www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 27-05-17 - n. 633

L'islamismo

L'islamismo è un concetto univoco? Nel libro Jihad made in USA, Mohamed Hassan distingue cinque diverse correnti riconducibili all'islamismo, con interessi a volte contrastanti. Questo quarto estratto è dedicato ai movimenti islamo-nazionalistici.

Grégoire Lalieu intervista Mohamed Hassan | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/04/2017

L'islamismo (4/6): I patrioti, Hamas e Hezbollah resistono agli USA

Vedi parte prima sui tradizionalisti
Vedi parte seconda sui reazionari
Vedi parte terza sui Fratelli musulmani

Alla testa dell'Egitto, Morsi era pronto a mantenere la pace con Israele. Tuttavia, Hamas è un'emanazione dei Fratelli musulmani…

Sì e vi ho spiegato perché i Fratelli egiziani costituivano un'alternativa valida per gli imperialisti. Con Morsi, questi ultimi avevano la garanzia che le buone relazioni sarebbero state mantenute con Israele. Ma per Hamas, è differente. Oggi, questo movimento si ricollega meno alla tendenza dei Fratelli musulmani che a quella degli islamo-nazionalisti o patrioti, la quarta figura che si distingue fra gli islamisti.
I Fratelli avevano creato una loro emanazione a Gaza. Ma, inizialmente, pensavano che dovessero islamizzare la società palestinese prima di impegnarsi nella lotta per la liberazione nazionale. L'islamizzazione della società era in un certo qual modo un preliminare.

Il che avrebbe dovuto favorire Israele…

Infatti. Alla partenza, Israele ha lasciato più spazio ai Fratelli di Gaza, sperando che questi andassero a indebolire l'influenza dell'OLP, ma le cose sono cambiate con la creazione di Hamas nel 1987. Il movimento è stato fondato da tre Fratelli musulmani che, sotto la violenza dell'oppressione coloniale, erano arrivati alla conclusione che la lotta per la liberazione nazionale non poteva attendere l'islamizzazione della società.

La Palestina è una sfida particolare per la quale occorre tenere conto del contesto. L'OLP ha a lungo condotto la liberazione nazionale, ma la direzione del movimento ha capitolato. Oggi, Hamas ha dunque il merito di condurre il combattimento della resistenza contro Israele e per ciò lo sostengo. Ma il suo progetto di società per una Palestina libera, è uno specchio per le allodole! Hamas centra la sua lotta e la sua nozione di popolo palestinese attorno all'identità musulmana. Così facendo, contribuisce a dividere la società palestinese.
Occorre sottolineare tuttavia che le ultime guerre condotte da Israele hanno spinto Hamas verso l'unità d'azione con altri movimenti di resistenza come i rami militari di Fatah e del Fronte popolare di liberazione della Palestina. Ciò potrebbe portare a una nuova visione di Hamas. Sembra infatti che le spaccature siano più profonde alla testa del movimento mentre, sul campo, le organizzazioni collaborano maggiormente.

Ci sono stati anni in cui Hamas è riuscito a guadagnare un ampio sostegno popolare e ha predominato le ultime elezioni organizzate in Palestina. Come nel 2006. Come spieghi questo successo?

Con tre fattori. Il primo si riconduce alla sua prosecuzione della resistenza e al rifiuto di ogni soluzione imposta, cosa che corrisponde alla volontà della popolazione palestinese. Secondo fattore: Hamas esige il ritorno dei rifugiati del 1948 e del 1967. Nel 1948, dopo la creazione dello Stato di Israele, molti palestinesi furono espulsi dal territorio. Dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, circa 300.000 profughi in più dovettero fuggire in Giordania. Oggi, più di sei milioni di profughi non hanno il diritto di ritornare nel loro paese! In compenso, come Stato ebreo, Israele accoglie qualsiasi ebreo di qualsiasi provenienza: Spagna, Russia, Etiopia… Persone mai viste prima in Palestina! La questione dei rifugiati è un elemento importante delle rivendicazioni palestinesi cui Hamas si è fatto il portavoce.

