Il Ministro Poletti e il falso mito dell'innovazione
Erman Dovis
09/02/2017
"Purtroppo è l'innovazione stessa a macinare posti di lavoro". 1
Emblematica e disarmante la candida confessione del ministro Poletti ad un recente convegno organizzato dalla commissione Lavoro della Camera dei deputati sul tema dell'emergenza occupazionale.
Il ricordo torna a Torino durante la vertenza Indesit 1980, allorquando il giovane rampante Piero Fassino affermò che ahimè "…non c'è nulla da fare contro le riconversioni e le ristrutturazioni industriali, le quali vanno sollecitate e guidate". Queste dichiarazioni, unite alla recente preoccupante notizia di nuova cassa integrazione a Melfi 2, dovrebbero definitivamente aprirci gli occhi sull'illusione sviluppista che ci attanaglia, che comprende ovviamente la fantomatica convinzione che sia necessaria una politica di investimenti per rilanciare l'occupazione.
Il povero cittadino Wenston sosteneva che occorreva fare più minestra per poter dar da mangiare a tutti gli operai, ma Marx dimostrò che il problema erano i cucchiai degli operai, non la quantità di minestra prodotta.
L'ammissione rivelatrice di Poletti è la conferma che la classe padronale investe certo, ma sul profitto, sull'efficienza aziendale e quindi sull'introduzione di nuove tecnologie. Questi elementi non sono fattori di crescita perché all'aumento della produttività e dell'efficienza non si registra un aumento della base produttiva che anzi viene espulsa dal mondo del lavoro. E questo per una semplice banale ragione: ogni azienda capitalistica produce non in un'ottica dell'interesse generale ma del massimo profitto, che in generale fa rima con licenziamenti, mobilità, cassa integrazione, flessibilità feroce.
Se si ritiene che questo non sia vero allora ci si dica come mai che agli investimenti non seguono aumenti dell'occupazione, la quale scende inesorabilmente. Il capitalista investe per il profitto, non per creare posti di lavoro. Ad aumentare non sono i posti di lavoro ma la disoccupazione.
Allo stesso tempo le politiche collaborazioniste che si sono susseguite negli anni dietro il paravento retorico dello sviluppo e dell'ammodernamento, hanno lasciato decidere SOLO alla borghesia cosa, per chi e come produrre contribuendo a far sprofondare l'umanità in una nuova gravissima crisi generale.
"Sviluppo innovazione e ammodernamento" intanto si fanno sentire a Melfi e svelano la cruda realtà dei fatti, come le stesse ammissioni del Ministro Poletti.
Jobs act, Pd e sindacati "processano" Poletti, di Luciano Cerasa su Il Fatto Quotidiano del 31.1.2017