Alla Redazione di resistenze.org
Il 2005 ha segnato una grande perdita. Pino Tagliazucchi, sindacalista, studioso di Storia dell’Asia, prolifico autore di volumi e saggi storico-politici sul Việt Nam, animatore delle proteste contro la guerra americana in Việt Nam durante gli anni 60 e, in tutti questi lustri, dinamico leader del Centro di studi vietnamiti, della Biblioteca Enrica Collotti Pischel e dell’Associazione di amicizia Italia - Viet Nam, si è spento all’età di 84 anni. Proponiamo qui alcune pagine di Ettore Masina, Sandra Scagliotti e Nguyen Huu Thai in suo ricordo. Gli articoli sono apparsi in versione integrale su Mekong N.2/2005
Un ricordo di Pino Tagliazucchi
di Ettore Masina
Aveva un volto severo ed era un uomo di rari sorrisi. Questa fu la mia prima impressione quando lo conobbi. Un austero professore, pensai. Mi sorpresi quando seppi che era un sindacalista. Non conoscevo ancora la qualità della sua militanza. Sapevo soltanto che ci univa un grande amore per il Việt Nam. Il mio era un sentimento un po' adolescenziale, entusiastico, pieno di amore per un popolo eroico e laborioso, per le sue donne e i suoi uomini massacrati da un imperialismo ottuso e feroce, da un militarismo armato di alta tecnologia, e per quelli che erano sopravvissuti e andavano ricostruendo il loro martoriato Paese; i sentimenti di Pino Tagliazucchi, invece, erano nutriti di cultura, di una passione disciplinata dalla serietà di continue ricerche, sul campo e da lontano, da uno studio del Việt Nam che si estendeva sino a quelle che a moltissimi (certamente a me!) paiono le vertiginose difficoltà di una delle lingue più difficili del mondo.
Man mano che la nostra conoscenza si approfondiva nell'ambito dell'
Associazione Italia-Viet Nam andai scoprendo che lo studio di quella lingua non
era per Tagliazucchi passione di glottologo ma strumento per viaggiare nella
storia del Paese amico. Pino era diventato un poco alla volta quello che si
dice un "esperto": sapeva tutto sull'economia del Việt Nam,
sulle questioni militari, sulle realizzazioni del governo, sulle discussioni in
corso nel Partito Comunista. Anche (e forse soprattutto) era un attento
ricercatore e lettore e scrittore delle straordinarie vicende di quel grande
personaggio, che fu Ho Chi Minh.
Ho avuto da Tagliazucchi il privilegio di leggerne la biografia che egli andava
componendo: un lavoro perennemente "in progress", nel senso che Pino
non era mai soddisfatto e interminabilmente lo correggeva. Un'opera, secondo
me, eccellente, anche dal punto di vista stilistico perché Pino era un
autodidatta di alto livello. Ogni sua pagina riberverava dell'ammirazione per
l'uomo dai venti pseudonimi e da un solo sogno: libertà per la terra e il
popolo "indocinesi". Sembrava che Pino non scrivesse da lontano -
spazio e tempo - ma accompagnasse il giovane rivoluzionario e poi l'anziano
dirigente nei boulevards di Parigi e sulle navi avventurose delle sue
peregrinazioni, lo ascoltasse in silenzio mentre ammaestrava i compagni nel
gelo di infami prigioni o li guidava per i sentieri aspri che consentivano di
varcare le frontiere gabbando le guardie coloniali. Lo raggiungesse ai margini
dei campi di battaglia. in cui il "vecchio Zio" componeva poesie che
Pino amorosamente traduceva:
La prima luna dell'anno riluce alta e rotonda,
l'acqua del fiume continua nel colore del cielo.
In mezzo al fiume trattiamo le cose della guerra.
A notte alta, al ritorno, la barca trasporta luce di luna.
Nel parlare del costruttore del nuovo Việt Nam, Tagliazucchi era spesso emozionato, mai chino al culto della personalità: non ne nascondeva errori o compromessi, i torti che connotano inevitabilmente la vita di chi deve incessantemente battersi contro un nemico micidiale. Le battaglie perdute con onore, le tentazioni accettate.
