presenziato all'Incontro Regionale delle organizzazioni affiliate e amiche della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) in America Latina e Caraibi, dal 1° al 4 ottobre, a Buenos Aires, Argentina.

All'incontro era presente anche George Mavrikos, Segretario generale della FSM, a quello che è l'evento centrale dei 74 anni della federazione che raggruppa più di 97 milioni di lavoratori affiliati in 130 paesi di tutto il mondo.


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