www.resistenze.org - proletari resistenti - movimento operaio internazionale - 25-09-12 - n. 422

da USB - confederazione.usb.it/fileadmin/archivio/internazionale/20121003_wftu_opuscolo_ACTION_DAY_italiano.pdf
 
Opuscolo formato PDF  Giornata internazionale a Roma
 
3 ottobre 2012
 
Lotta per i tuoi diritti
 
Giornata internazionale di azione - 3 ottobre 2012
 
Federazione Sindacale Mondiale
 
3 ottobre 2012
Cibo, acqua potabile, medicine, libri, casa per tutti
Contro le multinazionali e la barbarie capitalista
 
"Processiamo":
- le multinazionali
- i cartelli ed i trust
- il saccheggio delle risorse naturali
 
Lotta per i tuoi diritti
Fermiamo il saccheggio delle risorse naturali da parte delle multinazionali!
La ricchezza appartiene a chi la produce
 
Indipendentemente dalle intenzioni o opinioni dei capitalisti o dei sindacati, cibo, acqua, medicine, libri e alloggi sotto il capitalismo, sono merci.
La regola della produzione capitalista consiste nel garantirsi adeguate percentuali di profitto.
Questo è il criterio che definisce cosa/quanto/dove ogni cosa sarà prodotta.
Il dilemma strategico è: sviluppo per chi?
 
Cibo
Nutrimento per tutti
 
La produzione di prodotti agricoli potrebbe essere sufficiente a soddisfare i bisogni nutrizionali del doppio della popolazione esistente
 
Il diritto all'alimentazione è un diritto universale.
 
I prezzi alimentari a livello mondiale sono notevolmente aumentati nel 2007 e fino ad oggi hanno raggiunto il loro livello più alto degli ultimi 30 anni, creando una crisi mondiale che dimostra che il capitalismo non può neppure risolvere il problema dell'alimentazione. Per questo sono iniziate importanti lotte sia nei paesi poveri che nei paesi sviluppati.
 
Nel gennaio 2011, l'Indice dei prezzi Fao (cfr. Grafico) ha raggiunto il livello più alto, da quando la FAO ha iniziato la misurazione dei prezzi alimentari nel 1990, colpendo soprattutto le popolazioni più povere.
 
La Banca Mondiale stima che nel 2008 altre 50 milioni di persone si siano impoverite a causa dell'aumento dei prezzi alimentari. Secondo l'indice della Banca Mondiale, lo zucchero nel mondo ha raggiunto il prezzo più alto degli ultimi 30 anni, dopo l'aumento del 12 per cento dal gennaio 2010. Il prezzo degli oli alimentari è aumentato del 73 per cento dal giugno 2010. Il prezzo del grano, pane per ogni popolazione, ha subito l'aumento più importante, raddoppiando tra giugno 2010 e gennaio 2011. Il prezzo del mais è stato influenzato dai flussi del mercato di grano e olio ed ha anche subito l'aumento di circa il 73 per cento durante la seconda metà del 2010. Altri prodotti alimentari che contribuiscono alla catena alimentare, come le verdure e i fagioli, hanno subito anch'essi forti aumenti dei prezzi.
 
Simultaneamente con l'aumento del prezzo del cibo, sono aumentati i super-profitti dei monopoli e dei gruppi multinazionali che dominano il mercato mondiale e controllano la produzione, trasporto e commercio. I piccoli produttori vengono sfruttati, dando via la produzione a prezzi irrisori. Così come, gli agricoltori e gli operai delle industrie alimentari che lavorano per un "tozzo di pane ". Infine anche i consumatori sono costretti all'acquisto di generi alimentari a prezzi elevati.
 
Il dominio dei monopoli, sia che essi provengano dall' interno o dall' esterno di ciascun paese, determina l'aumento del tasso di sfruttamento della classe operaia, la rapina del ceto popolare e dei poveri agricoltori con la formazione dei cartelli. Un piccolo numero di imprese controllano la quota maggiore delle vendite e del profitto del mercato mondiale.
 
Qui riportiamo alcuni esempi:
Nestle: 2009, 70 miliardi di euro di ricavi, secondo i suoi annunci, 7 miliardi di euro i profitti. Attivo nell'industria del cibo (26%), pasti preparati (18%), bevande (27%), cioccolato (11%). Cargill: 2011, 85 miliardi di euro di fatturato . 140.000 dipendenti. 3,3 miliardi di euro di profitti annunciati. Attiva nel commercio di cereali, l'allevamento e la vendita di bestiame, come pure in energia, metallo, finanza (25% esportazioni di cereali in USA, il 22% della carne sul mercato USA). Le vendite dell'Azienda sono aumentate da 101 a 119 miliardi di dollari i nel 2011, con un aumento di circa il 18%. Il suo profitto è aumentato da 2,5 miliardi di dollari a 4,3 miliardi di dollari. I ricavi e le vendite dell 'Azienda hanno superato i livelli pre-crisi. Kraft: 35 miliardi di euro fatturato , 3,5 miliardi di euro profitti annunciati. General Mills: 12 miliardi di euro di fatturato nel 2011, 1,4miliardi di euro profitti annunciati. Anheuser-Busch InBev, 28 miliardi di fatturato in euro 2011, 3 miliardi di euro d profitti. Attiva nella produzione di bevande. Pepsico: 40 miliardi di vendite nel 2010, 4,5 miliardi di euro di profitti nel 2010. Coca-Cola Company: 25 miliardi di euro fatturato nel 2010. 6 miliardi di euro di profitti.
 
Le industrie e le imprese multinazionali dell'alimentazione a livello mondiale, cosi come i governi e le forze politiche responsabili del problema alimentare e dei suoi continui scandali ,vogliono attribuire, a livello mondiale, la colpa per l' insufficienza di cibo a circostanze specifiche e incidenti sfortunati.
 
