Il lavoro a noleggio non è il "meno peggio" in attesa di una stabilizzazione, è un ulteriore strumento dei padroni per abolire il concetto di stabilizzazione
Staff leasing. Non è una cosa nuova - è una forma di lavoro contrattuale trilaterale tra somministratore, utilizzatore, lavoratore - più conosciuto come interinale, usato dalle agenzie del lavoro. Risale alla Legge Biagi del 2003 che, a seguito della riforma del lavoro nota come Jobs act si espande a qualsiasi settore o lavoratore, tranne la Pubblica amministrazione. L'unica regola che l'azienda deve rispettare è il non superamento del 20%. I lavoratori sono assunti a tempo indeterminato e si distinguono in due forme contrattuali: tra "utilizzatore e somministratore" e "somministratore e somministrato".
Già il primo governo Conte sosteneva di rimediare ai danni del Jobs act con il "Decreto dignità", ma così non è stato. Senza abolire il Jobs act e reintrodurre l'art. 18 e inserendo solo l'obbligo di "causale" per i contratti precari che superano la durata di 12 mesi e stabilisce la durata massima di 24 mesi per un contratto a termine, non lo trasforma a tempo indeterminato. Infatti le aziende si rifiutano di usare causali contenute nel decreto dignità, anzi sono diventate la scusa per abbreviare ulteriormente la durata dei contratti a termine e aumentare il turn over dei precari. Al raggiungimento dei 12 mesi, un precario viene lasciato a casa e sostituito da un altro.
Perché lo affrontiamo adesso? Perché in una riunione con il Collettivo dei lavoratori della GKN (fabbrica metalmeccanica di Firenze) è stata resa nota l'assunzione di lavoratori con questa forma di noleggio nella propria fabbrica.
Evidentemente per le aziende i vantaggi sono tanti: economico, temporale e fiscale in quanto l'assunzione anticipata dall'agenzia del lavoro è un risparmio di tempo, energie e costi per la selezione del personale. Combina domanda e offerta e ben si adatta alle esigenze precarie del mondo del lavoro attuale e soprattutto la possibilità di ampliare il proprio organico nei periodi di maggiore produzione scaricando l'assunzione sull'agenzia del lavoro.
I lavoratori sono più ricattabili e possono essere lasciati a casa alla minima fluttuazione del mercato. Perciò i lavoratori a tempo indeterminato sono la fornitura delle agenzie interinali alle aziende che li prendono in prestito - l'unico limite è che non devono superare il 20% dei lavoratori interni, ovviamente aggirabile dai contratti collettivi e dagli accordi aziendali - e non hanno alcuna garanzia di futuro né di stabilizzazione presso l'azienda che li utilizza, ovvero come diventare non stabili, ma stabilmente precari.
Il contratto, infatti, è tra l'agenzia e il lavoratore con le stesse condizioni economiche e normative di tutti gli interinali. Quando finisce l'utilizzo, i lavoratori restano in attesa di ricevere, dalla agenzia, un'altra proposta di lavoro che dovrebbe essere professionalmente equivalente al lavoro precedente e che abbia un livello retributivo non inferiore al 15% rispetto all'impiego perso. Durante questo periodo ricevono 800 euro lordi, ma dovranno essere sempre reperibili e accettare impieghi distanti fino a 50 km dalla residenza o comunque raggiungibile in 60 minuti con i mezzi pubblici.
L'incertezza di dove lavorare rimane, così come l'impossibilità a pianificare le proprie spese perché non c'è la garanzia del reddito annuo, ma solo quella di rimanere a disposizione dell'agenzia interinale. E, motivo non secondario, è molto difficile integrarsi con i colleghi e organizzarsi per migliorare le proprie condizioni di lavoro, e quindi, di vita.
Non si deve considerare lo staff leasing come il "meno peggio" in attesa di una stabilizzazione, bisogna essere consapevoli che è un ulteriore strumento dei padroni per abolire il concetto di stabilizzazione. Non arrendersi e continuare a lottare per i propri diritti è indispensabile per combattere la frammentazione dei lavoratori - che si perpetua anche con lo staff leasing -, vincere le paure e prendere coscienza che si può uscire da condizioni di schiavitù salariale solo se si ribaltano i rapporti di forza. Non c'è sicurezza di conservazione dell'occupazione neppure per coloro che abbassano la testa perché la garanzia del lavoro a tempo indeterminato non esiste più e per qualsiasi ragione: riduzione profitti, passaggio a nuovi acquirenti, delocalizzazione ecc. le imprese possono disfarsi dei propri dipendenti.
Staff leasing è da considerare una delle tante forme di sfruttamento, la sua abolizione rientra nei numerosi obiettivi di una lotta più ampia - che vada oltre la sola resistenza, seppure valida - per riconquistare i diritti che spettano a chi produce.
In una società come quella capitalistica non ci deve stupire che un termine come il leasing conosciuto per acquistare automobili o macchinari sia usato e applicato a delle persone, dei lavoratori. Vengono tolti i veli borghesi del rispetto della persona tanto decantata e vengono considerarti i lavoratori al pari di una macchina per produrre e da "rottamare " quando non servono più.
*) È in distribuzione il n. 6 di "nuovaunità" dal quale vi segnaliamo:
pagina 2: Peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro e rappresentanza politica;
pagina 3: Leggi e inganni. Staff leasing,
pagina 4: La "nuova epoca" della caduta del muro di Berlino;
pagina 5: Piazza Fontana cinquant'anni dopo. Una ferita che rimane aperta;
pagina 6: Cile, Ecuador, Haiti, Bolivia … fine di quale ciclo?
pagina 7: Brevi dal mondo
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