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Cosa è successo alla settimana lavorativa di 40 ore?

David Rosen | counterpunch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/12/2017

Mentre il 2017 volge alle porte, è importante ricordare che quest'anno segna il 200° anniversario della rivendicazione della settimana lavorativa di 40 ore per i lavoratori. Il movimento per le 8 ore comporta non solo cambiamenti nella settimana lavorativa, ma anche nella lotta di classe. I punti di svolta in questa storia della settimana lavorativa delineano la riconfigurazione del capitalismo moderno:

1817 - Robert Owen, produttore gallese di successo, attivista per i diritti dei lavoratori e fondatore della comunità utopica di New Harmony, credeva nella divisione del giorno in tre parti uguali di 8 ore: "Otto ore di lavoro, otto ore di ricreazione, otto ore di riposo".

1869 - In un'epoca in cui gli operai lavoravano dalle 12 alle 14 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, il Presidente Ulysses Grant proclamò la giornata lavorativa di 8 ore senza riduzione di salario, ma solo per i lavoratori governativi.

1926 - Henry Ford stabilì la settimana lavorativa di 5 giorni per 40 ore settimanali per i lavoratori della sua azienda automobilistica; disse ai suoi compagni ladroni e baroni: "È giunto il momento di sbarazzarci dell'idea che il tempo libero per i lavoratori sia tempo perso o un privilegio di classe".

1930 - Mentre infuriava la Grande Depressione, il magnate dei cornflake W.K. Kellogg introdusse la giornata lavorativa di 6 ore nella sua fabbrica di Battle Creek, nel Michigan.

1940 - Il Congresso modificò la legge sugli standard orari del 1938 che limitavano la settimana lavorativa a 44 ore o 8,8 ore al giorno, abbassandola a 40 ore, 8 ore al giorno.

1970 - La Federal Reserve di Minneapolis registra che la settimana lavorativa media era di 38,8 ore.

Più preoccupante, la Fed riporta anche che tra il 1970 e il 2000, la settimana lavorativa media è aumentata a 40,5 ore. Una stima dell'Ufficio di Statistica sul Lavoro (BLS) del 2016 la fissa a 43 ore settimanali o 8,6 ore al giorno.

La settimana lavorativa di 40 ore sta scivolando via. Le persone lavorano più ore nella nuova, gigantesca, "gig" (lavoretto) economia di schiavi salariati altamente qualificati e indipendenti. E questo si verifica quando la settimana lavorativa dovrebbe essere dimezzata a parità di retribuzione e benefici.

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Quante ore lavori ogni settimana? Quante ore passi ogni giorno a "lavorare"?

Quanto tempo fatichi al tuo computer, in ufficio, a casa, in un bar o in uno spazio di lavoro condiviso? Quanto tempo sacrifichi per aumentare le vendite di un negozio locale? Quanto a produrre scartoffie come dipendente pubblico? O per imballare le merci in un magazzino? Quante ore conduci un impianto di perforazione? Quanto tempo ti ci vuole per chiudere un accordo, se ti va bene a una cena rimborsabile? E quanto tempo impieghi per chiamate personali, per prendere una pausa caffè o fumare una sigaretta o semplicemente chiacchierare con i colleghi di lavoro? È tutto lavoro, parte del tuo lavoro, e probabilmente supera le 40 ore alla settimana.

Una volta la gente faceva un "onesto orario" per un "onesto salario". Il grande "sogno americano" post-seconda guerra mondiale immaginava un mondo in cui l'operaio industriale, bianco e maschio, viaggiava fino al lavoro è scadute le 8 ore del turno (se di più, c'erano  gli straordinari) tornava a casa, beveva un drink, mangiava un pasto serale cucinato dalla moglie, metteva a letto i bambini, accendeva la TV per un'ora o due di distrazione e andava a letto.

