www.resistenze.org - proletari resistenti - lavoro - 05-04-16 - n. 583

I "mille a Milano" per l'occupazione e il welfare e contro le privatizzazioni

USB | usb.it

04/04/2016

La Piattaforma programmatica di USB sarà sostenuta anche da una grande raccolta di firme.

L'Assemblea nazionale di Milano del 3 aprile ha visto oltre 1.000 delegati USB provenienti da tutte le regioni italiane confrontarsi sui temi del lavoro, dell'occupazione, del welfare, del reddito e del salario, delle pensioni e della previdenza, della scuola e della sanità, del diritto alla casa e di uguali diritti per tutti. Una iniziativa anche interna alla "giornata" internazionale del 4 aprile indetta dal Sindacato Internazionale dei  Lavoratori Pubblici (TUI PS&A) della FSM/WFTU contro le privatizzazioni e a difesa del pubblico.
Un clima determinato e sereno, emozionante e coinvolgente quello che si è vissuto in Assemblea e che da nuovo slancio all'intero sindacato.
Dall'Assemblea emergono senza dubbio alcuni elementi importanti non soltanto per il sindacato ed i suoi iscritti, ma per l'intero mondo del lavoro.

1. I temi centrali discussi in Assemblea sono quelli che vivono tutti i giorni i lavoratori e le lavoratrici, ma anche quelli che oggi investono l'intera società: avere almeno un disoccupato in famiglia, non riuscire ad arrivare a fine mese e non avere un reddito minimo sufficiente neanche per sopravvivere, rinunciare a curarsi o aspettare mesi e mesi per un esame diagnostico, non avere un tetto sulla testa o non riuscire a pagare più il mutuo, mandare i figli in una scuola ormai allo sbando ed affidata sempre più agli interessi privati, vivere città sempre meno vivibili e sempre più inquinate, vivere la condizione di migrante come cittadino di serie B, ecc. ecc. Questa situazione provoca un disagio complessivo della società e nella società che non può essere più affrontato dal sindacato soltanto con la lotta sui posti di lavoro, ma al quale deve corrispondere un intervento generale a livello nazionale ed anche europeo ed internazionale.

2. Non è più sufficiente essere un buon e onesto sindacato di base che lotta per difendere le condizioni ed il salario sul proprio posto di lavoro. USB deve partire certamente da queste certezze ma per affrontare le sfide dei prossimi mesi e dei prossimi anni deve sempre più rapidamente tendere ad essere un sindacato generale, di massa, di classe. USB cresce numericamente e qualitativamente ogni giorno di più e questa grande Assemblea di Milano lo dimostra concretamente. Ci sono tanti giovani, ci sono donne e uomini coscienti della propria condizione e convinti del progetto che si sta portando avanti. Ci sono tutti i settori produttivi del paese, dall'industria al lavoro pubblico, dai servizi ai trasporti, dal commercio alle telecomunicazioni e alla logistica. USB è ormai un sindacato maturo e pronto ad assumersi le grandi responsabilità che le competono. La Piattaforma emersa dall'Assemblea non è il libro dei sogni ma un percorso di lotta, un processo di acquisizione e accumulazione della forza e delle energie necessarie a contrapporsi al mondo delle privatizzazioni, della finanziarizzazione della società, dell'arroganza del potere, della forza dei grandi gruppi economici..... per dirla in una sola parola, del capitale.

3. La differenza tra USB e Cgil, Cisl e Uil sono ormai così evidenti che risulta quasi inutile ribadirle. Queste ex organizzazioni sindacali non rappresentano più gli interessi dei lavoratori e gli interessi generali delle classi subalterne. Serve scalzarle, sradicare il loro sistema di potere e costruire l'alternativa. Un'alternativa che non può che partire oggi da USB e svilupparsi nei prossimi anni attraverso la crescita e la condivisione di obiettivi e pratiche che non sono certo quelle proposte da Cgil, Cisl e Uil.

4. Le iniziative da mettere in campo sono tante e tutte rilevanti. Soltanto l'organizzazione ed una rinnovata militanza potranno tenere testa alle necessità, dare forza alle mobilitazioni, dare seguito alle vertenze ed alle lotte, rappresentare al meglio gli obiettivi e gli strumenti per realizzarli. Esiste una Piattaforma programmatica di USB che deve essere fatta vivere giorno per giorno, deve essere arricchita del contributo di tutti, deve essere fatta propria sui posti di lavoro, nelle città e nelle strade, in ogni vertenza e in ogni occasione. Nelle prossime ore si avvierà anche una grande raccolta di firme a sostegno della Piattaforma. Lavoriamoci tutti insieme e facciamo crescere questa iniziativa che dovrà far sviluppare dal basso una mobilitazione sempre più vasta e partecipata, sino ad arrivare a grandi iniziative sociali e sindacali nei prossimi mesi, sino allo sciopero generale. Il governo Renzi e l'attuale maggioranza trasversale di governo stanno continuando ad eseguire le indicazioni sempre più vincolanti dell'Unione europea, hanno di fatto portato l'Italia in guerra, vogliono modificare la Costituzione, hanno peggiorato le condizioni di vita di strati sempre più ampi della società, stanno continuando a spostare ricchezza dalle tasche di tanti a quelle di pochi. E' necessaria una risposta forte, è necessario mandarli tutti a casa.