La ragione ovvia è occultare le proprie responsabilità, nascondere che la salute pubblica è al secondo posto quando si tratta del profitto delle multinazionali, nascondere che devono confondere gli strati popolari al fine di calmare la rabbia dei lavoratori e degli affamati e impedire loro di reclamare il benessere che producono e di cui non possono godere.
 
Sia i governi che le multinazionali sostengono che la responsabilità per la cosiddetta " crisi alimentare stia nella riduzione della produzione mondiale e nell' insufficienza delle scorte alimentari soprattutto a causa del cambiamento climatico e dell'aumento del consumo di cibo dei paesi in via di sviluppo. Questa teoria è falsa e ipocrita.
 
La riduzione della produzione mondiale e dello stock di prodotti agricoli, da cui tutti gli approvvigionamenti alimentari provengono, sono dovuti in verità, alle politiche anti-popolari che le multinazionali e i governi implementano in conformità con i propri interessi per maggiori profitti.
 
Il punto di partenza per l'attuazione di tali politiche era la constatazione che la produzione globale del cibo sarebbe cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla esigenze del mercato alimentare globale cosa che avrebbe portato ad avere una maggiore offerta rispetto alla domanda, cio' avrebbe causato la riduzione dei prezzi e del profitto per le industrie alimentari, mentre l'aumento dello stockaggio richiederebbe fondi supplementari per il budget riservato alla conservazione e manutenzione.
 
Ciò che è importante notare è che le esigenze del "mercato" del cibo non hanno nulla a che fare con le reali esigenze nutrizionali dell'umanità. Mentre si sostiene che il "mercato" sia saturo e grandi quantità di prodotti vengono distrutte e vengono erogate sovvenzioni per la riduzione della produzione (ad es. quelle date agli agricoltori per non coltivare ), più di 850 milioni di persone sono denutrite o muoiono di fame perché il loro reddito gli impedisce di ottenere il giusto sostentamento.
 
Questa tendenza si intensifica con la crisi economica durante la quale vi è una riduzione del consumo del cibo. Questa è la vera lettura per capire che quando le multinazionali si riferiscono alle "necessità del mercato" quello a cui attualmente si riferiscono sono i profitti.
 
Secondo la stima FAO, con la cosiddetta l'agricoltura "convenzionale" e le attuali condizioni climatiche e meteorologiche è possibile produrre prodotti agricoli sufficienti a soddisfare le necessità nutrizionali del doppio della popolazione della terra. Ora, secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), la produzione alimentare deve aumentare del 70% per corrispondere alla crescente domanda della popolazione mondiale che viene stimato cresca a 9 miliardi entro il 2050.
 
Questa stima dimostra che il problema nutrizionale è puramente un problema di classe e politico non tecnocratico. Pertanto, non potrà essere risolto con il cibo geneticamente modificato, così come con la cosiddetta "Rivoluzione verde".
 
Ci viene detto che le colture geneticamente modificate affronteranno la fame e la povertà. Questa è una bugia. Stanno solo promuovendo i loro profitti attraverso il controllo della catena alimentare. Sementi geneticamente modificate sono coltivate nei paesi in via di sviluppo principalmente come colture da esportare, a volte a scapito della produzione alimentare locale.
 
Che sia una bugia la valutazione di cui sopra è confermato anche dal fatto che in USA, dove gli alimenti OGM vengono utilizzati in maniera massiccia, paese che è inoltre il maggior produttore ed esportatore di prodotti agricoli ,11 milioni di americani sono malnutriti e altri 22 milioni hanno a volte difficoltà a coprire i loro bisogni alimentari. Così come risulta che 28 milioni di persone sopravvivono grazie alle mense pubbliche .
 
In generale è una contraddizione del modo di produzione capitalistico, i prodotti marciscono nei campi e nei depositi, perché i grandi mercanti li comprano a prezzi stracciati, mentre nelle aree urbane le persone non hanno la possibilità di acquistare il cibo di cui hanno bisogno.
 
Rischi per la salute dei consumatori
Rischi per l' ambiente
 
Un altro motivo dietro il tentativo di portare il problema nutrizionale dalla classe politica alla tecnocratica è fare pressione sull'opinione pubblica perché accetti l'uso di metodi di produzione dei prodotti agricoli e alimentari economici ma pericolosi che minano la salute pubblica e l'ambiente aumentando la competitività e al tempo stesso il profitto dei monopoli e delle multinazionali.
 
Quando si tratta dei profitti delle multinazionali, la salute dei consumatori e la tutela dell'ambiente naturale sono insignificanti. I monopoli utilizzano i risultati della scienza e della tecnologia in base alla loro redditività. Lo sviluppo biotecnologico non viene utilizzato per soddisfare i bisogni pressanti dei lavoratori. Le colture geneticamente modificate si stanno sviluppando in modo incontrollabile.
 
Al fine di massimizzare i profitti della sua produzione di sementi geneticamente modificate l'americana Monsanto è in prima linea per ottenere agevolazioni normative sui prodotti OGM in numerosi paesi. Secondo gli ultimi dati, l'americana Monsanto, che è una delle più grandi aziende del settore agro-industriale, numero uno nel campo della tecnologia di organismi geneticamente modificati alimentari, ha avuto un aumento dei suoi profitti dal trimestre del dicembre 2007 al febbraio 2008 da 1,44 miliardi a 2,22 miliardi di dollari! L'azienda mira a sostituire in modo brutale le sementi convenzionali con le sue varietà brevettate OGM, in particolare soia, mais, colza e cotone, al fine di controllarne completamente la produzione e incrementare ulteriormente i suoi profitti.
 
Nonostante le teorie sul rischio derivante dall'uso diretto di prodotti transgenici come alimenti le coltivazioni di questo si stanno estendendo. Per esempio il 93% della soia negli stati uniti è modificata geneticamente così come 86% del mais. Inoltre sta aumentando il suo uso nell'alimentazione animale che implica un uso indiretto sull'alimentazione umana. Con i rischi per la salute umana derivanti dal consumo di alimenti transgenici.
 
