www.resistenze.org - popoli resistenti - vietnam - 22-04-04

Su la presunta repressione dei montanari cristiani


Ci risiamo. Pannella digiuna e protesta contro le "feroci persecuzioni religiose" di cui sarebbero vittime i cosiddetti "montagnard", una delle tante minoranze etniche (oltre 50) che vive in una regione montagnosa della catena annamitica.
Non è la prima volta che il guitto, monotono istrione sceglie di protestare contro il governo di Hanoi. Mentre non ha mai speso una parola quando i vietnamiti cadevano come mosche sotto le bombe dei B 52 o venivano irrorati con il micidiale agente orange, o bruciati vivi con il napalm.

Ha continuato a consumare 3 pasti al giorno anche quando l'embargo USA ha imposto digiuni letali a decine di migliaia di bambini vietnamiti.
Non ha rinunciato nemmeno ad un cappuccino per ricordare i 3,5 milioni di congolesi falciati, in tempi molto recenti, dal piombo, dalla fame e dalle malattie provocate dalla guerra dei secessionisti  del kiwu sostenuti dai governi  filoamericani di Kigali e Kampala.

Quello di Pannella è l'ennesimo, miserabile tentativo di depistare l'opinione pubblica da quello che sta succedendo in Palestina, in Iraq ed a Guantanamo in tema di diritti umani.
Sergio Ricaldone


di seguito il

COMUNICATO STAMPA DELL’AMBASCIATA DELLA RS VIETNAM

In questi giorni nell’ambiente politico e sui diversi mezzi d’informazione di massa in Italia circolano le voci, alimentate principalmente dalle dichiarazioni del Partito Radiale Italiano, secondo le quali lo scorso fine settimana migliaia di montanari cristiani degli altopiani del Viet Nam avrebbero partecipato alle manifestazioni contro il Governo per aver bruciato le loro chiese costringendoli a fare la preghiera di Pasqua all’aperto e per chiedere la tutela dei loro diritti fondamentali ed il Governo vietnamita avrebbe ordinato una dura repressione contro i manifestanti provocando più di 400 morti.

Di fronte a tali inattendibili informazioni, l’Ambasciata del Viet Nam in Italia è autorizzata a dichiarare quanto segue:

1) Si smentiscono nel modo più categorico le informazioni fornite principalmente dal Partito Radicale e riportate poi dai mezzi di informazione di massa italiani e si dichiara che quelle informazioni erano completamente prive di ogni fondamento. Il fatto è che lo scorso fine settimana in alcune località delle province di Dak Lak e di Gia Lai dell’altopiano centrale, poche centinaia di persone appartenenti alle minoranze etniche, e non esclusivamente montanari cristiani come si voleva far credere, che popolano la zona, hanno manifestato contro le irregolarità e gli errori commessi dalle autorità locali durante l’esercizio del loro potere, soprattutto quelli che riguardavano l’uso della terra coltivabile. La maggior parte dei manifestanti dopo aver ricevuto dalle autorità locali le assicurazioni di un pronto rimedio degli errori e irregolarità commessi, si è ritirata tornando nelle proprie abitazioni, ma gruppi di irriducibili hanno attaccato, occupato e distrutto alcune sedi delle autorità locali e hanno provocato intenzionalmente lo scontro con le forze dell’ordine causando numerosi feriti da entrambe le parti.
Alcuni manifestanti più scatenati, che erano i diretti responsabili degli scontri e dei disordini dono stati fermati dalle forze dell’ordine, ma non c’è stata nessuna vittima. Dopo gli scontri la vita nelle suddette località è tornata alla normalità e si augura che fra breve la zona possa essere nuovamente visitata dai turisti e giornalisti stranieri.

2) Il pieno rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo e dei gruppi etnici è la base della politica di solidarietà nazionale del Partito Comunista e del Governo del Viet Nam. Tutte le etnie, anche quelle di minoranza, vengono trattate in modo uguale. Il diritto alla prevenzione e allo sviluppo della propria cultura e tradizione, nonché il libero credo religioso ed altri diritti essenziali di ogni gruppo etnico vengono garantiti e sanciti dalla Costituzione dello Stato. In Viet Nam attualmente convivono pacificamente 54 gruppi etnici legati tre essi dai vincoli di fratellanza e di rispetto reciproco: ci sono poi 6 religioni principali, tra le quali la religione cristiana con circa 6 milioni di credenti. Nelle zone dell’altopiano centrale come in tutto il Viet Nam, i cristiani, i protestanti, i buddisti etc. possono esercitare liberamente le loro religione nei propri luoghi di culto ed hanno buoni rapporti di collaborazione con le autorità locali, anche in occasione della recente Festa di Pasqua, la messa e la preghiera comune sono state organizzate in tutte le chiese del Viet Nam, comprese quelle sugli altipiani.

Gli incoraggianti risultati ottenuti negli ultimi tempi dal Viet Nam in questo settore sono stati riconosciuti pienamente dalla stragrande parte dei Paesi del mondo, dalle numerose Organizzazioni Non Governative internazionali, comprese quelle che operano da molto tempo in Viet Nam e dalle Organizzazioni delle Nazioni Unite.

Certamente il sistema legale ed amministrativo del Paese non è ancora perfetto e va ulteriormente migliorato: nella vita sociale delle popolazioni esistono ancora casi di ingiustizia o di disuguaglianza che vanno eliminati passo dopo passo, ma affermare che il Governo del Viet Nam abbia violato i diritti umani tollerando la distruzione dei luoghi di culto e la repressione delle persone che chiedono il rispetto delle loro libertà individuali è semplicemente assurdo ed inaccettabile. Ci sono forze ostili al Viet Nam che da tempo cercano di approfittare dell’arretratezza delle zone montuose soprattutto quelle dell’altopiano centrale, e del basso livello di istruzione delle popolazioni locali per fomentare disordini ed istigare la gente delle etnie minoritarie alla ribellione e alla fuga clandestina all’estero con lo scopo di distruggere l’unità nazionale del Viet Nam, di provocare l’instabilità politica e sociale della regione e di danneggiare l’immagine ed il prestigio internazionale del Viet Man. Questo disegno oscuro sarà combattuto in modo più deciso dal popolo vietnamita e sarà destinato al totale fallimento. Il Viet Nam, con la cooperazione e l’appoggio della comunità internazionale, compirà ulteriori sforzi per consolidare la solidarietà e l’integrità nazionale, per migliorare sempre più gli essenziali aspetti di vita del proprio popolo e per preservare e aumentare ancora maggiormente il suo prestigio internazionale.

Roma, 14 Aprile 2004 -Ufficio Stampa dell’Ambasciata del Viet Nam