www.resistenze.org - proletari resistenti - lavoro - 24-07-04

da www.rassegna.it
Settore Saccarifero / Il 26 luglio sciopero di 8 ore

Una riforma devastante


di Stefania Crogi
Segretaria nazionale Flai Cgil

A pochi mesi dalla conclusione dell'iter della nuova Ocm (Organizzazione comune di mercato) del tabacco, ratificata con l'accordo di Lussemburgo, ecco delinearsi, con scenari ancora più inquietanti, la stessa "via crucis" per la Ocm dello zucchero.
È noto come Cassandra non godesse di ampie simpatie, e la stessa sorte è toccata alla Flai quando, in una riunione tenutasi a gennaio con la presenza delle cariche più rappresentative del settore saccarifero italiano, Franco Chiriaco ha chiesto momenti di confronto per definire insieme strategie e orientamenti per far fronte agli scenari che si sarebbero delineati con le nuove regolamentazioni europee. In quella stessa occasione domandammo all'Assozucchero e al suo presidente se avessero riflettuto su eventuali piani di riconversione di alcuni zuccherifici, se fossero stati elaborati piani di innovazione tecnologica. La risposta fu sconcertante: la Flai stava prefigurando scenari catastrofici che, a detta di Assozucchero, non avevano il minimo fondamento. La riforma della Ocm zucchero non avrebbe comportato la benché minima variazione dello "status quo": i nostri furono ritenuti inutile allarmismi.

Il 14 luglio il commissario Fischler ha presentato una comunicazione sulla riforma dell'Ocm zucchero al Consiglio e al Parlamento europeo, che è stata puntualmente approvata. Ora la riforma, sottoposta al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura europei, continuerà il suo iter. La riforma prevede: anticipazione della nuova Ocm al 2005-2006; unificazione delle quote A e B e, quindi, una riduzione a livello Ue di 1,8 milioni di tonnellate; riduzione del prezzo di intervento, con parziale compensazione ai produttori, con aiuto disaccoppiato al 60% per i primi due anni (slegato cioè dal tipo di coltivazione effettuata e come puro sostegno al reddito del produttore) ; possibilità di trasferire quote di zucchero tra i diversi Stati membri, qualora si riscontrino condizioni di scarsa competitività.

Il settore in Italia coinvolge complessivamente 46mila aziende agricole che occupano circa 52mila lavoratori; 19 zuccherifici nei quali lavorano circa 7mila addetti tra fissi e stagionali; un indotto valutabile in circa 18mila unità. Una riforma così intesa avrebbe un impatto sociale devastante in un settore già duramente toccato da profondi processi di ristrutturazione. Tra l'altro, è importante ricordare che già per quest'anno Eridania Sadam e Italia Zuccheri hanno deciso la sospensione dell'attività negli impianti di Castiglion Fiorentino e Porto Viro. Flai, Fai e Uila hanno scritto al ministro delle Politiche agricole Alemanno, al commissario Fischler e a Prodi sottolineando come tale proposta sia del tutto irricevibile. Se si concretizzasse lo scenario sopra indicato, verrebbero messi a repentaglio migliaia di posti di lavoro tra gli addetti alle manifatture, alle aziende agricole e all'indotto. Verrebbe favorito una sorta di "dumping" produttivo, dove gli Stati membri a livello europeo potrebbero trasferire le quote là dove fossero realizzabili migliori condizioni di competitività. Sappiamo bene quali sono i parametri che definiscono la competitività per le imprese: in primo luogo il minor costo del lavoro. E là dove questo si realizza, sappiamo che ciò avviene perché vengono meno le tutele e i diritti. Diritti in primo luogo alla sicurezza, soprattutto sul lavoro: e in questo settore negli ultimi 18 mesi si sono registrati tre incidenti mortali in due stabilimenti. In secondo luogo alla qualità del prodotto, da quello conferito a quello lavorato.

Il sindacato ritiene inaccettabile qualsiasi proposta che non tenga conto della tutela e della salvaguardia dei lavoratori del settore. In tal senso la posizione unitariamente espressa ritiene indispensabile che la data della Ocm zucchero sia in linea con tutte le altre Ocm; che vada definito come punto di partenza un piano di settore nazionale, strettamente legato a un piano agricolo nazionale (che dovrà prevedere rotazione delle colture e piani di investimenti strutturali in materia di irrigazione); che vengano ridefiniti i bacini bieticoli, nonché i piani industriali e di rilancio degli stabilimenti, con eventuale riconversione degli stessi; che siano adottate misure specifiche di riqualificazione e di riconversione del personale.

Per queste motivazioni Fai, Flai e Uila hanno indetto una prima iniziativa di 8 ore di sciopero per il 26 luglio, con manifestazione davanti al ministero delle Politiche agricole e forestali, che nella fattispecie, nonostante ripetute richieste d'incontro, continua a glissare sull'opportunità di un confronto di merito con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali che li rappresentano.
 
(Rassegna sindacale, n.29, 22-28 luglio 2004)