Inoltre, l'abuso di antibiotici da parte di aziende che producono carne porta alla obsolescenza degli antibiotici. Negli Stati Uniti, l'80% degli antibiotici viene utilizzato dall'industria alimentare per l'ingrassare velocemente il bestiame. Questo porta allo sviluppo di microrganismi resistenti agli antibiotici e alla diffusione di quei microrganismi attraverso la catena alimentare.
 
Biocarburanti: un nuovo strumento di guadagno
 
La questione dei "biocarburanti" è diventato un problema di enormi dimensioni per due ragioni principali: la prima è la giusta ricerca di forme alternative di energia che andranno a sostituire il petrolio e i suoi derivati e il secondo è l'immenso interesse del governo USA a promuovere la produzione di etanolo, derivato principalmente dal mais ma anche dallo zucchero. La dimensione economica e sociale di questo problema è stata portata alla luce, in modo particolarmente efficace, da parte del Presidente Cubano, Fidel Castro, con due dei suoi articoli sul quotidiano "Granma" nel 2007: "La tragedia non è voler ridurre la spesa energetica " ha dichiarato Fidel", ma convertire il cibo in carburante. Se questa formula sarà applicata a livello mondiale, equivarrà all' internazionalizzazione del genocidio.
 
Le proposte per la produzione di "biocarburanti", tra l'altro l'etanolo, sono state rese note circa due decenni fa. I suoi sostenitori hanno sottolineato che i "biocarburanti" avrebbero ridotto la dipendenza dal petrolio, che sarebbero stati la risposta al problema ambientale, all'inquinamento e che il consumatore ne avrebbe beneficiato economicamente poiché il costo di produzione dei "Biocarburanti" si poteva ridurre se applicato su larga scala.
 
Già, le compagnie petrolifere, le aziende l'automobilistiche e le multinazionali dell'agro-industria e semi geneticamente modificati (OGM) hanno investito nella produzione di etanolo enormi somme, al fine di controllare anche la produzione dei "biocarburanti".
 
"Tutte le aziende OGM - Mosanto, Syngenta, Dypo, Dow, Bayer, BASF, hanno investito nelle colture per la produzione di biocarburanti. Hanno già messo a punto accordi con Cargill, Archer Daniel Midland, Bunge che controllano il commercio mondiale dei cereali " afferma Eric Holt-Giménez, direttore esecutivo di FoodFirst / Istituto per cibo e politiche dello Sviluppo.
 
Negli USA l'uso del mais per la produzione di etanolo come biocarburante, che può anche essere miscelata con benzene per ridurre la dipendenza del paese dal petrolio importato, ha già portato il prezzo di mais e zucchero a salire.
 
Maggiore sarà il terreno utilizzato per la coltivazione del mais, al posto di altri prodotti agricoli, più alto sarà il prezzo di quest'ultimi . E poiché il mais è usato anche come foraggio per il bestiame, il prezzo della carne salirà. Le coltivazioni e la produzione di cibo, in altre parole, invece di essere utilizzati per soddisfare le esigenze nutrizionali dei popoli, saranno utilizzati per "nutrire" le automobili affamate degli americani.
 
Il biocarburante ha tre conseguenze principali:
La prima e più grave è l'aumento dello sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo. L'aumento del prezzo di mais, di grano, di canna da zucchero e altri prodotti alimentari di base che le multinazionali desiderano utilizzare per la produzione di "biocarburanti".
 
La seconda e altrettanto grave conseguenza è lo scontro tra destinare grandi estensioni di terreno per produzione di biocombustibili, diventato un affare delle multinazionali, e l'ostacolo che a questo rappresenta il cambio di uso del suolo (foreste, giungle, comunità e piccoli insediamenti, ecc), così come la salvaguardia dei piccoli agricoltori delle colture di sussistenza (produzione e manutenzione delle sementi). In un quadro di sprechi e sotto il dominio delle multinazionali agro-alimentari, quale sarà il destino dei piccoli agricoltori, delle foreste, della giungla, delle comunità locali e delle popolazioni indigene?
 
Una terza questione è l'impatto negativo della produzione di biocarburanti per l'ambiente. I fautori dei biocarburanti sostengono che esiste un bilanciamento positivo tra energia e un impatto neutro per le emissioni di biossido di carbonio. Ma, secondo la ricerca scientifica, questo non è vero. Lo sviluppo di colture utilizzate nella produzione di biocarburanti richiede grandi quantità di agro-chimici. L'etanolo dal mais, il tipo che si produce in USA, non è né economico né "verde". Per la sua produzione si richiede tanta energia quanta ne rilascia, e forse più, durante la combustione. Inoltre, i sussidi, secondo l'Istituto Internazionale di Sviluppo Sostenibile costano ai contribuenti circa 5,5-7,3 miliardi dollari all'anno.
 
Quindi dobbiamo lottare per non permettere che il destino dei nostri popoli diventi quello di produttori di cibo che sarà sempre più costoso e intangibile per coloro che ne hanno già poco, cioè le popolazioni affamate. Si tratta di una catastrofe per l'ambiente, i contadini, le popolazioni indigene che vedranno milioni di acri di terra, isole, regioni, ecc acquistati dalle grandi multinazionali per sfruttarle nella produzione di biocarburanti.
 
La crisi del modo di produzione capitalistico, per quante ingiustizie provochi, non sarà irreversibile, a meno di non porci l'obiettivo del suo rovesciamento e appoggiare una nuova pratica economica e politica basata sullo sviluppo e la produzione a vantaggio dei popoli e non sui profitti dei monopoli.
 
La nostra posizione:
 
L'FSM è convinta che la produzione alimentare debba essere pianificata sulla base della soddisfazione dei bisogni nutrizionali dei popoli e non per il profitto delle multinazionali.
 
