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- proletari resistenti - lavoro - 20-06-09 - n. 279
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Crolla l’occupazione nei primi tre mesi del 2009
Protestano i precari ISTAT
di Francesca Mannocchi, Radio Città Aperta
20/06/2009
Ieri mattina l’Istat ha diffuso i dati relativi all’occupazione nel primo trimestre dell’anno in corso e come c’era da aspettarsi i dati sono allarmanti: gli occupati nel nostro paese sono diminuiti di 204 mila unità (pari a – 0,9 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) nei primi tre mesi dell’anno. Nel rapporto si legge che “ il numero degli occupati risulta pari a 22.966.000 unità segnalando quindi un dato negativo di quasi un punto percentuale. Il calo sintetizza la discesa di 426 mila unità della componente italiana e la crescita di 222 mila di quella straniera”. Il rapporto sottolinea inoltre, che il calo è molto più accentuato nelle regioni del Mezzogiorno che risentono di un calo di 114 mila posti di lavoro; la situazione del Mezzogiorno è particolarmente delicata anche perché al tasso di disoccupazione si associa un’espansione del tasso di inattività, cioè la percentuale di persone residenti che non lavorano o per scelta, come una parte delle casalinghe o degli studenti, o perché troppo anziani e quindi ritirati dal lavoro. Anche qui a segnare il record più alto è il sud con un più 2,1% pari a 141.000 unità.
Le ragioni del calo sono riscontrate soprattutto nella caduta dell’occupazione autonoma delle piccole imprese, dell’occupazione a termine e nella riduzione del numero dei collaboratori. In sostanza il tasso di disoccupazione segna un passaggio dal 7,1% del primo trimestre 2008 all’attuale 7,9%. Un tasso dei senza lavoro che è il più alto dal 2005 e che secondo tutte le previsioni è destinato a crescere. Una percentuale che oltretutto non dà conto di chi, pur lavorando in maniera discontinua risulta ‘occupato’.
Quadruplica il numero di lavoratori in cassa integrazione nel primo trimestre dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2008. A subire maggiormente la crisi i giovani fino a 34 anni, più gli uomini delle donne, come sempre nel Mezzogiorno.
Il rapporto è stato pubblicato in forma ridotta a causa di una protesta interna all’Istituto nazionale di statistica. Infatti l’altro ieri mattina una cinquantina di precari dell’Istat ha occupato la sede della presidenza dell’Istituto per chiedere garanzie sui 317 contratti di rilevatori (cioè gli intervistatori) in scadenza a luglio. La Flc Cgil, i lavoratori Istat e i rilevatori riuniti in assemblea hanno espresso la loro crescente preoccupazione per il destino delle indagini che rilevano la situazione sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione del paese e “ denunciano con forza la gravità di quanto sta avvenendo, sottolineando che dal prossimo luglio non esisterà più la rete dei 317 lavoratori che da ben sette anni garantisce le interviste sullo stato dell’occupazione su tutto il territorio nazionale, assicurando elevati standard di qualità”.
Le conseguenze della precarizzazione dei rilevatori Istat porterebbe, infatti, alla produzione di stime incoerenti e distorte rispetto agli anni precedenti e ad una stima altrettanto incoerente dei dati del Pil e della forza lavoro.