L'ultimo fattore che ha contribuito al successo di Hamas è l'eliminazione in seno alla comunità palestinese di persone corrotte da Israele per ottenere informazioni. Alcune sono state eliminate fisicamente e la maggior parte - dei delinquenti, degli alcolizzati o degli spacciatori - è stata reintegrata attraverso i programmi sociali di Hamas. L'informazione non trapela dunque più. Si tenga conto che l'informazione è un elemento della più alta importanza. Israele infatti aveva creato una società corrotta dove tutti erano contro tutti. Ha sfruttato questa corruzione per costruire una rete di informazione e stabilire un controllo certo sulla resistenza palestinese. Ad esempio, nel corso dell'operazione Piombo fuso a fine 2008, il primo attacco israeliano ha riguardato il commissariato di Gaza ad un'ora ben precisa, quella del cambio della guardia. Perché? Perché era il momento in cui c'erano maggiori poliziotti nel commissariato. E come poteva saperlo Israele? Grazie alla sua rete di infiltrati.

È tipico di una mentalità coloniale. I britannici hanno applicato questo metodo in Irlanda del Nord. Nulla di nuovo. Ma Hamas è riuscito a distruggere la rete, cosa che costituisce una grande vittoria su Israele.

La resistenza palestinese è stata a lungo predominata da movimenti laici. Come è accaduto che un movimento islamista sia diventato così popolare?

Sotto l'occupazione a Gaza e negli altri territori, non era possibile per i palestinesi discutere apertamente, né di immaginare il proprio futuro, eccetto in due posti: la moschea e l'università. Hamas era naturalmente già attivo nella prima. Ma in seguito ha iniziato, come qualsiasi altro partito politico, a presentarsi nelle organizzazioni studentesche. Hamas ha dunque arruolato giovani studenti brillanti, ben voluti nella società per via della loro devozione e della loro onestà. Era facile per Hamas convincerli, poiché la volontà di resistere li univa. Non ci sono misteri! Hamas esprime apertamente ciò che la popolazione considera in cuor suo. Con gli elementi più combattivi, più intelligenti e più istruiti della società, Hamas è diventata una grande organizzazione.

In Europa invece, Hamas non è molto popolare, anche fra quelli che sostengono la causa palestinese. Perché?

L'islam non è bene visto in Europa perché l'Europa si identifica col cristianesimo. C'è un reale rifiuto del contributo musulmano allo sviluppo della civilizzazione occidentale. Come gruppo islamista, Hamas è dunque mal percepito. Ma perché una persona, che condanna il sionismo, dovrebbe essere ostile ad Hamas? E perché la stessa persona, che sostiene la causa irlandese, non nutre alcuna preoccupazione per quanto riguarda un'organizzazione cattolica? Le differenze culturali forniscono la spiegazione, è un fenomeno generalmente osservabile.

Un recente viaggio in Egitto mi ha ricordato a quale punto, quando si attraversa il Mediterraneo, cambia il mondo, cambia il modo di pensare. Non rimprovero gli europei, sono influenzati dalla loro istruzione e dalla propaganda mediatica. Inoltre, siamo in un sistema in cui dobbiamo sempre identificare i nemici per giustificare la nostra esistenza. Ma credo che occorra fare una distinzione. Io stesso, come marxista residente in un paese occidentale, vivo certamente delle contraddizioni rispetto Hamas o Hezbollah. Mi rammarico che la resistenza sia condotta da un movimento che trae ispirazione nell'islam, ma queste contraddizioni sono attualmente secondarie. In compenso, Hamas o Hezbollah sono l'opposto di personaggi come Abbas o dittatori come Moubarak e Ben Ali: laici, ma al servizio degli interessi USA. Leggo le informazioni in arabo, conosco perfettamente la situazione laggiù e percepisco le contraddizioni da un punto di vista diverso da quello della sinistra europea.

Perché la sinistra europea non supporta apertamente la resistenza palestinese?

Il problema della sinistra europea è che rifiuta di fare una grande alleanza contro l'imperialismo, a causa di Hamas, delle donne stuprate o di ogni sorta di pretesto. In realtà, si abbandona alla grande alleanza dei cristiani contro l'islam, e acconsente di ricondurre tutto alla "guerra di civilizzazione" lanciata dagli ideologi americani. Subisce molto profondamente quest'influenza, molto più di quello che crede. Perché la sinistra europea non si irrita quando fascisti cristiani, come i falangisti, commettono massacri in Libano? Da parte mia, come laico, ho sostenuto la resistenza degli Iirlandesi contro l'occupazione britannica e non mi preoccupavo affatto che questi irlandesi fossero cattolici. In realtà, il problema degli europei, è che sono stati allevati da una civilizzazione che nutre pregiudizi su ebrei e musulmani.