Con l'utilizzo delle capacità produttive di ogni paese con rispetto della salute pubblica e dell'ambiente, la produzione di alimenti di qualità, sicuri ed economici è possibile per tutte le popolazioni.
 
Solo in questo quadro il cibo può essere visto come bene comune e non come mezzo del profitto.
 
Tutti gli aspetti del problema nutrizionale dimostrano che è un problema di classe e politico, che colpisce innanzitutto la classe operaia, i contadini e tutte le classi popolari.
 
Così, per affrontare questo problema abbiamo bisogno di lotte coordinate che raggiungano il cuore del problema, la sua radice. Pertanto esse devono essere collegate con la questione del potere politico ed economico.
 
Acqua
Acqua potabile per tutti
 
884 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile e circa tre volte tanto, il 39% della popolazione mondiale - soprattutto in Africa e in Asia - non hanno accesso ad impianti igienicosanitari di base
 
Il diritto all'acqua potabile è un diritto fondamentale, un diritto universale
 
Tuttavia, circa 884 milioni di persone non hanno Accesso all'acqua potabile e circa tre volte tanto, il 39% della popolazione mondiale - soprattutto in Africa e in Asia - non hanno accesso ad impianti igienico-sanitari di base, secondo l'ultimo rapporto della Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'UNICEF dal titolo: "Relazione sullo stato di avanzamento dei servizi igienico-sanitari e dell'acqua potabile 2010 ". Secondo gli stessi dati, circa 1,5 milioni bambini di età inferiore a 5 anni muoiono ogni anno a causa della mancanza di accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici.
 
Al tempo stesso, un pugno di capitalisti accumulano enormi profitti e ricchezze dalla gestione delle risorse idriche. Le risorse naturali più vitali del pianeta, anche se insufficienti, sono utilizzate dal governo capitalista come merce a vantaggio delle grandi multinazionali che fanno una fortuna dal loro sfruttamento.
 
Questa privatizzazione dei servizi è solo il primo passo verso la privatizzazione di tutti gli aspetti dell'acqua da fornire. L'obiettivo permanente è la privatizzazione della gestione dell'acqua in tutto il mondo. Oggi, più di 460 milioni di persone al mondo dipendono dalle imprese private di fornitura di acqua, mentre nel 1990 erano 51 milioni .
 
La parte del leone dall'aumento delle privatizzazioni la faranno le 10 multinazionali attualmente dominanti. Una di queste gigantesche corporazioni multinazionali è la Bechtel, con sede a San Francisco. Oggi, la Bechtel si sta ampliando attraverso la privatizzazione dell'acqua, con l'aiuto della guerra. Solo un mese dopo l'invasione dell' Iraq nel 2003, Bechtel ha acquisito un contratto di 680 milioni dollari per la "Ricostruzione" dell'Iraq. Altre gigantesche multinazionali dell'acqua sono: Veolia: fatturato 29 miliardi di euro nel 2011, 1 miliardo di euro i profitti. Il 75% dei ricavi proveniva dalla gestione delle acque e dei rifiuti. 35 miliardi di euro i ricavi nel 2010, 2 miliardi di euro i profitti, 34 miliardi di euro i ricavi nel 2009, 1,9 miliardi di euro profitti. Suez: fornisce acqua a circa 91 milioni di persone e ha 10.000 impianti di tutto il mondo. I suoi ricavi hanno raggiunto 14,8 miliardi di euro nel 2011 rispetto al 13.8 ml euro nel 2010. Il 28% del suo fatturato proviene dall'acqua venduta in Europa. I profitti lordi raggiunti nel 2011, 2,5 ml euro, sono aumentati del 7,6% dal 2010.
 
Come è evidente, una volta che i giganti dell'acqua privata prendono in consegna i servizi idrici, i prezzi salgono alle stelle. Dopo la privatizzazione, le bollette dei consumatori in Francia sono aumentate del 150 per cento, mentre la qualità dell'acqua è peggiorata. Ma gli effetti più gravi sono stati testimoniati nel mondo in via di sviluppo. Gli aumenti dei prezzi insieme al deterioramento della qualità dell'acqua, a causa della sua privatizzazione, hanno condotto a rivolte che hanno colpito varie comunità nel terzo mondo.
 
La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale(FMI) stanno spingendo per la privatizzazione dell'acqua e della sua gestione da parte di imprese europee e statunitensi. Essi stanno spingendo alla privatizzazione attraverso clausole negli accordi commerciali e condizioni di prestiti a favore dei paesi in via di sviluppo. Questi programmi di privatizzazione sono iniziati nei primi anni del 1990 e da allora sono apparsi in India, Bolivia, Cile, Argentina, Nigeria, Messico, Malaysia, Australia e le Filippine, per citarne alcuni. In Cile, la Banca Mondiale ha imposto un prestito a condizione di garantire un margine di profitto del 33% alla società francese Suez Lyonnaise des Eaux mentre la società ha insistito per un margine del 35%.
 
Lo stesso è avvenuto con il memorandum della Unione Europea, Banca Centrale Europea, FMI in Grecia dove si considera un requisito imprescindibile la privatizzazione dell'acqua. I governi africani, come il Ghana, cedono sempre più alle pressioni per la privatizzazione dell'acqua. In Ghana le politiche della Banca Mondiale e del FMI hanno costretto la vendita di acqua a tassi di mercato, richiedendo ai poveri di spendere fino al 50 per cento dei loro guadagni per acquistare acqua. Probabilmente l'esempio più noto del conflitto globale sulla privatizzazione dell'acqua è il caso di Cochabamba in Bolivia. Si tratta di un buon esempio di conflitto per la privatizzazione dei servizi idrici, una vittoria per il popolo che si oppose alla privatizzazione e l'ostinazione dei giganti dell'acqua a trarre benefici in ogni modo possibile.
 
