www.resistenze.org - materiali resistenti in linea - biografie - 18-06-11 - n. 369

da Massimo Recchioni, Il tenente Alvaro - la Volante Rossa, Derive Approdi, 2011, pag. 103-104
 
Francesco «Gemisto» Moranino (a Praga "Franco Moretti")
 
Francesco Moranino nacque a Tollegno (Biella) nel 1920 e crebbe in una famiglia dai forti ideali socialisti. Frequentato l’avviamento, e in seguito l’istituto tecnico per due anni, venne assunto alla Filatura di Tollegno dove avvenne la sua maturazione politica. Nel 1940 entrò a far parte del clandestino Partito comunista. Arrestato nel 1941, e condannato a 12 anni di reclusione, fu detenuto prima nel carcere romano di Regina Coeli e poi a Civitavecchia dove conobbe Giancarlo Pajetta e Celeste Negarville che lo orientarono verso posizioni politiche terzinternazionaliste. Liberato pochi giorni dopo il 25 luglio 1943, diventò un affermato dirigente del partito. Nel settembre dello stesso anno ritornò nel Biellese.
 
Dopo l’annuncio dell’armistizio fu uno degli organizzatori della resistenza nella zona; prima come comandante del distaccamento partigiano Pisacane, successivamente come commissario politico della 12a divisione Garibaldi Nedo. Figura molto carismatica e con grande seguito tra le file garibaldine, dopo la liberazione fu tra i dirigenti della Federazione biellese e valsesiana del Partito comunista.
 
Nel 1946 divenne il più giovane componente dell’Assemblea Costituente e fu eletto nel collegio di Torino con 11.909 voti. Fu sottosegretario alla difesa nel terzo governo De Gasperi, nel momento in cui si discuteva dell’inserimento delle brigate partigiane nell’esercito regolare.
 
Nel 1948 fu rieletto deputato con 69.452 voti nel collegio di Torino-Vercelli-Novara. Durante quella legislatura fu coinvolto in un’inchiesta avviata dalla magistratura di Torino per l’omicidio, avvenuto tra il novembre 1944 e il gennaio 1945, di partigiani e civili sospettati di spionaggio. In seguito alla concessione da parte della Camera dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti espatriò in Cecoslovacchia.
 
Presentatosi come candidato del Pci alle elezioni del giugno 1953, venne rieletto e rientrò in Italia protetto dall’immunità parlamentare. Ma, nel 1955, la Camera dei deputati votò l’autorizzazione a procedere per la seconda volta. Processato e condannato all’ergastolo, fu costretto a riparare nuovamente all’estero, e negli anni successivi ebbe modo di viaggiare nei paesi socialisti intessendo relazioni nell’ambito della politica internazionale del Pci. Nel 1962 si recò a Cuba e in seguito visitò il Vietnam del Nord.
 
Rifiutata la grazia concessa dalla Presidenza della Repubblica, nel 1968 rientro in Italia in seguito all’amnistia. Nello stesso anno fu eletto al Senato con 38.466 voti per la lista unitaria tra Pci e Psiup. Francesco Moranino scomparve il 18 giugno del 1971 a Grugliasco, in provincia di Torino, in seguito a una crisi cardiaca. Sandro Pertini, allora Presidente della Camera, lo definì Fiero antifascista e valoroso partigiano.
 
Mentre l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia non ha mai smesso di indicarlo tra le figure di riferimento della guerra di Liberazione, il Partito comunista italiano, durante le sue varie trasformazioni, si è gradualmente allontanato da quella scomoda figura.
 

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