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Perseguendo la liberazione nazionale e il socialismo: una conversazione con Oscar Figuera

Cira Pascual Marquina | venezuelanalysis.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2020

Il segretario generale del Partito Comunista Venezuelano parla di una nuova coalizione di forze di sinistra che punta a rimettere il processo bolivariano di nuovo in moto.

Oscar Figuera è il segretario generale del Partito Comunista Venezuelano [PCV]. Quando era un operaio metalmeccanico di 17 anni nello stato di Aragua, ha fatto la sua gavetta come organizzatore sindacale nella Centrale Unitaria dei Lavoratori Venezuelani [CUTV, la federazione sindacale guidata dal PCV], diventandone segretario generale nel 1986. Oggi, Figuera è un membro dell'Assemblea Nazionale [legislatura 2016-2020]. In questa intervista esclusiva, Figuera parla a VA delle recenti trasformazioni del capitalismo venezuelano e della Alternativa Rivoluzionaria popolare, una ampia coalizione che punta a raggruppare le forze chaviste di sinistra in un fronte che sia indipendente dal PSUV.

Nel 2018 il PCV, il PPT [Patria Per Tutti] e altri partiti del Grande Polo Patriottico [GPP] hanno supportato la campagna presidenziale di Nicolas Maduro. Tuttavia, in mesi recenti il PCV, il PPT e altre organizzazioni politiche si sono unite per creare la Alternativa Rivoluzionaria Popolare [APR]. Questa coalizione elettorale presenterà candidati indipendenti per le elezioni parlamentari del 6 dicembre. Cosa è cambiato nella politica venezuelana dal 2018 e cosa puoi dirci riguardo all'APR?

Prima di tutto, va detto che l'APR non è una iniziativa elettorale, anche se è scaturita nella sua attuale forma dalle vicine elezioni. Questo è un progetto con una proiezione strategica che deve andare oltre il processo elettorale. Per noi, il processo elettorale è una opportunità tattica per raggruppare le forze, le correnti rivoluzionarie e altre espressioni del chavismo di base. Serve a costruire uno spazio per la costruzione condivisa di una agenda popolare.

Infatti, l'APR nasce da coalizioni precedenti come il Blocco Rivoluzionario Popolare [Bloque Popular Revolucionario] e l'Alleanza Patriottica Anti-Imperialista [Alianza Patriotica Anti-Imperialista]. L'obiettivo dell'APR e dei suoi precursori è di unire la classe operaia e contadina e le forze comunitarie in ottica rivoluzionaria.

In altre parole, il nostro obiettivo strategico non sono le elezioni del 6 dicembre ma il raggruppamento delle correnti rivoluzionarie popolari che si identificano con le proposte più avanzate di Chavez.

Siamo stati cauti nel nostro modo di procedere perché vediamo l'imperialismo come il nemico più grande del popolo venezuelano ed è per questo che abbiamo supportato la corsa alla presidenza di Maduro nel 2018. Ma la verità è che, al di là della crisi capitalistica, l'esaurimento del modello [di sviluppo economico] basato sulla dipendenza e la rendita e l'impatto dell'assedio imperialista, ci sono molte prove che indicano una trasformazione politica reale del progetto delle forze di governo [in Venezuela].

La morte di Chavez è stata un colpo tremendo al processo bolivariano. In effetti, ha avuto effetti per l'intero continente - e direi sul mondo - ma ovviamente l'impatto più grande e duro è stato sul progetto venezuelano.

I processi politici progressisti che sono andati al potere in America Latina nell'ultimo paio di decenni hanno avuto un carattere socialdemocratico e riformista. I processi avevano aspirazioni basse e quando sono state raggiunte hanno iniziato a retrocedere. Nonostante questo, il discorso politico di Chavez ha dato al processo bolivariano alcuni elementi che lo rendono diverso dagli altri processi [nel continente].