La posizione dell' FSM sull'acqua và in una direzione completamente opposta a quella della sua commercializzazione.
Per noi l'acqua è un bene comune , una risorsa naturale preziosa soggetta a protezione assoluta sia della propria quantità che qualità, che deve essere fornita con particolare attenzione per un equilibrata soddisfazione delle moderne esigenze popolari e per la salvaguardia della natura. In particolare dichiariamo e lottiamo per mettere in pratica, che "l'acqua per uso umano" non è una merce e non deve rientrare nella stessa categoria dei prodotti alimentari deve essere fornita adeguatamente, sotto la diretta responsabilità di ogni governo, ugualmente a tutti i cittadini , come un bene pubblico, non passibile alle "leggi del mercato" e sottoposta alle regole del sistema sanitario.
 
La nostra posizione:
 
Su queste basi l'acqua per uso umano deve essere raccolta, trattata e distribuita ad un costo minimo o gratuitamente fino al rubinetto del consumatore sotto la diretta responsabilità di un sistema di erogazione pubblico senza la partecipazione delle aziende private e secondo tutti le regole dettate dall' ingegneria sanitaria, che richiedono:
 
Costruzione e messa in funzione di moderne strutture di trattamento dell'acqua, monitoraggio regolare dei flussi in uscita, un sistema affidabile per la distruzione dei microorganismi e parassiti, una completa e sicura rete di distribuzione fino agli utenti e ai loro luoghi di residenza.
 
- Le disposizioni di sicurezza previste dalla legge, la cui esistenza è un prerequisito di base per il raggiungimento degli standard di qualità dell'acqua che devono essere tenuti sotto constante osservazione.
 
- Il monitoraggio della qualità dell'acqua e il rispetto di tutte le condizioni relative deve essere eseguita dalle autorità pubbliche.
 
- Le autorità pubbliche dovranno impegnarsi nell'applicare, direttamente ed effettivamente, le azioni correttive necessarie in caso di divergenza dei limiti nei criteri di qualità e sicurezza dell'acqua fissati dalla normativa in materia di ogni stato.
 
Libri
Scuola pubblica, gratuita e di qualità per tutti
 
Il numero di analfabeti nei paesi in via di sviluppo supera i 75 milioni. Un bambino su 8 non partecipa nemmeno all'educazione primaria, 55% di questi 75 milioni sono bambine
 
 La nostra posizione sull'educazione deriva dal fatto che la conoscenza ha un carattere sociale e si accumula durante l'evoluzione della società. I diplomati delle scuole, istituti tecnici e università, da lavoratori qualificati a scienziati e inventori, sono stati educati dalla società ad acquisire una parte della conoscenza accumulata socialmente e devono utilizzare o diffondere questa conoscenza per il bene della società e non per gli interessi di pochi individui che possiedono i mezzi di produzione.
I problemi che derivano dai rapporti di produzione Capitalista si riferiscono a:
- L'accesso all'istruzione e le barriere di classe attraverso i vari livelli del sistema educativo che causano, in molti casi, alti tassi di analfabetismo o la formazione di lavoratori specializzati in base alle esigenze del profitto capitalista.
- Il contesto e il costo della formazione.
- Infrastrutture povere o pericolose.
- Le condizioni di lavoro degli insegnanti
 
I problemi nel settore dell'istruzione in particolare nel Continente africano sono molto intensi. Il numero di analfabeti nei paesi in via di sviluppo è maggiore di 75 milioni. Uno su otto bambini non partecipa nemmeno all'educazione primaria, 55% di questi 75 milioni sono bambine. In Asia, Africa, nei paesi poveri dell'America Latina le percentuali sono orribili. Nell'Africa sub-sahariana (Tanzania, Etiopia), un terzo dei bambini non frequenta la scuola. Milioni di bambini non imparano mai l' alfabeto dei loro paesi. Milioni di bambini sono denutriti e soffrono di malattie che si potrebbero prevenire, ma tuttavia camminano per chilometri per raggiungere un luogo dove ricevono l'istruzione elementare, sotto un albero, in una baracca o in una rovina.
 
La percentuale di analfabetismo tra i 15-24 anni in Africa raggiunge il 23% per i maschi e del 32% per le ragazze, esclusi i paesi del Nord Africa. In Sierra Leone questa percentuale sale al 36% per i ragazzi e il 56% per le ragazze. In Burkina Faso il 53% dei ragazzi e il 67% delle ragazze restano analfabeta. In Mali il 64% dei ragazzi e il 77% delle ragazze rimangono analfabeta. In Asia meridionale le percentuali sono 16% per i ragazzi e il 26% per le ragazze. C'è inoltre un'alta percentuale di bambini nel mondo che si iscrivono a scuola, ma abbandonano lungo la strada. Circa il 25% dei bambini non completano l'istruzione elementare, mentre il 45% non completa l'istruzione secondaria.
 
Comunque, anche nel mondo sviluppato, il processo educativo ha criteri di classe. Questi riguardano soprattutto il contesto educativo, ma anche le barriere di classe in tutto il sistema per i figli dei poveri e degli strati popolari. Nel sistema educativo, sia quello pubblico, che funziona con criteri economici privati, che in quello privato, la conoscenza impartita è quella che può essere utilizzata a favore e mai contro la classe dominante.
 
Sempre più bambini vengono spinti all'istruzione tecnica, al fine di trasformarli in lavoratori qualificati che avranno solo la conoscenza richiesta per intraprendere il lavoro a cui devono adempiere e di non capire l'intero processo di produzione e i rapporti di produzione che stanno dietro questo sistema economico.
 
Non sono insegnate loro le leggi della natura e l'evoluzione della società: come diventare personalità complete usando tutte le loro capacità e talento al fine di incidere sul loro futuro e migliorarlo per il beneficio di tutta la società.
 
Il processo educativo fabbrica persone facili da confondere, ignoranti della loro storia e della storia dei movimenti popolari in tutto il mondo, facilmente manipolabili dai monopoli da investire nell'uno o nell'altro campo dell'economia.
 
