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- proletari resistenti - movimento operaio internazionale - 02-10-12 - n. 423
Le federazioni sindacali CSI e FSM a confronto al congresso del COSATU
Nel suo recente 11° Congresso, il COSATU (Confederazione dei sindacati del Sudafrica) ha ascoltato i due discorsi di Sharan Burrow, Segretaria generale della Confederazione Sindacale Internazionale (CSI - ITUC) e di George Mavrikos, Segretario generale della Federazione Sindacale Mondiale (FSM - WFTU).
Il COSATU ha deciso la ri-affiliazione con la FSM.
Nel seguito la traduzione delle parti salienti dei due discorsi e il comunicato stampa della FSM che annuncia l'affiliazione del COSATU.
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Discorso di Sharan Burrow, CSI - ITUC
Johannesburg, Sudafrica, 19/09/2012
[…] Compagno Presidente e Compagno Segretario Generale sono orgogliosa di stare in mezzo a voi ancora una volta... e sono contenta di fare la conoscenza con George Mavrikos della FSM.
Infatti noi tutti condividiamo una lotta globale contro il modello capitalista dominante che con la sua avidità ha indotto la crisi finanziaria, accompagnata ora da una drammatica impennata della disoccupazione e dal conseguente attacco ai diritti dei lavoratori in tutto il mondo.
Ma prima di entrare nel merito, consentitemi di estendere la solidarietà di tutti i nostri affiliati per l'insensata perdita di vite umane nella tragedia mineraria, prima, durante e dopo il massacro. Le società minerarie hanno molto di cui rispondere per la brama di profitto, che lascia i lavoratori impoveriti e disperati.
Lodo la vostra volontà di intraprendere una lotta per la ristrutturazione del settore e il vostro impegno per il valore centrale della lotta non violenta. Questa tragedia sottolinea il fatto che il modello del capitalismo del 20° secolo non ha funzionato e non funzionerà per i lavoratori. Il profitto è posto davanti al diritto a un lavoro dignitoso, la quota dei salari è in declino, il lavoro è precario, si riduce la protezione sociale, cresce l'evasione fiscale e il capitale rampante speculativo, la disperazione nell'economia informale segna una crescita preoccupante: tutto questo non è accettabile per la nostra gente e le nostre comunità come base per questo secolo.
E tuttavia, coloro che ne beneficiano, con orgoglio difendono questo modello capitalista: difendono la giungla dei mercati finanziari e dichiarano guerra ai lavoratori, ai nostri diritti, alla sicurezza del e sul posto di lavoro, ai nostri salari e alle nostre pensioni. Vogliono assumere e licenziare a piacimento: usano la tragedia intergenerazionale della disoccupazione giovanile come una scusa per licenziare i genitori e assumere i figli a salari più bassi. Non potrebbero infischiarsene meno dell'impoverimento dei lavoratori di cui sono responsabili.
E hanno alleati: gli organismi internazionali hanno unito le forze - il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea, la Banca centrale europea e le sezioni dell'OCSE, tra gli altri, tutti campioni della deregolamentazione del mercato del lavoro - che condizionano paesi dilaniati dal debito - Portogallo, Spagna, Grecia, la Lettonia, l'Irlanda - che si diffonde come un cancro.
[…]
Avendo assaggiato il sangue dei lavoratori, le organizzazioni datoriali hanno portato la lotta dentro l'ILO, sfidando i governi di abbandonare la giurisprudenza dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, a partire dal diritto di sciopero.
Pertanto la nostra lotta è ora all'interno dell'ILO, contro i datori di lavoro di destra e più in generale, contro i datori di lavoro e i governi deboli e sfruttatori. Sappiamo di condurre questa lotta in un contesto mondiale attraversato da tensioni incredibili:
- la crescita allarmante dell'iniquità che scatena una guerra tra poveri;
- livelli di disoccupazione che disperano ed emarginano i nostri figli e nipoti;
- un discontento crescente tra le economie emergenti verso il modello economico e di scambio dominante;
- le banche e gli altri istituti finanziari hanno perso tutta la fiducia da parte del popolo che, una volta, avevano servito;
- i disordini sociali sono in aumento e minacciano la coesione economica e sociale;
- il cambiamento climatico minaccia le comunità e i mezzi di sussistenza, e
- i diritti dei lavoratori, i salari e la protezione sociale sono nel mirino di autentici nemici di classe.