Oggi nessuno sembra sapere quanto tempo gli americani lavorino nella settimana. Nel 2016, BLS ha stimato 43 ore settimanali; un'indagine Gallup del 2014, ha indicato 47 ore alla settimana (9,4 ore al giorno) come media, con molti che dicono di lavorare 50 ore alla settimana. Uno studio del 2016 di Upwork e dell'unione dei liberi professionisti hanno scoperto che i freelance a tempo pieno registrano 36 ore di lavoro a settimana. Altri riferiscono che coloro che lavorano nei media, nell'high-tech, nel commercio al dettaglio e in altri settori, compresi i liberi professionisti, sono più vicini alle 60 ore settimanali.

A prescindere dalle ore effettive di lavoro in cui si svolge un lavoro, si sa che non è la storia intera o reale. Tutti sanno che la giornata lavorativa ha due parti, il lavoro effettivo e il suo impatto sul resto della propria vita. Nel mondo delle comunicazioni istantanee, facilitato da Internet e dagli smartphone, una percentuale crescente di americani postmoderni vive 24 ore su 24 nella vita lavorativa. Oggi, gran parte della giornata lavorativa consuma infinite ore di vita domestica o personale in termini di preparazione al lavoro, viaggi, vestizione, consumo dei pasti e preoccupazioni familiari. E' tutto lavoro richiesto ma non pagato per facilitare il lavoro, ossia lavoro.

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Le persone oggi fanno più o meno le stesse cose (se non di più) che nel passato, ma lo fanno in modi diversi. Tuttavia, la vita lavorativa sul posto di lavoro e fuori si prende una porzione maggiore della vita di una persona che lavora, a scapito di tutti gli altri segmenti.

Durante l'era post-seconda guerra mondiale, un cambiamento fondamentale nella vita lavorativa americana si è verificato quando il consumismo ha sostituito il tempo libero e le donne sono entrate sempre più nella forza lavoro per sostenere la famiglia con due redditi. In un discorso durante la campagna del 1956, il vicepresidente Nixon predisse che una settimana lavorativa di 32 ore era possibile alle seguenti condizioni: "La settimana lavorativa può essere ridotta solo nel momento in cui la sua riduzione non comporterà una diminuzione dell'efficienza e della produzione". Tre i fattori hanno reso realistica la previsione di Nixon, garantendo agli americani una settimana lavorativa di 32 ore.

In primo luogo, l'automazione incessante del processo di lavoro ha cambiato radicalmente il lavoro, per non parlare della settimana lavorativa. Il cervello ha sostituito la forza muscolare, il digitale ha superato l'analogico e la globalizzazione ha ridefinito il mercato nazionale. Insieme, queste forze hanno portato ad un aumento della produttività, a un miglioramento dell'efficienza e alla riduzione della vita lavorativa.

In secondo luogo, è stata riconfigurata la forza lavoro. Fin dai tempi di Nixon, i sindacati sono stati sistematicamente schiacciati e una proporzione crescente della forza lavoro è diventata instabile: autonomi, consulenti o precari. Il BLS stima la forza lavoro civile in 160 milioni di lavoratori con i "lavoratori autonomi" all'11% circa e i lavoratori precari al 22% ossia circa 35 milioni di lavoratori. Altri stimano una proporzione più alta: uno studio McKinsey colloca al 27% i lavoratori instabili e uno studio di Upwork e della FreeLavers Union afferma che "la forza lavoro freelance è cresciuta da 53 milioni nel 2014 a 55 milioni nel 2016 e attualmente rappresenta il 35% della forza lavoro statunitense". Le due agenzie prevedono che il lavoro precario colpirà il 40% della forza lavoro nel 2020.

Terzo, ma non meno rilevante, secondo il Center for American Progress "nel 1960, solo il 20% delle madri lavorava. Oggi [2010], il 70% dei bambini americani vive in famiglie in cui tutti gli adulti sono occupati". Il Bureau of Labor Statistics (BLS) stima che tra il 1969 e il 2000, la settimana lavorativa per coppie - marito e moglie insieme - è aumentata da 56 a 67 ore. La famiglia a due redditi è la nuova normalità.