Solo una piccola élite viene educata nelle migliori condizioni per poter essere utilizzati nello sviluppo della tecnologia a favore del capitale.
 
La nostra posizione:
 
Ci sono state una serie di lotte importanti dei movimenti studenteschi di tutto il mondo contro le tasse scolastiche e la privatizzazione dell'istruzione. Il movimento sindacale deve essere in prima linea in questa lotta non solo in solidarietà con le lotte degli studenti. La questione dell'educazione è prima di tutto una questione sociale.
 
Invitiamo gli insegnanti ed i professori ed i sindacati di tutti i settori a lottare per un istruzione pubblica, gratuita e di qualità in tutto i suoi livelli dalla scuola materna alla laurea. Abbiamo bisogno di educatori che cerchino di costruire persone con coscienza libera, con ideali e principi. Abbiamo bisogno di educatori che cerchino di costruire giovani militanti, persone che lottano per i loro diritti e gli interessi della classe operaia e della società.
 
Lottiamo per i libri gratuiti di qualità per tutti gli alunni e gli studenti, da consegnare in tempo sotto la responsabilità dello Stato.
 
Lottiamo per le infrastrutture della scuola che soddisfino le esigenze del processo educativo e tutte le condizioni di sicurezza.
 
Lottiamo per gli insegnanti che siano finanziati dallo Stato nei loro studi e in una educazione di qualità e creativa che formerà persone libere.
 
Farmaci
Farmaci gratuiti per tutti
 
Le aziende multinazionali possono impedire e bloccare la produzione di quantità sufficienti di medicina al fine di mantenere i prezzi alti e trarre profitto dal panico e dall'influenza, quando si manifesta
 
Almeno un terzo della popolazione mondiale non ha accesso regolare ai farmaci: questa ingiustizia è parte delle disuguaglianze di classe nell'accesso alle cure mediche.
I farmaci, nel capitalismo non sono un bene pubblico, ma una merce per il profitto capitalista.
 
Ad esempio, due aziende - Glaxo e Roche - che producono il farmaco utilizzato per l'H5N1 ("influenza aviaria") e la H1N1 ("influenza suina"), hanno uno speciale "diritto" che viene offerto loro dal sistema politico ed economico. Un sistema il cui nucleo è costruito sul principio medievale: "la tua morte è la mia vita". Queste aziende possono impedire (e bloccare effettivamente) la produzione di quantità sufficienti di medicina al fine di mantenere i prezzi alti e trarre profitto dal panico e dall'influenza, quando si manifesta. I governi capitalisti hanno scelto, nel corso dei decenni, un particolare sistema per consentire lo sviluppo dei farmaci da produrre . La maggior parte dei lavoro svolto dagli scienziati per portare un farmaco alla tua farmacia è fatto da laboratori universitari, finanziati dal governo, pagati dalle nostre tasse.
 
Le compagnie farmaceutiche intervengono alla fine del processo di sviluppo, e pagano una parte delle costose ma poco creative fasi finali, come l'acquisto di alcune delle sostanze chimiche e gli esperimenti necessari. In cambio, avranno per anni i diritti esclusivi per la produzione ed i profitti derivanti e per anni nessun altro potrà produrlo.
 
Le aziende farmaceutiche che possiedono i brevetti per i farmaci contro l'AIDS sono andate in tribunale per fermare il Governo post apartheid del Sud Africa che produceva copie generiche - altrettanto efficaci - per 100 dollari l'anno per salvare i propri cittadini dalla morte. Loro volevano che pagassero 10.000 dollari l'anno per acquistare la versione di marca - o niente. Nel mondo povero, il sistema dei brevetti ogni giorno pone i farmaci fuori della portata dei malati.
 
All'inizio degli anni '90, India e Brasile hanno deciso di interrompere il brevetto del farmaco di proprietà della compagnie farmaceutiche e hanno iniziato la produzione di generici, altrettanto efficaci, per il trattamento dell'HIV / AIDS. La differenza con i cosiddetti "prototipi" è che i generici sono molto più economici. Il risultato è stato impressionante: l'importo di 10.000 - 15.000 dollari che era richiesto per il trattamento farmaceutico annuale di un paziente HIV è scesa del 95%!
 
Le industrie farmaceutiche sono impazzite . E' successo quando il sistema ha iniziato a funzionare: nel 1994 le industrie farmaceutiche imposero il marchio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): l'accordo TRIPS. Questo accordo ratifica che per almeno 20 anni e in tutti i casi fino al 2005, la società che inventava un nuovo farmaco avrebbe tenuto la "Proprietà intellettuale" esclusiva. Tuttavia, a causa del loro sentimento "caritatevole" le società farmaceutiche hanno promesso di accettare la richiesta di infrangere il brevetto se si fosse trattato di una questione di salute pubblica.
 
Ad una condizione: chi assumesse la produzione di farmaci generici sarebbe stata soltanto l'industria farmaceutica nazionale di ciascun Paese. Un dettaglio che non dobbiamo trascurare: la maggior parte dei paesi poveri non ha nessuna azienda farmaceutica nazionale.
Il risultato: HIV / AIDS in Africa stanno aumentando. L'aspettativa di vita media è scesa a 47 rispetto ai 62 anni di due decenni fa.
 
Oggi l'India è conosciuta come la 'farmacia del mondo in via di sviluppo 'ed è una sorta di eroe nella lotta per i farmaci a prezzi accessibili per i poveri. La ragione di questo è che è in grado di produrre farmaci generici a basso costo perché non doveva rilasciare brevetti sui farmaci fino al 2005. Ciò significa che le aziende sono in grado di produrre e vendere una gran quantità di farmaci non brevettati ad una frazione del prezzo delle loro controparti multinazionali.
 
