www.resistenze.org - popoli resistenti - vietnam - 23-01-16 - n. 573

Vietnam: L'oriente è rosso

Higinio Polo | rebelion.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/01/2016

Ieri, 20 gennaio, ha avuto inizio ad Hanoi il XII Congresso del Partito Comunista del Vietnam a cui hanno partecipato 1500 delegati che avranno l'obiettivo di illustrare la trasformazione del paese indocinese in uno stato industrializzato e moderno, come hanno dichiarato i principali dirigenti nelle settimane prima dell'appuntamento. Il congresso precedente si è tenuto nel 2011 e scelse Nguyen Phu Trong come segretario generale.

Più di settecento giornalisti, vietnamiti e stranieri, hanno il compito di informare sul Congresso. In un singolare miscuglio di retorica orientale e di tradizione comunista vietnamita, il congresso ha come oggetto "Fortificare la costruzione di un Partito trasparente e solido; mettere in gioco la forza di tutto il paese e la democrazia socialista; promuovere integralmente e in modo sincrono il Doi Moi [politica di rinnovamento, n.d.t.]; mantenere sicura la difesa della Patria e un ambiente pacifico e stabile: e trasformare il Vietnam in un paese industrializzato verso la modernità."

Non è poca cosa, soprattutto se si conoscono i problemi di sviluppo nella regione e le dispute sulle isole del Mare della Cina del Sud che Hanoi intrattiene con Pechino a dispetto dell'alleanza e dell'identità ideologica tra i due paesi.

Trenta anni fa, nel 1986, venne approvato il Doi Moi, il "rinnovamento", per spingere lo sviluppo economico e facilitare spazi di iniziativa privata: un processo simile e parallelo alla spinta della Cina quando dovette riadattarsi al nuovo mondo sorto dalla scomparsa dell'URSS, il più forte supporto (insieme alla Cina) su cui ha potuto contare il Vietnam.

Il dodicesimo congresso revisionerà ed esaminerà quella traiettoria che conta luci ed ombre, perché sebbene il paese si sia sviluppato in modo evidente, ricostruendo le infrastrutture e la distruzione apocalittica causata dai bombardamenti nordamericani, ha visto anche comparire corruzione e differenze sociali.

Il Partito Comunista conta più di quattro milioni e mezzo di militanti in un paese che ha quasi raggiunto una popolazione di cento milioni di abitanti. Quaranta anni fa, dopo la vittoria sugli Stati Uniti e la fuga dei militari nordamericani, quando si celebrò per la prima volta in una situazione di pace il IV Congresso, il Partito Comunista contava un milione e mezzo di membri e l'appuntamento si è così trasformato in un test sulla strada percorsa verso l'espulsione dell'imperialismo nordamericano e il futuro socialista del paese. Oggi i comunisti vietnamiti intendono configurare un partito più trasparente, più aperto, in grado di incorporare nuove generazioni. A dispetto di tutto, alcuni dirigenti provinciali, come Nguyen Minh Tru, originario della provincia di Ninh Thuan hanno richiamato l'attenzione sulla comparsa di comportamenti disonesti in alcuni militanti.

Tran Du Lich, deputato di Ho Chi Minh City (l'antica Saigón, la maggiore città del paese) mette l'accento sulla mancanza di competitività di alcuni settori economici, sui differenti gradi di sviluppo delle infrastrutture e sui diversi livelli di crescita delle regioni del paese. Ho Chi Minh City, per esempio, vuole raggiungere uno sviluppo sostenibile che sia capace di equilibrare le risorse per la sua enorme popolazione e scommettere su scienza e tecnologia.

Alla vigilia del dodicesimo Congresso, si è celebrata anche una conferenza sul così detto"progetto 896", un'iniziativa sulla semplificazione e razionalizzazione amministrativa del paese, che è urgente. Il ministero della Sicurezza Pubblica intende inoltre creare un database che comprenda tutta la popolazione vietnamita affinché i piani di investimento che si realizzano in tutti gli angoli del paese contino su un'informazione aggiornata e rigorosa, che permetta di evitare gli errori del passato nell'attuazione di iniziative basate a volte su una conoscenza incompleta delle necessità.

Inoltre il governo vuole rendere disponibile un documento di identità per tutti i cittadini, per la cui attuazione è imprescindibile un censimento affidabile. In un'altra convenzione parallela prima del Congresso, il vice primo ministro Vu Van Ninh ha annunciato che la Previdenza Sociale vietnamita (che contava settanta milioni di iscritti nel 2015) soddisferà oltre settantadue milioni di persone nel 2016 se si realizzano le previsioni e amplierà la copertura dei servizi aumentando inoltre gli aiuti a famiglie con difficoltà economiche.

Il governo intende riorganizzare la struttura amministrativa del paese e continuare lo sviluppo economico che, secondo la Costituzione, deve iscriversi in un'economia socialista di mercato. Alla vigilia del congresso la stampa vietnamita ha insistito sulla necessità di passare ad un nuovo stadio, spingere una "nuova mentalità" e proseguire l'industrializzazione del paese. La preoccupazione per il livello scientifico e tecnologico è evidente tra i responsabili del governo, coscienti che il Vietnam deve incorporare in tutte le aree economiche le nuove tecnologie che facilitino il rinnovamento e l'aumento della capacità esportatrice, affrontando al tempo stesso i problemi derivati dal riscaldamento della terra.

Nel marzo 2016 il governo ha previsto di esaminare ad Hanoi l'applicazione degli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Il Vietnam ha creato il Comitato Nazionale sul Cambiamento Climatico che riceverà aiuto dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) come Gran Bretagna e Giappone. A Parigi i paesi sviluppati si sono impegnati ad investire 100.000 milioni di dollari all'anno fino al 2020 come contributo per i paesi meno sviluppati, benché il governo vietnamita sia cosciente che molti dei compromessi assunti negli ultimi anni dai paesi ricchi sono rimaste mere dichiarazioni.

Il congresso esaminerà anche le disfunzioni e i problemi generati dalla crescita economica, la funzione del settore privato dell'economia e la disuguale distribuzione di risorse, mettendo enfasi sul preservare la stabilità politica del paese, correggendo i problemi relazionati con la burocratizzazione, le sovvenzioni alle imprese pubbliche e gli errori della pianificazione.

Il rinnovazione vietnamita si è trasformato in un riferimento per il sud-est asiatico, soprattutto nella vicina Cambogia e Laos e tra i paesi della ASEAN (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico, ndt), regione che concentra buona parte dell'attenzione del governo nordamericano, impegnato ora a trascinare i paesi del sud-est asiatico nel suo irresponsabile e pericoloso progetto di contenimento della Cina.

Mentre il sud-est asiatico lotta per lo sviluppo, i fuochi di guerra hanno devastato il sud-ovest del continente e molte delle terre che guardano il Mare d'Arabia, oltre ai paesi che vanno dall'Indo fino al Mediterraneo, rappresentano segni di un destino inquietante: la sfida del futuro è gigantesca, ma il Vietnam continua a credere che l'oriente è rosso.


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