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Nel 1930, l'economista John Maynard Keynes predisse che entro un secolo, l'aumento della produttività avrebbe implicato per tutti una settimana lavorativa di 15 ore. Manca un solo decennio e sembra che la previsione non si avvererà.

Altri economisti hanno condiviso delle varianti della predizione di Keynes, sostenendo che dal momento che le economie avanzate diventavano più produttive, le persone avrebbero scelto di lavorare meno ore. Purtroppo, questo non è successo.

Negli Stati Uniti, il capitalismo è trionfante! Dopo la grande rivoluzione dei consumi dell'era post-seconda guerra mondiale, gli americani hanno scambiato una settimana lavorativa più corta per livelli di consumo sempre più alti e livelli di debito sempre più elevati. La recente truffa fiscale proposta approvata dai repubblicani soddisfa il piano di Trump di "rendere l'America grande di nuovo". La richiesta di una settimana lavorativa più corta sembra antiquata quanto i grandi movimenti utopici del XIX secolo.

Il capitalismo ha forgiato un sistema globale dominato dalla finanza che, sempre più spesso, domina sistematicamente ogni momento o aspetto della vita di una persona. Sia al lavoro che nel tempo libero, in ufficio o a casa o in vacanza, gli americani sanno come fungere da soggetti e oggetti, da comprare e vendere. Il mercato è in grado di mediare autonomamente, anche se è stato messo in discussione in tutto il mondo.

In alcuni paesi del mondo capitalista avanzato, sono in corso degli sforzi per abbreviare la settimana lavorativa. Ad esempio, il più grande sindacato tedesco, l'IG Metall, sta spingendo per una settimana lavorativa di 28 ore. Secondo Independent del Regno Unito: "Il sindacato sostiene che i lavoratori dovrebbero ottenere una parte equa dei benefici della crescente economia della Germania sotto forma di una retribuzione migliore e un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata".

Il giornale riporta inoltre che nel Regno Unito i lavoratori della Royal Mail rappresentati da Communication Workers Union (CWU) hanno recentemente scioperato per sostenere una delle loro rivendicazioni centrali: ridurre la settimana lavorativa a 32 ore, quattro giorni alla settimana. I Verdi si sono uniti al coro, chiedendo una settimana lavorativa più breve e un reddito adeguato garantito. Persino il miliardario messicano Carlos Slim ha sostenuto una settimana lavorativa di tre giorni come migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.

Il capitalismo è trionfante anche perché ha contenuto efficacemente il dibattito sociale sull'ineguaglianza. L'insurrezione di Occupy Wall Street del 2011 ha reinserito la disuguaglianza nel vocabolario politico degli Stati Uniti. La campagna politica del 2016 di Bernie Sanders ha riconosciuto l'ineguaglianza, considerandola parte fondamentale dell'attuale lotta sociale. Le recenti vittorie elettorali del Partito Democratico nelle corse alla carica di governatore in Virginia e nel New Jersey, nella corsa al senato dell'Alabama e le conquiste alla Camera dei delegati della Virginia potrebbero essere un segnale per le elezioni di medio termine del 2018. Quindi, i resoconti a livello locale e statale sul piano fiscale dei Repubblicani potrebbero avere un ruolo significativo. Per ora, il dibattito è chiuso: l'1 per cento ha vinto!

Trump è un grande showman e, quasi ogni giorno, attraverso tweets e dichiarazioni stampa, gioca il gioco delle tre carte con l'opinione pubblica americana. Combinando le abilità circensi alla Barnum a quelle di intrattenitore televisivo alla Dick Clark, Trump seduce e intrappola il suo pubblico, offrendo un flusso infinito di veleno come intelligente gioco di distrazione. E i media popolari, siano essi mainstream, di destra o di sinistra, promuovono la distrazione. La sua narrativa riecheggia nelle ultime notizie, nei saccenti talk show e negli scandali sessuali. Tutto ciò serve a far dimenticare agli americani la disuguaglianza e che i lavoratori sono stati in lotta per due secoli per una settimana lavorativa di 40 ore.


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