Perché? Perché Chavez, nonostante il socialismo non fosse ancora stato costruito, era convinto che il socialismo fosse la via. Oggi, i politici chavisti parlano del socialismo in maniera meccanica, ma non sono impegnati nel suo raggiungimento. Gli ufficiali del governo dissociano discorso e prassi: parlano di socialismo e liberazione nazionale ma in termini reali le politiche economiche e la linea di condotta politica hanno un carattere borghese liberale.

Quindi, riassumendo, il carattere di classe del governo attuale differisce da quello del governo di Chavez.

Il nostro scontro con il governo non è personale. Non abbiamo problemi con i rappresentanti del governo, preso uno alla volta… infatti, coloro che cadono in un approccio personalista alla politica danneggiano il movimento popolare cancellando il carattere di classe dello scontro.

Le contraddizioni di classe, che si esprimono nei progetti politici ed ideologici, si sono acutizzate. È per questo che, da una parte, il PCV fa un appello per un processo di demarcazione, raggruppamento e scontro quando si tratta di problemi interni del Venezuela. Dall'altra parte, chiediamo di mantenere l'unità sul fronte anti-imperialista.

Quando parla della svolta borghese-liberale del governo, stai dicendo che rappresenta un nuovo settore della borghesia?

Si e questo si connette alla sua domanda precedente. La frattura non è nuova. Qua parlerò per conto del PCV. Una delle prime differenze importanti che avevamo con il governo, nella sua attuale incarnazione, è che esso considera il socialismo una figura retorica: non riguarda il fare, ma il dire. Questo non è un problema nuovo.

Nel XV Congresso del nostro partito [2017] abbiamo deciso che, per poter avanzare, dovevamo confrontarci con il governo, definire i nostri obiettivi separati e accumulare forze. Perché abbiamo formulato questo orientamento? Perché crediamo che il progetto politico venezuelano si sta muovendo all'indietro e che il progetto strategico di liberazione nazionale e di avvicinamento alla costruzione del socialismo si è interrotto. Siamo in ritirata e ciò è utile solo per la ricomposizione del capitale.

Dopo quel congresso, durante la campagna presidenziale del 2018, abbiamo avuto un dibattito molto acceso per decidere se il nostro partito dovesse supportare la candidatura di Nicolas Maduro o meno. Le preoccupazioni variavano dalle politiche economiche, del lavoro e sociali del governo all'esistenza di una estesa corruzione e di burocratismo. Ulteriori questioni erano la limitazione della democrazia partecipativa e protagonistica così come i meccanismi di controllo statali (e semi-statali) che erano stati messi in piedi per limitare l'ampiezza dell'organizzazione popolare e a volte perfino per liquidarla.

Dopo due giorni di intenso dibattito, il Partito Comunista arrivò alla decisione di supportare la candidatura presidenziale di Maduro solo dopo la firma di un accordo vincolante. Questo accordo vincolante impegnava il governo, tra le altre cose, ad opporsi ai monopoli, reintrodurre i diritti dei lavoratori e invertire le politiche agrarie in corso. In altre parole, abbiamo elaborato un documento che puntava alla liberazione nazionale, sempre con il socialismo come obiettivo finale. Il 28 febbraio 2018, Nicolas Maduro firmò quell'accordo.

Eppure, il governo ha rapidamente rotto l'accordo dopo l'elezione di Maduro. Lo ha fatto continuando a implementare politiche liberali e tramite pratiche anti-democratiche. Nell'attuale contesto elettorale, questo ci ha lasciato con due opzioni: continuare a supportare un progetto strategico che va contro gli interessi delle masse, i nostri principi e il progetto stesso di Chavez; o costruire una alternativa popolare. Abbiamo optato per la seconda possibilità.

Da qui nasce l'APR. È impegnata per la liberazione nazionale e il socialismo mentre si scontra con riformismo, fascismo e imperialismo.

Il 17 agosto il PCV, il PPT e altre organizzazioni hanno lanciato ufficialmente l'APR in una conferenza stampa, dicendo alla nazionale che l'APR avrà una singola lista elettorale indipendente per le elezioni dell'Assemblea Nazionale. Quattro giorni dopo, la Corte Suprema del Venezuela è intervenuta nei confronti del PPT, la seconda forza più grande nell'APR, imponendo una leadership ad hoc che era disposta a partecipare in una coalizione elettorale con il PSUV. Cosa possiamo trarre da tutto questo?