Buona lotta e buon lavoro a tutte e tutti!


Piattaforma Programmatica di USB

Voglio lavoro e stato sociale

L'Italia è sempre più coinvolta nei teatri di guerra internazionali, con un ruolo che travalica i confini del dettato costituzionale. Continuiamo a ritenere che la guerra non sia la risposta alle crisi internazionali e che l'impegno bellico sottragga importanti risorse allo stato sociale e alla possibilità di occupazione, aggravando così i già pesanti tagli di servizi, diritti e democrazia determinati dalle politiche antisociali imposte dall'Unione Europea.

USB vuole provare a recuperare gli spazi di stato sociale sottratti dalle scelte di austerità, imposte da Unione Europea, Banca Europea e Fondo Monetario Internazionale promuovendo una campagna nazionale con mobilitazioni e iniziative di lotta che coinvolgano lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, per imporre al Governo, al Parlamento e a tutte le istituzioni scelte politiche di investimenti che creino occupazione stabile per restituire dignità al lavoro e al welfare.

PIATTAFORMA PROGRAMMATICA DELLA USB

L'attacco alla cosa pubblica è ormai sotto gli occhi di tutti: dal furore accentratore contenuto nella riforma costituzionale, ai decreti sulle aziende pubbliche partecipate e sui servizi pubblici locali, alla dismissione dei servizi nelle province, conseguenti alla loro riforma, al blocco delle assunzioni nei settori pubblici, al taglio dei fondi alle sanità regionali e ai comuni, che ha prodotto aumento dei ticket e riduzione/privatizzazione dei servizi (vedi prima infanzia).

Nessun settore si è salvato: dal costante definanziamento delle università, degli istituti di ricerca pubblici, alla "buona scuola", alla cancellazione dei fondi sociali e per la non autosufficienza, alla riforma in itinere del terzo settore, che introduce di fatto il volontariato gratuito come nuova forma di lavoro, all'affievolimento delle norme a tutela dell'ambiente.

I servizi pubblici sono divenuti così, attraverso gli appalti, territorio di conquista del capitale finanziario e, molto spesso, della malavita organizzata, producendo uno scadimento nella qualità degli stessi e nelle condizioni materiali di coloro che vi operano, oltre a produrre vaste aree di corruzione dentro le pubbliche amministrazioni e fra gli amministratori.

Serve introdurre un segnale di controtendenza. Per questo proponiamo.

- Lo Stato torni ad essere promotore di buona occupazione.

- Nessun reddito da lavoro può essere sotto la soglia di povertà, a prescindere dall'orario di lavoro prestato.

- Nessuno deve restare sotto la soglia di povertà: introduzione del Reddito minimo garantito.

- Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.

- Recupero di un ruolo pubblico nell'economia, ristrutturando e rilanciando settori strategici, (vedi siderurgia, telecomunicazioni, agroindustria), attraverso la loro nazionalizzazione e la riconversione delle attività industriali inquinanti.

- Varo di un piano straordinario di assunzioni per assicurare un vero ricambio generazionale in una delle pubbliche amministrazioni più vecchie d'Europa; messa in sicurezza del territorio, valorizzare il patrimonio artistico e culturale; risolvere la piaga del precariato storico nella pubblica amministrazione e nella scuola con la stabilizzazione di tutti i precari, ricollocazione di tutto il personale in esubero dalle province e l'assunzione dei vincitori e degli idonei dei concorsi pubblici inseriti in graduatorie tuttora valide.

- Le aziende pubbliche che gestiscono beni comuni e servizi pubblici locali (acqua, luce, gas, rifiuti, asili nido, trasporti, ecc.) vanno mantenute o fatte tornare pubbliche sotto lo stretto controllo democratico dei territori di riferimento; vanno reinternalizzati tutti i servizi e i lavoratori esternalizzati con appalti.

- La sanità deve essere pubblica, abolizione dei ticket e delle liste d'attesa.

- Obbligo di esclusività del rapporto di lavoro di medici e operatori sanitari, contro la libera professione dentro gli ospedali pubblici che ha creato una sanità privata nelle strutture pubbliche.