Tuttavia se questa passione per la storia e per il rigore scientifico ben si accordavano al suo aspetto grave e quasi solenne, questo aspetto - ben presto lo capii - nascondeva un Pino ben più sorridente. Egli era anche, infatti, il festoso traduttore di ca dao, le poesie popolari vietnamite, alcune delle quali possono essere lette in chiave patriottica, metafore delle lotte di un popolo
(Eccomi come un albero nella foresta,
lo scuotono e non si muove, lo battono eppure non cade)
ma, la maggior parte, hanno temi più dimessi: l'amore, le sue effusioni e delusioni e tradimenti, la saggezza dei vecchi, la durezza della povertà, la satira dei potenti. Cercare di pubblicare qualche sua traduzione significava lottare contro il pudore di Tagliazucchi che anche in questo caso si trincerava dietro la scontentezza dei suoi risultati. E tuttavia, ipercritico com'era, parlando dei "suoi" ca dao, Pino sorrideva. Non era difficile comprendere che essi gli mostravano l'anima più vera ed amabile del popolo vietnamita. Attraverso loro, Pino visitava i minuscoli villaggi lungo i fiumi, con le sterpaglie delle rive, cortine protettive per le carezze dei giovani amanti; o i paesini seminascosti dalle nebbie leggere vaporanti dalle risaie; si commoveva per le lacrime delle vedove che si paragonavano a un cappello senza legacci che il vento può portarsi via o a una barca senza remi, trascinata dalle correnti; rideva dei legittimi veleni dell'invettiva popolare contro gli oppressori di un tempo che viaggiavano sugli elefanti come più tardi i soldati dell'Impero sui mostri corazzati; o della castità di qualche monaco buddista posta a repentaglio dalla visione di una ragazza dalle labbra rosse.
Ben presto compresi che anche l'ironia (aristocratica, mai volgare sberleffo)
era una componente del carattere di Pino, talché persino quello che costituiva
il suo lavoro "professionale", la redazione del bimestrale della FIOM
"Notizie internazionali", era attento non soltanto ai dibattiti, alle
statistiche, alle notizie ma anche allo humor di certe immagini. Accanto gli
articoli selezionati con attenta cura, c'erano sempre le vignette dei più
illustri e mordaci disegnatori anglosassoni, francesi, tedeschi, spagnoli. E
anche quell'ultima fatica di Pino a me risultava preziosa, trovavo su quei
fogli verità e problemi che la "grande" stampa italiana evitava o
riduceva a poche righe.
Anche, compresi (e ricorderò sempre) l'intensità dei suoi affetti. Con la sua compagna Manù, invecchiando, avevano assunto l'immagine di una coppia che emanava un'aria di tenero rispettoso amore reciproco; imparai a vedere nei suoi occhi lo sguardo riconoscente e ammirato con il quale seguiva la figlia Nora, sapendo che divideva con lui scelte politiche e morali; e infine, sorpreso e deliziato, lo ascoltai una volta dichiararsi "quasi intontito" dal tenerissimo affetto per la nipotina Djamila. Parlando di lei, ogni solennità, ogni austerità si trasformava in fermo riconoscimento di schiavitù: di lui che amava tanto la libertà degli individui e dei popoli.
Pino Tagliazucchi ci ha lasciati
di Sandra Scagliotti
Mentre chiudiamo in redazione il N. 2/2005 di Mekong, ci coglie
improvvisa la notizia della scomparsa di Pino Tagliazucchi, noto ai nostri
lettori per aver tante volte scritto su queste pagine. Prolifico autore di
volumi e saggi storico-politici sul Việt Nam, Pino aveva fortemente
creduto nel progetto di rivolgere Mekong, nato quale bollettino del
Centro di studi vietnamiti nel 1994, ai tesserati dell'Associazione Italia-Viet
Nam e farne l' organo di stampa dell'Associazione stessa.
Dall'esperienza di Mekong e ancorada un'idea di Pino, erano poi
scaturiti i Quaderni vietnamiti cui, inizialmente, egli pensava come
monografie, volte a sondare aspetti particolari della storia e della società
vietnamita. A lungo ne avevamo discusso insieme, convenendo sul fatto che fosse
prematuro, e certamente al di fuori della nostra portata, giungere alla
raccolta ed alla pubblicazione di studi monografici recenti con cadenza
annuale. Per questa ragione, ci eravamo orientati in seguito verso una
soluzione per noi più semplice, scegliendo di presentare al pubblico di lettori
delle "raccolte di saggi", su temi vari, ripromettendoci di
realizzare l'obiettivo di future monografie, compatibilmente ad un possibile
incremento delle nostre risorse - umane ed economiche. Nel 2002 usciva così il
primo numero di Quaderni vietnamiti, "Scritti su Việt Nam,
Laos e Cambogia", curato proprio da Pino Tagliazucchi che, nella premessa,
scriveva: "Lo scopo è quello di fornire materiali di studio sulla società,
la storia e la cultura del Việt Nam - e di paesi vicini - per contribuire
attivamente allo sviluppo di questo indirizzo di studi nella comunità
accademica italiana che già si occupa dell’Asia. E, naturalmente, contribuire
allo sviluppo dei rapporti culturali tra Việt Nam ed Italia (...)".