L'interferire negli affari interni del PPT da parte della Corte Suprema è una espressione della lotta di classe in corso. Il Venezuela è un paese capitalista e, di conseguenza, lo stato ha un carattere borghese. Inoltre, negli ultimi anni, c'è stato un cambiamento: un nuovo nucleo borghese è emerso all'interno del governo o in stretta relazione con esso. Stiamo parlando di un nuovo settore della borghesia, che adotta un linguaggio socialista ma ha bisogno di mantenere lo stato borghese se vuole mantenere la sua ricchezza e i suoi privilegi sociali recentemente acquisiti.

Molte persone che andarono al potere con Chavez nel '98, la maggioranza di loro provenienti da settori della classe media, si sono uniti alla borghesia. La loro condizione di classe è cambiata e nel processo, la loro coscienza si è modificata a sua volta. Vediamo le radici di questo nel fatto non è emersa una organizzazione realmente rivoluzionaria, capace di dirigere il processo bolivariano. Tra le forze al governo, la Corte Suprema esprime gli interessi di coloro che ora esercitano il potere, sia politico che economico. Per mantenere i suoi privilegi economici, il settore degli arricchiti ha bisogno di una lista elettorale unita, anche se questo vuol dire prendere il controllo, attraverso un intervento giudiziario, di un partito chavista come il PPT.

In ogni caso, l'APR andrà avanti, sia come un progetto a lungo termine sia come un fronte elettorale per le elezioni di dicembre. Ovviamente, la nuova configurazione del PPT supporterà le candidature imposte dal PSUV, ma l'APR presenterà la sua proposta per l'assemblea nazionale composta dal[la maggioranza del] PPT, il PCV e tutte le organizzazioni di base, comunarde e chaviste che hanno unito le proprie forze.

Nell'APR non ci sono capi. Stiamo costruendo uno spazio comune. Solo il PCV, a quanto pare, ha una candidatura valida [a causa dell'intervento della Corte Suprema nei confronti del PPT], ma i candidati che appariranno sulla nostra lista rappresentano una alleanza con le forze che hanno una prospettiva rivoluzionaria e condividono gli obiettivi strategici.

In altre parole, non è cambiato molto nell'APR da quando la Corte Suprema è intervenuta sul PPT: c'è ancora la convinzione collettiva del fatto che il processo bolivariano deve correggere il proprio corso. La svolta liberale del governo non risolverà la crisi che affligge le masse impoverite. Il nostro credo collettivo è che l'APR debba esprimere gli interessi dei settori espropriati in queste elezioni ed oltre.

Hai parlato della "svolta liberale" del governo. Potresti essere più preciso?

Il PSUV - non la sua base, ma la sua direzione - sta rapidamente avanzando verso la liberalizzazione dell'economia al fine di garantire la ricomposizione del capitalismo. Questo significa che le privatizzazioni sono in voga, i contratti collettivi vengono eliminati e il diritto dei lavoratori di organizzarsi ridotto, mentre il salario minimo rimane sotto i 2 US$ al mese. Nel mentre i campesinos - il cui diritto alle terre incolte era stato riconosciuto da Chavez - vengono rimossi violentemente e la terra data da nuovi e vecchi tierratenientes [grandi proprietari terrieri].

Vediamo anche una tendenza verso la criminalizzazione delle lotte. Campesinos, comunardi e lavoratori vengono messi dietro le sbarre, mentre ufficiali corrotti sono liberi e fascisti ricevono il perdono presidenziale. Il caso dei lavoratori della PDVSA Aryenis Torrealba e Alfredo Chirinos è emblematico: sono stati arrestati più di sei mesi fa con accuse false. Il loro crimine reale? Stavano denunciando importanti schemi corruttivi nella PDVSA. Ad oggi rimangono in carcere senza processo.