L'India è stata costretta legalmente, sotto minaccia di sanzioni,ad aderire alle norme sulla proprietà intellettuale dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel 2005. Ma ancora mantiene una sezione della sua legge sui brevetti, sezione 3 (d), che è progettata per evitare il brevetto su nuovi usi e tipi di farmaci già esistenti.
 
Ora, non bisogna erroneamente pensare che le Aziende indiane stiano fornendo un servizio umanitario. Dei 50 top miliardari in India, secondo la lista dei più ricchi di Forbes, 7 sono persone coinvolte nell'industria farmaceutica.
 
Ovviamente, le società multinazionali vogliono di più. Quindi mentre le società indiane vendono presumibilmente con un margine di profitto abbastanza alto a soddisfare i propri miliardari, per le multinazionali questo non è sufficiente.
Le 12 maggiori aziende farmaceutiche hanno avuto ricavi pari a 430 mld di dollari e profitti fino a 78 mld di dollari, occupando 890000 lavoratori. Tra queste, Johnson & Johnson ha avuto 63 miliardi di ricavi e 8 miliardi di dollari di profitti GlaxoSmithkline ha avuto 44,7 mld dollari ricavi e 8.4 mld di profitti.
 
La società svizzera Novartis sta attualmente combattendo presso la Corte Suprema dell'India per ribaltare la Sezione 3 (d) della legge sui brevetti e mantenere il suo brevetto per una nuova forma del sale cristallino imatinib mesilato, farmaco antitumorale, che vende nei mercati con il nome commerciale Gleevec a 120.000 rupie ($ 2.600) al mese. Poiché il farmaco originale non è brevettato in India, aziende di farmaci generici producono e vendono Gleevec a pazienti affetti da leucemia mieloide cronica a meno di un decimo del prezzo di Novartis e cioè circa 8.000 rupie ($ 175) al mese. Un nuovo brevetto potrebbe dare 20 anni di monopolio alla Novartis sul farmaco, una prospettiva terrificante per i poveri del mondo: soprattutto perché potrebbe avere conseguenze su tanti altri farmaci.
 
Circa l'80 per cento dei farmaci anti-AIDS e il 92 per cento dei farmaci per i bambini con l'AIDS nei Paesi in via di sviluppo provengono da industrie di generici indiani.
 
L'India sta mostrandosi come l'ancora di salvataggio per i pazienti poveri, soprattutto nelle zone più povere dell'Africa. Se la sezione 3 (d) venisse ribaltata, qualsiasi sforzo significativo per rendere questi medicinali vitali a disposizione dei più poveri del mondo sarà messo in pericolo.
 
L'argomento in difesa di questo sistema, offerto dalla grande industri farmaceutica, è semplice e in un primo momento sembrerebbe ragionevole: abbiamo bisogno di pagare ingenti somme per i "nostri" farmaci in modo da poter sviluppare nuovi farmaci salva-vita. Ma uno studio dettagliato della dottoressa Marcia Angell, ex direttore del prestigioso New England Journal of Medicine, afferma che solo 14 per cento del loro budget è destinato allo sviluppo dei farmaci. Il resto sono solo profitti.
 
Loro non spendono praticamente nulla per le malattie che uccidono di più gli esseri umani, come la malaria, perché le vittime sono povere, e non ci sono profitti da ricavare.
Inoltre le multinazionali farmaceutiche usano i paesi poveri del Terzo Mondo per i loro esperimenti. Trovano pazienti 'poveri' e li usano come "Cavie". Tali fatti sono stati testimoniati in molte città dell'India (i.e Sevagram)
Negli ultimi dieci anni le aziende farmaceutiche hanno speso più di 3 miliardi di dollari per contributi a "lobbisti e politici " nei soli Stati Uniti, hanno pagato i politici per fare funzionare il sistema nel loro interesse.
 
La nostra posizione:
 
L'FSM ritiene che la salute non sia in vendita, la vita dei lavoratori non può essere usata per ottenere profitti e speculazioni.
 
La sicurezza sociale è stata forse il risultato più importante della classe operaia in molti paesi nel corso del 20 ° secolo. Oggi, il capitale organizza un enorme contrattacco proprio per vendicarsi. Così in quasi tutti i paesi del mondo l'età della pensione è in aumento, le pensioni vengono ridotte, la salute è diventata una merce, i medicinali sono sempre più costosi ed il sistema sanitario viene privatizzato. Assicurazioni private e speculazione sono in continua espansione.
 
L'FSM e il movimento sindacale di classe hanno sostenuto le lotte dei lavoratori in tutti i paesi che rivendicavano il loro diritto alla sicurezza sociale. Nelle condizioni attuali, con il rapido progresso della tecnologia e della scienza, con il rapido aumento della produttività del lavoro, noi chiediamo che ci sia in ogni paese un sistema di sicurezza sociale pubblico, universale, obbligatorio, con piena copertura, medicine gratuite, con la riduzione dell'età pensionabile e l'aumento delle pensioni.
 
Solo in questo modo i lavoratori saranno in grado di vivere con dignità.
 
Dobbiamo lottare in ogni paese per un'organizzazione statale della medicina che si incarichi della ricerca medica, del controllo dei medicinali, degli studi e apra nuove strade per la produzione di medicine da parte dello stato e non dei produttori privati.
 
Il progresso della tecnologia e della bio-tecnologia possono essere utilizzati per i bisogni della gente comune.
 
Abitazione
Alloggi decenti per tutti
 
Circa 1,6 miliardi di persone vive in case precarie (slums) e 100 milioni sono senza tetto
 
Il mondo sta vivendo una crisi globale degli alloggi. Circa 1,6 miliardi di persone vive in case precarie (slums) e 100 milioni sono senza tetto. Soltanto in Brasile, 19 milioni di persone vivono in case non sicure, senza acqua corrente, fognature o altri servizi pubblici essenziali, secondo la relazione dell'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE) del 2012. Nelle attuali condizioni di crisi del capitalismo sono sempre più frequenti gli sfratti, subiti da famiglie di lavoratori che hanno pagato l'affitto fedelmente per anni, ma che non possono più pagare dopo che i loro salari sono stati ridotti o dopo aver perso il lavoro. Le case non possono divenire merce, devono essere un diritto per ogni lavoratore.
 