In questa realtà, non è sorprendente che i popoli perdano fiducia nei leader eletti e in effetti nella democrazia.
[…]
L'ottimismo è evidente solo dove la governance economica e le politiche sostengono i lavoratori, come per esempio accade in Brasile e qui in Sudafrica.
Voi avete una buona base su cui lavorare, ma a livello globale è imperativo il contrattacco: assumere la lotta delle generazioni. Cominciamo con la protezione sociale e la disoccupazione benefici, le pensioni, la tutela dell'infanzia, la tutela della maternità, la salute, l'istruzione per tutti, alloggi e servizi igienico-sanitari.
Quando il 70% della popolazione mondiale non ha alcuna protezione sociale, si tratta di attività sindacale di base. La dignità e la capacità di sopravvivenza per i più poveri è un test per noi: possiamo fare del piano di protezione sociale universale la rivendicazione principale a livello mondiale, tale che nessun governo negherà questa responsabilità. Possiamo esercitare pressioni sui governi ricchi per incanalare fondi destinati ad attuare le tutele nei paesi più poveri? Se no, a cosa serviamo? Indirizziamo la lotta verso un salario minimo su cui il popolo possa vivere! Sia consentito di vedere la fine dell'orribile realtà dei lavoratori poveri! Facciamo emergere il lavoro nero! Quindi c'è la contrattazione collettiva per trattare una parte più equa della ricchezza: questo è il nostro mestiere: strumenti per condividere la ricchezza prodotta dai lavoratori.
E quando i governi non attuano la legislazione sul lavoro e non implementano le istituzioni che garantiscano l'applicazione leale dei contratti collettivi da parte dei datori di lavoro, dobbiamo usare il nostro potere alle urne per congedarli. E dobbiamo pretendere investimenti seri per la creazione di posti di lavoro.
La piena occupazione rimane il nostro obiettivo e la dignità del lavoro - di un lavoro dignitoso - la nostra ambizione centrale. Ma non ci limitiamo a fare richieste vuote, abbiamo anche risposte progressiste. Tanto per fare un esempio, una ricerca del CSI ha dimostrato che è possibile una transizione verso l'economia verde accompagnata alla creazione di posti di lavoro, posti di lavoro di qualità.
[…]
Compagni, i governi a livello globale sono deboli e l'ortodossia dominante che plasma le nostre economie e le nostre società è ancora quella delle politiche fallimentari del neo-liberismo. Politiche fallimentari destinate a portare altri fallimenti. Dobbiamo ingaggiare la lotta per alternative giuste.
Ma abbiamo il cuore per questa lotta? Se vogliamo far sul serio allora dobbiamo spingerci oltre il sindacato tradizionale... in realtà dobbiamo costruire il potere dei lavoratori. Con solo il 7% dei lavoratori organizzati a livello mondiale, i sindacati devono costruire più potere per portare il cambiamento economico che vogliamo. Anche con i lavoratori della Cina e del Vietnam, con i quali abbiamo un forte impegno e con Cuba, dove stiamo lavorando per rafforzare il legame, siamo solo il 15% di 2,9 miliardi di lavoratori.
Le multinazionali possono comprare la politica del governo, noi dobbiamo avere il potere dei lavoratori. Dobbiamo organizzare industrialmente e politicamente il coinvolgimento delle persone nella lotta per il nostro futuro alternativo. Ma dobbiamo cambiare: per cui abbiamo bisogno di organizzarci nel settore informale e in quello formale ... dobbiamo organizzare le donne e i giovani e creare spazi per diverse strutture e stili di leadership. Abbiamo bisogno di ascoltare i lavoratori in tutto il mondo.