Il contributo di Pino Tagliazucchi a Mekong e a Quaderni vietnamiti è
statograndissimo ed insostituibile è stato il suo operare, non solo a livello
di elaborazione teorica, di organizzazione e di redazione di testi. Molte le
sue pubblicazioni scientifiche, alcune ancora inedite, come: “Il movimento
Cần Vương”, “Le strategie di Điện Biên Phủ”,
"La via della rivoluzione" - documentazioni importanti per la
conoscenza della storia del Việt Nam nel nostro Paese che ci auguriamo
possano presto vedere la luce ed in questo, con l'Associazione Italia-Viet Nam
ci impegneremo. Il suo “Contributo alla biografia di Vo Nguyen Giap” (la cui
prima parte è stata pubblicata in Quaderni Vietnamiti N.2/2003) uscirà
sul prossimo numero della rivista entro fine anno.
Se mi è concessa una nota personale, Pino è stato per me, oltre che un amico
insostituibile, sempre presente ed attento, un importantissimo interlocutore
nel campo degli studi. Con lui e con Enrica Collotti Pischel, Charles Fourniau,
Ettore Masina, François Houtart, Nguyen Huu Thai, Nguyen Van Hoan, Giuseppe Morosini
e tanti altri studiosi e cultori di storia politica, a lungo si è insieme
discusso e progettato, in un confronto sempre proficuo, che ha assunto talvolta
anche toni accesi ma che ci ha visti sempre, tuttavia, accomunati dalla grande
passione per il Việt Nam e dalla consapevolezza della validità e
dell'interesse dell'esperienza vietnamita, nel passato come nel presente.
Con la redazione di Mekong, con gli amici tutti dell'Associazione Italia-Viet Nam, di cui Pino è stato elemento portante, con i collaboratori del Centro di studi vietnamiti e infine, con i volontari della Biblioteca Enrica Collotti Pischel, mi stringo a Nora, Giamila e a Manù Tagliazucchi che, a sua volta, tanto operosamente ha contribuito ed ancora, siamo certi, vorrà contribuire, alla realizzazione di Mekong e di Quaderni.
A Pino Tagliazucchi, è dedicato il numero 2/2005 di Mekong che
celebra i 60 anni dell’indipendenza nazionale del Việt Nam. Lo
ricorderemo immerso nella lettura, fra gli scaffali della nostra Biblioteca -
costruita in un piccolo atelier al limitare di una risaia poco distante
da Ha Noi - in questa biblioteca dove, come lui amava dire, “si respira davvero
un'aria vietnamita...”. Lo ricorderemo così, mentre ci racconta, con la sua
grande passione e con la sua abituale ironia, del suo, del nostro, Việt
Nam.
