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Il PCV esorta Nicolás Maduro a trovare una soluzione politica alla minaccia militare degli Stati Uniti

Tribuna Popular | prensapcv.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/10/2025

Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) ha chiesto all'amministrazione di Nicolás Maduro di trovare una soluzione politica e sovrana alla crescente minaccia militare dell'imperialismo statunitense nei Caraibi e nella regione sudamericana.

Yul Jabour, membro del Ufficio Politico del PCV, ha avvertito che le recenti azioni di militarizzazione promosse dal governo degli Stati Uniti configurano "uno scenario di guerra che minaccia direttamente la stabilità dei popoli del continente e la sovranità venezuelana".

"Rifiutiamo i piani militaristi e bellicisti dell'imperialismo statunitense che oggi si manifestano nella regione dei Caraibi. È aumentata la presenza militare in termini di uomini, donne, navi e armamenti, il che costituisce una chiara provocazione e una minaccia alla pace regionale", ha affermato Jabour.

Il dirigente comunista ha sottolineato che il complesso militare industriale statunitense, con oltre 800 basi sparse in tutto il mondo, promuove le guerre come meccanismo per sostenere la propria egemonia economica.

"Siamo di fronte a una disputa intercapitalista e interimperialista. Gli Stati Uniti cercano di ridurre l'influenza di potenze come la Cina e la Russia in America Latina, e il Venezuela è al centro di questa lotta per le sue risorse energetiche", ha spiegato.

Jabour ha anche denunciato che le politiche della leadership del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) limitano la sovranità nazionale, mantenendo una dipendenza dalle licenze concesse dall'Ufficio di controllo dei beni stranieri (OFAC) alle imprese transnazionali che operano nel settore petrolifero.

"Il governo degli Stati Uniti concede o revoca le licenze alle multinazionali petrolifere per operare in Venezuela. Si tratta di limitazioni al controllo sovrano delle nostre risorse", ha sottolineato.

Secondo il portavoce del PCV, dietro questa strategia si nasconde l'interesse dell'imperialismo per il controllo politico, territoriale ed energetico della regione, compreso il petrolio dell'Esequibo e il gas del Mar dei Caraibi.

"Intendono stabilire una nuova enclave militare nei Caraibi, come hanno fatto in altre parti del mondo, per garantire gli interessi delle loro corporazioni", ha avvertito.

Jabour ha affermato che le politiche antipopolari e anti-operaie del governo di Nicolás Maduro rendono difficile la costruzione di una vera unità patriottica di fronte alle minacce esterne.

"C'è una profonda crisi politica, sociale ed economica che il governo cerca di nascondere. Nel frattempo, le forze popolari e i lavoratori che alzano la voce vengono criminalizzati e perseguiti penalmente. Il caso del nostro partito, sottoposto a intervento giudiziario da più di due anni, ne è un esempio", ha sottolineato.

Il dirigente ha inoltre denunciato la repressione contro gli attivisti sociali e sindacali, nonché la persistente violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, come il diritto al giusto processo.

"Ci sono prigionieri politici che da più di nove mesi non hanno avuto né un processo né una difesa legale. Anche in uno stato di emergenza, i diritti fondamentali non possono essere sospesi", ha ricordato.

Jabour ha anche fatto riferimento alla grave situazione salariale e alle condizioni di vita dei lavoratori, sottolineando che il governo mantiene congelato il salario minimo dal marzo 2022.

"Da più di tre anni i lavoratori vivono con un salario da fame, mentre il governo svaluta la moneta e restringe l'organizzazione sindacale", ha detto.

Infine, in questo momento difficile per il popolo venezuelano, "a causa delle difficoltà che affrontiamo quotidianamente e delle minacce che oggi incombono sul Paese", il PCV ha chiesto che "si costruisca una via d'uscita politica a questa crisi". A tal fine, ha sottolineato Jabour, "è necessario discutere i problemi presenti nella società ed evitare che si apra la strada a una situazione di violenza generalizzata".


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