La CSI si concentra su questa sfida, che richiede un cambiamento importante nel nostro approccio. Quando prendeste la decisione con gli amici del Brasile, dell'Australia e di altri sindacati progressisti, di aderire all'allora ICFTU [International Confederation of Free Trade Unions - Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi, sciolta nel 2006 e fusa con World Confederation of Labour per dare vita a ITUC, o secondo l'acronimo italiano CSI, ndt], abbiamo pensato di unire i lavoratori, di rafforzare il movimento globale del lavoro, di attuare un cambiamento.
Due anni fa, sono stata scelta per approfondire questo cambiamento. Oggi sono davanti a voi per dirvi che dobbiamo organizzare, organizzare, organizzare. In Africa il 6% dei lavoratori è organizzato nel settore formale.
[…]
se non mutiamo questo rapporto di bassa sindacalizzazione, non potremmo sollevare l'oppressione della povertà.
Così, mentre staremo sempre con gli oppressi nella lotta per la pace e la democrazia, CSI si concentra su 3 obiettivi centrali:
- la crescita del sindacato;
- posti di lavoro sostenibili, salari sicuri e protezione sociale e,
- realizzazione dei diritti.
Consentitemi un'esemplificazione di una sola delle nostre lotte.
Qatar
Il Qatar è uno stato schiavistico. Con il 92% della forza lavoro formata da immigrati, stanno costruendo una nazione estremamente ricca su un modello di schiavitù del 21° secolo. […]
Non c'è alcuna libertà di associazione, i lavoratori non possono formare sindacati e tuttavia, nonostante queste atrocità, l'ONU ha deciso di tenere in Qatar la conferenza sul clima del 2012: è vergognoso!
Ma altrettanto vergognoso è che la FIFA abbia pensato di tenere in questo paese il Mondiale 2022 […]
Abbiamo bisogno del COSATU e del suo spirito combattivo in questa lotta e in molte, molte altre.
Non ci sono diritti dove non c'è lavoro dignitoso, dove ci sono lavoratori oppressi.
Questo mi porta a fare un paio di brevi considerazioni circa una differenza significativa con la FSM.
Innanzitutto lasciatemi spiegare perché non mi sentirete, ne sentire alcuno della mia squadra, criticare la FSM. Noi crediamo nella libertà di associazione e, se è preferibile avere unità, il pluralismo può e deve emergere come fondamentale diritto umano per i lavoratori.
Così, mentre mi urta la disinformazione e la critica distorta riguardo la CSI, non mi sentirete mai rispondere. L'ultima cosa di cui i lavoratori hanno bisogno, sono gli scontri tra sindacati, cosa che mina la loro fiducia nella nostra voce collettiva ed è controproducente. George, la mia porta è sempre aperta al dialogo e spero arrivi un momento in cui saremo in grado di unire tutti i lavoratori del mondo.
Ma c'è una differenza fondamentale e non è il comunismo o il socialismo. Tu sai che io sono una fiera donna orgogliosa di sinistra.
No, ma è la nostra determinazione a combattere l'oppressione ovunque. Quando i lavoratori nelle lotte di liberazione, lavoratori che vogliono godere del diritto di eleggere un governo democratico e di formare sindacati liberi sono attaccati con pistole, carri armati e bombe, torturati per il loro impegno ideale, degno come quello per cui in Sudafrica è stato versato sangue, quei lavoratori devono essere supportati.
Venite con me nei campi profughi siriani in Giordania o nei campi libici in Tunisia, ascoltate le loro storie di oppressione e torture e provate ancora a proteggere quei governi e i cosiddetti sindacati che li sostengono.
E francamente il dialogo non fa mai male. Forse potremmo iniziare con un dialogo sulla Palestina, dove siamo entrambi impegnati a vedere la fine dell'occupazione, la fine del furto della terra con gli insediamenti illegali e la nascita di uno stato libero.
[…]
Sono orgogliosa di essere il vostro Segretario Generale, orgogliosa di stare con il COSATU, e abbiamo bisogno di voi spalla a spalla per costruire il potere dei lavoratori;
- per lottare per i nostri diritti;
- per riavere un pianeta sostenibile e
- per veder riconosciuta ai nostri figli la dignità della lavoro.
