Su la presunta repressione dei montanari cristiani
Ci risiamo.
Pannella digiuna e protesta contro le "feroci persecuzioni religiose"
di cui sarebbero vittime i cosiddetti "montagnard", una delle tante
minoranze etniche (oltre 50) che vive in una regione montagnosa della catena
annamitica.
Non è la prima
volta che il guitto, monotono istrione sceglie di protestare contro il governo
di Hanoi. Mentre non ha mai speso una parola quando i vietnamiti cadevano come
mosche sotto le bombe dei B 52 o venivano irrorati con il micidiale agente
orange, o bruciati vivi con il napalm.
Ha continuato
a consumare 3 pasti al giorno anche quando l'embargo USA ha imposto digiuni
letali a decine di migliaia di bambini vietnamiti.
Non ha
rinunciato nemmeno ad un cappuccino per ricordare i 3,5 milioni di
congolesi falciati, in tempi molto recenti, dal piombo, dalla fame e dalle
malattie provocate dalla guerra dei secessionisti del kiwu sostenuti dai
governi filoamericani di Kigali e Kampala.
Quello di
Pannella è l'ennesimo, miserabile tentativo di depistare l'opinione pubblica da
quello che sta succedendo in Palestina, in Iraq ed a Guantanamo in tema di
diritti umani.
Sergio Ricaldone
di seguito il
COMUNICATO STAMPA
DELL’AMBASCIATA DELLA RS VIETNAM
In questi giorni nell’ambiente politico e sui diversi mezzi d’informazione di
massa in Italia circolano le voci, alimentate principalmente dalle
dichiarazioni del Partito Radiale Italiano, secondo le quali lo scorso fine
settimana migliaia di montanari cristiani
degli altopiani del Viet Nam avrebbero partecipato alle manifestazioni contro
il Governo per aver bruciato le loro chiese costringendoli a fare la preghiera
di Pasqua all’aperto e per chiedere la tutela dei loro diritti fondamentali ed
il Governo vietnamita avrebbe ordinato una dura repressione contro i
manifestanti provocando più di 400 morti.
Di fronte a tali inattendibili informazioni, l’Ambasciata del
Viet Nam in Italia è autorizzata a dichiarare quanto segue:
1) Si smentiscono nel modo più categorico le informazioni fornite
principalmente dal Partito Radicale e riportate poi dai mezzi di informazione
di massa italiani e si dichiara che quelle informazioni erano completamente
prive di ogni fondamento. Il fatto è che lo scorso fine settimana in alcune
località delle province di Dak Lak e di Gia Lai dell’altopiano centrale, poche
centinaia di persone appartenenti alle minoranze etniche, e non esclusivamente
montanari cristiani come si voleva far credere, che popolano la zona, hanno
manifestato contro le irregolarità e gli errori commessi dalle autorità locali
durante l’esercizio del loro potere, soprattutto quelli che riguardavano l’uso
della terra coltivabile. La maggior parte dei manifestanti dopo aver ricevuto
dalle autorità locali le assicurazioni di un pronto rimedio degli errori e
irregolarità commessi, si è ritirata tornando nelle proprie abitazioni, ma
gruppi di irriducibili hanno attaccato, occupato e distrutto alcune sedi delle
autorità locali e hanno provocato intenzionalmente lo scontro con le forze
dell’ordine causando numerosi feriti da entrambe le parti.
Alcuni manifestanti più scatenati, che erano i diretti responsabili degli
scontri e dei disordini dono stati fermati dalle forze dell’ordine, ma non c’è
stata nessuna vittima. Dopo gli scontri la vita nelle suddette località è
tornata alla normalità e si augura che fra breve la zona possa essere
nuovamente visitata dai turisti e giornalisti stranieri.
2) Il pieno rispetto dei diritti
fondamentali dell’individuo e dei gruppi etnici è la base della politica di solidarietà
nazionale del Partito Comunista e del Governo del Viet Nam. Tutte le etnie,
anche quelle di minoranza, vengono trattate in modo uguale. Il diritto alla
prevenzione e allo sviluppo della propria cultura e tradizione, nonché il
libero credo religioso ed altri diritti essenziali di ogni gruppo etnico
vengono garantiti e sanciti dalla Costituzione dello Stato. In Viet Nam
attualmente convivono pacificamente 54 gruppi etnici legati tre essi dai
vincoli di fratellanza e di rispetto reciproco: ci sono poi 6 religioni
principali, tra le quali la religione cristiana con circa 6 milioni di
credenti. Nelle zone dell’altopiano centrale come in tutto il Viet Nam, i
cristiani, i protestanti, i buddisti etc. possono esercitare liberamente le
loro religione nei propri luoghi di culto ed hanno buoni rapporti di
collaborazione con le autorità locali, anche in occasione della recente Festa
di Pasqua, la messa e la preghiera comune sono state organizzate in tutte le
chiese del Viet Nam, comprese quelle sugli altipiani.
Gli incoraggianti risultati ottenuti negli ultimi tempi dal Viet Nam in questo
settore sono stati riconosciuti pienamente dalla stragrande parte dei Paesi del
mondo, dalle numerose Organizzazioni Non Governative internazionali, comprese
quelle che operano da molto tempo in Viet Nam e dalle Organizzazioni delle
Nazioni Unite.
Certamente il sistema legale ed amministrativo del Paese non è ancora perfetto
e va ulteriormente migliorato: nella vita sociale delle popolazioni esistono
ancora casi di ingiustizia o di disuguaglianza che vanno eliminati passo dopo
passo, ma affermare che il Governo del Viet Nam abbia violato i diritti umani
tollerando la distruzione dei luoghi di culto e la repressione delle persone
che chiedono il rispetto delle loro libertà individuali è semplicemente assurdo
ed inaccettabile. Ci sono forze ostili al Viet Nam che da tempo cercano di
approfittare dell’arretratezza delle zone montuose soprattutto quelle
dell’altopiano centrale, e del basso livello di istruzione delle popolazioni locali
per fomentare disordini ed istigare la gente delle etnie minoritarie alla
ribellione e alla fuga clandestina all’estero con lo scopo di distruggere
l’unità nazionale del Viet Nam, di provocare l’instabilità politica e sociale
della regione e di danneggiare l’immagine ed il prestigio internazionale del
Viet Man. Questo disegno oscuro sarà combattuto in modo più deciso dal popolo
vietnamita e sarà destinato al totale fallimento. Il Viet Nam, con la
cooperazione e l’appoggio della comunità internazionale, compirà ulteriori
sforzi per consolidare la solidarietà e l’integrità nazionale, per migliorare
sempre più gli essenziali aspetti di vita del proprio popolo e per preservare e
aumentare ancora maggiormente il suo prestigio internazionale.
Roma,
14 Aprile 2004 -Ufficio Stampa dell’Ambasciata del
Viet Nam