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PCV: Il governo non è socialista e non c'è socialismo in Venezuela

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/02/2022

"Questo governo non è socialista e nel nostro paese il Socialismo non è stato mai raggiunto". Intervista a Pedro Eusse, membro dell'Ufficio Politico del CC del PCV

Nella politica venezuelana sono molte le sfide che devono affrontare i partiti e in particolar modo quelli di sinistra che sono critici con l'attuale sistema di governo.

Tra questi c'è il Partito Comunista, con una voce critica e che attualmente affronta le contraddizioni proprie di un paese che può esser letto con diverse sensibilità.

Per analizzare il contesto del partito del gallo rosso, Contrapunto ha intervistato Pedro Eusse, membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCV e segretario nazionale per il Movimento Operaio e Sindacale.

Sfide del Partito Comunista

Interrogato sulle sfide del PCV in questo 2022 e sull'attualità del Venezuela, Eusse ha assicurato che nel prossimo XVI Congresso del partito si discuteranno molte contraddizioni.

«Questo è l'anno del XVI Congresso del PCV, che realizzeremo in mezzo ad una crescente acutizzazione delle contraddizioni di classe nel mondo e in Venezuela, risultato - in termini generali - di una profonda crisi del capitalismo globale nella sua fase imperialista, aggravata dalla prolungata pandemia e dalle pretese dei capitali monopolisti transnazionali di imporre un ordine mondiale sotto il loro dominio assoluto, cosa che comporta l'acutizzazione delle contraddizioni intercapitaliste e interimperialiste nel mondo».

PCV di fronte alla crisi

Allo stesso modo, il segretario nazionale per il Movimento Operaio e Sindacale, ha affermato che la principale sfida dei suoi compagni di partito, dirigenza e militanza, è affrontare la crisi in cui si trova immerso il Venezuela.

«In Venezuela, noi comunisti abbiamo la grande sfida di affrontare la grave crisi nazionale, ponendoci l'obiettivo di rafforzare il PCV come strumento rivoluzionario della classe operaia e del popolo lavoratore, superando le debolezze ideologico-politiche e organizzative, per avanzare effettivamente nella costruzione di un'alternativa popolare rivoluzionaria, capace di far fronte sia all'offensiva dell'imperialismo statunitense e i suoi lacchè dell'opposizione di estrema destra, sia alla dirigenza del PSUV-Governo che impone politiche contrarie agli interessi della classe operaia e le masse popolari, politiche che servono solo il capitale e le élite della burocrazia corrotta, che si realizzano attraverso un nuovo patto oligarchico».

Capacità politica

Pedro Eusse ha sottolineato che una delle più importanti sfide del PCV e della sua militanza, è avere la capacità politica, organica e logistica di agire con assoluta indipendenza di classe contro i poteri economici e politici.

Allo stesso modo, considera vitale «compiere le battaglie che sono necessarie, su qualsiasi terreno», per rivendicare quelli che considera interessi della classe operaia e del popolo lavoratore della città e della campagna, accumulando forze per conquistare un'uscita rivoluzionaria dalla crisi.

A suo giudizio, questi sono momenti in cui il Partito Comunista deve esigere una grande forza organica e una militanza con solida formazione teorica e politica, con chiara coscienza di classe, patriottica e internazionalista, con disciplina cosciente e ferrea, estremamente vincolata ai lavoratori e alle lavoratrici, ai/alle contadini/e e alle masse popolari in generali; nelle condizioni di agire come autentica avanguardia rivoluzionaria della classe operaia e del popolo lavoratore.

 Dov'è il socialismo in questo governo?

«Da nessuna parte, perché questo governo non è socialista e nel nostro paese il Socialismo non è stato mai raggiunto, nemmeno si è iniziato a costruirlo. Certamente nella propaganda ufficiale si utilizzano i cliché di "socialismo", "rivoluzione", "governo operaio", ma in realtà le politiche economica e del lavoro, in particolare dal 2018, hanno un chiaro orientamento neoliberista, ossia, impongono la tirannia del "libero mercato" e creano condizioni per il massimo profitto capitalista, tendendo a ridurre il ruolo regolatore dello Stato nell'economia, mentre sacrificano i lavoratori e le lavoratrici con la riduzione del salario, lo smantellamento dei contratti collettivi e l'estrema precarizzazione del lavoro, imponendo una selvaggia deregolamentazione e flessibilizzazione del lavoro».

«In questo modo, il governo presieduto da Maduro amministra la crisi e le criminali "sanzioni" imperialiste, presentando "vantaggi competitivi" ai capitali stranieri e alla borghesia parassitaria locale (erroneamente chiamata "borghesia rivoluzionaria"), come l'esonero di imposte e di forza lavoro a più basso costo del continente e forse del mondo. A questo scopo, hanno concepito la cosiddetta "leggi antiblocco" e la legge delle zone economiche speciali, tra gli altri strumenti giuridici che concedono agevolazioni e privilegi ai capitali stranieri».

Socialismo incompiuto

Assicura che il socialismo non è stato compiuto dall'arrivo al potere dello scomparso Hugo Chavez: «Anche se a dir il vero, la predica di un falso socialismo non è iniziata con questo governo, ma ebbe inizio con il presidente Chavez, che pose la falsa tesi del "socialismo del XXI secolo" che racchiude una concezione riformista (non rivoluzionaria) e che non si basa sulla lotta di classe, propria della teoria marxista, ma sulla conciliazione di classe, propria della socialdemocrazia borghese».