Viva il COSATU
Viva l'Africa
Solidarietà!
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da www.wftucentral.org/?p=5608&language=en
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Discorso di George Mavrikos, FSM
Johannesburg, Sudafrica, 19/09/2012
Ancora una volta da questo podio, vogliamo esprimere la nostra solidarietà con la lotta nelle miniere sudafricane. Esprimiamo le nostre condoglianze alla classe operaia sudafricana.
Come FSM, in qualità di organizzazione di internazionalismo proletario ci troviamo saldamente accanto a tutti i lavoratori in lotta. La FSM lotta contro la brutalità capitalista e per l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Tre anni sono già passati dal vostro ultimo congresso. Durante questi tre anni, le relazioni tra la Federazione Sindacale Mondiale (FSM, WFTU nell'acronimo anglofono) e le organizzazioni sindacali affiliate al COSATU sono diventati più forti. Insieme con NEHAWU, altri tre sindacati si sono uniti alle fila della FSM: NUMSA, POPCRU e CEPPWAWU. Attualmente abbiamo avviato la procedura di affiliazione del NUM [settore minerario, ndt] alla FSM.
Ci siamo incontrati nelle lotte stesse […] quale frutto di un dibattito maturo
[…]
L'epoca in cui questo dibattito ha luogo, non è casuale. L'attuale condizione attraversata dal movimento sindacale internazionale e dalla classe operaia internazionale aggiunge ulteriore peso alle decisioni. Oggi, più che mai, il capitalismo globalizzato con i suoi enormi profitti, non è in grado di provvedere ai lavoratori. Non da lavoro, pane, riparo, acqua, abbigliamento, libri.
Mostra, tuttavia, grandi capacità nell'organizzazione della guerra contro il proletariato internazionale. Fa retrocedere tutti i diritti del lavoro che erano stati conquistati dal movimento sindacale di classe durante i decenni passati. Schianta i lavoratori con decine di misure antioperaie in nome della crisi capitalista. Organizza nuove guerre imperialiste, scatena il fuoco contro il popolo per il controllo delle risorse energetiche, per il petrolio.
Ancora una volta i capitalisti e i loro governi stanno ridisegnando i confini e le mappe. Ancora una volta spillano il sangue dei lavoratori per gli interessi delle multinazionali.
La differenza principale, oggi, è che il movimento operaio internazionale è "colto alla sprovvista". E' '"disarmato". La classe dei capitalisti con i suoi agenti nella socialdemocrazia e nei sindacati, è riuscita a dividere i lavoratori, indebolire i sindacati di tutto il mondo. E' riuscita a imporre una leadership riformista e una linea opportunista: il compromesso con il nemico di classe e i suoi governi.
Il livello di marciume di alcuni sindacati in Europa e negli Stati Uniti è tale, che i lavoratori non vedono differenza tra i sindacati e gli studi di consulenza legale. Questi sostituiscono i sindacati al prezzo di un semplice canone mensile, persino più economico della quota sindacale.
I lavoratori d'Europa e degli Stati Uniti non vedono i sindacati come l'unione militante e rivoluzionaria dei lavoratori che lotterà con ogni mezzo per i loro diritti, per la solidarietà e la collettività. I lavoratori non vedeno questi sindacati come la scuola della lotta rivoluzionaria.
Al contrario vedono questi sindacati come meccanismi burocratici di collaborazione con i padroni. Come mediatori tra il governo e gli operai. Come agenzie o dipartimenti dei Ministeri del Lavoro. E tutto questo coincide con le pessime condizioni nell'ambito delle organizzazioni internazionali (come l'ILO, l'ONU), condizioni negative che rendono la nostra stessa lotta più difficile, più complessa.