Qual è l'obiettivo della lotta elettorale in questo momento? L'idea è di fare pressione al governo? Costruire una opposizione di sinistra?

Nel processo bolivariano, le elezioni sono diventate la principale forma di lotta e per il momento rimangono tali. Il modo in cui la lotta di classe si sviluppa determinerà se emergeranno altre forme di lotta.

Per noi, le elezioni di dicembre sono anche un momento tattico nel processo di raggruppamento e accumulazione di forze. In aggiunta, le elezioni sono uno spazio per la lotta ideologica. Questo è molto più importante in un momento in cui ampi strati della popolazione sono disposti ad ascoltare. Ovviamente, ci sono gruppi settari che si isolano dal dibattito, ma esiste indubbiamente una sete per una alternativa popolare all'interno del chavismo.

Le elezioni sono uno spazio per promuovere il dibattito ideologico, presentare proposte e confrontare i programmi di ciascuna organizzazione. Le elezioni sono utili a unire e ricomporre le forze e questo è precisamente quello che l'APR sta cercando di fare. Infine, l'Assemblea Nazionale è anche una tribuna per difendere gli interessi del popolo venezuelano davanti al riformismo liberale al potere, denunciando al contempo l'aggressione imperialista.

Non è un segreto che ci sono grandi crepe o spaccature all'interno del processo bolivariano. Senza personalizzare la questione, chi è responsabile per le spaccature tra il governo bolivariano e una ampia fetta del movimento popolare, incluso il PCV?

Andiamo dal generale al particolare. Le radici della rottura possono essere trovate nelle crescenti contraddizioni di classe all'interno del processo bolivariano, che si ampliano man mano che la crisi del capitalismo dipendente e basato sulla rendita spinge una parte sempre e sempre maggiore della popolazione in condizioni francamente catastrofiche.

Questo proprio perché non personalizziamo la situazione. Non è una questione di X o Y che fanno questo o quello. Riguarda gli interessi di classe all'interno di una organizzazione. Ogni frazione di classe ha una espressione politica e quelle espressioni politiche si mettono a confronto. Personalizzare queste questioni nasconde l'essenza delle contraddizioni.

Insomma, non sappiamo cosa succederà, ma questo sarà deciso dai rapporti di forza nella lotta di classe.

Oggi, si dice comunemente che in Venezuela abbiamo bisogno di unità, usando l'analogia della "fortezza assediata", a causa del pericolo reale che l'imperialismo USA pone alla sovranità del Venezuela. L'APR e il PCV come concepiscono l'unità in questa difficile situazione?

Parlerò della visione del PCV, dato che l'APR è ancora in costruzione e ci sono dibattiti in corso.

Il PCV concepisce l'unità su due livelli. Da una parte, deve esserci una ampia alleanza antimperialista e antifascista e pensiamo che debba essere il ruolo del Grande Polo Patriottico [GPP]. Invece di tentare di liquidare altre forze patriottiche, il GPP dovrebbe essere uno spazio per la preservazione collettiva della nostra sovranità. Le differenze al livello nazionale non dovrebbero essere causa di liquidazione. Infatti, il GPP ha un grande potenziale per forgiare una ampia alleanza antimperialista e antifascista.

Dall'altra parte, c'è la necessità di costruire una unità rivoluzionaria sulla base degli interessi di classe della classe operaia, dei campesinos, comunardi e altri settori popolari. Costruire questo tipo di unità è urgente affinché le organizzazioni rivoluzionarie non diventino una appendice del riformismo addomesticato.

Dobbiamo metterci insieme nel contesto della lotta anti-imperialista mentre, al livello nazionale, dobbiamo scontrarci con le tendenze che vogliono liberalizzare l'economica.

L'APR è precisamente lo spazio per costruire l'unità rivoluzionaria della classe operaia, dei campesinos, dei comunardi e delle masse popolari, che dovrebbero incorporare anche gli intellettuali rivoluzionari e i settori onesti delle forze armate


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