Allo stesso modo, ha sottolineato che per lui si tratta di un processo di riforme progressiste: «Durante il periodo di Chavez, con i suoi limiti, il popolo venezuelano ha conosciuto un processo di riforme progressiste, di redistribuzione del reddito e il rafforzamento della sovranità nazionale; invece, con l'attuale governo, in mezzo ad accordi di vertice con l'opposizione di estrema destra, è stato smantellato tutto ciò che era progressista e si è attuato un processo di controriforme di taglio neoliberista, con le sue privatizzazioni, deregolamentazioni, sovrasfruttamento, autoritarismo statale, violenza contro gli operai, contadini e militanti rivoluzionari, antidemocratica, maggior elitismo e corruzione senza freni».

Ideologia e vera concezione rivoluzionaria

«Il PCV apporta, fondamentalmente, la sua concezione rivoluzionaria del mondo, l'applicazione di una teoria scientifica al servizio della classe operaia e del popolo lavoratore, per la conoscenza integrale e dialettica della realtà e per guidarci verso una vera trasformazione rivoluzionaria della società, il marxismo-leninismo; teoria del socialismo scientifico che si contrappone alle tesi idealiste e ingannevoli che propugnano, dal riformismo pseudo-progressista, questo presunto "socialismo" privo di supporto scientifico, che disarma la classe operaia in modo che non possa compiere il suo ruolo rivoluzionario, subordinandola alle élite che dallo Stato amministrano gli interessi della borghesia», ha affermato Eusse.

"Venezuela nella deriva neoliberista"

A giudizio del comunista, il Venezuela si trova in una «deriva neoliberista». Tesi che si coniuga con la profonda crisi del capitalismo dipendente e il collasso della rendita petrolifera, sotto il brutale assedio dell'imperialismo statunitense.

«Il popolo lavoratore venezuelano è in mezzo al fuoco incrociato: da un lato, la crisi strutturale del modo di accumulazione del sistema del rentierismo dipendente e dall'altro le aggressioni imperialiste che colpiscono fortemente; da un parte un governo compromesso con borghesi e nuovi ricchi, che non vede altra soluzione che non sia consegnare il paese al capitale straniero e sottomettere a crudeli sacrifici i lavoratori e le lavoratrici e, dall'altra ancora, c'è la pandemia che imperversa in mezzo all'iperinflazione e il collasso quasi totale dei servizi pubblici sanitari».

«Non è stata mai assunta una strategia di industrializzazione sovrana, né ai tempi del "puntofijismo" né nei due decenni del processo bolivariano, nonostante gli intenti iniziali. I proventi petroliferi, in gran misura e per diverse vie, hanno riempito le casse del grande capitale internazionale e i conti delle mafie importatrici», ha sottolineato.

«Inoltre, abbiamo il criminale e depravato saccheggio commesso dagli USA e soci che utilizzano mercenari della politica locale che agiscono nella totale impunità. Risultato di tutto questo: adesso la classe lavoratrice venezuelana vive la peggior situazione economica e sociale che abbia conosciuto da molti anni. Mentre si accentua il carattere dispotico, antidemocratico, antioperaio e anticomunista della cupola governante, la cosa peggiore è che, colmo del cinismo, fanno tutto in nome del "socialismo".»

Di cosa si necessita per rimettere il paese in careggiata?

Per Eusse è necessario un vero governo rivoluzionario. «Necessitiamo di un vero Governo Rivoluzionario. Un governo esercitato dalle basi operaie, contadine, comunarde e popolari. Per conquistarlo abbiamo bisogno di rapporti di forze favorevoli alla classe operaia e al popolo lavoratore della città e della campagna».

Per tale obiettivo, assicura che è necessario organizzare e unificare le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici, dei/lle contadini/e, delle comunità organizzate e il popolo in generale, per ristabilire e difendere i nostri diritti, ma nella prospettiva della presa del potere politico con un Programma al servizio del popolo lavoratore, che si propone di recuperare le conquiste ottenute durante il periodo del presidente Chavez ma che oltrepassi i limiti riformisti del processo bolivariano, avanzando verso il trionfo di un'autentica Rivoluzione Socialista.

«Ma nell'immediato, come approccio tattico, stiamo chiamando la classe operaia e il popolo in generale a sollevarsi in lotta per recuperare il salario, le pensioni e le prestazioni sociali, promuovendo per iniziativa legislativa popolare e con la mobilitazione operaia e popolare, due progetti di leggi: la legge della scala mobile per indicizzare i salari in base al paniere familiare e la legge di recupero e rivalutazione delle prestazioni sociali».

Allo stesso modo, sottolinea che è necessario rafforzare la lotta contro la criminalizzazione e la persecuzione giudiziaria delle lotte operaie e popolari, per ottenere nell'immediato la piena libertà per decine di lavoratori, compreso combattivi dirigenti operai, che rimangono ingiustamente incarcerati e sotto processo; così come anche per ottenere giustizia nei casi di sparizioni e assassini di combattenti popolari e militanti rivoluzionari (inclusi tre comunisti).

«Tutto questo, nella dinamica di un intenso processo di accumulazione di forze quantitative e qualitative, a favore del proletariato e il popolo lavoratore venezuelano», ha concluso.


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