La mancanza di alloggi decenti e finanziariamente accessibili è una profonda crisi dei diritti umani. Città e villaggi in tutto il mondo sono cresciuti rapidamente e ri-sviluppati senza la garanzia che il processo di sviluppo avrebbe salvaguardato i diritti umani fondamentali. Le abitazioni pubbliche sono state demolite e case in precedenza a prezzi accessibili sono diventate proibitive. In questo contesto, intere comunità, per lo più poveri e classe operaia, vengono continuamente spostati dai quartieri,dove in molti casi le famiglie hanno vissuto per generazioni. L' incremento dei senza fissa dimora, il sovraffollamento, e il calo della qualità della vita per le famiglie e tutte le persone riflettere dolorosamente i costi umani di questo sistema capitalistico barbaro.
 
Terremoti e fenomeni naturali causano inondazioni che non possono essere prevenute o controllate. Tuttavia, le scoperte scientifiche e tecnologiche forniscono all'umanità tutti i mezzi necessari al fine di ridurre al minimo le loro conseguenze sulle vite umane
 
Le modalità anarchiche di costruzione del capitalismo e la mancanza di pianificazione centrale da parte dei governi lascia le persone in balia di questi fenomeni. Città sovrappopolate e densamente abitate con carenze di spazi aperti da raggiungere in caso di emergenza, strade inappropriate che bloccano l'accesso alle ambulanze e ai camion dei pompieri. Edifici pericolosi ( distributori gas) coesistono con aree densamente abitate molti luoghi di lavoro sono insicuri o in pessime condizioni. Tubi del gas si propagano in tutte le aree residenziali senza un adeguato e costante controllo secondo le norme di sicurezza. Case danneggiate dai terremoti precedenti non vengono riparate. Intere città vengono costruite nei corsi dei fiumi.
 
La nostra posizióne:
 
Ogni essere umano ha diritto all'abitazione, il che significa che tutte le persone, indipendentemente dal reddito, hanno il diritto di occupare una casa sicura, abitabile e accessibile in pace e dignità, libero da sfratti forzati.
 
E 'obbligo di ogni governo garantire, proteggere e far rispettare tale diritto. Il diritto dell'uomo alla casa è previsto dall'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Dritti Umani: Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita adeguato per la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, inclusa l'alimentazione, il vestiario, l'abitazione, e l'assistenza medica e sociale necessaria, diritto ai servizi e alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro casi di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla propria volontà.
 
Invitiamo i soci e gli amici del FSM a promuovere e includere nel proprio programma 'Il diritto alla casa per tutti i lavoratori e le persone'.
 
 
Conclusioni:
Le conclusioni fondamentali che dobbiamo trarre sono:
 
1 . Il cibo, l'acqua, le medicine per il capitalisti sono merci portatrici di profitto di cui essi beneficiano. Al contrario, per l' FSM e i sindacati militanti sono beni comuni e tutti i popoli devono avere il diritto di ottenerli gratuiti dal sistema pubblico e in quantità sufficiente attraverso un sistema pubblico e di qualità.
 
2 . La strategia delle multinazionali e dei monopoli aumenta i prezzi dei "Beni comuni" e distrugge le condizioni di vita dei lavoratori. Colpisce i poveri e mette in pericolo l'ambiente.
 
3. I capitalisti e i cartelli di capitale saccheggiano le risorse naturali dei Paesi e le popolazioni, in particolare quelle del terzo mondo.
 
4 . Controllano in molti modi la quantità e qualità di cibo, acqua e medicine. Hanno la capacità di influenzare con le biotecnologie le abitudini, la psicologia e la speranza di vita della gente comune.
 
5 . Gli organismi internazionali quali FAO, l'OMS, ecc. sono controllati dalle multinazionali e le loro decisioni sono, apertamente o no, contro gli interessi dei lavoratori, i contadini poveri ed i popoli. In genere si limitano alla descrizione della situazione e alla pubblicazione di statistiche.
 
 
Le azioni dell'FSM
 
Il Consiglio di Presidenza della FSM ha deciso di organizzare il 3 ottobre 2012 una giornata di azione internazionale su questi problemi. Tutti i membri, tutti gli amici di FSM dovranno organizzare azioni concrete e iniziative specifiche. Dobbiamo lavorare, per stabilire un programma di azione con audacia, creatività, in un contesto e forme che vadano nella stessa linea delle nostre posizioni.
 
- Dobbiamo unire i lavoratori, gli agricoltori poveri, i contadini, le popolazioni indigene alla nostra piattaforma militante.
- Dobbiamo pubblicare comunicati, manifesti,articoli, circolari, lettere di protesta per informare i lavoratori.
- Dobbiamo organizzare attività nei posti di lavoro, nelle fabbriche.
- Dobbiamo sottolineare che la soluzione concreta dei problemi può venire solo attraverso il rovesciamento dello sfruttamento capitalista.
- Dobbiamo presentare le nostre richieste ai governi, alle organizzazioni internazionali esigere soluzioni immediate.  
 
Processiamo le multinazionali
 
Organizziamo in ogni paese tribunali popolari di condanna dell'azione delle multinazionali e della barbarie capitalista.
 
Rendiamo pubbliche le informazioni sul saccheggio delle risorse naturali dimostrando che senza sfruttamento e speculazione i lavoratori potrebbero soddisfare le esigenze contemporanee di cibo, acqua, medicine, abitazioni e abbigliamento.
 
Il 3 ottobre
Lotta per i tuoi diritti
 
WFTU - World Federation of Trade Unions
FSM - Federazione Sindacale Mondiale
www.wftucentral.org
 

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