Ma l'IRA non ha mai cercato di instaurare uno stato religioso. Non è questo che blocca gli europei progessisti a dare sostegno a Hamas?

So che alcuni europei auspicherebbero che la resistenza fosse condotta da un movimento più progressista, ma la storia non è una scienza esatta. Confrontiamo l'Indonesia. Il primo movimento anticoloniale era "Sarakat al islam", un movimento islamista creato nel 1920 per combattere l'occupazione olandese. È in questo contesto che Lenin inviò in Indonesia un comunista olandese, Henk Sneevliet, per propagare l'idea di una rivoluzione nazionale. Al suo arrivo laggiù, trovò questo giovane movimento nazionalistico islamista. Cosa avreste fatto al suo posto? Henk Sneevliet decise di lavorare con loro. Era molto paziente e molto astuto tanto che trasformò questo movimento in un movimento comunista che diventò il Partito comunista dell'Indonesia, il secondo in ordine d'importanza in tutta l'Asia. La pazienza è essenziale in politica.

Come si evolverà Hamas? Non esiste una sfera di cristallo. Hamas ha anche un programma di massima, una sua visione sulla società ideale, ma oggi il suo compito immediato è la resistenza allo Stato sionista. Domani, ci potrebbe essere una combinazione di vari fattori, come una nuova direzione e nuove idee. E questa combinazione potrebbe fare prendere a Hamas il cammino di una rivoluzione democratica.

Nulla lo garantisce!

Il fatto è che i progessisti che vogliono sostenere i palestinesi vorrebbero avere la garanzia completa che tutto avverrà nel migliore dei modi. Ma non esistono garanzie. Chi avrebbe potuto predire la decomposizione del Partito comunista sovietico che aveva realizzato la prima rivoluzione socialista in un paese e sostenuto tutti i movimenti anticoloniali nel mondo? Nessuno aveva previsto neppure che Arafat avrebbe negoziato gli accordi disastrosi di Oslo. Ecco dove ci troviamo al momento: Hamas è la resistenza. Non li sostengo per le loro posizioni sulla donna, per il loro programma economico o le loro idee fatalistiche. Li sostengo sul punto più importante: sono un movimento nazionalista di resistenti che lottano sul campo.

Hezbollah è l'altro grande movimento di resistenza a Israele, anch'esso islamista.

Sì, Hezbollah è anche un movimento islamo-nazionalistico. Sul modello dei Fratelli musulmani, gli islamo-nazionalisti difendono un progetto religioso. Ma al contrario dei Fratelli che non esitano a combinarsi agli imperialisti per lottare contro un nemico comune (i governi laici arabi), gli islamo-nazionalisti, invece, fanno della lotta per l'indipendenza il loro obiettivo primario. Sono patriottici.

È il caso di Hezbollah. La sua leadership conquista la piccola borghesia, ma anche commercianti e proprietari terrieri hanno aderito al partito. È un movimento moderno nella misura in cui non combatte in nome di Hezbollah, ma in nome dei libanesi. In modo che nonostante la sua natura religiosa, ha potuto stringere un'alleanza con il movimento nazionalistico libanese.
Certamente, Hezbollah conserva una contraddizione seria rispetto laicità e comunismo. Come qualsiasi movimento islamista. Ma questa contraddizione viene dopo il suo obiettivo principale, l'indipendenza del Libano. Inoltre, la sua lotta di resistenza nazionale ha indotto Hezbollah a costituirsi una base popolare fra i sostenitori tradizionali del Partito comunista libanese. Aggiungete a ciò che il Libano ha attraversato una guerra civile terribile (1975-1990) su base confessionale, che nessuno vuole rivivere. Si ha così un Hezbollah che, nonostante il carattere religioso della sua ideologia, raccomanda la de-confessionalizzazione della politica in Libano.


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