Pino Tagliazucchi
Un grande amico del Việt Nam
di Nguyễn Hữu Thái
Ho appena ricevuto la notizia della scomparsa di Pino Tagliazucchi, un grande amico del Việt Nam. Noi spesso lo chiamavamo per nome... Pino, semplicemente Pino. Nutrivamo grande rispetto nei suoi confronti, per la sua età (84 anni) e per l'entusiasmo che riservava al nostro paese. È stato fra i dirigenti sindacali che per primi hanno partecipato alle forti proteste contro la guerra americana in Việt Nam durante gli anni 60 e, in tutti questi lustri, un dinamico leader dell’Associazione di amicizia Italia - Viet Nam. Caporedattore di Mekong, organo di stampa dell’Associa-zione e fra i fondatori di Quaderni vietnamiti, diretta da Sandra Scagliotti, Pino ha dato il suo più grande contributo di amicizia al nostro Paese con la diffusione della storia e della cultura vietnamita in Italia e in Occidente. L’ho incontrato per la prima volta di persona all'inizio dell’anno scorso, presso il Centro di Studi vietnamiti a Torino, quando presentò il suo libro sullo zio Hồ. Era in ottima forma, all’età di 83anni, era forte come un giovanotto, lo zaino sulle spalle, scese dal treno e si precipitò, con la vivacità e l'entusiasmo di ragazzo, al CSV. Parlammo a lungo, poi all'indomani scappò via perché atteso a Roma, per una riunione sindacale. Iniziò ad interessarsi al Việt Nam sin dal 1965; scrisse numerosi articoli, su riviste e bollettini del movimento contro la guerra del Việt Nam. Ha pubblicato i libri: Điện Biên Phủ, 3000 giorni (1969), Ca Dao Việt Nam (co-autore con Nguyễn Văn Hoàn, 2000) e ultimamente Biografia politica di Hồ Chí Minh 1890-1945, per la Collana Sud-Est Asia della prestigiosa editrice Harmattan Italia di Torino. Vi sono tuttavia alcune sue ricerche sul Việt Nam non ancora pubblicate: “Il movimento Cần Vương”, “Mỹ Lai”, “Le strategie riguardo Điện Biên Phủ”. Stava scrivendo l’opera “Contributo alla biografia di Vo Nguyen Giap” (la prima parte è stata pubblicata in Quaderni Vietnamiti del Centri Studi Vietnamiti a Torino, 2003 e la seconda uscirà sul prossimo numero, entro la fine del 2005).
Ha dedicato la sua vita, Pino, alle lotte per i diritti dei lavoratori italiani
e a far udire la piccola voce del popolo vietnamita. La sua biografia lo
dimostra chiaramente:
1957: è già iscritto al Partito Socialista Italiano (PSI), poi viene eletto nel comitato centrale della FIOM - CGIL.
1960: ha lavorato nella sezione estera della CGIL
1962: è stato membro della segreteria della Federazione internazionale del Lavoro alla sede di Praga.
1964: quando il PSI si divide sceglie lo PSIUP. È stato membro del comitato centrale, con la delega della relazione internazionale, capo redattore dell’organo del partito, lavorando a Roma.
1968: torna a lavorare alla FIOM e CGIL fino alla pensione 1982 e cura Notizie internazionali, bollettino della FIOM.
Da allora si è dedicato totalmente al Việt Nam, con un attivo e insostituibile ruolo di membro della presidenza dell’associazione Italia-Việt Nam e "penna attiva" della rivista Mekong e dei volumi Quaderni Vietnamiti.
Noi Việt Kiều, abbiamo perso un amico entusiasta, saldamente legato ai movimenti per il Việt Nam. Tutti i Vietnamiti hanno perso un grande amico che ha profuso una vita alla diffusione della storia e della cultura vietnamita.
Traduzione dal vietnamita e adattamento di Trăn Doàn Trang
Da Associazione Italia Vietnam
L’ultima opera di Pino Tagliazucchi: Ho Chi Minh, biografia politica,
HO
CHI MINH - Biografia Politica (1890-1945) (SAGGISTICA)
L'Harmattan Italia srl © 2004
Collana "Sud-Est-Asia" diretta da Sandra Scagliotti .
Il volume può essere richiesto alle sedi del
CSV:centrostudi.vietnamiti@arpnet.it/ Tel. 011 655.166
Si dice spesso che la figura di Ho Chi Minh è misteriosa, avvolta in silenzi su diversi periodi della sua vita e illustrata da episodi e racconti di cui non si è sempre certi che siano reali e non pure ricostruzioni agiografiche. Ed è vero che ci sono "buchi" importanti nella sua vita e anche nella sua attività e che ci si può avventurare in una ricostruzione della sua personalità, ma con rischi notevoli; però, è poi così insolito che una parte della sua vita rimanga nell'ombra? Della sua vita abbiamo tutti i fatti essenziali, ed ha poi scarsa importanza sapere se, ad esempio, sia mai stato sposato e se abbia avuto figli; ci sono poi anche molti elementi che permettono almeno di abbozzare una figura reale. Se, ad esempio, prendiamo le poesie scritte durante la prigionia in Cina constatiamo che esse riflettono anche l'uomo che affrontò la prova più dura della sua vita. Una poesia, che scelgo a caso e che traduco frettolosamente, dice molto sullo spirito con cui egli superò quella prova: Come verrebbe il tempo della luce / senza i grigiori del freddo? / Nella disgrazia rifletti, / tempra e fa ardente lo spirito il fuoco della sventura. (P.T. Introduzione)