Perché abbiamo bisogno di potenti sindacati internazionalisti
Ma, oggi, più che mai, la classe operaia ha bisogno di costruire sindacati potenti. Sindacati che uniscano tutti i lavoratori di settore, in ogni posto di lavoro, indipendentemente dalla posizione nella produzione. Oggi abbiamo bisogno di sindacati che organizzino la lotta in ogni forma con determinazione e combattività per la conquista dei diritti del lavoro. Abbiamo bisogno di un fronte coerente e fermo contro il riformismo, contro l'opportunismo, contro la corruzione. Abbiamo bisogno a livello internazionale di un fronte militante unito del proletariato contro i nostri padroni comuni.
Oggi il movimento sindacale deve rispondere a questioni complesse. Il sindacato che da solo lotta per l'aumento salariale in un'unica impresa, deve affrontare una serie di questioni contro i lavoratori:
- I padroni minacciano gli operai che se non accettano di lavorare in cambio di noccioline, trasferiranno le loro fabbriche e i loro investimenti in altri paesi. Lo stesso argomento, tuttavia, è utilizzato in tutti i paesi per mantenere la classe operaia in catene, anche in paesi come il Nepal, dove lo stipendio mensile è di circa 700 Rand!
- Le guerre imperialiste, la povertà, la fame, le calamità naturali, la disoccupazione, forzano masse di lavoratori alla migrazione.
Anche in Sudafrica, ci sono molti immigrati dai paesi asiatici che vengono in cerca di un lavoro, anche se il tasso di disoccupazione è molto alto. L'immigrato è il lavoratore più terrorizzato e più sfruttato.
Oggi, siamo in condizioni di profonda crisi del capitalismo. In Grecia, in Spagna , in Portogallo, in Italia, in Francia, in tutta Europa, nel mondo capitalista.
Così può la semplice lotta sindacale essere isolata dalla lotta internazionalista? Può la lotta in un paese essere isolata dalla necessaria solidarietà tra i lavoratori di tutto il mondo e le loro lotte? Può la lotta contro una multinazionale avere successo senza il coordinamento tra i lavoratori dei vari paesi che lavorano per i padroni stessi? Può la lotta dei sindacati avere successo se non coordinano le loro azioni con obiettivi comuni?
Oggi la lotta proletaria internazionalista ha un ruolo più importante. La cooperazione tra le organizzazioni sindacali di settore di tutto il mondo per il coordinamento e l'orientamento di classe della loro lotta è di vitale importanza.
Possono quei traditori, i dirigenti sindacali europei, gli agenti senza spina dorsale della borghesia nel movimento sindacale, i servitori corrotti dei Ministeri, prendere sulle loro spalle un compito così gravoso? No certo!
Può un'organizzazione che collabora con il Fondo monetario internazionale, che lavora per la salvezza del capitalismo e la modernizzazione del sistema capitalista, esprimere gli interessi dei lavoratori? In nessun modo! Mai!
[…]
Di quale tipo di movimento sindacale abbiamo bisogno a livello nazionale e internazionale per tutelare efficacemente l'interesse della classe operaia contro i monopoli, contro le multinazionali?
- Per vincere le battaglie e per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei ceti popolari.
- Per aprire un nuovo corso in cui la ricchezza appartenga a quelli che la producono.
[…]
Abbiamo bisogno di sindacati che siano:
- Organizzazioni di classe e rivoluzionarie dei lavoratori in lotta contro il capitale e contro l'imperialismo.
- Democratiche nel funzionamento e sotto il controllo dei lavoratori.
- La loro classe dirigente deve provenire dalle fila della classe operaia, deve rispettare la critica e l'autocritica e, con disciplina proletaria, dovrà dedicarsi alla lotta contro la burocrazia e la corruzione.
- Abbiamo bisogno di sindacati che lottino con determinazione contro le discriminazioni dei lavoratori in base a razza, sesso, religione, ecc.
- Sindacati in grado di promuovere l'alleanza tra operai, contadini, giovani e donne che lavorano.
- Sindacati che adempiano ai loro doveri di solidarietà proletaria internazionalista con i popoli in lotta in tutto il mondo.
- Sindacati che educhino le generazioni di lavoratori alla luce della storia e delle lezioni del movimento sindacale internazionale e nazionale e delle lotte della classe operaia.