- Alla luce delle grandi speculazioni effettuate dai capitali privati, bisogna abbandonare gli strumenti della finanza di progetto (project financing) nella realizzazione degli ospedali. Serve prevedere il finanziamento pubblico nella costruzione delle strutture pubbliche.

- Occorre rafforzare la prevenzione attraverso investimenti pubblici per il potenziamento dei servizi di base territoriali; la riabilitazione deve tornare pubblica.

- Rafforzamento della lotta alla corruzione, recuperando processi decisionali partecipati e trasparenti eliminando i metodi di gestione "aziendalistica" della sanità pubblica.

Nel settore dell'istruzione/formazione proponiamo.

- La messa in sicurezza degli edifici scolastici.

- Investimenti pubblici su nidi e scuola dell'infanzia in tutti i territori.

- Scuola pubblica gratuita fino al diploma di scuola media superiore.

- Rette universitarie legate al reddito effettivo.

- Cancellazione della Riforma "La Buona Scuola".

- Adeguate risorse agli istituti di ricerca pubblica.

- Reinternalizzazione di tutti i servizi dati in appalto nelle scuole.

E' nelle tante periferie urbane che si scarica il disagio prodotto dalle politiche inique fin qui adottate: tassi di disoccupazione giovanile e femminile altissimi, abbandono scolastico, sfratti derivanti dalla perdita del lavoro o da precarie condizioni economiche (3 milioni di case vuote, al netto delle seconde case, 3 milioni di famiglie in difficoltà per pagare l'alloggio), distacchi di servizi pubblici essenziali (come l'acqua) a persone in gravi difficoltà economiche, assenza di servizi di trasporto pubblico locale efficienti, di centri di aggregazione sociale, degrado urbano. Da queste periferie deve partire la riscossa.

Per questo proponiamo

- Ripubblicizzazione di tutti i servizi territoriali con la previsione di tariffe agevolate per fasce di reddito.

- Investimenti sul trasporto pubblico locale contro le privatizzazioni e per migliorare le condizioni di vita dei pendolari.

- Spazi pubblici di socializzazione e di offerte culturali di quartiere.

- Abolizione della Bossi-Fini e del nesso "permesso di soggiorno - contratto di lavoro" per garantire pari diritti a tutti, indipendentemente dalla nazionalità.

- Piano nazionale straordinario di 1 milione di alloggi di edilizia pubblica (anche attraverso la conversione del patrimonio edilizio inutilizzato ed il riuso di quello sfitto), blocco degli sfratti e nuova normativa sull'equo canone.

Serve rimettere in campo buona occupazione. Per questo proponiamo.

- Abolizione della legge 30 e di tutta la normativa che ha distrutto la legislazione del lavoro, da ultimo il Jobs Act e tutte le forme di lavoro precario.

- Unico contratto di riferimento per il lavoro dipendente a tempo indeterminato con applicazione dell'art.18 così come previsto prima dei provvedimenti Fornero e del jobs-act.

-  Reintroduzione del collocamento obbligatorio.

- Norme di garanzia per i lavoratori degli appalti, per il mantenimento – nel cambio di appalto – del posto di lavoro, dell'anzianità di servizio e dell'applicazione del contratto di settore (cd "clausola sociale).

- Vere misure per la sicurezza sul lavoro.

Questo è possibile anche "liberando occupazione". Per questo proponiamo.

- Cancellazione della controriforma Fornero delle pensioni. Rivalutazione piena delle pensioni in essere.

- Abolizione delle norme legate all'aspettativa di vita e del sistema di calcolo contributivo.

- Pensione di anzianità a 62 anni di età e 35 anni di contributi o 40 anni di contributi indipendentemente dall'età e pensione di vecchiaia a 65 anni.

- Pensioni minime a € 800,00 netti mensili.

Per finanziare ed attuare le proposte contenute nella Piattaforma programmatica della USB si può attingere al recupero dell'evasione ed elusione fiscale e contributiva e alla repressione della corruzione, vere piaghe sociali che sottraggono al bilancio pubblico almeno 350 miliardi all'anno, attuando una lotta senza quartiere al lavoro nero, a imprenditori senza scrupoli e ai corrotti della pubblica amministrazione, alla riduzione delle spese militari. Per questo proponiamo anche.

- Rilancio di una tassazione progressiva sui redditi, sia da lavoro che finanziari, che attui una rivoluzionaria redistribuzione del reddito, anche per consentire una riduzione drastica delle imposte sui consumi di prima necessità, incrementando al contrario la tassazione sui generi di lusso.

- Riforma dell'ISEE per garantire l'accesso – oggi spesso negato – ai servizi a chi ne ha più diritto.

- Abolizione della "Voluntary Disclosure" e di ogni sanatoria per chi ha illegalmente portato capitali dall'estero.



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