- Sindacati, che intervengano nelle organizzazioni internazionali, che chiedano soluzioni a favore dei lavoratori, che chiedano libertà democratiche e sindacali e difendano ogni accordo internazionale collettivo favorevole ancora esistente.
- Sindacati che non siano neutrali o disponibili con tutti.
Ad esempio, in Medio Oriente non siamo con Israele. Noi siamo con la Palestina. Sosteniamo pienamente la lotta palestinese, non solo con le parole ma con atti concreti, giorno dopo giorno.
In Siria, non siamo con i re, con gli emiri, con i sultani, con gli imperialisti. A loro non importa della democrazia in Siria. A loro importano le sue risorse. Mirano al petrolio. Come FSM affermiamo che il popolo della Siria è il solo deve scegliere il suo presente e futuro. Il popolo siriano è il solo responsabile a formare la sua democrazia e libertà. Con tali sindacati possiamo avvicinarci all'obiettivo strategico della società socialista.
Questo è il sindacato che come FSM stiamo lottando per costruire. Non sindacati compromessi, non sindacati che siano semplici consulenti giuridici, non sindacati che siano agenti dei ministeri del lavoro, né sindacati membri dei consigli delle loro multinazionali.
Il ruolo del COSATU sulla scena internazionale […], non è di spettatore. Vogliamo un COSATU pioniere nella costruzione del contemporaneo movimento sindacale di classe. Vogliamo un COSATU pioniere nella rinascita del movimento sindacale africano.
Abbiamo bisogno di un COSATU nella leadership del movimento sindacale internazionale dalla parte delle forze sane del mondo. Tutti noi crediamo che il capitalismo non può risolvere i problemi della classe operaia. Il capitalismo produce povertà, disoccupazione, fame, baraccopoli, privatizzazioni, violenza di stato, guerre, malattie, disastri ambientali.
Il capitalismo produce profitti per pochi e miseria per molti. Solo il socialismo può liberarci. Costruiamolo a partire da ora!
La classe operaia può diventare il gigante che spazzerà via gli sfruttatori.
Questo è il nostro dovere. Dobbiamo condurre la lotta della classe operaia per la conquista della ricchezza a beneficio di tutta la società! La nostra lotta sarà vittoriosa!
Un mondo senza lavoratori è impossibile,
Un mondo senza capitalisti è necessario!
da mltoday.com/subject-areas/labor-movement/a-tale-of-two-labor-federations-1504-2.html
Federazione Sindacale Mondiale
Il COSATU torna alla sua famiglia
Johannesburg, Sudafrica, 19/09/2012
All'11° Congresso Nazionale della COSATU [Confederazione dei Sindacati del Sudafrica] che ha avuto luogo a Johannesburg, in Sudafrica dal 17 al 20 settembre 2012, nel corso di un robusto dibattito tra FSM e CSI, la classe operaia e il movimento sindacale internazionale di classe ha ottenuto una grande vittoria che ha spostato l'arena sindacale internazionale.
I delegati hanno deciso l'affiliazione del COSATU alla FSM. Il dibattito è stato vivace e approfondito su temi sindacali e ideologici.
Prima della risoluzione i delegati hanno ascoltato i due discorsi pronunciati dal Segretario Generale della Federazione Sindacale Mondiale, compagno George Mavrikos e della Segretaria Generale della CSI, Sharan Burrow.
Importanti sindacalisti del Sudafrica, quadri dell'eroico partito comunista sudafricano (SACP), hanno decisamente sostenuto la necessità del COSATU di diventare membro della Federazione Sindacale Mondiale e unirsi ai fratelli e le sorelle di classe in tutto il mondo.
La FSM saluta questa decisione, ringrazia i delegati e tutti i militanti che hanno lottato questi ultimi sette anni per preparare lo slancio per questa importante risoluzione.
Con questa risoluzione, che è un primo passo positivo, il COSATU torna alla sua famiglia, alla sua grande famiglia che lotta contro lo sfruttamento capitalista e la barbarie imperialista.
Da oggi le nostre lotte, le lotte del movimento internazionale di classe, saranno più forti.
La Segreteria della FSM
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